Delle parole del Duce Torino sabauda e fascista ha acclamato a Roma imperiale Maestra di civiltà

Delle parole del Duce Torino sabauda e fascista ha acclamato a Roma imperiale Maestra di civiltà La celebrazione nell'annuale dell'Impero Delle parole del Duce Torino sabauda e fascista ha acclamato a Roma imperiale Maestra di civiltà All'Università la proclamazione del titolo dottorale ad honorem ai quattro eroici studenti ^caduti in A. 0. La storica data esaltata al Politecnico -- Le adunate nei Gruppi Rionali delle masse lavoratrici ■- Tutta la città in festa e Annuale dell'Impero. La storica data è stata celebrata nella nostra città con profondo fervore, con ineguagliabile ' fede. Nella giornata, celebrativa il popolo per due volte ha udito la voce e la parola del Dure. I Torinesi, che con il loro provatissimo amor di patria- c la loro fede fascista hanno solennizzato la. storica- data con significative cerimonie, ma certo ancor più, ciascuno, net proprio cuore, con una esultanza, una passione, un fervore in tutti pari, hanno ascoltato le parole del Duce con profondo raccoglimento; ad ogni sua frase, che la radio ha riportata nell'intimità delle famiglie, dilagando per le vie, per le piazze, ovunque suscitando ondate di palpitante entusiasmo, la cittadinanza ha sentito la grande dignità di appartenere a questa stirpe che da Roma ha indicato al mondo le vie della civiltà. Ognuno con il suo desiderio avrebbe voluta aggiungere una voce all'immenso coro che da piaza- Venezia innegiava al Duce e Gli diceva tutto l'amore del popolo Italiano; poiché là, in quella piazza, dedicata alle glorie della nuova Italia,, per bocca di quella folla, parlava tutto il popolo Italiano; uomini, donne, italiani della madre Patria, delle Terre dell'Impero, d'oltre i confini, tutti idealmente erano presenti nel Foro dell'Impero e su quella folla certo aleggiavano gli spiriti di Coloro che caddero; poiché è nella missione di Roma anche che i suoi figli sappiano sacrificarsi per il trionfo della civiltà. Quando, a sera, la radio ha ritrasmesso le fatidiche parole d'or è un anno, quando il Duce annunziò all'Italia ed al mondo che l'Impero era riapparso sui colli fatali di Roma, un fremito di commozione ha tutti pervaso sollevando negli animi una infinità di ricordi, tutti egualmente inspirati al più grande, al più puro, al più forte amor di Patria. Nella nostra città le riunioni celebrative hanno avuto inizio con quella che si è svolta al Politecnico nella sede di via Mario Gioda. S. E. Vallauri, vice-presidente dell'Accademia d'Italia, direttore della scuola ha adunato gli allievi ed ha parlato laro, presenti tutti gli insegnanti, commemorando la storica data con elevate espressioni che hanno suscitato negli allievi il più fervido entusiasmo; l'illustre docente ha concluso con esaltatrici parole indicando ai giovani quale sarà il loro compito a cui dovranno assolvere domani, sotto i segni del Littorio, per la gloria della Patria fascista. All'Università, alle ore 10,30, Za celebrazione si è svolta con una manifestazione commovente; la proclamazione del titolo dottorale « ad, honorem » assegnato alla memoria degli studenti caduti durante la conquista dell'Impero. La solenne cerimonia si è svolta alla presenza delle famiglie dei gloriosi caduti: quattro nomi, quattro Eroi, quattro (medaglie al Valor Militare, due d'oro, due di argento: Francesco Azzi, Fortunato Cesari, Ernesto Beltramo, Renato Pellati. Sulla grande lapide dell'Aula Magna ove sono incisi i trecento nomi di coloro che morirono nella grande guerra, sono staU aggiunti quelli dei nuovi Eroi: quanto esempio, quanto motivo d'orgogliosa devozione per i giovani che verranno ad acquistare con anni di studio la dignità conferita dal titolo universitario! Nel cortile dell'Ateneo era schierata la forte