L'aumento dei salari e stipendi

L'aumento dei salari e stipendi L'aumento dei salari e stipendi Viva eco tra le masse lavoratrici = Le direttive di massima che saranno date dal Comitato Corporativo = La necessità di miglio» rare sensibilmente le paghe più basse = L'indennità ai disoccupati MILIONI di bilanci laminari Il 30 aprile, sotto la presidenza del Duce, si riunirà il Comitato Corporativo Centrale, per ristabilire l'equilibrio tra prezzi, salari e stipendi. Il problema dovrà essere risolto entro maggio. Chi conosce con quale attenzione il Capo segue la situazione delle masse lavoratrici, intuiva che la decisione era prossima. La Stampa scriveva, il 18 aprile: « Il controllo dei salari e dei prezzi permetterà agli organismi corporativi un costante e sicuro giudizio e soluzioni corrispondenti a quella giustizia sociale che costituisce il programma immutato e immutabile del Regime ». Questi organismi oggi sanno qual'è la volontà del Duce. La situazione dei salari in Ita Ha è oggi la seguente: tra il 1929 ed il 1934 riduzione sensìbile delle retribuzioni causa la crisi mondiale eia legge delle 40 ore. Contem poraneamente gravi sacrifici delle masse per il lungo periodo di disoccupazione. Tra il 1929 ed il 1934 la politica di deflazione ha però diminuito il costo della vita e nuove leggi sociali hanno concesso alle masse lavoratrici vantaggi e privilegi non indifferenti. Alla fine del 1934 si delinea una ripresa della vita economica della Nazione, che si rafforza nel '35 e nel '36. A poco a poco la curva della disoccupazione scende, il numero dei senza lavoro riprende aspetti normali, ma anche il costo della vita aumenta. Nel settembre del 1936 è accordato un primo aumento generale dei salari e degli stipendi tra l'8 ed il 10 per cento. Dall'ottobre dello scorso anno sono sopravvenuti due fatti nuovi: l'allineamento monetario ed una più rapida congiuntura al rialzo sui mercati mondiali. Per molti prodotti e servizi i prezzi interni sono rimasti immutati, ma per altri, indispensabili alla vita, come i grassi e la carne, l vestiti e le scarpe, il carbone ed i mobili, un rialzo è stato inevitabile. Appena tornato dal viaggio in Tripolitania, il Duce ha esaminato la situazione. Nell'ultimo Consiglio dei Ministri ha deciso di affidare agli organismi corporativi non solo il controllo dei salari, ma quello dei prezzi e con successiva decisione ha riunito il Consiglio Corporativo cui è affidato il compito di ristabilire l'equilibrio. Nella vita economica della Nazione, il problema dei salari e degli stipendi è delicato ed importante, errori, in un senso o nell'altro, possono avere conseguenze pericolose. Gli organismi corporativi possono giudicare la situazione nei particolari, ma in linea generale si può affermare con certezza che le industrie sono in grado di sopportare i nuovi oneri, sia pure in diversa misura. Sin dall'autunno scorso il Ministro delle Finanze aveva preso opportuni provvedimenti per limitare la distribuzione dei dividendi delle Società non solo allo scopo di rafforzarne le riserve, ma anche in previsione di probabili nuovi aumenti salariali. L'equa distribuì zione degli utili è un program¬ ma fondamentale del Regime. Un miglioramento dei salari avrà naturalmente come conseguenza immediata un aumento nella capacità d'acquisto della popolazione e quindi del consumo affrettando il movimento di ripresa economica, ma la vigilanza dei prezzi sarà continuata in forma severa. Con la crisi mondiale, incominciata n eli'autunno del 1929, il Regime ha dovuto affrontare l'arduo problema di dar pane e lavoro a tutti gli italiani. Questa necessità rnlCnScmppha imposto allo Stato il compito sdi giganteschi lavori pubblici ed anche la legge delle 40 ore. La stessa guerra d'Africa, a parte le raoioni politiche e morali, mirava a creare nuovi sbocchi all'atti vita nazionale. Risolto il problema della disoccupazione e migliorata la situazione economica generale, il Regime sviluppa il suo programma per elevare con le leggi sociali e con gli aumenti dei salari e degli stipendi il tono di vita della popolazione. Nel discorso dell'ottobre del 1934 agli operai dì Milano il Duce ha promesso: Che cosa significa questa più alta giustizia sociale? Significa il lavoro garantito, il salario equo, la casa decorosa, significa la possibilità di evolversi di migliorare incessantemente. Il salario equo, che ridarà l'equilibrio a milioni di bilanci familiari, ecco il compito che il Duce affida agli organismi corporativi invitandoli ad una immediata soluzione. ztL'adeguamento Roma, 22 notte. L'annuncio che il Comitato corporativo centrale, per volontà del Duce, dovrà occuparsi del problema dei prezzi e dei mezzi migliori atti a risolvere il problema dell'adeguamento dei salari alla nuova situazione, è stato accolto negli ambienti sindacali romani con piena soddisfazione per la tempestività che, come sempre, contraddistingue l'azione mussoliniana. Tale soddisfazione riflette naturalmente quella, calorosissima, prodottasi nei centri operai della Capitale, dove la