L'IMPRESA DI BARTALI primo a Foggia con vantaggio dopo una spettacolosa fuga di Giuseppe Ambrosini

L'IMPRESA DI BARTALI primo a Foggia con vantaggio dopo una spettacolosa fuga Un campione domina sui monti della Napoli-Foggia L'IMPRESA DI BARTALI primo a Foggia con vantaggio dopo una spettacolosa fuga (Dal nostro inviato) Foggia, 19 notte. Sono uscito in questo momento dal bagno in cui Bartali stava ripulendosi e rinfrescandosi e in cui ero entrato per sapere da lui una cosa che m'interessava assai. Ieri vi avevo detto che non era probabile che la « maglia rosa » o i suoi più diretti avversari, tentassero in questa tappa un colpo in grande stile e ve ne avevo spiegato la ragione. Oggi, dopo la smentita che Bartali mi ha dato, volevo che egli mi dicesse se era partito da Napoli con l'idea di attaccare a fondo Valetti, o se essa gli era stata suggerita- dalle circostanze di corsa. « Sono partito stamane — mi ha detto Gino — col proposito di vincere il traguardo della montagna ad Ariano e, se mi si offriva 1 occasione, di dar fastidio a Valetti che è tanto un bravo ragazzo ma è ora un mio pericoloso avversarlo « Ho fatto bene i conti » Da queste parole traspare guanto Ba tali aspiri a ricalcarsi in capo la corona, di « re della, montagna » che Mollo gli stava, minacciando e da dove egli ha preso lo spunto dell'offensiva che lo ha portato vittorioso a Foggia. « Quando ho visto che Bizzi e Valetti erano rimasti un po' staccati — ha aggiunto Gino — al termine della salita sulla Serra, ho forzato per vedere come gli altri rispondevano e quando ho constatato, anche dopo la caduta di Barrai, col quale le cose sarebbero andate anche meglio, che guadagnavo terreno, ho continuato a pedalare, non col proposito di mettere subito fra me e gl'inseguitori maggior terreno possibile, ma solo per lasciar maturare la situazione senza eccedere d'impegno, ma neppure rinunciando al piccolo vantaggio e, ripeto, per essere primo ad Ariano. Qui ho fatto ì miei conti ». E mi tirò fuori la cartina altimetrica del percorso incollata su di un cartoncino e che portava nella tasca della maglia. « Vede, da Ariano a Foggia, ci sono. 62 chilometri, tanti quanti ce n'erano nel Giro di Lombardia dall'ultima salita a Milano, e ho pensato: se mi è riuscito quella volta, perchè non mi deve riuscire anche questa? E allora mi sono messo decisamente al lavoro per non farmi più prendere, tanto più che mi informavano che avevo già quasi due minuti di vantaggio sui secondi, più di due e mezzo su Valetti, che Bizzi aveva forato e che, quindi, i « grigio rossi » erano separati. Ho fatto bene i conti, come vede, e sono contento anche se il guadagno di tempo non è forte, perchè almeno non si dirà più, come qualcuno di loro ha detto — e mi guardava bene in faccia — che la maglia me l'han data gli altri. Però le dico subito che ancora non vado come vorrei. Ho penato verso la fine contro il vento. Mi sembrava di andar piano e che il fiato non mi assistesse ». E Guerra, che era presente, aggiunge: «Ma sa che stamane quando è fuggito Introzzi, Bartali era tutto contento perchè la corsa si faceva dura mentre fra me e me pensavo alla fine che avrei fatto sulle salite... ». Il vincitore conferma che l'inizio di corsa voluto dal coraggioso « bianco bleu » era andato a tutto suo vantaggio, perchè se gli altri fossero giunti ai piedi della Serra ancora freschi, forse egli non avrebbe potuto accorgersi delle difficoltà in cui si trovavano i suoi avversari. Se si aggiunge la foratura che appiedando Bizzi ha smembrato il terzetto di « Fre- jhs», si vede come la'sorte ha ; voluto far buon viso all'intelhgen- te, audace, grande impresa con la1 quale Bartali ha vinto questa tap- rsccclnrnfgtvccgmmffcrrqtigsselslsMLpa nel modo che e solo dei cam- ipioni d'alta classe e che ora vi illustrerò. Per oltre trenta chilometri si andò a passo turistico, poi, dopo Mugnano, a uno scatto di Gios, diedero risposta Introzzi e Valle. Dei tre, il solo a continuare nel tentativo fu Introzzi/ il quale passò in cima alla salita di Monteforte un minuto mima del gruppo che aveva già riassorbito Valle e Gios e che transitò ad Avellino (km. 51) un minuto e mezzo dopo il fuggitivo. L'occasione si presenta Era bastata questa azione ab- bastanza vivace per- disgregare «-grosso e mettere in ritardo, /ra|gh, altri, Bini, Bergamaschi e Pie- ( montesi. Ma Guerrae Cazzulani| •Sff^-aBW JKL!