La breve malattia e la serena fine

La breve malattia e la serena fine La breve malattia e la serena fine Alle 13,45 di ieri, nella sua abitazione di corso Galileo Ferraris 64, è deceduto il sen. prof. Ferdinando Micheli. Erano al suo capezzale, con la moglie, i nipoti ed altri congiunti, i numerosi docenti tra i quali i professori Griva, Dominici, Vanzetti e Satta. La notizia che il senatore prof. Ferdinando Micheli, direttore della clinica medica della nostra Università, era stato improvvisamente colpito da una forma di broncopolmonite, si era da alcuni giorni diffusa in città. Abbiamo avvicinato il prof. Giorgio Dominici, che fu per molti anni aiuto del sen. Micheli e che attualmente è direttore di clinica medica della R. Università di Ca gliari, e da lui abbiamo avuto qualche particolare sul decorso della malattia. Nella notte dal sabato alla domenica, verso le due, il senatore Micheli è stato improvvisamente svegliato da un acuto dolore alla schiena. Ad un diagnostico del suo valor. sintnrrfn af.™mr,a£ma- ^^«{rK'no^noTeva3 £jfejS'PK'nTS Ut ^?,'e «!Ìw^^0ti «rnf n?™r bf„blle0JL?™L?tA * n^JSk^S>mÌS&^f\corts° %\S^lzazaLe„°e,h nfitfÀ L,aa„£mPf *lUJ±»tfa J i'„ 2 9ua.nt° «ranp55^ì&tow ™?} * *fatt£LJ?nP'^ 5*5* 3*ot-,°r}"?n'^?JE?*"« ^^^t^aA0}?. J Maestro alternandosi al suo ca- ^^w}l ,P°rn° .HKK*? <*T P°ìmor}ìte si è chiaramente di chiarata; ma il decorso sembrava normale. La notte scorsa, però, si e avuto un improvviso marcato aggravamento: le condizioni generali si sono fatte in certo qual modo preoccupanti. Come si è detto precedentemente, la notizia si è rapidamente diffusa e alla casa del sen. Micheli sono accorsi a prendere notizie dell'infermo i colleghi, gli allievi e personalità. Il senatore prof. Micheli aveva la grande dote di non far pesare la sua grande autorità di scienziato di fama non solamente italiana ma europea. Non solamente i suoi discepoli, anche i giovanissimi, ma chiunque lo avvicinava rimaneva particolarmente stupito per la , grande bontà che traspariva dalle ' sue paroie e che gli atti riconfer\ \ \ ' dgspltoDrinsmavano, per la modestia e la semplicità dei suoi modi. Ricordiamo di averlo incontrato parecchi anni or sono al capezzale di un altro illustre scienziato, il sen. prof. Bellom Pescarolo, il quale ammalatosi di quella febbre maltese che doveva condurlo alla tomba aveva voluto che a curarlo, coadiuvato dai discepoli prof. Bruno e dott. Comba, fosse appunto il sen. Micheli per il quale aveva la più grande estimazione. In quella triste circostanza, per alcuni mesi, quasi giornalmente, abbiamo avuto occasione, parlandogli, di rilevare le grandi delicatezze del suo animo, l'elevatezza dei suoi sentimenti, la bontà infinita del suo cuore. Ne abbiamo avuto nuova prova qualche tempo dopo nel constatare l'affettuosa premura con la quale egli accorse, da noi pregato, al capezzale di un nostro carissimo indimenticabile collega: il camerata dott. Enrico Bresadola colpito da un morbo che ncn perdona. Poco dopo le 4 del mattino, l'infermo che fino all'ultimo momento ha conservato perfetta lucidità di mente, al prof. Dominici che lo aveva svegliato per praticargli una iniezione endovenosa, con voce fioca aveva detto: « Lasci stare, professore. Tanto non c'è più nulla da fare! ». Poi aveva chiesto del parroco e del notaio. Ieri, mentre ci trovavamo nella sua casa, dove aleggiava la cupa atmosfera della morie, abbiamo visto uscire dalla camera dell'agonizzante il barone Paolo Mazzonis, che nel sen. Micheli vedeva più che il grande clinico che aveva, assistito con particolare amorevolezza i di lui cari, l'amico, con le lacrime agli occhi, singhiozizante. AH», nostre domande il barone non aveva pctuto rispondere, dopo uno sforzo per liberarsi dal nodo che gli stringeva la gola, che una frase: «• Purtroppo non vi è più speranza ». E se ne era an- dato curvo sotto il peso di un grande dolere. Lo stesso accorato sentimento si leggeva sul volto dei discepoli e allievi che quasi formando la guardia d'onore, in silenzio attendevano di minuto in minuto, la ormai inevitabile ferale notizia. Dal mattino purtroppo ogni speranza era perduta: le frequenti inalazioni d ossigeno non potevano che prolungare l'agonia nella speranza di un miracolo che non e avvenuto. Alle 13,45 la morte ha raccolto V ultimo anelito del senatore, e il silenzio che gravava stalla casa è stato rotto da un singhiozzare disperato. . La notizia della morte dell'illustre clinico si è subito diffusa in città suscitando vivissimo cordoglio e largo rimpianto nell'ambiente medico e dovunque poiché più che la notorietà la fama dell'illustre scienziato si era stesa in tutte le categorie sociali; dato che l'alta sua opera umanitaria egli aveva prestato sia a favore dei ricchi sia a favore dei lavoratori. Fin dal primi giorni della sua.| malattia S. E. il "Prefetto, il Segretario Federale, il Podestà, il Preside della Provincia, gli alti gradi dell'Esercito e della magi-' stratura, si erano tenuti informati con sollecita premura delle condizioni dell'infermo. Poi, sparsasi la notizia della gravità delle sue condizioni, S. M. la Regina Imperatrice aveva fatto telefonare a più riprese alla palazzina di corso Galileo Ferraris 64 per tenersi informata del decorso della malattia. Durante la giornata di ieri hanno pure telefonato le Loro Ecc. Ciano, De Bono, Fedérzoni, Bottai. Appena si è sparsa la ferale notizia* S. E. il Prefetto si è recato personalmente a portare le condoglianze ai familiari e, come estremo omaggio, ha appuntato sul petto dell'estinto l'ultima decora- apngvldptsaavicbt zione di Cavaliere dell'Ordine Ci-ìvile di Savoia conferitagli da SuaMaestà il Re Imperatore sabato scorso. Hanno pure visitato la salma il Segretario federale, il Podestà, senatori, deputati; numerosissime personalità, amici e conoscenti. I funerali avranno luogo sabato mattina, alle 10, partendo "dalla palazzina di corso Galileo Ferraris 64. Il corteo sosterà all'Università per le estreme onoranze. Espressioni di cordoglio S. M. il Re Imperatore si è degnato di telegrafare alla vedova del compianto senatore quanto segue: « La Regina ed lo abbiamo appreso con profondo cordoglio la ristissima notizia e teniamo ad esprimerle le più vive nostre condoglianze per la dolorosa perdita che è anche lutto della Scienza medica. VITTORIO EMANUELE». Hanno telegrafato il loro vivo cordoglio le LL. AA. RR. il Duca di Genova e il Duca di Ancona. Il Presidente del Senato ha cosi telegrafato: « /( Senato del Regno è prò fon- damente rattristato per l'inattesa ! dolorosa scomparsa- del collega iso fissi ino prof. Ferdinando Mi- cheli scienziato e clinico eminente!

Luoghi citati: Ancona, Genova