Una selezione s'è prodotta ma la maglia rosa può cambiar possessore

Una selezione s'è prodotta ma la maglia rosa può cambiar possessore UOMINI E SQUADRE DEL "GIRO •t Una selezione s'è prodotta ma la maglia rosa può cambiar possessore (DAL NOSTRO INVIATO) Livorno, 13 notte Livorno segna il limite del primo quarto del «giro» e concede il tempo per fare di esso itti esame e un bilancio che può essere interessante nel consuntivo di quanto sin qui c successo, e più ancora nel- preventivo di quanto prossimamente dovrebbe succedere. Dirò, si capisce, di questo inizio senza la smania di volerne a ogni costo amplificare il successo e senza mania di critica, ma col solo proposito di essere aderente alla sensibilità delle folle, tanto sincere quanto giuste nella loro ■valutazione sportiva, e fedele a quei canoni tecnici che danno la misura del contenuto sostanziale di un avvenimento ciclistico. 1 giovani e la folla Le vicende di queste prime sei tappe sono legate a una parabola ascendente d'interesse popolare. Nei primissimi giorni si sentiva che le folle non rispondevano, non s'accendevano alle gesta dei Trogi e dei Bernacchi, anzi, provavano una specie di delusione nel vedere in primo piano questi improvvisati protagonisti al posto di quelli che si attendevano e ai quali ancora rimanevano legate con tutta l'anima. Il brio e il coraggio di questi giovani che osavano battere i campioni e abbattere gli idoli, il fuoco e la foga degli episodi coi quali essi avevano nei finali di Tonno e di Acqui messo nell'ombra i favoriti di ieri e di oagi non erano riusciti né a trascinare all'entusiasmo né a convincere le masse ancora abbacinate dalla luce degli astri e restie a mettere al loro' posto sugli altari gli autori delle gesta della vita di un'ora, i possessori della maglia rosa dall'alba al tramonto. In fondo, questa valutazione, dirò cosi, sentimentale, aveva le sue basi in un inconscio apprezzamento tecnico. Si era cominciato alla garibaldina ; in principio e alla fine le tappe erano state veloci, combattute ed erano terminate con arrivi isolati o ridotti; l'attività dei giovani era ardita, piacevole; gli episodi di serrati combattimenti non si facevano desiderare. Ma in tutto questo, che era bello e simpatico, fresco e colorito, originale e sorprendente, non c'era- l'impresa, in grande stile, che affascina e convince, che abbatte un campione creandone un altro; mischie, più che battaglie, erano, meteore e non stelle, sorprese e non conquiste passate le quali non rimaneva che scontento e buio. Erano le incertezze dell'inizio, la preparazione al chiarimento, il preludio che doveva impostare i temi da sviluppare in seguito. Punti dai successi dei mi' nori, calmatosi il loro impeto, presero il sopravvento gli uomini di quelle squadre per j quali ritardare l'attacco rappresentava perdere l'occasione di colpire gli avversari più pericolosi nel periodo in cui essi denunciavano aperta mente la loro vulnerabilità. Si sa peva. che Bartali, l'unico uomo di Legnano che poteva e può vincere il « giro », era a corto di preparazione; aspettare che la compisse sarebbe stato errore imperdonabile e irrimediabile. Si vedeva che Olmo e Bini non camminavano e che Bergamaschi cercava, e non trovava, la «lessa a punto. Neppure Del Concia appariva all'apice della forma. I « grigio rossi » Fu così che i « grigio rossi » presero il comando delle operazioni, delta corsa e della classifica. Dall'offensiva di Vicini nell'AcquUGe. nova usci fuori la nuova « maglia rosa », Vaietti, con a rincalzo Bizzi, e i due campioni di Frejus rafforzarono predominio e posizioni nella Genova-Viareggio, illustrata dalla fuga del loro compagno Mol lhihnenflo. La vigorosa attività di questasquadra mise a collaudo le resi- sienze avversarie. E allora si vide che quella di Olmo crollava, quella di Bini, pure attraverso fugaci reazioni, si sgretolava, quella di Guerra era minata anche dalla sfortuna, quella di Bergamaschi era gravemente compromessa. Resistevano, invece, quella di Del Cancia e Canavesi, e più ancora quella di Bartali, quest'ultima talora tentennante, ma subito rafforzata dalle grandi risorse della, classe. Le posizioni in classifica, ma piii ancora le dimostrazioni fornite dai favoriti della vi gilia, illuminavano e sgombravano il campo fin dalla quarta tappa. Non è mai prudente in una corsa simile