Manovre in grande stile intorno agli affari di Spagna

Manovre in grande stile intorno agli affari di Spagna Manovre in grande stile intorno agli affari di Spagna Il non intervento, i volontari, l'armistizio Gli equivoci di una iniziativa Parigi, 22 notte. La campagna in favore dell'armistizio in Spagna si sviluppa rapidamente. I portavoce del Governo sostengono che la procedura da adottare potrebbe consistere nell'ordinare ufficialmente, in base a una decisione del Comitato di Londra, il ritiro dei volontari sotto la sorveglianza di appositi comitati di controllo, e nel chiedere a Valenza c a Salamanca che per rendere possibile l'esecuzione degli ordini siano sospese le ostilità. A tali idee preconizzate a Londra, Delbos e Van Zeeland si sarebbero associati non senza studiare tuttavia d'altra parte l'opportunilà di una mediazione UOpinioni discordi I giudizi sulla manovra in corso, comunque, risultano discordi. Secondo gli ambienti favorevoli alla causa dei nazionali il progetto di armistìzio viene spiegato con l'esistenza a Bilbao di forti interessi inglesi e con il desiderio di Londra che le truppe di Franco non giungano ad impadronirsi della città. L'Inghilterra proporrebbe la sospensione delle ostilità unicamente per evitare il pericolo che Franco possa danneggiare gli interessi in questione o avvalersene ulteriormente per pesare sulle decisioni del Forelgn Office e del Comitato di controllo. Il timore che la città e le località limitrofe vengano in caso di espugnazione incendiate e distrutte come avvenne di Guernica e di altri luoghi, entrerebbe anche esso per la sua parte nei motivi dell'azione inglese. Secondo gli ambienti del Fronte Popolare, al contrario, la manovra sarebbe stata ideata per « salvare Franco » e impedire al nuovo Governo di Valenza di riportare la vittoria, cioè si tratterebbe d'una manovra « fascista » paragonabile al blocco navale delle coste orientali della penisola da parte dell'Italia e della Germania, o al fermo posto dal colonnello Lunn sugli aeroplani venuti a rifornirsi di benzina a Pau. Ma non è chiaro sino a qua! punto questa opinione che il Vaillant-Couturier difende neWHumanitè risponda realmente al pensiero dei comunisti da cui dipende il destino del Gabinetto Negrin. Un informatore del Journal dea Debats, ordinariamente ben documentato, sostiene che i rossi di Valenza vogliono l'armistizio essendo persuasi che ormai la guerra non la vinceranno più e che una soluzione di compromesso sarebbe per loro una fortuna come quella che prima o poi consenti rebbe loro di riprendere la sovietizzazione della Spagna approfittando della stanchezza generale. L'opposizione al progetto inglese sarebbe al contrario vivissima, sempre secondo lo stesso giornale, nel campo dei nazionali. Un armistizio al momento in cui Bilbao sta per cadere, assume agli occhi di costoro l'aspetto d'una irrisione. Salamanca è stata crudelmente ferita dalla notizia dell'appello di Girai alla Lega delle Nazioni, e si sente meno che mai disposta a patteggiare. Ma la maggiore difficoltà di sospendere le ostilità arrendendosi alla formula « nè vincitori nè vin. ti » starebbe nella violenza degli odii e dei rancori accumulatisi durante la guerra. Un paese dove il sangue è stato versato con tanta abbondanza e spesso in modo co si crudele non può adattarsi ad Una amnistia che lascia impuniti i colpevoli. Se i rossi accettano una simile soluzione è perchè, contrariamente alla fiducia espressa da Jouhaux al suo ritorno da Va. lenza, sanno di non poter fare di meglio e si riservano di riprende, re la lotta in seguito. Ma è appuri to per questo che i nazionali, accettandola, farebbero un pessimo affare. Le prospettive sulla sorte della proposta inglese sembrano, dunque, finora piuttosto incerte. In attesa di meglio si discute se sia da procedere prima all'armistizio ovvero al ritiro dei volontari, che