Il discorso del Campidoglio nei commenti e nei rilievi esteri

Il discorso del Campidoglio nei commenti e nei rilievi esteri La marcia dell'Italia verso l'autarchia Il discorso del Campidoglio nei commenti e nei rilievi esteri Subordinazione alla politica dei problemi economici Berlino, 17 mattino. Sempre maggiore si afferma la eco del discorso del Duce, alla Assemblea delle Corporazioni, che viene designato come una pietra miliare, n"on soltanto nella storia e nella pratica dell'Istituto corporativo, ma, probabilmente, anche sulla via della più realistica presa di coscienza del fatale sviluppo storico, politico-economico del presente momento europeo, in genere. In una Germania, che è certamente con ogni convinzione e decisione sulla via autarchica, ma che per riguardo internazionale si dà sempre la cura di giustificare quasi timidamente questo suo atteggiamento come il minore dei mali, quasi scusandosene come una sorta di cattiva azione a cui si sia costretti, per ragioni di legittima difesa, la netta presa di posizione mussoliniana che con deciso stile fascista, con Io stile, cioè, della sua personalità e della sua chiaroveggenza dei grandi fatti della storia sembra sollevare il principio autarchico dal limbo della contingenza e del ripiego di necessità — quando non addirittura dagl'inferi di una mascherata premeditazione guerresca — alla altezza di un principio e precisamente di un dovere che si impone a taluni paesi, i quali vogliono con ferma decisione la pace e come una garanzia della pace stessa, è appresa e risuona come una conferma, assistita da un ancor maggior senso di consapevolezza e responsabilità internazionale sulla via intrapresa^ I giornali illustrano i dati dal Duce forniti nel suo discorso. Già, commentando il discorso Ciano, essi avevano rilevato gli insegnamenti che l'Italia aveva tratto dalla amara ma utile esperienza delle sanzioni e la delusione dai paesi sanzionisti dovuta subire, di trovare, alla riapertura delle barriere, una Italia nient' affatto a braccia aperte per la ripresa all'antica di una funzione di scambi che più o meno risentiva del vecchio mondo, bensì un'Italia pronta a porre condizioni per regolare da ora in poi questa funzione della sua vita economica, secondo i principi e le esigenze della sua innovellata vita politica e la rigorosa contemperanza di tutte le attività alle supreme esigenze statali. Dappoiché, come sostanzialmente rileva ad esempio il «Voelkischer Beobachter» fra gli altri, è anche questo dell'autarchia non già un empirico «espediente di imbarazzo » bensì un altro aspetto di quella subordinazione dell'economia alla politica che costituisce la vera essenza fondamentale del rinnovamento politico-morale portato dal Fascismo. Non si pensa e non si agisce con criteri commerciali, ma con altri criteri in cui lo- cifre economiche hanno ormai una funzione in sott' ordine ed è la cifra morale, quella che domina e decide. II giornale si diffonde a tracciare gli sforzi fatti dall'Italia fascista, per liberarsi, nella massima misura possibile, dalla dipendenza economica da altri paesi e persino — dice — da quel « nastro nero » del carbone che pareva essere la sua proverbiale mancanza, e che la legava all'Inghilterra. Fra la elettrificazione e la attivazione dei bacini carboniferi d'Istria e di Sardegna anche questa dipendenza sarà ridotta ad un terzo del fabbisogno che — dice il giornale — « in caso di guerra l'Italia ritirerà dalle nazioni amiche ». Il giornale termina rilevando come il discorso di Mussolini — il terzo in materia, tenuto in tre ■anni, davanti al massimo Istituto corporativo — costituisca una decisa affermazione teorica e pratica verso il principio ed il fatto dell'autarchia assoluta che è inseparabile dalla indipendenza, politico-militare degli Stati moderni. G. P. La concezione di Mussolini non esclude la collaborazione Parigi, 17 mattino. Per il momento il discorso del Duce all'assemblea delle Corporazioni, riprodotto ampiamente dai giornali, non è ancora oggetto di commenti speciali. Ma il corrispondente tornano-del Temps, in un'ampia