Von Neurath a Roma
Von Neurath a Roma CONCORDANZE RAFFORZATE Von Neurath a Roma Un lungo e Ciano - Le cordiale colloquio col Duce alla presenza del conte calorose accoglienze dell' Urbe al Ministro tedesco Pieno rendimento Nell'ottobre scorso il Ministro Ciano si recava a Berlino e a Berchtesgaden fra lo scetticismo e le insinuazioni manovrate della stampa a catena agli ordini di Parigi e di Londra; l'avvenimento avrebbe dovuto risolversi in un vuoto assaggio. Ne sortirono invece delle intese concordanti in un indirizzo unitario definito dal Duce a Milano asse Roma-Berlino. Il Ministro degli Esteri del Reich restituisce la visita quando alla prova di mesi densi delle più difficili situazioni quell'asse ha funzionato a pieno rendimento, smentendo le interessate previsioni di chi voleva ignorare o diminuire il valore dell'orientamento nei rapporti fra le due grandi Potenze. Si abbracciano dall'ottobre ad oggi più di sette mesi di comprensioni e di sforzi reciproci, sì che la pianta dell'amicizia italo-tedesca ha irrobustito le sue radici sempre più profondamente nella realtà degli interessi concordi: è in tale constatazione il significato del viaggio nella nostra Capitale dell'illustre statista, di cui non possiamo dimenticare la consapevole e antiveggente opera di collaborazione col nostro Paese fin dall'avvento del Fascismo. Non c'è bisogno di abbandonarsi a progetti fantastici e sensazionali; non c'è bisogno di fermarsi a considerare la possibilità di nuovi trattati e di nuove firme per rendersi conto dell'importanza dei colloqui di questi giorni. Già a Berlino e a Berchtesgaden furono fissate le concordanze sui diversi e maggiori problemi europei; il bilancio che se ne può trarre oggi è più che positivo; l'esperienza ha annullato i dubbi o i presunti aspetti negativi e la migliore dimostrazione si ha nella continua contraddittorietà delle tesi con cui all'estero si cercano di creare dei dissensi fra l'Italia e la Germania; le armi si sono andate spuntando l'ima dopo l'altra. Resta integra la concordanza di Locamo; un nuovo patto occidentale è nel desiderio di ambedue gli Stati come l'atto che finalmente conduca a quella collaborazione ad ampio respi ro fra le grandi Potenze occidentali senza di cui non si avrà mai una sicura stabilità. Naturalmente occorre uscire dalle posizioni equivoche contenute in un frasario vago che ha fatto il suo tempo; l'esempio della neutralità del Belgio sta lì a provare che ogni passo verso la collaborazione e verso la pace deve poggiare su due condizio ni: prima, l'assoluta parità fra tutti i contraenti; seconda, la eliminazione delle interferenze societarie. Nei confronti della Spagna il parallelismo delle direttive di Roma e di Berlino è perfetto: regimi bolscevichi nella penisola iberica sono inconcepibili; il regime di Franco è l'unico che possa condurre alla ricostruzione di una Spagna integra e forte, indispensabile alla pace e alla civiltà d'Europa. Italia e Germania hanno aderito al nonintervento e ai suoi controlli; furono esse che fin dall'agosto sostennero un accordo contro il reclutamento dei volontari; ma questa buona volontà non può spingersi al punto da chiudere gli occhi dinanzi alle continue, sistematiche violazioni del nonintervento specialmente attraverso la frontiera dei Pirenei. Non si svela un calcolo diabolico affermando che gli avversari dell'asse Roma-Berlino concentravano le loro maggiori speranze su eventuali rivalità e complicazioni nel bacino danubiano e particolarmente nei riguardi dell'Austria; invece è proprio su questo terreno che si sono avute realizzazioni feconde le quali hanno misurato la tempra degli accordi dell'ottobre scorso. Dal riavvicinamento italo-turco, al miglioramento dei rapporti fra Belgrado e Sofia, all'intesa capitale fra Italia e Jugoslavia è tutto un complesso ringiovanimento di rapporti che ha trovato nella politica estera del Reich non solo comprensione ma simpatia; altri sviluppi di una simile attività non mancheranno di riscuotere la solidarietà di Berliju> che vede nella collaborazio¬ ne autonoma dei vari Stati, la migliore difesa contro le minacele del bolscevismo e dei suoi complici. In quanto all'Austria, dopo tante campagne di basse menzogne, l'incontro di Venezia ha: sottolineato l'artificio di contrapposizioni assurde: i Protocolli di Roma e l'Accordo dell'll luglio hanno segnato contorni di un sistema di cui la Germania è parte integrante. Questo è un bilancio rapido e sommario di un'opera che von Neurath nei suoi colloqui col Duce e col conte Ciano avrà modo di esaminare in tutti i suoi elementi, colla valutazione precisa di chi possiede i più segreti fattori di giudizio. L'amicizia italo-tedesca è una realtà viva, non è un fatto archiviabile; dall'ottobre ad oggi mai, in alcun momento, di fronte ad alcuna situazione sono mancati i contatti per il funzionamento dell'asse. Ciò si verificherà anche per l'avvenire; e siamo lieti che dopo la visita di von Neurath, si preannuncia quella di un altro fra i più eminenti collaboratori del Fiihrer, il Ministro della Reichswehr, generale von Blomberg. Questa notizia è già stata sfruttata per lanciare le voci di un'alleanza militare; non bisogna camminare tanto lontano: quando si è amici, quando si ha la precisa coscienza di solidarietà sostanziali, non c'è campo di attività su cui non siano utili consultazioni; la diplomazia moderna vive di realtà e non di astrazioni. Siamo in periodi in cui i problemi militari, i problemi economici sono basilari per un orientamento politico che miri alla pace, all'equilibrio, alla giustizia. Nulla può e deve essere lasciato al caso, tanto meno la demenza di chi scivola sulla china pericolosa delle crociate ideologiche. Alfredo Sìgnoretti ROMA
Persone citate: Alfredo Sìgnoretti, Ciano, Duce, Von Neurath
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