Ì!portare gl'inseguitori su Introzzi 'ìl n<i/.ln e*. Il ri mi it rt él ollrt V Ot-fn il quale sulla salita della Serra fu raggiunto per primo da Patti. Il dislivello era durissimo. Cecchi e Bizzi forzarono, Bartali e Barrai furono i più pronti a reagire, poi Bartali nassa all'offensiva con Barrai e gli altri due risentirono lo strappone della « maglia rosa ». Più ancora lo sentì Valetti. Ma. i distacchi erano_più dimostrativi che afPq!Bartali e Barrai gassarono Bizzi^e Mollo a 10", Molinar, Valetti e Cecchi a 20", Masarati a i5", Balli, Rogora, Toccaceli, Patti, Canavesi, Siw-omm a 57", Del Cancia a l'25". In discesa Barrai a una curva uscì di strada e Bartali rimase solo. Barrai andò a fare compagnia a Bizzi, Valetti, Mollo, Molinar, Masarati e Cecchi. Di qui cominciò la fuga del campione di « Legnano », che doveva quindi durare 90 chilometri. Ma vi confesso che, B per lì, non credetti che Bartali volesse fare sul serio e tanto meno che il colpo gli riuscisse. Ho detto più volte della classe superiore di Gino, ma egli aveva a che fare col trio dei « grigiorossi », con Barrai che aveva tutto l'interesse di distanziare Rogora, con un Cecchi e un Molinar alla ricerca di una bella affermazione. E' vero che costoro non mi sembrarono ' impressionati della minaccia che si profilava, ma è anche vero che Bartali non mi appariva lanciato con estrema decisione per il tentativo. Scendemmo al ponte sul Calore (chil. 77) lasciando per sempreGenerati alle prese col cambio, e risalimmo in sei chilometri al passo di Mirabella, dove Bartali precedeva i sette di l'IO". Nulla ancora di compromesso, ma il fatto che costoro fossero ripresi da Balli faceva capire che la loro caccia non era- irresistìbile. E, infatti, iì ritardo sali a l'30" a Grnttaminarda. (chil. 88; dove Bizzi bucò. Una decisione l'avremmo avuta forse sulla salita di Ariano, lunga nove chilometri e con 514 ?jictri di dislivello. E la salita fu davvero decisiva, non perchè provocò distacchi incolmabili, ma perchè frantumò la. compattezza degli inseguitori i quali in tre chilometri salirono a un ritardo di due minuti che fu il massimo, ma non fu più colmato. Molinar dovette fermarsi per rimettere a posto la catena, Cecchi, mai fortunato, forò. Così gli inseguitori da otto si ridussero, in pochi minuti, a cinque. Sopra tutto grave per Valetti fu il mancato aiuto di Bizzi che insegni magnificamente riguadagnando terreno tanto che il suo distacco da Bartali si ridusse da 3'40" a 3'7" a. metà salita. Aumentava invece da 2' a 2'15" quello di Valetti, Mollo, Barrai, Mrcsflrati e Balli. L'ultima parte della salita segnò la riprésa di Barrai e Mollo e la crisi di Valetti il quale rimase staccato insieme a Masarati. I passaggi ad Ariano (chilometri 100) avvennero nell'ordine seguente: Bartali alle 14,45, Barrai e Mollo a l'50", Balli a 2'5", Masarati e Valetti a 2'35", Patti a 3'15", Bizzi, Molinar, Del Cancia, Simoninì e Rogora a 3'30", Guidi a 4'15; Mealli a 4'20", Canavesi a 4'30", Guerra, Olmo e Cecchi a 6'40". Aeppure a questo punto dunque si poteva dire se il colpo di Bar- tali sarebbe riuscito o no. I/tneer-> tezza del risultato del gesto che sembrava temerario di 'Bartali e le vicende che agitavano la caccia, la smania di assistere a qualcosa, di grande che inalzasse ancora, la levatura della classe del toscano si da darci l'impressione di avere in lui il nuovo fenomeno, e d'altra parte il timore che una strepitosa vittoria soffocasse in un sol giorno il Giro, tenevano tesi i nòstri (terni e ci facevano vivere un'ora c mezza nel fare la spola avanti e indietro per rilevare le posizioni e anticipare Ut soluzione della giornata. Lotta a distanza In discesa si creò questa situazione: Bartali continuava, e ora buttandocisi a capofitto, il suo tentativo; Barrai, Balli,-Mollo. Valetti e Masarati lo inseguivano con non minor derisione, tanto che a 35 chilometri da Foggia il distacco era sempre di due minuti. Dietro si formò un gruppo con Biz-i. Mealli', Gnidi, Del Concia. Simonini, Rogora, Crnmuesi che si lagnava di mal