Italia e Germania

Italia e Germania Italia e Germania / risultati dei colloqui di Roma - La collaborazione economica in Africa e in Europa -- Il pnablema della Spagna e il patto occidentale Roma, 6 notte. Tutta ?ia stampa internazionale ha dovuto riconoscere la chiarezza e la portata dei colloqui di Roma f ra von Neurath e il conte Ciano, 'Che hanno ancora una volta dimostrato la piena efficienza e il sostanziale rendimento dell'asse Roma-Berlino. Questi risultati sono stati rilevati non tanto in rapporto ai problemi politici che interessano i due Paesi, quanto prer quelli economici. Lo sfruttamento dell'A. 0. I. I problemi economici esaminati, a o.uanto possiamo sapere, riguardalo gli scambi commerciali e le reciproche prestazioni economiche fra l'Italia e la Germania, la loro collaborazione nel territorio de'lflmpero, la concordia e il rispetto c"iei reciproci interessi commerciali in Europa, in particolar modo nel bacino danubiano, le vedute sui nuovi progetti delle intese economiche e mondiali portate da Washington e diffuse in varie forme tuttora molto vaghe in Europa. In tutti questi problemi si è potuto riscontrare, nei recenti colloqui di Roma, una perfetta identità di vedute. Infatti, per quanto riguarda la collaborazione economica italo-germanica in A. O. I., possiamo dire che oggi è un fatto compiuto. Si è iniziata con una compagnia mineraria che è già all'opera con le sue avanguardie di tecnici sul territorio etiopico e si svilupperà con nuove forme di attività che saranno concertate. Per il bacino danubiano «gli sviluppi dei commerci e le iniziative dell'Italia, suppongono il costante rispetto degli interessi della Ger mania. Lo stesso è da dire nei riguardi degli interessi italiani per i commerci e le iniziative della Germania. La norma del « nulla senza o contro l'Italia e la Germania» vale anzitutto per i rapporti interni delle due grandi Nazioni. In relazione poi ai nuovi progetti di intesa economica e mondiale, l'Italia e la Germania sono' pronte a collaborare; però, come nel campo politico cosi in quel/lo economico, questi progetti dovranno essere consistenti, ispirati dal rispetto di tutte le nazioni e che non turbino, nè tanto rheno intralcino, la politica di autarchia economica dell'Italia e della'Ger mania. Dichiarazioni di Von Neurath Prima di lasciare l'Urbe, il Ministro degli Esteri tedesco von Neurath ha fatto al 'Giornale d'Italia alcune notevoli dichiarazioni sulla collaborazione italogermanica e sulla questione spagnola. In merito alla collaborazione italo-germanica, von Neurath ha detto che essa non ha mai avuto carattere esclusivo, ma si è invece sempre orientata verso l'ideale di un pacifico assetto europeo fra i cui incerti e confusi aspetti le amichevoli relazioni tra Roma e Berlino sono chiamate ad assumere una funzione chiarificatrice e consolidante. « Una evoluzione pacifica — ha aggiunto il Ministro tedesco — presuppone che venga tenuto conto e vengano trattati con reciproca comprensione i diritti vitali dei problemi europei, quali essi storicamente risultano. In ciò Italia e Germania danno un esempio che spero sarà tra non molto apprezzato nel suo giusto valore ». In merito alla Spagna e agli altri problemi della politica europea, il barone'von Neurath ha dichiarato: « Nel problema spagnolo, l'Italia e la Germania non mirano ad altro che a salvaguardare i beni della civiltà e della storia europea e a rendere possibile 11 diritto di autodecisione del popolo spagnolo. Non nutriamo alcun recondito e egoistico proposito. ' « I medesimi principi! ci ispirano nella cosiddetta politica danubiana come provano chiaramente gli accordi austro-tedeschi dell'll luglio 1936 e gli accordi di Belgrado tra l'Italia e la Jugoslavia. Si tratta di assicurare ad ogni popolo lo sviluppo delle sue possibilità e necessità, considerandolo