Il viaggio del Po

Il viaggio del Po LIBRERIA Il viaggio del Po L'amore agli studi romani è solo da pochi anni rifiorito in Italia, dopo essere stato, per moltissimo tempo, prerogativa di stranieri, specialmente tedeschi; ond'è che nel rinnovato fervore per tutto quanto ci ricordi le antiche glorie della nostra stirpe, nella luce del nuovo Impero, era vivamente sentita la mancanza d'una guida pratica, organica, ragionata per la visita ai monumenti di che e ricca la nostra fatale penisola. La ml- fliore era il « Cicerone » di Burckardt, opera che se nulla ha perso del suo valore intrinseco, ha perso, per lo meno, la freschezza, pur tanto necessaria. Avviene nel tempo come nello spazio: man mano che ci si allontana, mutano le luci, nuove prospettive ci si offrono, cambia, insomma, l'aspetto delle cose. Non lieve merito di Cesare Jacini è l'aver voluto, appunto, colmare questo vuoto nelle nostre lettere, accingendosi a scrivere questa sua pregevole guida del «viaggio padano» (*), introduzione ad un più vasto « viaggio italico >, che ci auguriamo di veder presto uscire dai torchi. Viaggio padano non tanto perchè si riferisca alla massima valle italica, — l'A. difatti, lungi dall'arrestarsi all'Appennino, spinge l'esplorazione sino al mare, per includere nello studio anche la Liguria — ma perchè, di proposito, egli ha voluto assumere come direttrice di marcia ideale il Po. L'idea di un viaggio a ritroso dei tempi e lungo le rive del fiume non è germinata da capriccio. I corsi d'acqua hanno preceduto di secoli, forse di millenni le strade terrestri nella storia delle comunicazioni umane. I nostri primi progenitori, quando non abitavano addirittura su palafitte, avevano cura di non scostarsi troppo, nel costruire casa, da quell'elemento §rezioso di vita che e l'acqua. Ed quindi logico che i commerci si sviluppassero di preferenza lungo il filo della corrente. La religione cristiana stessa considera il nostro viaggio terreno come una valle di lacrime. Nasce la stirpe, come un fiume, dalla terra, misteriosamente. Entrambi si mescola' no e s'accrescono per via, formano l'imponente massa che un po' per giorno, un po' per secolo, scava la via alle proprie maggiori fortune. A volte, sorge sul diritto cammino l'ostacolo che fa deviare la fatale marcia; l'impeto che pareva dovesse tutto travolgere batte invano i fianchi della montagna, l'onda s'ammansa e muore in un placido lago che si tinge di idilliaci colori. Ma non fidatevi. Tanto più cresce la forza quanto più alte sono le barriere. Dalle lontane origini giungono, per di rupi, i rinforzi e presto scoccherà l'ora in cui l'orda scintillante ritroverà la tortuosa via del proprio destino. L'A. ha trasfuso nella sua opera un senso profondo di romanità. Già nella prefazione egli ci annuncia che solò il disegno romano conta e che da esso mai si discosterà. Tutto si spiega con Roma ed unicamente con Roma. Nè il viaggio cessa, per questo, di essere gioia. Tutto un mondo nuovo si scopre ai nostri occhi, sotto la guida sapiente del N. O, per meglio dire, un mondo vecchio sotto nuova luce. Con eleganza, senza ombra di pedanteria, come un gentile compagno di viaggio che il caso ci ha fatto incontrare ed al quale subito ci si affeziona, egli ci conduce di pietra in pietra, ci introduce nei musei, nelle raccolte private, ci fa rilevare i pregi di questo o quel cimelio, ci mostra come anche i barbari si ingentilissero prodigiosamente, al