CALDA RIAFFERMATONE DI AMICIZIA a conclusione dei colloqui di S.E. Ciano a Tirana di Guido Baroni

CALDA RIAFFERMATONE DI AMICIZIA a conclusione dei colloqui di S.E. Ciano a Tirana CALDA RIAFFERMATONE DI AMICIZIA a conclusione dei colloqui di S.E. Ciano a Tirana Fervide dichiarazioni di Re Zogu Tirana, 30 notte. Stamane alle ore 10,30 il Ministro degli Esteri italiano Sua Ecc. il conte Ciano si è recaco al Palazzo Reale, dove ha avuto un secondo lungo colloquio con S. M. Re Zogu. Alla fine del colloquio è stato diramato il seguente comunicato ufficiale: « Durante il soggiorno del conte Ciano a Tirana, dal 28 al 30 aprile, e nel corso di ripetuti e cordialissimi colloqui che il Ministro degli Esteri d'Italia ha avuto con S. M. il Re Zogu I e con i più autorevoli esponenti del Governo albanese, sono stati ampiamente esaminati i rapporti politici ed economici tra l'Italia e l'Albania. Da ambo le parti sono stati confermati i sentimenti di profonda amicizia che uniscono i due Stati alleati e che si fondano nel trattato del 22 novembre 1927 e sugli accordi del 19 marzo 1936, ed è stato confermato il proposito di sviluppare le relazioni esistenti, in armonia anche con i recenti accordi tra l'Italia e la Jugoslavia del 15 marzo scorso, nell'interesse generale della pace e della ricostruzione, e in quello dell'Italia e dell'Albania. GevsscrssnlobasApacvnscpabpbinMRteqtt«Il Governo albanese ha despresso il suo vivo apprezzamento per il contributo fattivo dato dall'Italia al progresso ed al benessere dell'Albania, ed il Ministro degli Affari Esteri ita-1 IaMano, a nome del Duce e del Governo fascista, ha rinnovato le assicurazioni della provata amicizia italiana ». Poscia Re Zogu, alla presenza uclobddel conte Ciano/del Ministro |^degli Esteri Libohova e del R. Ministro d'Italia Jacomoni, ha ricevuto nel suo gabinetto gli inviati speciali dei giornali italiani, ai quali ha fatto le seguenti dichiarazioni: « Sulle relazioni italo-albanesi vi dirò che non è cosa più naturale al mondo dell'amicizia fra i nostri due Popoli. Per la situazione geografica e per la situazione economica dei due Paesi è del tutto naturale che i nostri rapporti siano fraterni. Grande è l'amicizia del mio Popolo e mia personale per l'Italia fascista, a capo della quale è un grande Uomo, che ha saputo dare all'Italia una gloria che è ormai universalmente affermata. E' un dovere patriottico di voi giornalisti fare tutto il possibile perchè questa amicizia sia eterna. Approfitto dell'occasione per esprimere la mia gioia per la presenza del conte Ciano: visita che ha un signifi- sfli scntCcrresismafredsssScato di rnanif estazione di amici- \ czia e che sottolinea le. intime relazioni frn. j vostri due Paesi, basate suoli affettuosi sentimenti dei due popoli». qnsplsectztgctLegazione italiana, dove il nostro I lMinistro ha offerto un pranzo, se- dguito da un festoso ricevimento, | da tutte le personalità del Governo jnLa terza giornata (DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE) Tirana, 30 notte. " Il viaggio del conte Ciano si è concluso questa sera, come si era annunziato l'altro ieri mattina, nel segno dell'amicizia. Mentre telegrafo, nell'elegante sede della della Corte albanese e al Corpo diplomatico, si svolgono i commiati. Fuori, per le vie e le piaz- medze di Tirana, una immensa folla j ntumultua da tre ore, accesa d'en- ! tusiasmo, gridando il nome di Cia no fra raffiche di acclamazioni al Re Imperatore d'Italia, al Duce, al re Zogu. Nell'alto clamore, fra lo sfolgorio delle luci, nel palpito delle pittoresche fiaccolate, i