Mentalità e metodi di due Sindacati di Amerigo Ruggiero

Mentalità e metodi di due Sindacati Imwk Motta oporaia in Amcrtoà Mentalità e metodi di due Sindacati New York, aprile. La presente orisi del lavoro in America completa un ciclo ch'è durato cinquantanni. Per comprenderla nella sua essenza occorre rifarsi un po' indietro, a quando cioè nel 1791 furono create le prime unioni del carpentieri. Esse ebbero tutto il carattere delle « craft unions » ossia delle unioni di mestiere. I carpentieri costruivano le opere in legno, i muratori innalzavano la fabbrica, e i meccanici confezionavano gli strumenti. Ma come, dopo la guerra civile, cominciò a svilupparsi la produzione su larga scala, gli artigiani specializzati furono sostituiti in importanza tecnica ed economica dagli operai non specializzati o semi-specializzati. I nuovi sistemi meccanici ed automatici soppiantarono l'abilità individuale. I meccanici negli stabilimenti automobilistici, in quelli degli apparecchi radio, delle costruzioni navali o della produzione della gomma rimasero travolti da migliaia di altri operai. Gli stessi carpentieri perdettero parecchie delle loro funzioni come le porte e'le intelaiature delle finestre cominciarono ad essere costruite d'acciaio e i pavimenti in cemento invece che di legno. Le masse dei lavoratori « unskilled » andavano aumentando ad ondate incontenibili finché la necessità di organizzarle in unioni industriali divenne urgente. Sorsero cosi nel 1875 i Cavalieri del Lavoro il cui programma era riassunto in una frase: «un'offesa ad uno dei membri è un'offesa a tutti ». Samuele Gompers L'idea era quella di raccogliere tutte le forze lavorative in una sola unione che riuscì ad espandersi fino a 700.000 membri. I « Cavalieri del Lavoro » ammisero tutti coloro che esplicavano un lavoro qualsiasi e poco mancò non v'includessero gli avvocati, i banchieri e i tenitori di spacci di birra e liquori. Ma la diluirono con i « farmers » e i piccoli negozianti finché sorsero insanabili dissensi interni. I lavoratori « skilled > o specializzati non avevano interesse a far causa comune con le orde del lavoro amorfo che ingorgavano il mercato della mano d'opera e causavano l'abbassamento del salari. Essi decisero di staccarsi dalla moltitudine informe e nel 1885 si produsse là scissione. I rivoltosi dei Cavalieri del Lavoro erano guidati da colui che venne ad essere conosciuto negli anni posteriori come il formidabile capo della « American Federation of Labor » e cioè dal fabbricante di sigari Samuele Gompers. Il Gompers era riuscito ad organizzare i lavoratori del tabacco in una unione modello e secondo lo stesso schema foggiò la « American Federation of Labor». Contrariamente ai Cavalieri del Lavoro egli abbandonò ogni idea di lotta nel campo politico come pure il programma della conquista del potere concentrando ogni attività sui miglioramenti materiali per le classi operaie e sopratutto sugli aumenti del salari e la diminuzione delle ore di lavoro. Pervenne cosi a creare organizzazioni di'mestiere altamente specializzate che d'allora hanno conservato nelle loro mani il controllo della « A.F.L. » e la cui caratteristica è il fortissimo spirito di coesione e di esclusivismo dal quale sono tenute assieme. H loro programma è quello di mantenere nel limiti stabiliti il livello dei salari e delle ore di lavoro, di proteggere le riserve dei fondi delle Unioni ammontanti a decine di milioni e con esse le indennità per i membri e le loro famiglie nelle circostanze di malattie o di mor te, non mettere In pericolo la si riudtilausothgtocmaAasizpavplaWcmsccdcfiretrntrr« ntudrncnglissvgtLllcmittvmricnccdtbmbpgcustrsm«curezza dell'impiego e In nume-irosi casi conservare i grossi salari per i grandi esecutivi delle) unioni stesse. Secondo le parole di John Frey, presidente del Diparti* mento della Federazione del Metalli, 1 membri delle «craft uniong'»j sono stati energicamente educai:!, a comprendere in quale manie agire collettivamente. Ad essi ' è stato insegnato come mantenere la disciplina, versare regolarmente il loro contributo alle unioni e come accumular fondi comuni 'jp«r tutte le occasioni di lotte e (l'infortuni che tanto frequentemente sorgono. Essi hanno la capacità di sapersi guadagnare la vita, mantenendo nel riguardi dellajpropria organizzazione l'orgoglioie/la fiducia di chi fida piuttosto in/sè stesso che negli altri nell'ora 'del bisogno. E per far Intenderei (juale sia la diffidenza e il sospetto che i lavoratori delle «craft unitons» nutrono verso 1 cosiddetti lavoratori Industriali o non specializzati riportiamo le