L'Europa orientale

L'Europa orientale L'Europa orientale Ottime relazioni con la Polonia - Il Trattato di Belgrado e la nuova atmosfera dei Balcani Un nuovo elemento è stato apportato dalla politica del Belgio. Questo paese ha affermato il principio secondo il quale, mentre attende di ricevere una garanzia di inviolabilità delle sue frontiere e di assistenza contro una aggressione, non è tenuto a prestare una garanzia reciproca. Di questa nuo. va posizione il Belgio ha fatto il cardine della sua politica estera. Per parte nostra, già dal 12 marzo abbiamo dato formale assicurazione al Belgio di essere pronti a garantire in qualsiasi circostanza, unitamente con la Francia, la Gran Bretagna e la Germania, la sua integrità, senza chiedere una garanzia reciproca. Comunicazione in senso analogo è stata fatta dal Governo del Reich, col quale anche, in materia locarnlsta, abbiamo proceduto e procederemo in stretto accordo. Il fatto che noi si intenda far rivivere il Trattato di Locarno nei suoi antichi elementi essenziali di patto occidentale, non significa che noi vogliamo ignorare interessi vi. tali di altre nazioni in altre zone geografiche dell'Europa, primi fra tutti quelli della Polonia, con la quale 1 nostri rapporti furono sempre molto cordiali e che abolì le sanzioni prima ancora della deci trdzntodaetlvlBeurpmsvcdtsdesione ginevrina. Tali interessi li tabbiamo presenti nella loro piena zed urgente realtà ma riteniamo che la prima mèta cui devono tendere il nostro lavoro e la nostra volontà è quella di ristabilire un sistema di sicurezza per l'Europa occidentale che, per essere solido, deve avere uno scopo preciso ed un carattere nettamente determinato. In questa direzione lavoreremo ancora. Ma facciamo presente che non aderiremo alla riunione di rndactlaaledduna conferenza fino a quando il I mlavoro preparatorio diligentemente ! dcompiuto non dia il più assoluto' affidamento dei positivi risultati ' fdella medesima. zUn recente atto diplomatico che vha avuto molta eco nel mondo è estato il patto di Belgrado. Sono ' snole a tutti le alterne vicende del-.dle nostre relazioni con il vicino Re- lgno jugoslavo, dall'immediato do- cpoguerra in poi, ed è altresì not0;scome attraverso polemiche ed ac-; cordi le cause di dissenso siano j qvenute ad attenuarsi ed a scorn-i"parire sicché il Duce, nel discorso 1ddi Milano, ebbe a dire che ormai ' tra i due Paesi esistevano le con- ; ddizioni necessarie e sufficienti di lordine morale, politico ed economi-] cco per mettere su nuove basi di Suna concreta amicizia i rapporti b Itra 1uesti due Pae^- iS •* La parola del Duce ha trovato! in Jugoslavia e nella acu a sen- £1 sibilità del suo Primo Ministro una • leale accoglienza. Dopo trattative | lunghe ed attente, durante le qua- lli sono stati esaminati discussi ek, risolti tutti i problemi esistenti, ; siamo giunti alla stipulazione ed ' a ij n l i . o i a o , e e l a e . e e l alla firma del patto di Belgrado | che, non solo nella lettera, ma so-; pratutto nello spirito, è destinato ad aprire tra i due popoli una nuo- ! va èra di pacifica e feconda col- laborazione quale noi sinceramente auspichiamo e quale è nella natu- ra stessa delle cose. I | Il trattato italo-jugoslavo, che, j come voi sapete, ha una solida' . ! struttura ed una larga portata ]j senza essere per questo minima- mente diretto oontro chicchessia,lmoiiiB uiroi.u vuniru uniowieooia, | e un nuovo documento della par- te che all'opera di ricostruzione prende l'Italia fascista, attiva-' . . ..._„j„lmente e realisticamente 8eoondO|il suo stile che la porta ad ante- porre alla vana sonorità delle narole la convincente eloouenza '/inceriti eloquenza,dei fatti Nel complesso le nostre rela¬ zioni con gli Stati della penisola balcanica possono venir giudicateassai soddisfacenti. La recente vi-sita da me compiuta in Albania ha permesso non solo di constata- re con interesse e compiacimento serci stato amico fedele anche e la rapida marcia che sulla via del progresso compie questo Paese, ma anche di apprezzare la