destini del piccolo fiero popolo albanese appaiono più che mai congiunti a quelli del popolo italiano. La manifestazione della folla assurge, nella sua calda imponenza, al valore di un rito, di una solenne consacrazione. Questo incontro degli uomini di Stato dei due Paesi ha avuto il profondo suggello del consenso popolare, senza di che le manifestazioni diplomatiche restano sterili e fredde esercitazioni professionali. Questa sera i diplomatici hanno secondato la volontà dei popoli: la loro opera sarà feconda. Fra gli italiani d'Albania La dimostrazione di questa sera non è la sola che abbia salutato il conte Ciano nel corso della terza giornata da lui trascorsa !n Albania. Oggi, al suo ritorno da Kruja — patria di Soanderberg — gli italiani d'Albania l'hanno voluto, qualche tempo, tutto per loro, nella Casa del Fascio. C'erano le Camicie Nere di Tirana e quelle di tutta l'Albania, anche dei centri più lontani. Ed era anche presente il Nunzio apostolico Mon. signor Antoniutti. Il richiamo è stato più forte delle distanze, dei disagi, della spesa dei lunghi viaggi: la mobilitazione è stata integrale. Quando il Ministro è giunto, il quadro che l'ha accolto era quello che si offre sempre, da due lustri a questa parte, dove vive una comunità di italiani. Spettacolo d'ordine, di disciplina, di cameratesco affiatamento, di soncorde unità spirituale nel culto dei supremi valori civili e patriottici. Anche i simboli erano quelli che esprimono l'immutato ardore del' la nostra fede politica, di noi S4 milioni di cuori. Gagliardetti, sulle cui sete spiccano a lettere d'oro nomi di Caduti e di Martiri, cari allo spirito della Nazione; uomini in camicia nera che ostentano sui validi petti i segni e le decora drrzioni delle guerre combattute; Giovani Fascisti, sempre baldi di esuberanti energie, Piccole e Giovani Italiane nella semplice divisa in bianco e nero, e Avanguardisti e Balilla. In testa ai gruppi, come comandanti dinanzi ai loto reparti, consoli, segretari di Fasci, capi e animatori di quelle scolte di italianità in terra straniera che sono oggi le nostre colonie. Il nostro Ministro a Tirana, nobile Jacomone, ha detto per tutti al Ministro la gioia e la riconoscenza della comunità italiana di Albania per questa visita, come per la continua attenzione, per la assistenza morale e materiale d; cui la Patria fascista circonda la vita dei connazionali che lavorano in-Albania, consci della responsabilità che comporta il loro compito reso più arduo e delicato per il fatto di svolgersi fra gente amica e alleata. Il conte Ciano ha risposto con brevi parole di compiacimento portando alle Camicie Nere d'Albania il saluto del Duce. Spesso interrotto da fervidi applausi, il Ministro ha concluso col saluto al Re Imperatore e al Duce, suscitando un'ondata di incontenibile entusiasmo in tutti i presenti i quali hanno accompagnato l'ospite illustre fino all'automobile, intonando le strofe dei canti squa dristl e lanciando possenti alala Italiani d'Albania sono andate al Condottiero della nuova Italia. Bilancio di un viaggio Le parole del conte Ciano agli un uditorio particolarmente indicato a comprenderne l'intimo valore. I nostri 'connazionali d'Albania hanno sotto gli occhi, modesti appassionati artefici essi |^sidi un opera grandiosa, l'e sempio vivo e palpitante della forza espansiva della civiltà italiana e di ciò che essa valga per i popoli amici che accettano .la sua collaborazione. Ma questo riconoscimento sarebbe poco se venisse solo dagli italiani: questi tre giorni trascorsi dal Ministro Ciano in Albania