non come oggetto ma come soggetto di questa evoluzione. Anche per ciò che riguarda il patto occidentale l'Italia e la Germania condividono questa opinione,- come ho avuto occasione di constatare nel corso dei miei colloqui. Appena il problema del Belgio sarà risolto, bisognerà riunì re gli interessi naturali delle rimanenti Potenze interessate in una forma che deve essere chiara e semplice. La linea della collaborazione italo-germanica da me accennata, si fonda sulla evoluzione delle naturali condizioni dell'Europa ed esclude fini oscuri. D'altra parte, questa collaborazione rende desiderabili e spiega le presenti prese di contatto » clsvrdcpsvgdnlpsdpsnsiltpiusistdomesicfcl/Allineamento antibolscevico nell'asse Roma-Berlino Berlino, 6 notte. Mentre questa sera il Ministro degli Esteri barone Von Neurath fa ritorno a Berlino dal suoi colloqui romani, i giornali continua no a commentare l'Importanza della visita, riassumendone il significato alla stregua del comunicato ufficiale nella rinnovata i a sul convegno italo-germanlco di Roma. L'impressione di relativa obiettività, di cui ci facemmo eco ieri sera, è dunque bell'e sfumata. La parola d'ordine odierna è che la collaborazione proposta da Roma e da Berlino costituisca un bis del Patto a quattro, ossia un tentativo per stabilire i rapporti fra le quattro grandi Potenze occidentali su basi estranee alla Russia e alla Lega delle Nazioni, e che in tali condizioni non vi sia nulla da fare. « L'asse Roma-Berlino — scrive il Petit Parisicn — fa le viste di volersi fondere con la linea Parigi-Londra, ma il suo scopo sta nel paralizzarla e nell'isolarla dalle diramazioni di Mosca e di Ginevra. Di conseguenza, nella manifestazione italo - germanica non c'è nulla di nuovo. Si tratta di un altro tentativo per rinchiudere Francia e Inghilterra in una politica contraria alla pace indivisibile e alla sicurezza collettiva e separarle dai loro amici e alleati ». E il Temps conferma: « Scarse sarebbero le probabilità di avviare una collaborazione permanente e feconda cogli altri popoli se sì trattasse semplice mente di riprendere l'idea del Pat to a quattro, la cui realizzazione avrebbe per conseguenza non solo di allontanare la Russia sovietica dalla comunità eropea ma di erigere le quattro Potenze principali — Inghilterra, Francia, Germania e Italia — in un vero diretto rio europeo, cosa che implichereb be necessariamente la fine decisi va della Lega delle Nazioni. Inhllterra e Francia potrebbero imcilmente sottoscrivere a una slmile idea, ed è certo, d'altra parte, che le medie e le piccole Potenze, conscie ormai del valore che ha per esse il principio dell'eguaglianza assoluta degli Stati, non vi si presterebbero. I colloqui itaIo-Germanici di Roma hanno senza dubbio contribuito a rinsaldare l'intesa fra le due Potenze autoritarie, ma non sembra che essi bastino a modificare sensibilmente la situazione di fatto esistente in Europa ». Beninteso tutta questa indifferenza verso il desiderio di collaborazione manifestato dall'Italia e dalla Germania in occasione dell'incontro di Roma riposa su due. considerazioni di cui le sfere parigine fanno sfoggio da un pezzo, e che polarizzano l'Intera politica del Quai d'Orsay: la fiducia negli effetti irresistibili del riarmo inglese e il dubbio sulla sincerità dell'acpordo italo-germanlco, accordo che viene presentato al pubblico non già come un elemento stabile e definitivo dello scacchiere europeo, ma come un ripiego escogitato a Roma e a Berlino per rimediare provvisoriamente alla perdita dell'amicizia inglese e attenuare la pressione -di difficoltà economiche che questa stampa ministeriale si compiace descrivere con i colori più foschi. L'atteggiamento psicologico della Francia nei riguardi dell'asse Berlino-Roma è, quindi, disgraziatamente tale che