Uno che c'era nel 1911...

Uno che c'era nel 1911... Uno che c'era nel 1911... «Io c'ero nel 1911. C'ero, bene inteso, in qualità di giuocatore, terzino destro, ed avevo compagni illustri: quel Karoly, centro avanti, che dieci anni dopo andò alla Juventus in funzione di allenatore, e Schlosser, interno sinistro 75 volte nazionale, che fu un grande, grandissimo calciatore. La squadra d'Ungheria scendeva per Ut prima volta in Italia. Già ci eravamo incontrati una volta con gli « azzurri », ma s'era giocato a Budapest (arbitro il povero Meisl) e la differenza dei valori ci aveva permesso di vincere comodamente per e a 1. Si trattava di restituire la visita e di scendere in campo a Milano, all'Arena, allora come oggi teatro dei grandi incontri, il 6 gennaio, contro la. nazionale di Italia che aveva uomini di classe quali De Simoni, Binaschi, De Vecchi, Ara, Milano, Leone, De Bernardi, Cevenini, Berardo, Rampini, Corna. Uomini duri, bei combattenti, giuocatori che in maglia azzurra sapevano .far prodigi. Noi s'aveva, allora, fior di campioniIl calcio d'Ungheria era fortissimo. Eppure ricordo le nostre apprensioni per quella gara. Infatti non ci fu facile vincere. Finimmo in vantaggio di un punto, marca to proprio da Schlosser, ma gli « azzurri » conquistarono una autentica affermazione in campo internazionale ». Questo ci ha detto ieri Feldman, ora. allenatore del Torino ed un tempo « asso » della squadra d'Ungheria. Ed lui- soggiunto: « Giuocai altre trenta partite internazionali, ma non mi trovai più contro la- rappresentativa d'Italia Venni in Italia col Makkabi nel 1923 (c'era Weisz, il mio collega del Bologna, e c'era Hirzcr) e battemmo, fra le squadre incontrate, anche la Juventus, per due a uno. Tornai nel 1921), sempre col Makkabi, e allenammo a Bologna Za squadra che l'Italia doveva mandare alle Olimpiadi di Parigi. Si finì uno a uno, con soddisfazione generale. « Ora son passati tanti anni, ho... perso i capelli e messo un po' di pancia,, tuttavia sono tanto innamorato del giuoco che non mi stanco di tornare in campo quoti ogni giorno con i miei ragazzi. E questa partita con l'Ungheria mi ringiovanisce dì venti anni. Il calcio magiaro ha superato un duro periodo di crisi ed ora è abbastanza forte per poter sostenere il con fronto con gli « azzurri ». Ho seguito la preparazione dei miei connazionali attraverso la stampa specializzata. Gli uomini prescelti sono effettivamente i migliori, eccezione fatta per Toldi, che ha preso il posto di Zettgeller, tecnico finissimo, solo perchè ritenuto adatto, per il suo temperamento tutto fuoco, per fronteggiare gli italiani. C'è da augurarsi, pertanto, che Toldi, che non è incensurato, sappia e voglia non essere ancora una volta la bestia nera della squadra. Per il resto l'unità ungherese mi sembra dal punto di vista della tecnica e dello stile, ot tintamente impostata. Sarà, quel-, la di domeìlica, una gran partita e per il risultato non scommetterei neppure cinque lire. Non saprei su chi puntare >. L. C.

Persone citate: Cevenini, Corna, De Bernardi, De Simoni, De Vecchi, Feldman, Karoly, Schlosser, Weisz