Come hanno funzionato i Protocolli romani di Giuseppe Piazza

Come hanno funzionato i Protocolli romani da venezia a parigi Come hanno funzionato i Protocolli romani Berlino, 20 notte. !Sulle conversazioni del Segre-:tario di Stato austriaco Guido jSchmidt con il ministro Delbos e relativo comunicato che, sopratut- to per le varie aspettazioni che vi ; erano da tante parti collegate, co-1 sì vivaci discussioni sembrano suscitare nella stampa internazionale questi circoli si mostrano sostanzialmente riservati; ma questo riserbo non basta a toglier va. lore a talune manifestazioni diistampa immediatamente seguite j cosl al comunicato parigino come ' all'articolo che la Reichspost. di i Vienna ha dedicato all'argomento. I dalle quali si può ri evare una fon- damentale tranquillità di an.mo j nei confronti delle mene francesi ; e di tutto ciò che a Parigi si met- ! tte in pentola per cucinare, secondo il gusto del palato francese, la pietanza sudorientale. Tranquillità la quale si basa sulla convinzione che l'appoggio e la garanzia della Inghilterra che tutto ciò si vorrebbe assicurare perchè diventasse statuto o per lo meno stato di fatto non verrà e non verrà perchè l'Inghilterra non mostrerebbe, secondo questi giornali, ora più che prima la volontà o la disposizione di legarsi le mani impegnativamente in quel settore. La bussola di Londra Ancora una volta è a Londra o. per dire più esattamente, sulla lettura della bussola di Londra che fanno pernio le convinzioni tedesche ed è da quella parte che gli àuguri rivolgono gli occhi per interpretare il volo degli uccelli. Già subito al primo annuncio di questa serie di conversazioni private e non impegnative sia londinesi che parigine che la incoronazione britannica ha portato con sè. la stampa tedesca dichiarò a una voce che per quanto riguarda il settore sudorientale il duplice i indice cene conversazioni avreDoe, segnato una tendenza a « occiden- j talizzare la politica austriaca in- \ sieme con la tendenza a sudorien talizzare quella inglese»; e che tutte due le tendenze avrebbero trovato ostacolo nella resistenza di Londra a lasciarsi attrarre. E non deve essere in ciò una delle minori ragioni per cui la stampa tedesca ha in questi giorni fatto rilevare l'importanza dei contatti e delle conversazioni che il Maresciallo Von Blomberg ha tenuto nella capitale britannica. Anche oggi la stampa tedesca non manifesta su] problema una diversa convinzione; e ciò sebbene non manchi di ottenere grandissimo rilievo in tutti i giornali la dichiarazione di Eden alla conferenza imperiale nella quale il ministro ha detto di non essere in grado di poter assicurare alla conferenza che in nessun caso l'Inghilterra prenderebbe parte a un conflitto in una parte dell'Europa nella quale non fosse direttamente interessata; e che un intervento britannico corrisponderebbe sempre a interessi vitali dell'Inghilterra e perciò automaticamente di tutto l'impero, Dominions compresi. Stabilito comunque questo punto, la stampa tedesca non sembra annettere eccessiva importanza a queste mene francesi; e per quanto riguarda l'articolo della Reicìispost può acconsentire punto per punto alle sue affermazioni fermandosi specialmente a quella del richiamo ai Protocolli romani e agli accordi dell'll luglio. La. Frankfurter Zeitung cosi descrive le manovre francesi: « Si sa che da tempo (dal tempo cioè della maggior stretta dell'asse Roma-Berlino) la Francia partì dalla convinzione di non poter più contare sull'Italia come difensore dell'indipendenza dell'Austria e volle perciò sostituirla con un altro difensore. Questo sostituto si crede di avere trovato in un avvicinamento dell'Austria e anche dell'Ungheria con la Cecoslovacchia a cui dovrebbe aggregarsi in