L'ORDINE DANUBIANO nei piani della realtà

L'ORDINE DANUBIANO nei piani della realtà I COImZmOQVI Ul VENEZIA L'ORDINE DANUBIANO nei piani della realtà Berlino, 24 notte. La stampa unanime esprime la sua soddisfazione pei- i risultati di Venezia, i quali, in complesso, sventando le molte manovre di stampa, che avevano preceduto ed accompagnato gli incontri, hanno anzitutto dimostrato come ancora quello che definitivamente prevale a Vienna, come a Roma, per quanto riguarda il bacino danubiano è l'idea fondamentale che un assetto economico politico di quella regione, senza la Germania, a non dire contro la Germania, non avrebbe senso nè potrebbe avere stabilità o durata, altrettanto quanto non ne avrebbe un assetto che prescindesse dall'Italia o che fosse contro l'Italia orientato: e ciò, semplicemente, perchè nell'un caso e nell'altro contrasterebbe alla legge stessa, naturale, storica e geografica del territorio; e che, perciò, tutti i piani più o meno antigermanici o antiitaliani suggeriti da Praga, come da Parigi, hanno trovato a Venezia probabilmente la loro tomba definitiva, di fronte a un riconoscimento chiaro, esplicito e convincente della realtà storica e naturale della regione, che è ciò che ha costituito il grande apporto politico delle giornate di Venezia. Politica riconfermata Sono i « piani della realtà » che hanno avuto il sopravvento definitivo sui « piani della fantasia » e dell'intrigo e della superfetazione politica, come si esprime il Berliner Tageblatt. E' quello che il comunicato di Venezia mette in evidenza nella affermazione che un ordine danubiano non è possibile nè attuabile senza l'attiva partecipazione della Germania, che è naturalmente quanto mai adatta a destare in questa stampa il massimo della soddisfazione; ed è quello ancora che i più dei giornali esprimono nella formula che i risutati di Venezia significano il pieno rinsalda™ento del frammento Austria nell'asse Roma-Berlino, come non altrettanto era prevedibile, in corrispondenza degli accordi dell'll luglio. In complesso i più significativi ed espressivi commenti tedeschi sono quelli che tutti questi lati ed aspetti dei risultati di Venezia comprendono e riassumono, nel complessivo giudizio, che sostanzialmente nulla di «sensazionale» o anche soltanto di nuovo è accaduto a Venezia e che tutto consiste nella pura e semplice conferma della politica austro-italiana finora seguita, quella, cioè, dei Protocolli di Roma e insieme, degli accordi dell'll luglio e, come si può ora sempre più conseguentemente aggiungere, quella dell'asse Roma-Berlino; tre fondamentali strumenti diplomatici che sempre più dopo Venezia si sono armonizzati a fare, insieme, corpo e sistema, sistema tuttavia non chiuso, dappoiché — come i giornali osservano — è condizione e prezzo dell'ordinamento danubiano contenuto nel sistema che esso sia esteso a tutti gli interessati. Rappresentativo del giudizio tedesco ci sembra il commento del Frankfurter Zeitung: « Il comunicato — dice il giornale — lascia vedere senza possibilità di equivoco, come la linea fondamentale della politica austriaca ed italiana rimanga inalterata; quella, cioè, che è stata posta dagli accordi, questa estate, sia fra l'Austria e la Germania, che fra la Germania e l'Italia ». Piani falliti Il giornale ricorda qui la dichiarazione fatta dal conte Ciano a Monaco, sulla concorde opinione cosi dell'Italia come della Germania, che il desiderato consolidamento del territorio danubiano, il quale ha premesse soprattutto economiche, possa essere promosso soprattutto sulla base degli accordi dell'll luglio e su quella dei Protocolli di Roma. « E' questo pensiero — dice il giornale — che da Venezia è rimasto solennemente confermato, con il corrispondente fallimento dei piani disturbatori di Praga e di Parigi ». Il giornale insiste quindi nel non vedere nel comunicato nulla di sorprendente, e mette in guardia contro qualsiasi illazione ohe potrebbe esserne tratta, la quale non vi fosse contenuta. E ripete: « Le vie e gli scopi sono rimasti gli stessi. Il lavoro per la istaurazione dell'ordine nel Danubio è nello stadio della preparazione e delle premesse; ma verrà con la preveduta avvedutezza condotto avanti con successo ». Anche la « Deutsche Allgemeine Zeitung » scrive che il comunicato sarà appreso in Germania con soddisfazione, soprattutto per l'affermazione