Maglie grigie e maglie azzurre

Maglie grigie e maglie azzurre Vecchio Piemonte calcistico Maglie grigie e maglie azzurre Il campionato non ha più che un'ora e mezza di vita. Un'ora e mezza che deve decidere della conquista del secondo posto, per il quale sono ancora in lizza Torino, Lazio e Milan, e della retrocessione, per evitare la quale lottano disperatamente Sampierdarenese e Novara. L'Alessandria è caduta. Dopo tante battaglie e tanti trionfi, tante ansie e tante delusioni, dopo venticinque anni durante • i quali la bandiera « grigia » garrì festosamente alla brezza della vittoria, dopo aver espresso dalle sue file grandi, inobliabili campioni, dopo aver resistito intrepida mentre già altre forti « provinciali » cedevano, l'Alessandria è caduta. Triste tonfo, reso più triste dai fischi degli stessi sostenitori amareggiati, dopo una stagióne che fu tutto un calvario di disavventure, di disdette, di lotte disperate, di speranze deluse. Il crudele destino delle società di provincia non ha risparmiato la più bella, la più feconda, la più classica scuola del calcio italiano. Scuola che fu, per lungo tempo, una autentica università. Negli anni buoni, cosi come in quelli meno fortunati, l'Alessandria ha giuocato sempre con uno stile inconfondibile. La tecnica era la sua arma migliore, l'entusiasmo la molla che la spingeva in alto. La squadra che aveva avuto nei suoi ranghi Felice Milano ed i due Cornaglia, Banchero I e Brezzi, diede ancora alla «nazionale » azzurra, nel dopoguerra, Baloncieri e Gandini, Bcrtolini c Cattaneo, Banchero e Ferrari, prodotti purissimi di una scuola insigne. Ma brillava la mina sotto il magnifico edificio. Ogni anno gli emissari delle grandi società metropolitane trovarono da comprar bene in casa del « parente povero >. E se ne andarono, cosi, i ragazzi non indegni successori dei campioni già emigrati in precedenza, Restarono i giovanissimi, non temprati a sufficienza per le contese di un torneo estenuante, ricchi di volontà ma deboli di forze. Le sconfitte fecero ruzzolare la squadra giù per i gradini della classifica. I tentativi di riscossa non furono che episodi. La caduta non s'è potuta evitare. Ebbene noi vorremmo che proprio oggi sodalizi e sportivi, tutti quanti ammirarono per il passato la bella unità grigia presentassero le armi al combattente che ha lottato da forte prima di darsi per vinto. E vorremmo anche sapere che ad Alessandria, invece di abbandonarsi allo sconforto e alla apatia, si avessero, proprio ora, propositi di rinascita. Il ritorno dei grigi è atteso a non lunga scadenza. E' atteso con simpatia. Ed ora una nota lieta: l'entusiasmante vittoria del Novara. Per aver speranza di salvezza gli «azzurri» dovevano battere i campioni. Li hanno travolti, schiacciati sotto il peso di una sconfitta senza precedenti per gli striscioni rosso-bleu. Il nostro evviva per il Novara che vuol conservare il suo posto. Undici ragazzi: una sola volontà, un solo cuore, una sola mèta. Li guida Baloncieri, che è un grande maestro. Se la battaglia sarà vinta, l'anziano campione avrà compiuto la»più bella impresa della sua carriera sportiva. Forza, vecchio Novara! Una ora e mezza di lotta per un'annata almeno di vita. L. C

Persone citate: Baloncieri, Banchero, Banchero I, Brezzi, Cattaneo, Cornaglia, Gandini

Luoghi citati: Alessandria, Lazio, Milano, Novara, Piemonte, Torino