è un po' come discutere se sia nato prima l'uovo o la gallina. Ma in talune sfere non si è lontani dal supporre che nei prossimi giorni l'incartamento di Girai e del Vayo sull'intervento italo - germanico possa venire sfruttato da chi di ragione per esercitare su Roma e Berlino, in caso di resistenza al progetto di armistizio, un congruo ricatto; ipotesi la quale proverebbe l'origine non esclusivamente sovietica della iniziativa di Valenza. Schacht atteso a Parigi Martedì giungerà a Parigi il dott. Schacht. Secondo Pertinaxche se ne occupa nell'« Echo de Paris », il ministro tedesco della Economia nazionale avrebbe dichiarato al dottor Frère, mandatario di van Zeeland, che l'abbandono del regime autarchico da parte del Reìeh non può venire preso in considerazione se non quale corrispettivo di importanti concessioni politiche. Queste concessioni non riguarderebbero nè l'Austria nè la Cecoslovacchia, dove la Germania non si proporrebbe nessuna modificazione dello « stetu quo », bensì la restituzione di Eupen e Malmedy, dello Schleswig ceduto alla Danimarca, dDanzica e di una colonia. Circa 1 rapporti fra la Germania e il Belgio, si ritiene qui che la presenza di Beck a Bruxelles vada interpretata come un segno che iministro degli Esteri polacco, iquale si recherà la settimana ventura a Berlino, si dispone a interporre ì propri buoni uffici fra due Paesi, in ordine aJl'eventuale maturazione di un nuovo patto occidentale. Concetto Pettinato Un monito tedesco sull'osservanza della non Una nota ingerenza Berlino, 22 notte, dell'ufficiosa Corri- spondenza politico diplomatica si• occupa degli sforzi internazionali per porre fine alla tragedia spagnuola e richiama l'attenzione sulla necessità di affrontare e risolvere anche il problema dei cosidettl volontari politici che svolgono propaganda ed attività politica nel campo dei rossi e dell'uso dell'oro che costituisce il patrimonio dell'erario spagnuolo. Il giornale aggiunge che la non Ingerenza va osservata in forma Integrale e dopo avere affermato a tale proposito che il ripetersi dei cosidetti attcrraggi forzati sul territorio francese parla un linguaggio eloquente, dichiara che la imparzialità implica anche il dovere di resoconti obiettivi sulla guerra civile da parte della stampa internazionale in quanto, scrive, la diffusione di false notizie non può che incoraggiare una delle due parti belligeranti a proseguire la lotta. Del problema si occupa anche il Berliner Tageblatt. Si apprende che Eden si trova ^ntfr dTTre rtta ,a abilità per difendere la sua poli- tica estera la quale è oggetto di aperte e anche aspre critiche da parte di vari membri della Conferenza. Sempre secondo il corrispondente del Berline? Tagcblatt, Eden ha presentato alla Conferenza un memoriale in cui si afferme- • rebbe lanecessità df rinviare ogni offensiva diplomatica come pure ogni trattativa, fino al giorno in cui, realizzata la parte essenziale del programma di armamento, la Gran Bretagna potrà riacquistare la sua autorità e quindi intervenire nei vari scacchieri europei e mondiali. Un tiro poco simpatico giocato da uno degli organizzatori della rivista navale, Sir Spaithed, è denunciato oggi dalla stampa tedesca. Come è noto alla rivista hanno partecipato anche alcune corazzate estere. Orbene la nave da battaglia tedesca Conte Spee è stata posta alla sinistra della vecchia corazzata sovietica Marat. « Quali fossero le intenzioni degli organizzatori, non c'è dato sapere — scrive il Lokal Anzeiger. L'ipotesi più verosimile però è la seguente. L'Unione Sovietica non vuole dare ombra all'Inghilterra. Però tutto il mondo sa che i suoi armamenti navali hanno raggiunto proporzioni preoccupanti e tutto il mondo sa anche che rAmeri plldzcSmltedpmpft ; nissima di 35.000 tonnellate. ». htstz

Persone citate: Beck, Concetto Pettinato, Delbos, Negrin, Schacht, Vaillant, Van Zeeland