profondità e la schiettezza dei sentimenti che uniscono a noi il popolo albanese al quale diamo atto di es- specialmente nelle ore difficili. Con la Turchia, dopo i colloqui ii Milano, le relazioni sono torna- te a svilupparsi in quella atmosfera di cordialità che fu consacrata dal trattato italo-turco del 30 marzo 1928 e che solo una sterile e non spontanea diffidenza aveva intorbidata. Si può adesso con sod- tnmsccdisfazione affermare che, dopo una caperta chiarificazione, tra l'Italia me la Turchia si sono ristabiliti sen- j ntimenti di reciproca fiducia. Anche j ule questioni tuttora in sospeso tro- ? cveranno quanto prima la loro so luzione. Con la Grecia, la Rumania e la clsBulgaria i rapporti sono cordialiìte suscettibili, a nostro avviso, di ulteriore e più fecondo sviluppo. Dopo l'assedio Comprare soltanto da chi compra da noi zzcaplcsPrima di passare ad esaminare nrapidamente il corso della nostra politica'esfera europea, mi soffermerò un momento sull' attività svolta nel campo della politica commerciale. Durante il periodo delle sanzioni le nostre correnti di traffico subirono un brusco arresto, tranne quelle provenienti o dirette agli Stati non sanzionisti e alla Svizzera che, fedele alle tradizioni di un'inalterabile amici zla> era riservata di non Inter- rompere le relazioni di affari con noi. Quando si annunciò la fine del regime sanzionista, coloro che avevano già sbagliato molti calcoli nei nostri riguardi credevano trovare un'Italia ansiosa di riallacciare 1- vecchi legami e pronta ad accettare ogni condizione che le venisse imposta pur di non perdere un minuto dopo lo scoccare della mezzanotte che segnò il ter I mine delle sanzioni. Una nuova ! delusione fu loro riservata, ' Le condizioni, anziché subite, ' furono poste da noi per la realiz zazlone di un programma che ave- vam0 elaborato con grande calma e ferma decisione. Per 1 avvenire ' saremmo stati disposti, anzi desi.derosi. di riprendere i traffici, ma limitando le importazioni alle mer cl necessarie, pagando con le no;stre merci e senza sborsare divise, ; Una norma tanto elementare j quanto e„ua. comprare soltanto i": 1da ehi compra da noi. ' A tal fine dichiarammo deca ; duti tutti gli accordi di contingen lamento e di pagamento per man] cata esecuzione da parte degli Stati sanzionisti e mettemmo aliai base delle nuove trattative le se-! iSuenti inderogabili norme: j nessun nseamento in di-'! .tS^Wtoahoperi £^"™b\ Su cSmmerctaU a • scongelare ì cremu commerciali, e ma s! sarebbe offerta una epun; - ta» delle esportazioni itahane nei ek°*"»nti delle importazioni, de- ! , st,fata a scongelare gradualmente | d ' *>11 arretrati; gmdamtztidcps! o | — stabilire un rapporto tra le -; importazioni e le esportazioni che o consentisse di creare tale «punta»; - ! — limitare le importazioni - dall'estero alle materie prime e a e taluni manufatti o semimanufatti - di particolare interesse, impeden I d°. invece, rigorosamente ogni | importazione non essenziale per , j la vita del Paese. !ta' Le trattative condussero alla ! conclusione di 23 accordi provvi-1a ]SOri 0 di trattati e determinarono I- così la nuova rete dei traffici. Soloj,lCon la Russia. tra tutti gli Stati i, | ^ venimm0 ln contatt0| non - fu pOSSibiie condurre in porto i je negoziati, poiché tale paese re-1-'clamava una «punta» a suo fa-i„lvore di molte decine di milioni; e O|noi non ,.iuatimmo a riconosceree- le ragioni di un trattamento cosi e eccezionalmente favorevole per a '1Unione sovieUca. a, n ]avoro compiUto In questo settore è stato di rilevantissima mole. E desidero in questa sede a¬ a | ricordare che i Ministeri interese,satl al traffici internazionali hani-!no oftert° una collaborazione apa Pafsslo"ata e armonica, primo fra a- \ g*"* « Sottosegretario per gli o 'Scambl e le valute cne ha V13lbl1" ll potenziamento dell'Italia fa-scista, attraverso quel grande e event0 della st0ria contempora-el e, oio s- mente sostenuto il maggior peso della preparazione tecnica degli accordi. I popoli arabi ui - nea che è la fondazione dellTm- pero, ha