hanno mostrato come esso sia condiviso dall'intero popolo albanese. Dalle alate, illuminate parole di re Zogu alle schiette disadorne esclamazioni dei contadini, dei pastori, accorsi nella capitale, dalle impervie regioni dell' interno, è stata una ininterrotta catena di manifestazioni che hanno portato all'Italia l'attestazione della profonda utilità e del nobile disinteresse della sua opera. Sgombra di egoistiche preoccupazioni, aliena da miopi esclusivismi, l'Italia ha speso qui intelligenza e fatica dei suoi figli per favorire il progressivo consolidamento del giovane Stato, servendo a un tempo la \ causa della comune amicizia « quella della civiltà. La nostra azio ne politica e diplomatica, in que sto importantissimo settore europeo, dove già altri paesi sono oggi legati a noi in un compito di ricostruzione, è fondata su basi non equivoche, anzi, di una limpida chiarezza, e si volgono ad obbiettivi in cui si realizza la conciliazione degli interessi di tutti. Oggi, nell'udienza che ha avuto l'amabilità di concedere a noi giornalisti italiani, al seguito del conte Ciano, re Zogu ha tracciato, sinteticamente, non solo il bi I lancio attuale, ma anche le splen dide prospettive che l'avvenire | dischiude alla amicizia italo-alba jnese; e non diversi motivi trovia mo affermati nel comunicato con elusivo dei colloqui che 1' inviato del Duce ha avuto in questi gior- j ni nella capitale del giovane regno; ! Il trattato del 1927 e gli accor- i o , a o a — o i e . è i a e e o e 4 o i i o a di del 1936 restano il cardine dei rapporti italo-albanesi; la felice esperienza di un decennio sarà il punto di partenza di più intense realizzazioni. La funzione dell'amicizia fra l'Italia e l'Albania viene anzi riconfermata ed avvalorata nei confronti di più recenti manifestazioni della politica fascista. Tipico è, al riguardo, l'accenno del comunicato al trattato italojugoslavo. Si voleva che questo trattato significasse un elemento di turbamento nel quadro delle posizioni italiana, balcanica e danubiana; esso si rivela, invece un fattore di consolidamento e di equilibrio. La verità inoppugnabile è questa: grazie all'Italia, ed esclusivamente per opera sua,' la Jugoslavia ristabilisce nuovamente una atmosfera di collaborazione con l'Albania, con piena soddisfazione anche di questa ultima. La visita a Kruja Non sì può escludere la cronaca del viaggio del conte Ciano in Albania, senza un accenno alla visita che egli ha compiuto a Kruja, dove, come ieri a Berat, si eremo raccolte tutte le popolazioni dell'aspra, alpestre regione. Si giunge a Kruja da Tirana, per una strada impervia che gira intorno a montagne bianche, di roccia, dai fianchi ripidi, punteggiati di olivi o chiazzate del verde macchiato delle pinete. Montagne rotte, qua e là, in anfrattuosita profonde che sono altrettante vallate, rifugi di pastori, oasi di pace e di tranquillità primitiva. Poche centinaia di case, che sorgono in una stretta gola, arrampicate sulle pendici dei monti, sono tutta Kruja, abitata da un popolo di pastori e guerrieri e che rappresenta la capitale spirituale dell'Albania. Dalle più lontane case, oggi, tutu i montanari erano scesi nell'angusta valle, d<T""iri alle botteghe artigiane addobbate con mille cianfrusaglie, parate a festa, coperte di bandiere, incorniciate di rami d'olivo e di ciuffi di erbe selvatiche, con schiere di fanciulli e di bimbe, nei loro vaporosi indorati giubbetti. Quando il conte Ciano ha fatto ; il suo ingresso nella città è stata utu11dtodCmlalahgdl'stidfatoddPneleeSspmsbpccvddvalel'l'Titdpladrtvlrtdcuczcrd1totgnlsactnRiGctsvsinmtlpdsais una dimostrazione di ardente entusiasmo. 