I rossi in guerra fra di loro e in fuga sul fronte basco di Concetto Pettinato

I rossi in guerra fra di loro e in fuga sul fronte basco I rossi in guerra fra di loro e in fuga sul fronte basco 11 Governo catalano avrebbe vinto, ma gli anar chici... non hanno perso e conservano le armi baratro dell' anarchia e la politica del Fronte popolare Parigi, 8 notte. Secondo un dispaccio dell'Hard*, la situazione a Barcellona sarebbe tornata normale; non solo, ma l'autorità di Companys, dopo l'accordo intervenuto tra la Generalità e la Confederazione Generale del Lavoro e dopo i provvedimenti di pubblica sicurezza presi dal tenente colonnello Arrando, risulterebbe consolidata. I giornali tornerebbero ad uscire ancorché con un numero ridotto di pagine, i negozi sarebbero stati riaperti provocando grande affluenza di clienti e le comunicazioni telefoniche sarebbero state ristabilite. Azafia, dal canto suo, è ripartito per Valenza. Queste notizie rassicuranti colmano di soddisfazione la stampa del fronte popolare, che 10 scoppio dell'anarchia in Catalogna aveva gettato nella costernazione. Ma negli ambienti ufficiosi esse vengono accolte con le più espresse riserve. Gli anarchici amatissimi A giudizio delle persone informate, la situazione resta di una estrema fragilità e un nulla potrebbe riaccendere la discordia. Gli anarchici hanno acconsentito ad evacuare le barricate, ma queste rimangono in piedi e nessuno ha deposto le armi. La polemica fra Bolidarldad Oprerà, che è il noto organo anarchico, e la repubblicana Ultima Bora, continua violenta. I sobborghi di Terrassa e di Hospitalet dove gli anarchici sono in gran numero conservano un cipiglio minaccioso. In tali condizioni il Tcmp.i non nasconde la propria perplessità ed i proprii timori. La notizia che la Generalità di Barcellona e il governo di Valenza starebbero procedendo al raggruppamento delle forze operaie in nome della democrazia e della comune difesa contro il Fascismo, lo lascia scettico. Tutto il problema del momento consiste nella possibilità o meno che le autorità di Valenza stronchino 1' opposizione armata contro la quale Companys lotta invano da mesi. Ora, per ottenere un risultato positivo, bisognerebbe prima di tutto disarmare gli anarchici. Gli informatori riconoscono al contrario che costoro non hanno consegnato nemmeno un fucile Non dimentichiamo che a Barcellona la F. A. I. dispone anche di mitragliatrici e di carri armati nonché di effettivi più numerosi di quelli della Generalità. Valen za ha mandato delle truppe e tre navi da guerra affidando la tutela dell'ordine al generale Posaz. Ma 11 giorno che gli anarchici si tro veranno di fronte le truppe spagnuole non risorgerà in loro favore la pregiudiziale autonomistica e non torneranno essi a cristallizzare intorno a se le altre forze popolari quali difensori della Catalo gna indipendente? La situazione insomma è tutt'altro che semplice e l'ottimismo di certe sfere pa rigine non ha altro valore fuor che quello di un pio desiderio. Delle sorti della democrazia di Valenza i libertari barcellonesi si infischiano e gli appelli lanciati loro per radio non troveranno grande eco. In realtà Largo Caballero è minacciato ormai dal pericolo di una seconda guerra alle spalle e tale eventualità fa rialzare automaticamente le azioni di Franco, cui l'imminente presa di Bilbao promette invece la libera disposizione delle truppe impegnate su quel fronte e cioè la possibilità di un nuovo più intenso sforzo in altri settori. Traendo la morale dalle vicende catalane l'Ere Non velie, organo del radicalismo moderato, ammonisce i francesi e specie i socialisti a meditare su quanto avviene e ad applicare la lezione alla loro politica interna ricordandosi che a forza di inclinare a sinistra si finisce col precipitare nel baratro dell'anarchia. Cortesie a Ismet pascià Ismet pascià intanto di passaggio per Parigi si è intrattenuto oggi a conferire con Delbos intorno all'accordo franco-turco-siriano sulla sistemazione confinaria della Siria e al problema tuttora pendente del Sangiaccato. I membri del governo hanno tenuto a circondare la sosta del Primo Ministro turco di molta cordialità onde dissipare la freddezza rimasta fra i due Paesi in seguito alla contesa sul regime del Sangiaccato. Dopo essere stato ricevuto in udienza da Lebrun, Ismet Pascià ha assistito a una colazione in suo onore alla Presidenza del Consiglio con l'intervento di molti ministri, dei presidenti del Senato e della Camera e dell'alto personale del Quai d'Orsay. Delbos, dal canto suo, si accinge a partire per Londra passando da Bruxelles dove si fermerà a conferire con Spaak e Van Zeeland intorno alla situazione risul tante dalla nota dichiarazione franco-britannica e alla prospettiva esistente per un patto occi dentale dopo il convegno italo-te desco di Roma. Il 19 corrente è atteso a Parigi il Ministro degli Esteri austriaco. Come allorché si trattò dei fu¬ nfmopSlsOngmpsvRsmdmzdSuesspbsddiRdbpmcNst«zbtRupMtgtaPeGfnl3 nerali di Giorgio V la diplomazia francese fa del suo meglio per mettere a frutto il passaggio degli ospiti di Londra attraverso la capitale francese. Al viaggio di Schmidt si annette, superfluo dirlo, parecchia importanza nella lusinga che esso offrirà al Foreign Office e al Quai d'Orsay l'occasione di attirare la Ballplatz nel loro giuoco e in quello di Praga. In mancanza di meglio, Parigi sd ripromette di ricavare dalla conversazione col Ministro austriaco la vera morale del convegno di Roma. E' o non è ancora possibile staccare l'Austria dal fronte Roma-Berlino? Fino a quai punto la diplomazia italiana e quella germanica sono riuscite a cristallizzare l'orientamento di Vienna e degli altri Stati danubiani? Schmidt dovrà rispondere qui a un vero e proprio interrogatorio e le pressioni esercitate su di lui saranno forti; ma il Quai d'Orsay si fa troppe illusioni sul valore pratico del suo tentativo di « debouchage ». Molta sensazione ha prodotto stasera l'annunzio della decisione dei giornali italiani di richiamare da Londra i loro corrispondenti e il divieto opposto dal Governo di Roma all'introduzione nel Regno della quasi totalità della stampa britannica. Un telegramma Havas pretende vedere in tale provvedimento « il primo risultato delle conversazioni fra Mussolini e von Neurath », e ciò perchè il Mini stro degli Esteri del Reich nell'intervista accordata alla Stefani « accennò all'ondata di diffamazioni imperversante contro l'ìtaia e la Germania » ( ! ! ). Negli ambienti di sinistra, dove tutto quanto può accrescere il malumore fra Roma e Londra è accolto comeun successo francese, l'incidenteprovoca una certa soddisfazione. Ma le destre fanno il viso lungo. La Camera ha approvato intan- to. come si prevedeva, l'ordine del giorno di fiducia nel Governo. Il testo di esso dice: « La Camera, associandosi all'appello rivolto al Paese dal Presidente del Consiglio e approvando la dichiarazione del Governo, gli esprime la propria fiducia per proseguire l'opera sua nell'ordine e nel rispetto della legge repubblicana». L'ordine del giorno ha raccolto 380 voti contro 199. Concetto Pettinato

Persone citate: Delbos, Giorgio V, Hard, Ismet Pascià, Mussolini, Schmidt, Spaak, Van Zeeland