allargato l'orizzonte deinostrl interessi e delle nostre at- tività. Non solo perchè alla nostra nuova grandezza ha automaticamente corrisposto un intensificarsi di relazioni e di traffici, ma anche perchè la lotta che abbiamo condotto e la vittoria che abbiamo conseguita hanno richiamato, co me mai prima, l'interesse intcr j nazionale sul nostro Paese. Se da j un iato abbiamo visto schierarsi ? contro di noi la coalizione dell'in comprensione e della gelosia, dall'altra abbiamo polarizzato la simpatia e la solidarietà di quan- ìto nel mondo rappresenta la forza della giovinezza, della rinnovazione e del futuro. E' in questo clima che si è avuta la ripresa attiva della politica dell'Italia im periale negli altri continenti. In primo luogo hanno attratto la nostra attenzione e le nostre cure quei Paesi che si affacciano sul bacino del Mediterraneo. La nostra amicnevole poiitica nei rl. e o a e e a , - a e a , e o i ai amici sinceri e preziosi che inten-! diamo coltivare con ogni cura e j che hanno avuto della nostra ami- -'eizia una prova concreta durante rila visita compiuta in Libia dal Duce. Ogni giorno, dalle più lon, <= s s • * ; i «orinnJ^SS^^Sat - ! ta dal^avvenimento tutto lo e | sconfinato mondo islamico che nej guardi del mondo arabo mussulmano ha ormai una lunga e solida tradizione. Oltre a rispondere a uno schietto e profondo sentimento, è nostra naturale necessità di mantenere le migliori relazioni con i popoli arabi che portano il contributo di un'attività intensa e feconda allo sviluppo della vita mediterranea. Tale necessità, dopo la conquista dell'Impero, è ancora maggiormente sentita ove si consideri 11 numero dei mussulmani che abitano nell'Africa italiana, che mussulmani sono i paesi che la circondano e quelli bagnati- dal Mar Rosso. Queste sono le sole ragio ni intime e evidenti della nostra politica islamica nella quale è inutile cercare, come si è tentato di fare, elementi di minacciosi perturbamenti e di Insidie delle altrui posizioni. A chi poi ha affermato che questa cordialità di rapporti con gli arabi costituisce un mancanza di solidarietà internazionale da parte nostra, si può facilmente rispondere che di ben altra mancanza di solidarietà in¬ ternazionale hanno dato prova alcuni paesi d'occidente quando, in difesa di un regime schiavista, si sono coalizzati contro la civiltà di Roma. Noi abbiamo nei paesi arabi del Mediterraneo e del Mar Rosso SrzlvpAj! Duce ha amato, secondo le sue e e ; i a i i r ! tradizioni, la sapienza dello Statista unita all'impeto del Condottiero. Nella nostra attività quotidiana sono frequenti le attestazioni di una operante comprensione delle necessità e delle legittime aspirazioni delle nazioni arabe: è di ieri la non mercanteggiata adesione dell'Italia alle richieste egiziane dirette a ottenere l'abolizione a -1 del regime capitolare. Siamo sicuo I ri che lo Stato egiziano, apprezojzando la fiducia che abbiamo proti ivato di avere in lui e nel suo fun turo, vorrà, esercitando le nuove i j prerogative della sua sovranità, -1 facilitare e garentire l'opera della a-ifiorente e numerosa collettività e italiana che ha dato per decenni e' un impareggiabile contributo al si ! progresso e al benessere del Paese, er Nello stesso ordinamento inter |no del Ministero si vede la prova o della rinnovata attenzione1 che a | l'Italia di oggi porta alla politica de | del Paesi lontani. La Direzione snpa li 1" generale degli affari transoceanici, di recente creazione, vigila e coordina i nostri interessi materiali e morali negli altri continenti e dirige l'espansione italiana che dovunque appare in rigoglioso e promettente sviluppo. Contemporaneamente alla costituzione dell'organismo centrale direttivo fu disposto un ampio riassetto degli uffici all'estero. Non solo fua-: ronò ritoccati i quadri delle nostre de : rappresentanze in numerosi paesi a-i transoceanici, ma furono anche so li m- j istituiti nuovi uffici là ove l'utilità ei. apparve maggiore per ragioni pot-i litiche e anche commerciali.

Persone citate: Duce