LA "CINTURA DI FERRO,, sfondata a Munguia dalle "Frecce nere,, di Sandro Sandri

LA "CINTURA DI FERRO,, sfondata a Munguia dalle "Frecce nere,, LA "CINTURA DI FERRO,, sfondata a Munguia dalle "Frecce nere,, (Da uno dei nostri inviati) Colline di Munguia, 19 notte. Indimenticabile giornata, quella di oggi. Munguia è caduta e le pendici del monte Jata, dove i rossi erano rimasti aggrappati, sono nelle inani dei nazionali. La lotta è stata aspra e perciò la vittoria è piìi splendida. I comunisti e i separatisti baschi sono in fuga verso le ultime trincee della « cintura di ferro », che appaiono lassù sopra Munguia, e verso le quali si muoveranno le truppe che verranno. La fuga precipitosa L'azione è cominciata alle sette con un sole splendido, sopravvenuto dopo le furibonde pioggie dei giorni scorsi. Vi ho assistito dalle pendici del Truenda, come da un grande balcone, e poi ho raggiunto le truppe vittoriose sulle prime linee, mentre la battaglia dilagava sui colli, oltre il villaggio di Munguia che la precipitosa fuga rossa ha lasciato intatto. L'artiglieria legionaria ha aperto il fuoco, dapprima con pochi pezzi battenti le linee rosse e le strade retrostanti a queste; il fuoco era lento e ha durato circa una ora, mentre le fanterie legionarie si attestavano marciando attraver so i prati nella vallata. Alle otto una batteria rossa, montata su autocarri, è apparsa a monte di Munguia e iniziava un fuoco violento sulle strade e sulle truppe avanzanti. Potevamo distinguere niti damente i quattro pezzi nemici piazzati sullo stradone, fare fuoco. Tutto questo durava pochissimo. Sono bastati pochi ordini calmi, ed una decina di granate rovi narono sui cannoni comunisti: V fuoco della batteria era spento. Alle nove è apparsa l'aviazione legionaria. Una ventina di trimotori hanno coperto letteralmente di bombe le linee comuniste e gruppi di velocissimi caccia iniziavano un mitragliamento efficacissimo sui rovesci delle trincee nemiche. Poidi nuovo l'artiglieria fino alle 11.Il terreno dell'azione era stato studiato con una perfezione impeccabile; non un solo colpo dei pezzi è andato perduto. Le trincee comuniste, scavate nella terra rossa, spiccavano nitide sul verde di questa lussureggiante campagna e vedevamo le granate cadere con sbalorditiva precisione su di esse, mentre le raffiche degli shrappnel, dal fumo rossastro, ne coronavano le sommità. La gravità del colpo Alle 11 le fanterie si muovono in ordine di combattimento su un fronte di una diecina di chilometri; dalle pendici dello Jata a Munguia. Sono le « Frecce nere » che marciano all'assalto. Dal balcone montano dove mi trovo, assisto al prodigio della manovra su di un terremo completamente scoperto e battuto, che i fanti percorrono senza una incertezza, tra il baccano infernale delle mitragliatrici rosse. In fondo alla vallata c'è un villaggio, o meglio un piccolo gruppo di case attorno al grande edificio di un orfanotrofio. Da que. sto gruppo di case, l'assalto è partito verso la collina che protegge Munguia. Le lunghe fila dei fanti si sono snodate attraverso la campagna, si sono cacciate sotto la collina ed hanno cominciato a salirla verso le trincee nemiche. Le batterie di accompagnamento legionarie, coti il solito tiro radente e rapi dissimo, proteggevano l'avanzata delle fanterie. Gruppi di lanciatori di bombe a mano, precedevano il plotone. La collina è stata in vasa da un vero formicaio umano che dilagava correndo sotto il sole, e che ad un tratto coronava il colle. Era mezzogiorno e i primi carri armati, in lunga fila sulla 3tra da, apparvero di fronte all'abitato di Munguia. Mi sono allora precipitato in automobile sulla strada per raggiungere le truppe. Poco dopo mi sono trovato fra i fanti sulla 'linea. Gruppi di prigionieri lordi di sangue, spauriti, piangenti, passano con le mani in alto gridando: «Viva Espana!». Uno mi corre incontro e mi grida: «Evviva- il pane bianco!». I legionari sono raggianti. L'avanzata dilaga verso l'abitato del villaggio, lo sorpassa e si attesta sulle colline oltre di esso dove, frettolosamente, vergo questo di spaccio. L'artiglieria comunista batte ora la strada dietro di noi. Monte Jata è stato completamente occu pato a mezzogiorno. C'era la nebbia lassù, e due battaglioni di legionari hanno assalito le trincee rosse senza sparare, a colpi di granate a mano. Alla nostra sinistra, la brigata di Navarro, con leggendario impeto, ha sfondato tutte le linee rosse verso Gamiz e Figa, e si è allineata con i Legionari oltre Munguia. La perdita di Munguia costituisce un colpo assai grave per la « cintura di ferro », profondamente intaccata dai tiazionali. Il bottino caduto nelle mani dei Legionari è assai importante, specie per la quantità delle mitragliatrici catturate. Due brigate rosse difendevano Munguia, la prima e la seconda brigata dell'esercito di « Euzkadi », cioè sei battaglioni, un complesso di circa cinquemila fucili con un numero imprecisato di mitragliatrici. Tra i prigionieri ci sono molti appartenenti al luó" battaglione di 8antander e al 25.o battaglione della U-.H.P. di Bilbao. Il campo di bat¬ taglia è popolato di cadaveri nemici e moltissimi sono i feriti abbandonati dal nemico in fuga, che sono stati raccolti e portati alle ambulanze dai Legionari. I prigionieri Amorebieta- è stata occupata, come è noto, ieri sera dalle truppe nazionali, cft* /tanno liberato circa quattrocento tra donne e bambini che i rossi avevano rinchiuso nella chiesa prima di fuggire. La storica cittadina basca è distrutta dall'incendio e dalla dinamite che i comunisti hanno collocato nelle case prima di incendiarle, come a Eibar, a Gmrnica e Rigoitia. Mentre tramonta, le truppe legionarie vanno rastrellando il campo di battaglia, scovando sempre nuovi prigionieri che si arrendono alzando le mani e chiedendo pietà: solo domani sarà possibile conoscerne il numero. Nessun contrattacco rosso ha avuto luogo finora. La vittoria si deve, oltre al valore dei legionari, alla perfezione del tiro dell'artiglieria che ha sconvolto e schiacciato la compagine tattica del nemico. Vi è stato un momento, poco prima di mezzogiorno, durante il quale i battaglioni tossi si misero in moto per ripiegare su di una linea di appoggio, poiché la pressione delle fanterie legionarie diveniva minacciosa. Non appena si videro i primi uomini sfilare sulla strada verso le coZZtne dove in precedenza questa linea era stata preparata, l'artiglieria legionaria li copri di una tale accelerata serie di scoppi, da tramutare il loro ripiegamento in una fuga disordinata e precipitosa. La giornata di oggi ha segnato una vittoria del valore legionario e della tecnica. La battaglia si è svolta con un movimento da orologeria che ha schiacciato il nemico, annientando ogni possibilità di resistenza. Sandro Sandri

Persone citate: Navarro

Luoghi citati: Bilbao, Eibar, Munguia