solo una guerra potrebbe modificarlo. Ma appunto per questo i pochi osservatori chiaroveggenti che ancora rimangono si sentono inquieti. E il Journal des Debats, che con qualche altro foglio non rinuncia a una certa indipendenza e obbiettività di giudizio, avverte che sarebbe un errore non accorgersi che il vincolo fra Roma e Berlino è molto intimo e che, quand'anche una ve ra alleanza italo-germanica non sia stata conclusa, i due Paesi si sostengono fedelmente e si tengono militarmente in contatto. « Una politica francese più in telligente — conclude l'organo moderato — avrebbe potuto prevenire questo ritorno alla -politica di Crispl, ma la Francia non ha più a Roma un Barrère, anzi, caso inaudito, non vi ha più nessuno. C. P. conferma di quelle intese di Berlino e di Berchtesgaden del Ministro Ciano, che ebbero subito la ventura di affermarsi come una realtà politica di portata europea, di cui il tempo non ha fatto altro che aumentare, collaudare e propagare il valore. Il richiamo integrale alle inte"se di Berlino e di Berchtesgaden vale indicativamente per questi giornali, e valorizza tutti i punti di quella politica riassumendoli nel più comprensivo di essi, il quale, dall'ottobre scorso a questa parte, non ha fatto che diventare sempre più attuale: il punto, cioè, dell'antibolscevismo. Il grande pericolo europeo del momento, es sendo il bolscevismo, e urgente necessità la difesa contro di esso, si può dire che questo rmnto delle intese italo-tedesche non valga solo per il settore spagnolo come determinante della politica dei due paesi in confronto dell'eventuale insediarsi nell'occidente iberico di una succursale della potenza moscovita, ma comprènde e' assume in sè tutti gli altri a cui conferisce quando non il contenuto, il tono per lo meno e il colore e la direttiva. Anche il problema del patto di occidente e i vàri interrogativi come quello delia neutralità belga ad esso connessi altro non sono in sostanza — si osserva — se non in funzione del pericolo bolscevico introdotto e immesso diplomaticamente in essere dal patto franco-sovietico; e anche per quello che uiguarda il sud-oriente, la influenza politicamente orientatrice dell'asse Roma-Berlino non è in sostanza molto diversa da quella di un allineamento antibolscevico. Questo si osserva in questa stampa, e se ne trova, oltre a tutto,, una conferma ideologica e morale anche nell'espressione del cinte Ciano nel suo brindisi di Roma, che i vincoli di sentimento che uniscono la politica delle due nal/zioni sono di natura tale quale raramente nella storia si sono avverati, dappoiché mettono radici nella comunità e analogia spirituale di due avvenimenti storici che hanno-rinnovellato a fondo l'Europa: la rivoluzione delle Camicie nere e quella delle Camìcie brune. « E' questa la nostra vecchia bandiera — disse Mussolini — del. l'antibolscevismo > in quel suo discorso di Milano che sta alle origini dell'asse Roma-Berlino; in questo consolidamento dell'asse Roma-Berlino, confermato or ora a Roma, così scrive, per citare uno solo dei commenti odierni, la Germania, « si deve desumere Ih maniera inequivocabile che i rapporti ufficiali fra i due paesi non rappresentano affatto uno stato d'animo momentaneo ma sorgono nel terreno delle realtà politiche che mirabilmente completano le premesse ideologiche ». La stampa parigina respinge la collaborazione offerta Parigi, 6 notte. Dopo averci pensato su ventiquattro ore, le sfere dirigenti francesi sì sono decise a respingere, per mezzo della stampa ispirata, le offerte di collaborazione contenute nel comunicato LO STADIO MUSSOLINI DURA/ZITE LA CERIMONIA INAUGURALE DEI LITTORIALI DELLO SPORT PRESENZIATA DA S. E. STARACE / (FOTOGRAFIA ESEGUITA DALL'AEROPLANO DE LA STAMPA, PILOTATO DA MANER LUALDI).

Persone citate: Ciano, Mussolini, Petit, Von Neurath