di gambe. Gotti, Molinai; Montesi, Cipriani, Astrua, che era a quattro primi. Quando, a solo più venti chilometri dall'or rivo, Valetti e compagni giunsero a 1*36" da Bartali, sembrò che questi avesse fatto un buco nell'acqua. Ma. l'impressione scomparve allorché, su di una rampata di un solo chilometro, ma dura, oltre il Sannoro, Balli provocò il distacco di Valetti e si portò dietro Mollo. Per alcuni chilometri Valetti inseguì con Barrai e Ma sarati, fincliè i tre ripresero Balli e Mollo. Ma questo momentaneo, disgregamento portò a far riau-, mentore il distacco da Bartali a,>l'SO", Mancavano troppo pochi\ Masarati. Balli, caduto poco pri- j ma. entrò 20" dopo. Quando <^\parve il terzo gruppo, si vide che mancava Bizzi e si seppe poi che era caduto a cinque chilometri da Foggia scorticandosi su tutto il chilometri — so7o dieci — perchè esso potesse essere annullato. Bartali solo contro tutti e contro il vento perse buona parte del suo vantaggio, ma ne conservò abbastanza per fare indisturbato il suo ingresso nel campo sportivo di Foggia e cogliervi gli onori della vittoria prima che giungessero gli nitri, dei quali il più veloce fu fianco destro e rimanendo a terra mezzo intontito. Gli fece coraggio c compagnia, al termine della gara, che gli costò altri quattro minuti di passivo, Cipriani. Con questa corsa nella quale nonostante il caldo estivo e le difficoltà sparse sul percorso è stata realizzata una media di quasi 32 chilometri, con un attacco che aveva da principio limitati obbiettivi che furono poi intelligentemente allargati c valutati, con una dimostrazione di progressivo se non ancora completo ritomo in forma-, un po' anche con l'aiuto della sorte che lia perseguitato Bizzi e della mediocre giornata di Valetti, il campione toscano si è fermata al petto con un altro buon punto la maglia rosa. Ma essa è ben lungi dall'essere definitivamente fissata perchè la bucatura di una gomma può bastare a scucirla. E perciò il risultato odierno non soffoca, ma rianima, il Giro. Valetti è a. meno di due minuti da Bartali; Bizzi oggi non ha potuto 1 i difendersi con le sue armi e Mollo ,si è dovuto adattare alla situa-',zione dei compagni, ma tutti e tre ,costituiscono più che mai una mi \naccia che non farà dormire son i ni tranquilli al vincitore d'oggi. Il duello fra il migliore uomo in campo, come si può nettamente dichiarare Bartah, e il trio di Ghelji rimane più aperto e incerto che mai. Si può presumere che la qualità finirà per prevalere sulla quantità, ma ancora non lo si potrebbe giurare. Gli altri migliori combattenti <-°™„fonoJ}^}'1, MÌ&£?* e if^iJ^J,tGaTÌÌÌ. 5°«"?r ° S'mo"tm- MeatU e AstrHa- S' son° difesi da leoni Canavesi e Del Concia. La classifica vede l'arretramento di Bizzi e Generati e il rafforzamento di Barrai nel possesso della maglia bianca. Per il « Premio Pinocchio » sono stati attribuiti a Bartali H punti, il massimo finora segnato, a Introzzi H, a Cecchi 3. Oggi due tappe La fatica di oggi non mancherà di farsi sentire domani con le due tappe fin totale 269 chilometri) da Foggia a. San Severo e da San Severo a Campobasso. L'incursione nel Gargano, novità di questo Giro, comprenderà la salita di Monte Sant'Angelo in cui le strade non saranno ottime e che, comunque, vuol dire portarsi in dieci chilometri da. 182 a 843 metri. Nel pomeriggio altri cento chilometri nel cuore dell'Appennino molisano compiranno una marcia che si presenta sotto due aspetti opposti: la fatica di oggi e le difficoltà di domani o consiglieranno prudenza e riserbo o provocheranno nuove lotte, facilitando nuove sorprese e Tt55555Miip4tpI nuovi sconvolgimenti.- E Bartali sarà pago del risultato di Foggia o vorrà approfittare del momento ' ira cui sta. per ritrovare tutto se stesso e gli avversari gli sembra- l55(71R3l66AMV5v2P233M34BBTC5B no vulnerabili per consolidare definitivamente Ja sua posizione? Chi risentirà di pik lo sforzo di oggi ? II vincitore che lo ha compiuto tutto da solo o i battuti che se lo sono diviso d'accordo? Questi sono gl'interrogativi che acuiscono e innervosiscono l'attesa per la giornata più laboriosa di questo Giro. Giuseppe Ambrosini IL PASSAGGIO DI INTROZZI, IN FUGA, AL TRAGUARDO DI BENEVENTO (Telefoto).