11 prefetto ha portato 11 saluto della popolazione; quindi, il Ministro, seguito dalle autorità e dal popolo festante si è diretto per le scoscese strade al Castello di Scanderberg che domina, con le sue gloriose rovine, la città natale dell'eroe albanese. La visita si è svolta fra la dilagante esultanza della folla che ha dimostrato tutto il suo orgoglio e la soddisfazione più profonda, vedendo il rappresentante dell'Italia rendere omaggio al luogo sacro al sentimento nazionale. Particolarmente fiero il saluto delle donne albanesi. Fra il viluppo dei fazzolettont candirli, annodati sotto il mento, puntavano sull'ospite di eccezione le batterie dei grandi occhi, carichi di corrusca gioia. Parevano liete di mostrare al Ministro del Paese alleato, soldato e esponente di un popolo di soldati, le testimonianze della più alta espressione guerriera della loro Stirpe. Quando il conte Ciano ha lasciato l'alpestre nido, tutto il popolo si è stretto intorno alla sua macchina in un pittoresco, festoso tumulto, mentre dall'alto dei bianchi minareti svettanti con le punte aguzze su dai roccioni chiazzati di verde, il « muezzin » chiamava alla preghiera, con ima voce che era spesso soverchiata dalle ovazioni. Ricorderemo la scena come una delle più caratteristiche e commoventi di questo nostro soggiorno albanese; ed anche come una delle più altamente espressive dell'anima del Popolo albanese verso l'Italia. Glorioso anniversario AI suo giungere questa sera a Tirana, il Ministro degli Esteri italiano è stato accolto dagli alala dei connazionali. Questo giorno è per lui particolarmente caro. Con la sua calda parola, il Ministro dava oggi a questi nostri camerati che vivono lontano dalla Patria l'incitamento a proseguire verso i più radiosi destini dell'Italia imperiale elogiando la loro operosità, e quando parlava si sentiva vibrare l'animo dello squadrista, del valoroso combattente che vittoriosamente solcava, or è un anno, il cielo di Etiopia. E al comandante della « Disperata azzurra » si sono stasera levati i canti pieni di entusiasmo e i prorompenti applausi dei lavoratori e delle Camicie Nere. Il 30 aprile 1936 Galeazzo Ciano sfidando tutti i pericoli e superando tutti gli ostacoli toccava per primo la capitale dell'impero dell'ex negus giungendo nel cuore delle forze nemiche sbigottite da tanto valore e da tanto coraggio. Oggi lo stesso uomo, a distanza di un anno, agli ordini del Duce traccia con perizia e intelligenza, con lealtà e decisione il cammino della nuova Italia imperiale ne] mondo. Rappresentante perfetto del nuovo italiano del tempo di Mussolini, Galeazzo Ciano, quando stasera cantava gl'inni della rivoluzione tra i nostri connazionali delle scuole e del Fascio di Tirana aveva con sè tutta l'Italia, e il pensiero delia patria entusiasmava e inebriava questi nostri fratelli pionieri instancabili della nostra marcia nel mondo. Oggi lungo tutto l'Adriatico per opera della politica fascista ogni nube è scomparsa e un nuovo clima non tarderà a dare I segni evidenti della sua azione efficace. Le giornate albanesi del Ministro degli Esteri italiano sono la riprova dell'intensità e della sincerità dell'amicizia di questo popolo che ci ammira e ci segue e che dopo secoli di lotte, dopo decenni e decenni di incertezze vuole ritrovare con noi le sue antiche glorie, vuole esso pure camminare ed elevarsi nella civiltà di Roma e del Fascismo. Guido Baroni lpddfcngCdSdilspmSpptvddslmtzlsnddtfisictdvdrvrSlnPmcPhVfnlvcsadbgdtnppmmGtL