analisi di detto discorso, nota che, malgrado la posizione più che netta osservata nei riguardi del ' problema dell'autarchia, il Duce rimane moderato. Egli non parla di realizzare l'autarchia che nella misura del possibile e senza nessuna volontà di nuocere agli scambi internazionali. Si tratta principalmente di assicurare l'avvenire e la potenza del popolo italiano. A tale scopo l'Italia deve aspirare a riawicinarsi alla situazione della Francia e più ancora a quella dell'Inghilterra, n Duce non lo dice in termini propri, ma lo lascia capire. La sua idea centrale, che si rileva in parecchi punti del suo discorso, è che, mirando all'autarchia, l'Italia non cerca l'isolamento. Quello che anzitutto vuole, è di non essere ormai più in posizione di vassallo, ma di associato, con titoli uguali, Bel sistema delle grandi Potenze. Essa non scarta dunque affatto le proposte vitali di collaborazione internazionale; non considera l'autarchia come un principio astratto. Essa non dice insomma che realizzerà la sua indipendenza economica contro venti e marce e che sacrificherà tutto a tale obbiettivo. La sua autarchia è anzitutto un ideale che permetterà di fissarsi una linea di condotta. In merito al problema dell'industria privata e dell'intervento dello Stato, il corrispondente mette m rilievo che il Duce ha lasciato capire ancora una volta che non mira affatto a far entrare tutta la vita economica della Nazione in un modello fisso e uniformarle e che di conseguenza non si propone di statizzare l'intera economia italiana. Secondo il suo punto di vista, il Governo non deve intervenire che là dove l'interesse pubblico prevale e dove la iniziativa privata si urta ad ostacoli che solo la forza politica e economica dello Stato può dominare. In altre parole lo Stato fascista si rifiuta di assorbire tutte le manifestazioni della vita economica e del popolo italiano, differenziandosi profondamente su questo punto dagli altri sistemi autoritari. Dopo aver poi accennato al problema delle materie prime che difettano all'Italia e alla cui mancanza o alla cui insufficienza l'autarchia appare come il solo rimedio efficace, richiedendo però un tempo considerevole e molteplici sforzi, il corrispondente del « Temps » nota che con le suematerie prime, l'Africa Orientale dovrà contribuire essa pure alla autarchia nazionale. H corrispondente così conclude: « Noi non saremmo completi se non rilevassimo il passo in cui il Duce ha parlato della Francia, ricordando le misure di Enrico IV e di Colbert per favorire lo slancio dell'industria e del commercio francesi. Già a varie riprese il Capo del Governo italiano ha mostrato tutto l'interesse che egli porta al nostro grande passato e alle condizioni che ci hanno formato come grande nazione. Un giorno, anzi, egli ha citato alla tribuna del Parlamento un intero passo di Taine. Ci è gradito vedere il Duce nutrirsi e ispirarsi in tal modo alle grandi epoche della nostra storia ». I preparativi di Budapest per la visita dei Sovrani d'Italia Budapest, 17 mattino. Le facciate delle case di Budapest già incominciano a sparire sotto grandi bandiere italiane e ungheresi dovunque esposte. La capitale vive dell'attesa dei Reali d'Italia. Da quando esiste l'Ungheria del Trianon è questa la prima volta che il Sovrano di una grande Potenza è suo ospite. Alla Reggia gli appartamenti destinati j al Re Imperatore Vittorio Emanuele, alla Regina Imperatrice Elena e alla Principessa Maria sono stati interamente rifatti. Nei saloni gli elettricisti per settimane si sono dedicati al montaggio di nuovi magnifici impianti di illuminazione. Grandi preparativi avvengono nei giardini reali nei quali il giorno 20 avrà luogo un ricevimento. Questi giardini sono considerati per i loro vecchi alberi, per la bellezza dei fiorì e per la vista che da essi si gode del Danubio, delle isole e dei monti dei dintorni fra i punti più belli del mondo. La società di Budapest si prepara anch'essa ad accogliere in maniera degna e fastosa i Sovrani d'Italia. I gioiellieri hanno motivo di compiacersene perchè la richiesta dei