LA CAMERA prende le vacanze

LA CAMERA prende le vacanze LA CAMERA prende le vacanze La commemorazione di Demokos - Il caloroso congedo del Presidente Ciano Roma, 21 notte. |gCon una vibrante manif estazio-; sne di simpatia alla nobile nazione ; omagiara, la commemorazione del fquarantesimo anniversario della , rbattaglia di Domocos, i;approva- tzione per acclamazione della prò- \ nposta di legge per la fondazione sn Roma degli studi garibaldini, e ll'esame di vari altri disegni di leg- dge, la Camera dei Deputati aven-1 ddo esaurito l'ordine del giorno, ha ■ Dpreso stasera le vacanze. Alle 16, 1 la Camera si è riunita in Comitato | psegreto, per la discussione del Bi lancio degli Interni. La discussione pubblica ha avuto inizio alle 17. Alla apertura della seduta erano già presenti nell'aula oltre duecentocinquanta deputati. Sedevano al banco del Governo i Ministri Solmi. e Lantini ed i Sottosegretari De Marsanich, Bianchini e Medici del Vascello. Assai affollate le tribune. Dalla tribuna del corpo diplomatico assisteva alla seduta il Ministro di Grecia a Roma, S. E. Metaxas, con alcuni segretari della Legazione. Il saluto della Camera ungherese Approvato il verbale, S. E. Ciano si alza e fa segno di voler parlare. Fra la vivissima attenzione della Camera tutta in piedi il presidente dice: « Camerati, Ho l'onore di leggere il caloroso telegramma or ora giunto di S. E. il Presidente della Camera dei deputati ungheresi in risposta a quellp da me inviatogli per la visita dèi Reali d'Italia a Budapest. « Il Parlamento Ungherese ha accolto con grati sentimenti le calde ed amichevoli parole che la E. V. mi ha indirizzato in nome del Parlamento Fascista Italiano. La visita che le LL. RR. e Imperiali Maestà il Re e la Regina d'Italia, che con omaggio devoto l'intera Nazione magiara chiude nel suo cuore, hanno fatto al reggente d'Ungheria, è per tutti gli Ungheresi una gioia vivissima ed un onore sommetmente distinto. La venuta in terra magiara della coppia Reale ed Imperiale, della Principessa Maria di Savoia, del conte Ciano, sia un nuovo più saldo vincolo dei millenari rapporti storici tra le due Nazioni, destinato a servire con successo la sicurezza e la prosperità dei due popoli, la pace dell'Europa. Con vera amicizia e con sentimenti resi ancora più profondi dalla reciprocei simpatia, la Camera dei deputati del Parlamento Ungherese ricambia nel giubilo dell'incontro solenne delle due Nazioni la graditissima meinifestazìone di simpatia del Parlamento Fascista ». La lettura del telegramma del Presidente della Camera ungherese è accolta dall'assemblea con vivissimi generali applausi, con ripetute grida di « Viva l'Ungheria! ». Le acclamazioni, alle quali si associa il pubblico delle tribune, durano qualche minuto. Ristabilito il silenzio il Presidente annuncia che il testo del telegramma è redatto in lingua italiana (vivissimi prolungati applausi). Parla Con, Garibaldi EZIO GARIBALDI ricorda che in questo giorno ricorre il 40" anniversario della spedizione garibaldina in Grecia e del sacrificio eroico dei vclontari italiani caduti il 17 maggio 1897 a Domokos. - Fin dalle prime avvisaglie della guerra, gruppi di volontari italiani accorsero a Candia e in Macedonia. Ma l'impresa assunse il suo vero volto ed il suo genuino significato quando il generale Ricciotti Garibaldi recò ad essa l'apporto formidabile della sua esperienza di tre campagne di guerra e soprattutto il fàscino irresistibile della tradizione della camicia rossa. Oltre alle classiche reminiscenze, oltre all'amore per la causa della libertà ellenica, c'era nei volontari un sentimento più forte di ogni altro, la fierezza di essere italiani e di poter dimostrare mondo che la virtù italica non erasnenta E' soniattuttn ner nnpqtn che k^ camfei? rosse ita'uànHnm ' cne le camicie rosse italiane tom-forlivese Antonio Fratti sCplmdmdcraamsgmCtrPrv-'Smaggio 1897 S2, **SL?}ÌteeJ?Jsur* udf garibal dino di Quarto, compagno di Oberdan, repubblicano all'antica, deputato per due legislature al Parlamento; egli era ben degno di morire per delle idealità cosi nobili e grandi quali l'onore d'Italia, la libertà dei popoli e la giustizia fra le Nazioni. Le antiche leggende narrano che coloro che cadono per la Patria non muoiono. Essi dormono e risorgeranno un giorno armati. Così ovunque vi sia da combattere per l'ideale eterno della libertà e della giustizia, per il diritto di nazionalità, si risvegliano anche loro, i garibaldini Caduti sotto il bacio fervido del sole della Tessa- glia, o nel fango ostile della fore sta delle Argonne. Essi rivivono oggi tra i volontari che armati di fucile hanno conquistato un impe ro, rivivono fra coloro che nella tormentata terra spagnola, porta no alto e fiero il nome d'Italia. Es si rivivono in tutti i mutilati vo lontari e combattenti della gran de guerra, sempre pronti ad obbe dire ad ogni comandamento del Duce. Cessati gli applausi, vivissimi e prolungati che accolgono il di- l i i a i scorso dell'on. Ezio Garibaldi, li Camera passa ad esaminare li proposta di legge di iniziativa par lamentare per la fondazione in Roma di un Istituto di studi garibal dini. Non appena S. E. Ciano ha terminato la lettura della proposta di legge l'on. Bresciani grida: «Ac. clamaziorie! » e la Camera prò rompendo in una grande ovazione approva la proposta di legge. Gì' applausi si rinnovano calorosissi mi dopo la lettura degli articoli. Dopo la votazione a scrutinio segreto — tutti i disegni di legge risultano approvati all'unanimità — chiede di parlare l'on. CAPRI CRUCIANI. Egli soltanto per avere già altre volte esperimentato la benevolenza dell'on. Presidente si permette domandare la parola in seguito all'approvazione del disegno di legge che ridurrà il vermouth ed il marsala e quindi il vino che ha sempre in sè qualcosa di augurale. E' sicuro pertanto di interpretare il pensiero unanime di tutta la Camera rivolgendo all'on. Presidente dell'Assemblea il più fervido augurio dei camerati (la Camera scatta in piedi accleimemdo a lungo entusiasticeimcnte al grido di: Viva il Presidente!). PRESIDENTE : Camerati, vi ringrazio di questa, manifestazione e sono profondamente sensibile al vostro affetto del quale per altro non ho mai dubitato. La Camera termina oggi i suoi- lavori perchè l'ordine del giorno è esaurito, non potremo concluderli in modo migliore se non elevando il pensiero alla maestà del Re Imperatore (vivissime fervide generali acclamazioni cui si associano le tribune). Saluto al Re! (La Camera- grida: Viva il Re!). Ed elevandolo al Duce nostro (applausi entusiastici cui si associano le tribune), al Duce che guida l'Italia alla sua grandezza. Saluto al Duce! (La Camera grida: «A noi!» e fra rinnovati e calorosissimi applu.usi: «Duce! Duce! Duce!»). La seduta termina alle 18,25. Quando l'on. Presidente lascia il suo seggio la Camera in piedi lo saluta con una fervidissima prolungata acclamazione e grida reiterate: «Viva Ciano!».