contatto della nostra civiltà, sicché anche 1 loro più comuni arnesi di guerra e di pace recano, al primo apparire in Italia, il segno di Roma. Entrati nello spirito del libro, non se ne esce più. Le cose già note, che ci eravamo avvezzi a considerare di piatto", come sotto il raggio di un proiettore, ora ci appaiono controluce, d'una luce che viene dai sette colli. Ci si sente romani e come romani si considerano le cose che son successe poi; a conferma del vaticinio secolare d'Orazio. Attraverso i monumenti della Rinascenza e dei Comuni, attraverso all'epoca romanica ed a quello che ci rimane dei barbari, Roma giganteggia. E' l'A. come un esploratore che risalga il corso d'un grande fiume, sia per assicurare l'esistenza a sè ed alla propria colonna, sia nella certezza di giungere, attraverso più frequenti vestigia del viaggio umano, al cuore del paese ed alle sorgenti della sua storia. Quasi a confermare la similitudine, egli ci mostra, con diligente opera di ricerca, come i più insigni monumenti delle nostre origini romane si ritrovino ai punti terminali di questo nostro grande fiume, ossia in Piemonte e nel Veneto. Massimo Escard (•) CESARE JACINI: «Il viaggio del Po (La passeggiata aroheologica »). (Ulrico Hoopli, Milano). L. 120. MARCELLO GALLIAN: «In fondo al quartiere» (Panorama, ed., Milano) 1,. 15. « Almanacco antileUerario Bompiani 1937 (Ed. Bompiani, Milano) L. 16. BIMILLENARIO AUGUSTEO. — Una iniziativa che onora l'Editoria italiana è quella con cui « Edizioni Roma », — che presenta una nuova collezione di «Rea Romanao», diretta dal prof. Uesuni della R. Università di Roma — si appresta a partecipare alle onoranze Augustee. La Raccolta vuole, con i suoi volumetti Illustrare il molteplice dono che Roma fece al mondo in ogni ordine del pensiero e dell'azione; armi, eo<rt1tuztoni politiche, giurisprudenza, filosofia; lettere, arti. Non si tratta di opere destinate Roltunto al mondo degli Btudiosi; esse sono rivolte — per la forma agile e piana ed il prezzo modicissimo (L. 7 il volume) — anche al popolo e alla gioventù; a tutti coloro che desiderano farsi un concetto scientifico della ' romanità, specie nell'imminenza del hi millenario di Augusto cui sono dedicati alcuni volumi della Collezione. Sono intanto apparsi: « Rcs Gestae Divi Augusti» (il lapidarlo testamento politico di Augusto), tosto, traduzione e commento a cura della professoressa Malcovati; Giovanni Costa: «Cesare»; Cesare Giarratano; «Tito Livio». Seguiranno: «Augusto», «Virgilio», «Orazio», «Le Grandi Odi Iniziali del Lihro ni di Orazio» e il «Carmen Saeculare», «Tibullo e Properzio», «Ovidio», « Vitruvio», «Settimio Severo». «Vespasiano», dovuti rispettivamente ai professori Bacchisio, Mntzn. Funaioli. Rostagni, Amatui'ii. l'ighi, Pellati, Momigliano, Bersnnetti. GIOVANNI GERMENA: «Vecchio Piemonte», canti (Tipografia Modernissima, Firenze) L. 3. TAULERO ZUI.BERTI: «Esasperazione », romanzo (Ed. Ha rulli e F., Osimi)) L. 15. Dott. CESARE DONATI: «Agenda tributaria ad uso ilei contribuenti» (Bemporad e F„ Firenze) L. 5. Comaudanto GUIDO PO: «Il Grande Ammiraglio Paolo Thaon di Revel» (Ed. Lattea e 0., Torino) L. 15. GUELFO CIVININI: «Scricciolo e 0. » (Bemporad e F., Firenze) L. 18. FRANCESCO TOMMASINI: «L'Italia alla vigilia della guerra - La politica estera di Tommaso Tittoni » (N. Zanichelli. Bologna) Voi. terzo, L. 32.. B. V. VECCHI: «Nel sud dell'Impero» tFrat. Bocca, editori, Milano} L. 10.