diademi è tale che quasi non arrivano a soddisfarla mentre le sarte lavorano giorno e notte. Molti aristocratici interverranno ai festeggiamenti negli antichi costumi di gala e non saranno poche le dame che indosseranno i costumi nazionali. I Sovrani italiani arriveranno a Budapest mercoledì mattina. Nel 'loro treno viaggeranno pure il Mi <i nistro degli Esteri conte Ciano, il Ministro dl Ungheria presso il Quirinale barone Federico Villany, il Ministro Rocco capo della stampa estera e alcuni alti funzionari del Ministero Stampa e Propaganda e di quello degli Esteri. Mentre il viaggio dei Sovrani italiani in se stesso non ha carattere politico, è evidente che il conte Ciano si intratterrà col Presidente del Consiglio Darany e col Ministro degli Esteri De Kania su questioni riguardanti l'Europa centrale e meridionale. Il treno reale italiano attraverserà la Jugoslavia in incognito impiegando alcune ore meno di tutti gli altri treni. I Sovrani lasceranno Budapest la sera di sabato 22 un po' più tardi dell'ora precedentemente fissata avendo deciso di intervenire alle corse al galoppo. Nei preparativi per accogliere gli Ospiti augusti, fatti con lo splendore e col fasto della tradizione magiara, l'Ungheria intende sopratutto manifestare la simpatia schietta e l'affetto del suo popolo verso i Sovrani della nazione amica. I giornali dedicano pagine e pagine alla descrizione dei preparativi, pubblicando fotografie dei Sovrani, dei Principi di Casa Savoia e del Duce. L'r/j Magyarsag, in un articolo del deputato Milotay, nota che dopo la guerra è la prima volta che ospiti augusti giungono nella capitale dell'Ungheria. E' questo un atto di particolare simpatia che l'Italia fa alla nazione ungherese e il popolo magiaro ne è orgoglioso. Le relazioni di amicizia italoungheresi — continua il giornale — accompagnano la storia dell'Ungheria dall'epoca di Re Santo Stefano, attraverso gli angioini re Mattia Corvino, sino al periodo delle guerre contro gli infedeli e alle lotte del popolo magiaro per l'indipendenza. Ora il viaggio dei Sovrani d'Italia riconferma l'amicizia che ha per noi la grande potenza fascista avviata verso un destino sempre più glorioso. L'Italia vittoriosa ed invincibile poiché è retta dalla saggezza di un grande Sovrano e dal genio del Duce. Tutti i giornali pubblicano articoli storico-biografici sulla Casa Savoia e biografie del Re Imperatore e della Regina Imperatrice. UOraj Ujsag, rilevando la partecipazione al viaggio del conte Galeazzo Ciano, sottolinea la diffusa popolarità che il Ministro italiano degli Affari Esteri si è acquistata nelle sue precedenti visite a Budapest. In occasione della visita dei Sovrani il Presidente della banca ungaro-italiana, un ebreo, ha fatto pervenire al Ministro d'Italia la somma di 5 mila pengo da destinarsi alle opere assistenziali del Fascio di Budapest. Il Municipio di Budapest durante i quattro giorni della visita augusta offrirà un pranzo al giorno (4 pranzi in tutto) a 10 mila poveri della capitale perchè anche i più umili partecipino al giubilo della nazione ungherese. Rustu Aras a Bucarest Bucarest, 17 mattino. Ieri mattina è giunto a Bucarest il Ministro degli Esteri di Turchia Rustu Aras il quale ha avuto durante la giornata colloqui col Presidente del Consiglio Tatarescu e col Ministro degli Esteri Antonescu esaminando con essi la situazione politica europea e le questioni economiche turcoromene. In onore di Rustu Aras è stata offerta una colazione dal Ministro degli Esteri e ieri sera presso la Legazione turca ha avuto luogo un pranzo dl gala. Questa mattina il Ministro turco sarà ricevuto in ispe'cial udienza da Re Carol e nella giornata lascerà Bucarest diretto a Ginevra. I combattenti italiani al congresso di Aix-les-Bains Aix les Bains, 17 mattino. Trentamila ex-combattenti partecipanti al loro congresso internazionale hanno sfilato ieri per le vie della città fra le acclamazioni ed il lancio di fiori della folla cui la delegazione italiana rispondeva salutando romanamente. IL PRINCIPE Dl PIEMONTE A CREMONA INAUGURA LA MOSTRA STRADI VARI ANA.