affrettare giudizi e previsioni definitive. Ma- fin da Via veggio si poteva affermare che questo « giro » non può più esse, re vinto da un uomo che non sia Vaietti o Bartali o Bizzi o Del Cancia o Canavesi, cioè erano bastate quattro tappe per mettere fuori combattimento una squadra e tutti i gruppi, compresi quelli degli stranieri, che forse si erano trovati spaesati sui percorspolverosi, che- sarebbe stato meglio evitare, e nelle prime giornate calde. L'eliminazione, inaspettata e così sollecita, di nuclei e uomini dai quali ci si aspettava molto di più-, sta al passivo di questo primo bilancio. Il quale ha la sua 'te più carica e più nutrirà nel-bata giornata di ieri che ha fatto fa re vr balzo al termometro con cusi misura la febbre delle folle eha introdotto nel quadro del Giro nu-jv; elementi d'interesse. Il fallopiù unico che raro, che nellp stesso giorno lo stesso corridore hapeiso e riguadagnato la maglia rosa, le vicende, le discussioni, le critiche che hanno agitato la tappa a cronometro a squadre, sconvolgitrice della classifica; l'astu to, anche se non simpatico, modocon cui Pavesi si è servito di dueuomini che sono fra gli ultimi i»classifica per far vestire la « maglia rosa » a Bartali, e il non perfetto accordo fra i « grigio rossi » sul da farsi dopo la foratura dBizzi; la grande giornata, al mattino e al pomeriggio, di Favalliquella che sembrava dovesse essere, e che la sfortuna non volle che fosse, del ritorno di Guerra alla vittoria; il risveglio di uno straniero, Deloor, giunto a un pelo dal successo di tappa; l'ondata dattacco portata dagli italiani ail'estero e respinta, specialmentedai compagni di Bartali; la nerasorte di questi dalla quale scatur la riscossa dei « grigio rossi ». hanno riempito le due tappe di ieri della più interessante materia, hanno teso il filo della lotta e hanno caricato l'atmosfera, di tanta elettricità che si guarda al domani nella legittima aspettativa di formidabili urti e di appassionanti vicende. Cinque « favoriti » / cinque uomini che sopra Iw messo nella rosa- dei possibili vincitori appartengono a tre squadre che si trovano nello spazio di meno di due minuti. Questi due rilievi riassumono le risultanze di sei tappe e prospettano la situazione alla, vigilia della, seconda- serie di tappe consecutive che- si chiuderò a Napoli. Gli uomini della Frejus hanno il vantaggio, con i relativi pericoli, di essere oggi nel pieno della forma; la marca ha quello, che potrebbe tramutarsi in danno se non. intelligentemente sfruttato, di avere due candidati alla vittoria finale. A Livorno è atteso Ghelfi, che avrà il compito di 7net tere ordine disciplina e armonia nel... pollaio in cui ci sono due galli a cantare. In casa Gonna, senza tanto chiasso, e senza anco ra aver assaporato il gusto della vittoria, c'è perfetto accordo e si dà credito tanto ad modesto e temprato Canavesi quanto a Del Cancia, che sembra, aspetti il momento buono per dire anch'egli la sua autoritaria parola, Bartali assom- ma, è naturale, le speranze di Legnano e sta, per ora, quieto quieto, nell'evidente proposito di affilare nel frattempo le aimi e adoperarle poi al momento buono, che egli aspetta, alla fine, se non gli sì presenterà prima. Per lui ogni giorno che passa senza, grave danno è guadagnato. Di -qui a Napoli i percorsi chiarificatori saranno quello della Rietì-Terminillo a cronometro, o della Rieti-Roma, in cui la salita di Rocca di Papa ci dirà i progressi di Bartali nei confronti della freschezza di Vaietti e Bizzi, di Canavesi e di Del Cancia. Nel frattempo rimane campo libero alle sorprese! agli interventi della sorte, che ieri abbiamo visto quanto contino, all'attività dei giovani che hanno ancora energie da spendere in colpi di mano. La giuria oggi ha inflitto parecchie ammende per irregolarità o atti non del tutto corretti e sportivi. Benissimo! La massima severità in. proposito sarà sempre da approvare. Domani andremo ad Arezzo, in 188 chilometri che non presentano serie difficoltà. La cui mancanza, però, non ha impedito finora di avere dei finali impetuosi e disgregatori; questo è il « giro » che sin qui detiene il primato del minor numero di arrivati in grup po. E non è il meno simpatico e si gnificativo suo titolo dottore. Giuseppe Ambrosino Bg2(1(B8r(MFTe1cd1clTFd5Mqt VALETTI «MAGLIA ROSA» DEL GIRO (Caricatura di P. Cattaneo).