Legione Universitaria «Principe di Piemonte »j agli ordini del suo comandante seniore ing. Mittica ; il Gruppo Universitario, con a capo il suo Segretario prof. Pino Stampini, era presente con oltre mille cinquecento giovani di tutte le Facoltà. Le massime autorità cittadine son intervenute alla cerimonia. S. E. il Prefetto Oriolo, il generale Pacini, il -vice-Podestà conte Gloria, H camerata Cazzola in rappresentanza del Segretario Federale, il 'preside della provincia avv. Quaglia, il console di Germania, ufficiali superiori rappresentanti delle varie armi a cui i Caduti appartennero, Cavalleria ed Aviazione, e molte altre personalità fra cui tutti i professori ed i rappresentanti dei vari istituti di studio cittadini. La solennissima cerimonia si è svolta nell'Aula Magna. Il Magnifico Rettore, prof. Silvio Pivano, circondato dal Senato accademico con alte espressioni ha significato ai parenti dei Caduti la fierezza dell'Ateneo per a/ver avuto tra i suoi allievi questi fulgidissimi Eroi e ne ha indicato l'esempio ammonitore agli Studenti. Quindi, rivestita la toga, e l'ermellino e il tocco, simboli della sua alta, dignità accademica, in nome di S. iM. il Re, mentre il pubblico in piedi reverentemente ascoltava, ha compiuto il rito solenne della proclamazione del titolo dottorale agli eroici Scomparsi. iNel cortile dell'Università, poco dopo, mentre la Legione Universitaria presentava le armi e i manipoli del G.U.F. erano schnerati sull'i-, attenti », il Rettore Magnifico ha chiamato all'appello, facendo precedere i \■paodrdmuDLasbdIv \nomi con il titolo di dottore, i quattro Eroi che si immolarono ■pev la grandezza della Patria. Tutta la atta ha ugualmente vibrato di entusiasmo: nei Gruppi Rionali hanno a-mito luogo le (Ninnate predisposte Dall'Unione aVi Lavoratori dell'Industria in or. cordo con la- Federazione. I di?'igenti sindacali, tra. cui il dott. Vexit uri che ha parlato al « Maramotti », hanno illustrato ai lavoratori presenti la situazione dei salari in questi ultimi mesi, mettendo in rilievo lo spirito dì umana com-prensione con cui il Duce è venuto incontro alle necessità delle masse lavoratrici. Le assemblee hanno dato luogo a fervide entusiastiche manifestazioni e gli oratori hanno celebrato . la storica solenne data indicando quale vasto campo di la¬ voro si sia aperto nell'Impero alla proverbiale nbilità, tenacia e buona volontà degli operai italiani. In ogni Gruppo le riunioni si sono concluse con il saluto al Re ed al Duce. In ogni rione della, città hanno avuto luogo manifestazioni ugualmente fervide a fc&tosc; l'Opera Balilla ha riunito i suoi iscritti nei i-arti Comitati rionali: in molti Dopolavoro si sono svolte cerimonie celebrative; cosi pure alla Associazione bersaglieri, dove il presidente grand'uff. Bossi ha ricordato l'opera titanica del primo bersagliere Benito Mussolini, crea, tare dell'Italia Imperiale. Infine la Banda federale ha suonato nella piazza San Carlo, raccogliendo calorosissimi e replicati applausi dalle folle radunatesi. Ad ogni finestra un tricolore e per tutta la città quell'atmosfera festosa e lieta che è propria delle grandi ricorrenze della Patria. Con questo fervore di spiriti, con quelita entusiastica fede Torino ha accolto la parola del Duce ed ha celebrato il primo Annuale dell'Impero. Pure ieri mattina, alle ore 11, alla- presenza del Prefetto S. E. Oriolo, del oen- •p"c?'fli, comandante la Divisione « Superga», in rappresentanza di S. E. il generale Grossi, del vice-Podestà conte Gloria per l'ing. Sartirana, e di numerose altre personalità, nell'atrio del palazzo dell'Intendenza di Finanza- è stata scoperta una lapide riportante l'ultima frase dello storico discorso del Duce. Alla cerimonia intervennero tutti i funzionari con a capo l'Intendente di Finanza gr. uff. Calandra.