sostanza tutta la Piccola Intesa quando però fosse ben chiaro che le due Grandi Potenze, Francia e Inghilterra, fossero disposte nd assumere contrattualmente la garanzia dell'indipendenza austriaca. « Ma la politica della Francia — avverte il giornale — in questa parte d'Europa è più che mai legata alla collaborazione dell'Inghilterra; essa non può e non vuole assumere alcun impegno che non sia dall'Inghilterra diviso. In conseguenza di ciò la funzione di insieme della politica britannica è per il momento nei confronti anche del territorio danubiano assai più importante di tutto ciò che tra il signor Schmidt e il signor Delbos possa essere stato detto x>. La Deutsche Allgemeine Zeitung prende in esame l'articolo della Reichspost, che richiama del resto quello della Wiener Zeitung di giorni or sono, fermandosi alle affermazioni dei due ufficiosi che nessuna sorpresa, nessuna sensazione e nessun nuovo orientamento sia constatabile nel quadrante austriaco quale esso è posto dalle visite e controvisite degli ultimi mesi. A Venezia è stata recentemente fissata l'ora medioeuropea e queir ora l'orologio del signor Schmidt ha portato a Parigi; quell'ora è ancora quella segnata dai Protocolli romani e dagli accordi dell'll luglio. Soggetto non oggetto Il giornale nota quindi esse. vero che a Parigi si parla di « morale assistenza dell'Inghilterra e della Francia all'Austria » assistenza che dovrebbe assumere *• forme concrete > e specialmente di una nota franco-inglese sull'Au- stria tipo quella recentemente in- viata dalle due Potenze al Belgio per la sua neutralità; e in tutto ciò sorge — dice il giornale — nel- lo sfondo la figura de] signor Hod- za agitantesi tra Parigi e Londra. Di tutti questi piani però, secondo il giornale, fa giustizia l'affermazione della Reichspost che l'Austria non è più oggetto ma soltanto soggetto di trattative; facendo Un parallelo col Belgio, l'organo tedesco dice che si tratterebbe dunquo di garantire un paese che non chiede di essere garantito. A]]a flne iornal arrjvando , t importante dell'atteggiame'nt0 ingle£, di fronte a unas|ue_ sti0ne che — dice — è essenziale per ]a sistemazione di tutto 11 ter¬ ritorio danubiano arriva a dire che « in Inghilterra del resto sembra ormai essersi fatta strada la convinzione che un patto danubiano senza la Germania e senza 'Italia non sarebbe possibile reaizzarlo s. Circa i Protocolli romani imporante è poi oggi una nota della Corrispondenza Politico Diplomatica a quale rilevando il grande significato di solidarietà italo-ungherese che assumono le straordinarie accoglienze che Budapest sta facendo ai Sovrani d'Italia rileva come opportunamente nei brindisi sia stata rilevata l'importanza dei Protocolli di Roma come determinante la politica dei due paesi, « Ciò può avere costituito nota l'agenzia riaf,érraazione del Valore rico-lstruttiv0 dei protocolli d, Roma assume un significato partico- lare i— !una delusione per jcoloro che pur non avendo interessi diretti vorrebbero imprimere allo sviluppo del territorio danubiano una direzione contraria alle naturali esigenze delle grandi Potenze che sono invece direttamente interessate. Nel momento in cui però anche da parte di coloro che sono al di fuori si addimostra al problema danubiano!tanta rilevante importanza , la, L'agenzia conclude notando co:i me giustamente anche nei brindisi • sia flato rilevato che questa pou|tipo limi ha » nnn viml» ovp» no. tica non ha e non vuole avere ca rattere esclusivo. La Germania e, gli Stati dei Protocolli di Roma ! sono difalti d'accordo contro le intese a spese o con l'esclusione di terzi e desiderano allargare le intese e i buoni rapporti con tutti. , Giuseppe Piazza

Persone citate: Delbos, Schmidt, Segre, Von Blomberg