che, senza- la partecipazione attiva della Germania non è possibile un ordine nel territorio danubiano. « L'asse Roma-Berlino ed i Protocolli di Roma sono stati a Venezia organicamente collegati insieme. Essi si dimostreranno in avvenire sempre meglio, insieme con fll accordi dell'll Luglio, come elemento essenziale della sicurezza e dell'ordine, non soltanto per i paesi partecipanti, ma anche, come dimostra raccordo italojugoslavo, molto al di là ». Il giornale conclude prendendo poi atto con soddisfazione anche delle supposizioni della più autorevole stampa ufficiosa italiana, circa le ripercussioni che dai risultati di Venezia si attendono nello sviluppo interno della politica austriaca; il che è quanto non mancano di fare anche gli altri giornali, non tanto per dedurne che ciò costituisca propriamente qualche cosa di nuovo — che an¬ che il progetto di nomina di un referente per il fronte nazionale e l'ammissione di nazionalsocialisti nel fronte tedesco sebbene alla | spicciolata c non come corpo, erano, come si sa, già idee e propositi precedentemente espressi da Schusschnigg — bensì per obbiettivamente farne rilevare come dal pacato e persuasivo esame fatto a Venezia di tutti gli elementi della situazione e dall'opera italiana di armonizzazione dei tre accordi diplomatici che sono alla base di tutto, anche ogni ultimo ostacolo eventuale possa ormai essere tolto a simili conseguenze di politica interna austriaca le quali non potrebbero se non anche meglio contribuire alla reale pacificazione della situazione. Giuseppe Piazza Constatazioni inglesi Londra, 24 notte. Due sono i punti che la stampa inglese particolarmente sottolinea nei riguardi dell'incontro italo-austriaco di Venezia e cioè: 1) che esso costituisce la prova della completa identità di vedute dei governi di Roma e Berlino in materia di politica estera; 2) che non è il caso di parlare di intimo riavvicinamento politico fra l'Austria e la Cecoslovacchia. A queste constatazioni conducono varii fatti e tra l'altro l'affermazione del comunicato di Venezia che senza l'attiva partecipazione della Germania nessun problema dell'Europa centrale potrebbe essere risolto, certe previsioni di un autorevole giornale romano e, non da ultimo, la stessa visita che il Duce ha fatto a un piroscafo tedesco ancorato nella laguna, visita, secondo questi commentatori, non priva di significato dimostrativo. L'Austria insomma non potrà essere trasformata, come certi ambienti interessati vorrebbero, in un pomo della discordia fra l'Italia e la Germania, ma invece, non ostante tutti questi, piccoli fatti che sono stati interpretati come indizio di spostamene radicali dell'equilibrio centro europeo, l'asse Roma-Berlino riafferma la sua esistenza e prova ancora una voi ta la sua solidità. Gli inviati speciali della stampa londinese a Venezia sono andati attivamente alla ricerca del cosi detto pelo nell'uovo dell'amicizia italo-austriaca e a creder loro la ricerca non sarebbe stata vana. E' probabile tuttavia che sbaglino quei giornalisti i quali definiscono « pelo » certi naturali atteggiamenti di indipendenza del governo austriaco, giacché è proprio questa indipendenza che costituisce l'obiettivo della salda amicizia tra i governi di Vienna e Roma. Il corrispondente del « Daily Mail » riferisce al suo giornale i risultati di un suo colloquio'con il dott. Schusschnigg dal quale egli ha voluto ottenere chiarimenti a proposito della questione absburgica. « L'Austria non intende richiamare di Absburgo al momento presente — ha detto il Cancelliere — ma non intende nemmeno rinunciare al diritto di farlo. Noi non vogliamo richiamare gli Absburgo perchè la nostra politica nazionale non è una politica di avventure. Prima di compiere questo passo sarebbe necessario assicurarsi degli effetti che esso potrebbe avere tanto all'interno quanto all'estero. Nelle circostanze presenti è impossibile prevederli con esattezza. D'altro canto noi non vogliamo rinunciare al nostro diritto di restaurare la monarchia perchè così facendo limiteremmo la nostra sovranità nazionale. Del resto nessuno ci ha chiesto questa rinunzia ». Il dott. Guido Schmidt dal canto suo ha dichiarato al giornalista che la conferenza ha chiarificato l'atmosfera ed ha riaffermato la cordialità dei rapporti fra l'Austria e l'Italia.

Persone citate: Ciano, Duce, Giuseppe Piazza, Guido Schmidt