notizia è stata assai commentata. La produzione « può » Di questa soddisfazione, questa sera si fa autorevole interprete il quotidiano dei lavoratori italiani, che reca un articolo in cui, fra l'altro, è detto: «I lavoratori italiani, dopo quindici anni di Regime fascista e nel decennale della Carta del Lavoro, hanno ancora una volta la prova che nel Regime di Mussolini essi sono importante parte attiva e divengono sempre più dei protagonisti. Quando la produzione < non poteva » gli operai furono in linea con disciplina. Oggi che la produzione « può », il Regime si ricorda dei sacrifici fatti; se ne ricorda ed opera in maniera organica perchè il salario dei lavoratori non è considerato elemento a sè stante, ma rigidamente concatenato alla politica finanziaria dello Stato ». In merito si apprende che il Comitato corporativo centrale darà delle direttive di massima, lasciando alle singole associazioni sindacali il compito di concretare l'aumento da apportarsi ai salari in vigore, a mezzo di appositi contratti di lavoro. Nulla di concreto si sa sulle misure degli aumentipercentuali che potranno forse leggermente variare da categoria a categoria in rapporto alle paghe in corso, in modo da migliorare più sensibilmente i salari più bassi; nè sulla data dell'inizio degli aumenti stessi che si presume tuttavia possa essere concordata per tutte le categorie alla data del 9 maggio, annuale della Fondazione dell'Impero, anche se per necessità tecniche non fosse possibile stipulare per quella datatutti i contratti necessari. Allo scopo di illustrare il valo- re morale e politico, oltreché economico, dell'adeguamento salariale deciso dal Duce, a cura delle Confederazioni dei lavoratori sono state date disposizioni perchè i Sindacati periferici di categoria convochino gli iscritti per un esame della situazione. Ai disoccupati con prole Sull'aumento delle indennità per i figli dei lavoratori disoccupati di cui al decreto 4 febbraio scorso pubblicato ieri dalla Gaz- zetta Ufficiale si hanno i seguenti particolari. Il provvedimento rientra nelle linee della politica demografica perseguita dal Regime che l'Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale fiancheggia opportunamente, con accorta sensibilità. Appunto in vista di tale politica, l'Istituto ha voluto proporre al Ministero delle Corporazioni l'aumento dell'indennità di disoccupazione, considerando la loro specifica situazione famigliare. Come è noto l'indennità giornaliera di disoccupazione agli assicurati, che nel biennio possano far valere non meno di quarantotto contributi settimanali, in base alla legge 4 ottobre 1935, è di tre categorie cosi distinte: l.a categoria: L. 1,25 per salari fino a L. 4; 2.a categoria: L. 2,50 per salari fino a L. 8; 3.a categoria: L. 3,75 per salari oltre alle 8 lire. Col provvedimento ora emanato tali indennità sono maggiorate di L. 0,60 giornaliere per ogni figlio minore che l'assicurato o la assicurata abbiano a carico. Di ciò si avvantaggiano particolarmente le famiglie numerose in quanto per un solo figlio a carico la maggiorazione sarà di 60 centesimi; per due, a carico, la maggiorazione sale a 1,20; per tre sale a 1,80; per quattro a lire 2,40; per cinque a L. 3 e così di seguito, cioè la maggiorazione potrà agevolmente superare la cifra stessa della indennità goduta. Contributi immutati Il provvedimento è poi tanto più notevole ove si ponga mente che a questa maggiorazione di indennità non corrisponde una maggiorazione di contributi a carico dei lavoratori, vale a dire che l'Istituto della Previdenza sociale, con uno spirito di sacrificio di cui va dato pieno riconoscimento, coprirà le maggiori spese inerenti agli oneri assunti, onde la maggiorazione concessa negli ordinari mezzi a sua disposizione. Ponendo a raffronto la misura degli assegni familiari (L. 4 settimanali per ogni figlio a carico) con quella di questo nuovo assegno a favore dei disoccupati (Lire 0,60 giornalieri pari a L. 3,60 settimanali) si ha la misura dello sforzo generoso dell'Istituto a vantaggio di una categoria particolarmente bisognosa di aiuti. Infatti mentre alle 4 lire settimanali degli assegni familiari, corrisponde un contributo a carico dei lavoratori, per questi assegni a vantaggio dei disoccupati con figli a carico, non corrisponde alcun onere a carico della massa dei lavoratori assicurati contro la disoccupazione. Si può calcolare che il maggiore onere derivante all'Istituto da questa maggiorazione sia fra il 10 e l'il per cento dell'ammontare complessivo delle indennità di disoccupazione annualmente corrisposte agli aventi diritto. La legge dispone infatti che le indennità di disoccupazione siano corrisposte per un periodo di 90 o 120 giornate, a seconda del numero di contributi versati nel biennio. La maggiorazione ora decisa accompagna tutta la conces- a a a a d è a à n o e a ù e a a r azione. Inoltre verranno corrisposti gli arretrati dal primo gennaio -lu. s. agli aventi diritto.

Persone citate: Duce, Mussolini

Luoghi citati: Africa, Milano, Roma, Tripolitania