Il binomio franco-russo fulcro del disordine europeo di Concetto Pettinato

Il binomio franco-russo fulcro del disordine europeo Il binomio franco-russo fulcro del disordine europeo Il colloquio di Delbos con Litvinoff Parigi, 18 notte. IdAlla visita di Litvinoff, il Go-|rverno francese ha voluto, d'accor- {pdo cbn quello sovietico, dare il I Mmaggiore rilievo possibile per farne una specie di contrappeso ai colloqui londinesi di von Blomberg, o quanto meno un amichevole monito all'indirizzo dell'Inghilterra. Un comunicato distribuito alla stampa dal Ministero degli Esteri, dice che Blum e Delbos hanno proceduto, con il commissario degli Esteri sovietico, ad mfcSrlmdeun largo e cordiale scambio di i bidee, constatando con compiaci- ! rmento lo stato amichevole dei rap- j aporti fra i due Paesi e il comune j dobbiettivo della loro politica di or-1 eganizzazione della pace indivisibile nella sicurezza collettiva. « Gli Interlocutori — conclude il comunicato — hanno riaffermato la loro fedeltà al patto che unisce i due Paesi e la loro comune volontà di svolgere, nell'ambito della Lega delle Nazioni aIl legame ai Soviet confermato ed in conformità dei suoi princi-1 epii, una leale politica di collabo- arazione internazionale ». | rDsii senso del colloquio odierno ;ppmefdtnon lascia dunque adito a dubbi: Parigi non soltanto si rifiuta a mollare il patto con la Russia, ma si rifiuta anche ad attenuarne la portata. Per servirci di parole dell'ufficioso Petit Parisien, Delbos ha assicurato Litvinoff che la Francia non comprerà mai delle j apromesse di sicurezza in occi,den-1 tte con la rinunzia alla sicurezza Inin oriente, nè accetterà alcun accordo atto a sterilizzare il patto franco-sovietico e a paralizzare il funzionamento della Lega delle Nazioni. Come prevedevamo, il siluro contro i tentativi di ricostruzione locarnista, è stato lanciato e senza indugio. Nell'imminenza della riunione leghista del 24 mag. stsgcvfdasgio, alla quale Delbos e Litvinoff j passisteranno, come assisterà E-in^ , °~ _,» J,t7 ViT ij dden, siamo già avvertiti che gli :ssforzi concordi del binomio fran co-russo si svolgeranno più che mai in un senso favorevole ai dogmi della sicurezza collettiva e della pace indivisibile, e che ambedue i Governi faranno tutto quanto sta in loro per galvanizzare lo stanco organismo della Lega e reagire alla forza d'inerzia che, da qualche mese, tende a diffondere in Europa la sensazione della sua inutilità. In un certo senso, il comunicato odierno de] Quai d'Orsay è una risposta a Garvin cfnAnpulbtil cui articolo nell'Oo.serrer, era ! pstato accolto qui ieri con la più j viva irritazione e non senza un | dcerto allarme. Contro i detrattori Udi Ginevra, Francia e Russia ri-|affermano la loro ortodossia so-1 cietaria, persuase che sia ancora ] questo, nelle attuali contingenze, j il mezzo migliore per impedire al-,la Germania, potenza non socie- taria, di introdurre un cuneo nel blocco delle cosiddette Potenze democratiche, e all'Inghilterra di prestarsi all'operazione. L'incubatrice della guerra Siamo dunque sempre allo stes- so punto di prima nonostante le>lezioni dell'esperienza. La masse- j neria societaria affila le armi e i fra pochi giorni a Ginevra assi- j steremo a un'altra di quelle inef- ■f-uii, vionnn ! fabih rappresentazioni che «anno il segreto di non far dare un passo I all'organizzazione della pace ma di covare in compenso sempre un poco meglio l'uovo della guerra. Senonchè la Russia innalzando barriere tra la Francia e la Germania compie l'ufficio suo e avremmo torto a scandalizzarcene. L'interesse dei Sovieti sta nel rendere impossibile la pacificazione dell'Occidente per garantirsi contro il pericolo di essere sol. a tar le spese di una guerra. La loro politica, che non è certo poverB di risorse, consisterà sempre nel- |l'uccidere in germe tutto quanto Ipòssa essere tentato dalle Potenze occidentali per realizzare aiirenc la pace fra di loro in attesa di meglio. IUna parte dell opinione francese come dell'opinione britannica può anche accorgersi della manovra e coltivare in pectore il desiderio di sventarla; ma che fare di defimt.- !vo contro la Circe moscovita inimnrìn si nnrta ronfittn nel fin n-1quando si porta confitta nei tian- co più o meno in fondo is xrecc.a comunista? Anche se personal-mente Litvinoff ha il tatto di noi. parlarne, tanto il governo di Pa- ng; quanto quello di Londra san- no benissimo che Mosca ha un piede in casa loro. A Parigi il sue- cesso dell esposizione e la quiete se non addirittura la durata del regime dipendono in buona misur? dagli ordini dello Stalo Maggiore segreto della Terza Internazionale. A Londra gli sciòperi in corso oir. vista non sono neppure essi privi di rapporto con la propagali- eia sotterranea di Mosca. In talicondizioni mantenere una intera libertà di giudizio e di decisione x Jr *„„n„ n«___. non è sempre facile. L organo co- munista di Parigi punge Delbos alle reni affinchè nella prossima riunione di Ginevra « dia prova di quella autorità e di quella energia che sono il segno della forza ». In che potrebbe consistere questa prova? Nessuno finora la dice chiaro: ma il terreno dell'esperi mento sarebbe fornito pare dall'appello di Del Vajo contro i difensori della causa nazionale spagnuola, dal problema dell'Europa centrale e dalla questione dei de legati di Tafari. Ce n'è abbastan- za per riportare in pochi giorni il continente, che dopo il discorso di Ciano e la missione londinese di Von Blomberg credeva di respirare un po' meglio, a un nuovo parossismo di tensione nervosa, Ma senza tensione nervosa come mantenere l'intimità del binomio franco-russo e giungere alla conclusione di un accordo militare? Senza tensione nervosa come garantirsi che l'Inghilterra non rallenti il ritmo dei propri armamenti? Domani Delbos vedrà il Ministro degli Esteri austriaco giunto oggi e si sforzerà di gettarlo fra le braccia di Hodza. Giovedì egli si recherà a Bruxelles dove fra gli altri argomenti i giornali pretendono che intratterrà, van Zceland e Spaak dell'Etiopia in relazione all'assemblea di Ginevra. Concetto Pettinato