Il mistero di una lettera

Il mistero di una lettera LA SCIAGURA DEL FREJUS Il mistero di una lettera Maria Dezzani e la figlia Eugenia, — la prima madre e la seconda sorella della sventurata Bianca vittima della tormenta scatenatasi sul Frejus dove l'aveva accompagnata l'amante Pierino Ferrerò — di ritorno da Bardonecchia dove hanno pregato e pianto sulla tomba della congiunca, sono venute al nostro giornale a parlarci, con semplici parole, rotte dai singhiozzi, delle circostanze in cui la loro povera Bianca aveva conosciuto il giovane fabbro. Era stato per la festa della Barriera di Milano; la Bianca insie me ad un'amica tale Gelsomina Ferrando si trovava davanti ad un cinematografo a guardare le fotografie di alcune scene del film quando a loro si avvicinarono tre giovani: uno era il Ferrerò e gli altri due tali Tarquinio Mal lori e Pietro Faletti, anch' essi operai ed abitanti in regione Barca come il Ferrerò. Dopo lo ^cambio di alcune innocenti parole, il gruppo entrò nella sala a vedere lo spettacolo. Da quel giorno il Pierino andò ad aspettare la Bianca e la accorri pagnava ad un Bar di via XX Settembre dove essa era occupata, o a casa. La ragazza lo riteneva scapolo e quando due mesi dopo l'amica Gelsomina la avverti che il Maltoni e il Faletti le avevan detto che il Ferrerò era sposato, rimase trasecolata. All'amante essa disse che intendeva troncare ogni rapporto, e i giuramenti di lui, le sue proteste non valsero che a convincerla per metà. Si confidò con la madre e poiché il Ferrerò le aveva detto dove abitava in regione Barca, aggiungendo che la ca- a a e e e, e a d e l o e i ò o. d o o e e e n e - a d a e e i a » i e a l è e, a sa era di proprietà del padre, decise di scrivere al padre suo. Cosi fece, anzi subito dopo avere impostata la lettera, ne avverti il Ferrerò che approvò l'atto della fidanzata. A schiarire l'orizzonte giunse la lettera di risposta che recava la firma del padre del Ferrerò. In essa era detto che il Pierino era scapolo, ma che aveva poco cervello, poca serietà, e che era bene non dargli eccessivamente retta. Queste riserve ebbero l'effetto di non far sorgere alcun dubbio sull'autenticità della lettera stessa che ora la madre ha consegnato al Commissario di P. S. della sua Sezione. Da allora il Pierino frequentò la casa della Bianca anche perchè — cosi affermano le due donne — dimostrava l'Intenzione di sposare la ragazza. Poi, come un colpo di fulmine, venne il giorno della fuga, e successivamente la bufera si addensò ancor più quando i Ferrerò andarono alla casa di vicolo Leopardi a svelare alla povera madre che Il giovane che era fuggito con sua figlia non solamente era sposato, ma aveva per soprappiù due bambine. Fu infine la catastrofe quando la Maria Dezzani seppe della morte della sua Bianca. Già non appena ricevuta la prima cartolina avrebbe voluto accorrere per strappare la figlia dalla triste china su cui si avviava ma il non poter disporre dei soldi del viaggio l'aveva trattenuta. — Anche ora, se abbiamo potuto andare a pregare sulla sua tomba — ci ha detto fra i singulti la vecchia donna — lo dobbiamo all'assistenza del Fascio che ci è venuto in aiuto. Ma potrò ancora ritornare lassù dove la mia figliuola dorme l'ultimo sonno? Ormai che la sventura mi ha cosi duramente colpita avessi almeno la consolazione che la sua salma fosse portata nel nostro cimitero. La vecchia Maria Dezzani non dispone che di una modesta pensione assegnatale per un figlio morto nella grande guerra, e di ciò che guadagna un suo figliuolo apprendista: 30 lire la settimana. L altra figlia Eugenia è sposata a deve pensare a sé. Quanti dolori mi ha serbato la vita! — ha concluso la sventurata mentre, sorretta dalla figlia, se ne andava barcollando. à al i a è e, e e a a à a i o l i Due operai travolti dal crollo di una tettoia S. E. il Prefetto visita i feriti di cui uno è gravissimo Un crollo edilizio è avvenuto stamane in Borgata Vittoria, precisamente In via Vittoria, nel cortile dello stabile segnato col n. 26, di proprietà del signor Antonio Aloi, dove si stava terminando di costruire un capannone. Il soffitto in cemento armato e mattoni, di fresca costruzione, è crollato ed ha travolto due muratori. Nell'interno del capannone erano il mu ratore Pierino Bonaglla, d'anni 28, residente a Druent, fratello del noto pugile, e il manovale Raffaele Cappannella, d'anni 25, abitante In via Ciamarella n. 9. Le persone accorse tentarono subito di liberare 1 disgraziati, mentre altri avvertivano i pompieri che subito giungevano con una autoambulanza e carro attrezzi. Anche il comandante ing. Viterbi si recava sul posto. Si recavano sui luogo pure S. E. il Prefetto, il Vice-Questore, il Commissario di P. S. della Sezione Madonna di Campagna. Nel frattempo i disgraziati muratori venivano estratti dalle macerie. Mentre il Bonaglla non aveva riportato gravi ferite, lo stato del Cappannella appariva estremamente grave, oltre a ferite e lacerazioni multiple, aveva riportato lo schiacciamento del torace e la commozione cerebrale; è stato giudicato in fin di vita. Il suo compagno guarirà in 15 giorni salvo complicazioni. Poco dopo giungevano all'Astanteria Martini, dove i feriti erano stati portati, S. E. il Prefetto e le autorità, che rivolgevano parole di conforto agli infortunati.

Luoghi citati: Bar Di Via Xx, Bardonecchia, Milano