IL CIRCOLO VIZIOSO in cui si dibatte Delbos

IL CIRCOLO VIZIOSO in cui si dibatte Delbos IL CIRCOLO VIZIOSO in cui si dibatte Delbos La strada per Roma interdetta dal Foreiag Office e quella per Berlino sbarrata dai Soviet Parigi, 7 notte. Il discorso pronunciato da Benes nella Boemia meridionale fornisce al Temps il pretesto per sfruttare il comunicato italo-germanico di Roma in favore della Cecoslovacchia. Riferendosi agli sforzi fatti da Schusschnigg per migliorare i rapporti fra Budapest e Praga e all'opera che il Presidente del Consiglio cecoslovacco si ripromette di svolgere a Londra in occasione delle feste della incoronazione, l'organo ufficioso osserva che se la Germania nell'Europa danubiana « non ha mire inconfessabili » e se conformemente ai termini del comunicato in questione essa è disposta a favorire in un sincero desiderio di pace la collaborazione con tutti i popoli, non si vede perchè un accomodamento soddisfacente con la Cecoslovacchia non dovrebbe esserle possibile. Le solite schermaglie La Cecoslovacchia, secondo il Times, sarebbe interamente disposta a negoziare con Berlino, come con le altre Potenze vicine, a condizione che gli accordi da concludere salvaguardino la sua indipendenza, la sua sicurezza e i suoi diritti sovrani. Le sfere francesi si lusingano così di metter alla prova le vere disposizioni di Hitler pigliando come pietra di paragone i rapporti del Reich con il Belgio e con la Cecoslovacchia. La condotta di Berlino nei riguardi di questi due paesi dovrebbe fornire la misura del valore effettivo delle intenzioni pacifiche del comunicato Ciano-Von Neurath. Superfluo dire che si tratta di schermaglie pure e semplici per darsi l'aria di non respingere a priori la buona volontà dei tedeschi e che nella realtà delle cose se il Reich dovesse davvero mettersi a negoziare separatamente con Bruxelles e con Praga,. Parigi non tarderebbe a suscitargli ostacoli di ogni genere. Ma gli inviti in questione procurano a questi ambienti una occasione per fingere di ignorare l'asse Roma-Berlino, e questo solo basterebbe a spiegarli. Delbos ha avuto con l'ambasciatore Poncet una lunga conversazione sugli echi e i riflessi berlinesi del viaggio di Von Neurath come sulle prospettive che, a giudizio dell'Ambasciatore, esisterebbero circa il prossimo viaggio a Parigi di Schacht. Ma nulla sin qui si può dire sul tenore e sulle conclusioni di un colloquio che, date le preoccupazioni di politica interna dominanti gli ambienti parlamentari, è passato oggi in seconda linea. E' certo in ogni caso che la crescente intimità dei rapporti italo-germanici non è contemplata in alto loco con quella indifferenza che si pretende ostentare a parole. Nonostante l'ottimismo di parata previsto dal governo sul corso della sua politica estera, nel prossimo viaggio a Roma del Maresciallo von Blomberg, Parigi non vede di sicuro un successo diplomatico della Francia. « Fra Roma e Berlino — avverte la radicale Répubìique, organo di Daladier — l'intimità passa dal campo ideologico a quello diplomatico e dal campo diplomatico a quello militare. Stiamo attenti. La Francia non deve lasciar forgiare dalle Alpi al Reno questa temibile catena. Se lo si vuole realmente, la partita forse non è ancora perduta *. Politica senza sbocchi Ma per avvicinarsi all'Italia bisognerebbe ormai avvicinarsi anche alla Germania; e il Quai d'Orsay che sulla prima strada teme di urtarsi all'Inghilterra, si urta qui alla Russia la quale, come hanno rilevato l'altro giorno le (svestia, è tutt'altro che soddisfatta del modo con cui la Francia applica il patto del 2 maggio 1935 e non cessa di lagnarsene per bocca del proprio ambasciatore come per il tramite della stampa francese del Fronte popolare. Delbos si trova così preso in un circolo vizioso I giornali segnalano intanto in base a notizie romane la probabilità del trasporto della capitale dell'Etiopia da. Addis Abeba a Dessiè e non nascondono di paventare le conseguenze che tale innovazione potrebbe determinare sbvcpi MlailgsMmfShntatdppeeeozsrAmdaaaqfsmlibrqtdliscBidrptntfddsmspmtdahc sull'avvenire della ferrovia di Gibuti. Il Temps vede nel progetto ventilato un rapporto evidente con quello di fare di Assab il porto principale dell'Impero e nota che lavori del nuovo grande scalo sul Mar Rosso sono già incominciati. Passando alla discussione paramentare, essa si è svolta secondo l programma previsto da vari giorni in seguito ai molteplici consigli di guerra tenuti a palazzo Matignon e in seno ai gruppi della maggioranza. Gli interpellanti e fra questi in prima linea Bnrgery, Scapini, Dommange e Laurent hanno criticato l'opera del governo, taluno trovando che ha fatto troppo, tal altro che non ha fatto abbastanza. Blum ha risposto a tutti che il Gabinetto resterà fedele al programma del Fronte popolare, ma che per il momento la pausa sarà mantenuta essendo essa indispensabile alla ripresa economica. Circa i lavori pubblici e le pensioni operaie che formano oggetto delle insistenti rivendicazioni delle masse sindacali, il Presidente del Consiglio ha evitato di rispondere con troppa precisione Ai lavori pubblici si provvedere mercè la creazione di una cassa di anticipi destinati ad aiutare gli appaltanti, ma non sarà emesso alcun nuòvo prestito. Lo Stato avrebbe stanziato a tale scopo quattro miliardi e 715 milioni di franchi che, aggiunti ad altre somme accordate ai Comuni, formeranno un totale di oltre sei miiardi da spendere in opere pubbliche. In quanto alle pensioni operaie, il problema verrà abbinato a quello dell'assicurazione obbligatoria; ma la sua soluzione richiederebbe non meno di cinque miiardi di franchi che il governo per il momento non ha e il progetto sarà quindi rimandato a un secondo tempo. Le dichiarazioni di Blum provocarono a più riprese interruzioni e clamori sui banchi dell'opposizione. Ma la maggioranza, comunisti compresi, aveva promesso di restare compatta dietro il capo del governo e ha tenuto parola. L'aspetto più delicato della situazione è costituito dai rapporti fra le due Confederazioni; quella del lavoro e quella dei datori d'opera che, come vi dicemmo ieri sera, in linea di principio si sono messe d'accordo, ma in pratica sono sempre discordi giacché la prima reclama il monopolio della mano d'opera da impiegare mentre la seconda reclama la libertà di prendere gli operai dove vuole anche fuori dai sindacati di Jouhaux. Questo dissenso che nelle condizioni politiche attuali è insanabile rinascerà più acuto che mai quanto prima. Ma per il momento al governo premeva ottenere un voto di fiducia e Jouhaux è stato perciò pregato di mettere un po' d'acqua nel suo vino onde non mettere i radicali in una situazione insostenibile. La fine della discussione e il voto si avranno domaniConcetto Pettinato