LA RIVOLTA DI BARCELLONA di Riccardo Forte

LA RIVOLTA DI BARCELLONA LA RIVOLTA DI BARCELLONA Disperati tentativi della Generalità per domare gli anarchici - Un governo provvisorio - La battaglia continua nelle vie (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) St. Jean de Luz, 5 notte. La situazione iti Catalogna è tuttora gravissima. Riuniti da ieri nel pomeriggio fino alle due della mattina nel gabinetto del presidente della Generalità, i rappresentanti dell'unione generale dei lavoratori e della confederazione generale del lavoro, le due organizzazioni operaie rivali, l'ima socialista, l'altra anarchica che lottano da ieri mattina con le armi in pugno per le vie di Barcellona, non sono ancora giunti a un accordo, nonostante nuove sedute laboriosissime che si sono protratte nella giornata dì oggi fino alle 23, e che non hanno dato altro risultato che quello di addivenire alla costituzione di un nuovo « consiglio superiore della Catalogna» vero e proprio direttorio, sorto in circostanze tragiche con poteri di carattere eccezionale e che, con l'assenso del presidente Companys, ha assunto più o meno illegalmente il potere in luogo del vecchio governo. Tale direttorio è composto di quattro soli membri, il delegato della sinistra catalana Marti Feced, quello dell'unione dei lavoratori, il socialista Vidiella, quello della confederazione del lavoro a tendenza anarchica Valeri Mas, e infine il rappresentante dell'unione dei mezzadri, Joaquin Poh. Un ordine a denti stretti In questa organizzazione improvvisata, che prende il potere, le forze repubblicane di sinistra sono rappresentate da due membri, contro altri due che rappresentano ciascuno uno dei sindacati in lotta. Con tale formula si dovrebbe imporre l'ordine e metter fine alla lotta che si sta svolgendo a Barcellona, e in quasi tutta la Catalogna fra l'unione dei lavoratori e l'organizzazione rivale. In realtà la costituzione del nuovo governo è stato un atto finora puramente nominale, poiché la guerra nelle vie della capitale catalana e nei villaggi industriali della regione è continuata fino a tarda ora della sera e si svolgeva ancora durante la notte, benché i capi dell'unione dei lavoratori e, a denti stretti, quelli della Confederazione del lavoro, abbiano raccomandato ancora a mezzanotte di oggi la cessazione del fuoco affermando ai loro rispettivi aderenti che questa notte doveva essere l'ultima di Combattimento. Del resto gli appelli per radio per l'unione e per la sospensione delle ostilità in Catalogna sono stati lanciati durante tutta la giornata con lo stesso ritmo e con uguale accento drammatico di ieri; questa sera l'oratore ufficiale della « generalitad » annunciava per radio che, dopo la costituzione del nuovo consiglio di governo, si stava tuttora esaminando il modo di metter fine alla situazione creata dai torbidi di ieri e di oggi; dal suo canto il direttore dell'organo sindacalista anarchico « Solidaridad » Obrera, pronunciava alla radio queste accorate parole: « Non si riesce a credere come sisia potuti giungere ad una situazione così tragica, come quella dell'ora presente. Nemmeno in occasione del movimento militare del 19 luglio 1936, la situazione dei sindacati operai in Catalogna è stata così critica. Ma è inutile volere discutere sulle responsabilità ed attardarsi sui commenti. Se vogliamo vincere la guerra, occorrerà ristabilire l'unione ». Sforzi inutili E' da notare che tanto in questi appelli, quanto negli altri discorsi pronunciati per radio dagli oratori della Confederazione anarchica del lavoro, non si fa nessuna allusione alla necessità di abbandonare gli edifici che sono stati occupati con le armi dai membri della organizzazione; non sono che vaghe invocazioni alla pace, probabilmente imposte con la forza dai rappresentanti del governo, che domina ancora il centro della città. La lotta continua senza quartiere e nessuno dei due partiti vuole abbandonare le posizioni conquistate e cedere per primo le armi. Per cercare di risolvere una situazione così angosciosa e che rischia di precipitare il corso della evoluzione della repubblica. \spagnola verso il suo tragico epilogo, il governo di Valenza ha preso stasera una decisione di somma importanza: ha cioè decretato la fusione delle milizie catalane della quarta divisione organica dell'esercito mettendo questa nuova unità sotto il comando del generale Pozas, ex-ministro degli Interni del governo di Madrid, e ordinando ad un proprio delegato, munito di poteri vastissimi, di incaricarsi del ristabilimento dell'ordine pubblico in Catalogna. Tale decreto è stato letto senza commenti dall'oratore della Generalitad catalana, ma tutto lascia, pensare che la sua esecuzione sarà oltremodo difficile. Riccardo Forte

Persone citate: Joaquin Poh, Marti Feced, Pozas