dichiarazioni di un altro grande esecutivo della, « A. F. L. », Daniel Tobin, pree'/dente della Confederazione Internazionale dei Trasporti. «La nostra organizzazione — egli ha dhtto — è formata di solidi unionis-.ti. Noi non abbiamo nelle nostre file 1 detriti che sono andati adf ingrossare le altre organizzazioni jin questi ultimi anni ». La massa Ma dopo cinquantanni»il ciclo del Lavoro americano sfe (completato. Dopo mezzo secolo) di dominio incontrastato dellfe «craft unions » ricomincia la lotta tra lavoratori « skilled » e 'lavoratori « unskilled ». E' apparso, un nuovo « leader » che si propone di organizzare le masse .del lavoro amorfo quali sono state, costantemente ignorate dall'(aristocrazia degli specializzati fin1 da quando questi assunsero il controllo del movimento unionisticij,. Controllo che i milioni di lavoratori non specializzati si apprestano a toglier dalle mani delltasigua minoranza degli unionisti di mestiere In questo è il significato rivoluzionario del movimento del lavoro iniziato da John Lewis. Non che altre sfide non siano istate lanciate antecedentemente contro la por.nnzae l'esclusivismodella « Ame- a . o i o e rican Federation of Laborjs». Per un breve periodo, e precisamente dal 1911 al 1919, ci fu un (tentativo di organizzazione dellcimasse lavoratrici secondo le lince delle unioni industriali. La famosa associazione « Industriai Wotokcrs of the World » che tanto sjsomento gettò tra gli elementi conservatori del tempo, si mosse dal West come un ciclone per investire i maggiori centri dell'Est 'dove si asserragliava la potentaa della A. F. L. L'unione rivoluzionaria aveva organizzata l'industria tessile e si apprestava ad l organizzare tutte le altre. Samuele Gompers e 1 gruppi che facevano capo a lui furono presi da ps.nico e divennero improvvisamenjte teneri per l'organizzazione rivale. Ma la « Industriai Workeris of the World » consumò tutta la forza che aveva accumulata/Tn due famosi scioperi dei tessf.l/i a Paterson, nel New Jersey, e 'a Lawrence, nel Massachusetts,, dopo di che si andò man manojdisgregando fino a ridursi agli fattuali pochi nuclei senza importanza confinati nell'estremo West. Tutta l'antica ostilità delle sfere esecutive della « A. ,F. L. » contro i lavoratori « unskilled » è venuta fuori apertamente e senza travestimenti ipocriti durante i recenti processi di ei esia contro il « Commlttee of Industriai Organisation » (C.I.O.) (di Lewis, istituiti In occasione dj:lla campagna da questi condotta jp<?r organizzare i lavoratori dellfauciaio. Nessuno è stato mai capace — dicono i capi della « A.F.L. » —■ di organizzare permanentemente e su larga scala i lavoratt:xri non specializzati o semi-spedalizzati. La cosa è stata tentata, varie volte, ma senza alcun successo. E' vero che vi sono delle eccezioni come l'organizzazione del minatori dell'antracite (quella di cui era a capo Lewis) e quelle (dei lavoratori dell'ago in alcune : grandi città. Ma la campagna fatta/ sotto la N.R.A., cioè al tempo del/primo programma di Roosevelt, per organizzare i lavoratori « un skilled » conferma tale tesi. E la cagione è eminentemente < capitalistica ». Che giovamento possano apportare al movimento del ,'LaV' io i lavoratori non speclaUzzati con le loro contribuzioni lai fondo delle Unioni di un doliamo, due dollari o anche cinque dd!Jari mensili? Il calcolo è presto, fatto. In una unione di 500 mila membri anche la contribuzione di un dollaro formerebbe un'entrata mensile di mezzo milione di-dollari. Una somma abbastanza r.lsipettabile come può a prima vista, apparire. Ma si ponga Il caso/ di uno sciopero — dicono i « leaders » delle « craft unions ». 'Sle si volesse passare un sussidio di; soli cinque dollari settimanali 'atì ogni membro scioperante, dovrebbero uscire dalle casse dell'Unione la bellezza di dieci milioni di/dollari mensili. E i detti «leader!!» concludono, da buoni rappresentanti della aristocrazia del Lavoro quali sono, che un lavoratore il quale non può pagare alti contributi alla sua unione rappresenta non un'attività ma un peso miorto per il movimento operaio. >Si'egli non è capace di difendersi e non può esser d'aiuto alle unioni è meglio se ne tenga fuori. E', come si vede, il cozzo d'interessi contrastanti e di mentalità diverse. E sarà interessante seguine lo sviluppo della lotta. Amerigo Ruggiero mersozighcoCsiplseneavskIl soustukpmtrchddconchnEahpe nve ilMtàsbmmgpdfczgcLgèriprcRrdsmddiUsrVPltmcnlnq

Persone citate: Daniel Tobin, John Frey, John Lewis, Motta, Paterson, Roosevelt, Samuele Gompers

Luoghi citati: America, Massachusetts, New Jersey, New York