La politica estera francese al rimorchio di Londra di Concetto Pettinato
La politica estera francese al rimorchio di Londra La politica estera francese al rimorchio di Londra Parigi, 27 notte. La visita di Goering a Mussolini precedendo a breve distanza quella di Von Neurath e di Von Bomblerg e collocandosi a mezza strada di una serie di prese di contatto italo-germaniche che van-no dal viaggio del conte Ciano a Berlino a! presunto futuro incon fra il Duce e il Fiihrer pro spetta per la prima volta in modo Perentorio sfere francesi la senetà detrasse Berlino-Roma. Di questa formazione si era a lungo sorriso con sufficienza interpretandola una manovra tattica destinata a sfondarsi da se per poco che Parigi e Londra mostrassero di non prenderla sul serio e a dar luogo da parte dell'Italia a un « mea culpa » umile e sottomesso che avrebbe reso prima o poi estremamente facile per il Quai d'Orsay e il Foreign Office raddrizzare la situazione cavandone per sopramercato non pochi vantaggi pratici e di prestigio. Tale interpretazione comincia a passare di moda. Lungi dall'at- no ormai non lontano il giorno che ne scaturirà ima alleanza. Il bilancio della politica italiana della Francia dall'avvento del Fronte rèc^sTdeU'asse Berlino- ^™' * prevede ;tempi sarebbero state proclamate catastrofiche. Ma per giungere a constatazione di questo gene- l bisognerebbe che il Parlamento'francese fosse ancora un Parla- P°P°lare si conclude così con una j, onelle liauidazioni che in altri|"~:" pror7onrer;egsp ™a7mo.55^ teùftCS^8 ° ancne in arancia ne^Ti!^16™*?!»1^,0 ^i°Lìì,"posizione contano più gran cosa: nessuno vi parla dunque di catastrofe all'infuori di pochi isolati del tipo di un Tardieu, di un Lémery, di un Recouly la cui voce echeggia nel deserto. In quanto agli interpreti del pensiero ufficiale' costoro se la cavano gettando ia colpa dell'accaduto sull'Ita- i Ha. e presentando la politica este-jra di Roma come un'aberrazione ! gratuita contro la quale Parigi èj priva di ricorso quanto di respon- [ sabilìtà. _ | Sarebbe vano in tali condizioni j attendersi da parte di queste sfe- re una qualsiasi reazione intesa a ! modificare il corso degli eventi. j Come abbiamo notato da vari me- si a sazietà,-la politica estera fran- jeese è diventata di una passività mussulmana. Rassicurata dagli ar-gamenti inglesi e dagli arma- menti russi, la Francia non reagì- sce iu proprio conto se non ,K! 5 „J1 „„„„-r„ npr non- ^ tanto che le occorre per non : perdere il contatto con Londra ei-i» a— ii -™tn "ineh| Mosca. Per tutto il resto, j Allah», come Dio vuole! Non certo Delbos che manderebbe Roma un nuovo Barrère per disfare una nuova triplice alleanza. D'altronde il presupposto settari-. ^ stico non è senza influenza su queste atteggiamento. Italia e Germania non sono forse due Stati « autoritari » ? Francia e Inghilterra non sono forse due « grandi democrazie »? E' dunque bene che i due primi si trovino da un lato della barricata e i due secondi dall'altro. Non mescoliamo « les torchons avec les serviettes », come dice un motto popolare, e ciascuno se ne stia coi suoi. La Francia, che continua a tenere acceso il lumicino davanti all'imagine della Lega delle Nazioni, si è fatta da un anno in qua una coscienza antisocietaria, una coscienza bloccarda. La sua stessarelativa indifferenza di fronte alladefezione della Polonia o del Bei gio e all'allentarsi dei vincoli del la Piccola Intesa è sintomatica, La facoltà di concepire e a maggior ragione di attuare un dise gno internazionale fondato sull'interesse generale si è ristretta in essa sino a non essere più se non UIla facoltà di occuparsi delle pro Prì« alleanze immediate. Delbos ha fatto un'esposizione della sua politica estera al consiglio dei ministri di stamane. Egli si è occupato in particolare del convegno di Venezia, del viaggio di Beck e dell'accordo anglo-franco-belga. Un'esposizione analoga verrà da lui fatta dopodomani davanti alla commissione degli este¬ ri della Camera. Circa il Belgio, pare che il ministro abbia assicurato i colleghi che per il momento Spaak si asterrà dal negoziare con Berlino un patto di neutralità, il che è conforme a quanto avvertivamo ieri sera. Il disegno del Quai d'Orsay sarebbe tuttavia quello di affidare l'avvenire dei suoi rapporti col Belgio sopratutto ai buoni uffici dell'Inghilterra la quale non essendo legata dal patto coi Soviet ispira a Bruxelles minore diffidenza che non la Francia. In quanto al viaggio di Beck in Rumania, Delbos non ha potuto rifiutarsi ad ammettere che il suo collega polacco ha patrocinato nella capitale rumena una causa che non è precisamente quella della Piccola Intesa nè quella della Francia. Il viaggio di Beck lascia presagire nuovi progressi del distacco in corso fra la Rumania e la Cecoslovacchia, e rende più probabile la conclusione di un patto fra Roma e Bucarest. Evidentemente, dopo il viaggio a Parigi del maresciallo Rydz Smigl e la concessione del noto prestito, il Quai d'Orsay si riteneva in diritto di poter contare sulla solidarietà della Polonia. Ma quando il successore di Pilsudski pronunciava il famoso brindisi di Rambouillet, l'asse Berlino-Roma non si era ancora affermato, e ciò spiega molte cose. Concetto Pettinato
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