L'incontro con Schusschnigg Un colloquio di tre ore di Angelo Appiotti

L'incontro con Schusschnigg Un colloquio di tre ore L'incontro con Schusschnigg Un colloquio di tre ore e a o a i i ù i i , e (dal nostro inviato) CVenezia, 22 notte, cIl Duce a Venezia. A noi, igna- Ml'i di trattati e dì accordi, lontani dal vasto gioco in cui Governi e popoli si dibattono, ognuno teso a un suo desiderio di benessere e di conquista, venuti qui per scorgere del grande avvenimento la fiBonomia esteriore, l'aspetto più appariscente, lo spettacolo di folla, di bandiere e di sole che attorno ai due protagonisti si è dispiegato magnifico, questo solo importa. Cronaca spirituale Il Duce qui, e cioè lontano dalle solite cose tant'altre volte scorte e ammirate; non le moltitudini immani protese verso il Capo in una offerta senza confine, non Milano, non Torino, e neppure dell'una o dell'altra città, o détte fervide plaghe agricole, o dei periferici agglomerati industriali il volto di cui tanto si è detto e che non muta, poiché immutabile è lo spirito di cui è animato; il Duce a Venezia in un giorno qualunque, sibilanti^ oltre gli splendori di Canal Gran-, de tutte le officine, nelle calli nei vicoli sulle piazzette dolcemente pettegola e ciarliera la vita consueta di questa gente. Questa era la nostra attesa: lo sguardo, il gesto, la parola del Capo di fronte a tante cose belle e a questi uomini operosi; il Duce in una cornice nuova, nell'atmosfera di irrealtà, nel pròfìimo di sogno di cui Venezia sa inimitabilmente ammantarsi quando il sole sta per declinare in laguna e il cielo è tutto un immane incendio e l'aria sa d'amaro e di sale. Questo desiderio di vedere, di sentire oltre lo sguardo forte e sereno, ciò che intimamente parlava al suo cuore, ci ha traiti, per tutte l'ore di oggi, a segiuirlo a velocità paurose su e giù jier i canali di questa cittù superba, a sostare con lui davanti al miracolo gotico di Ca' d'Oro o al fasto cinquecentesco dì palazzo Loredani. Che, all'infuori di questo, cronaca spirituale, quella reale è ~ben poco: l'arrivo in volo a San. Nicolò di Lido con Galeazzo Ciano, colà sai lutati dai ministri Alfieri e Starace, verso le nove e mezza; poi ' la rapida corsa verso San Marco, lungo le Fondamenta dei giardini alla riva dell'Impero, la riva degli Schiavoni e il Canal Grande; la breve sosta al palazzio del Governo e l'incontro alla stasAone col Cancelliere Schusschnif/g. Visione irreale La folla, spontànea folla non convocata, che niessun raduno il Partito aveva ogjgi ordinato, presente ovunque lungo tutto l'itinerario del Capo, ma quasi sommersa nell'angustia dello spazio dalla imponenza, dei palazzi, o assorbita dalla lontananza delle rive: e tuttavia il suo gri.do giungeva a lui con suono inconsueto come in una eco. Tutti gli aironi di cui Venezia va fiera, incalcolabile tesoro custodito dalle -famiglie patrizie nei secolari palazzi, adornavano oggi di un monile superbo le balaustre, le finestre, i balconi di Canal Grande. Una visione irreale che rese più beilo ciò che già era magnifico e che donò alla città quella fisionomia di aristocratica festosità, contenuta, dignitosa, a volte anche severa, che soltanto Venezia sa esprimere. Il Cancelliere Schusschnigg, giunto alile 11 da Vienna, accompagnato dal Ministro degli Esteri dott. Schmidt e da una Dentina di persone del seguito, ebbe al suo arrivo questa inimitabile accoglieyiza. E il Duce era alla stazione coti ministri Ciano, Starace e Alfieri, a porgergli il benvenuto: saluto cordiale, schietto, spontaneo .fra il Capo della nuova Italia e il Cancelliere della giovane Austria. Da Santa Maria degli Scalzi a iSan Marco, a rapido corteo di motoscafi trascorse così fra tanta bellezza e tra una folla acclamanti; dalle rive, in un clima tepido fli tarda primavera mentre da tutte le navi ancorate nel porto rombavano a salve i cannoni e le fanfare disseminate qua e là suonavano gli Inni dei due Paesi. Oltre San Marco, la lancia del «DGqpgmgMzpvsBL' Capo attraccò allo scalo; il Can- celliere austriaco si congedò da Mussolini e varcò la soglia del «Danieli» ove è alloggiato: il Duce si ritirava al palazzo del Governo. E qui, nella splendida Ca' Corner che sul finire del Cinquecento il Sansovino costruiva per il fasto di un casato quasi regale, hamno avuto luogo nel pomeriggio i colloqui. La città, per spontaneo unanime impulso, è in festa. L'ospite gradito è seguito con viva simpatia nelle sue visite: in piazza San Marco ebbe, poco prima che s'iniziasse; il convegno, il fervido applauso della folla che sostava nei vasti caffè dominati dai marmi secolari delle Procuratie e della Ba-siilica. La luminaria sul Canal Grande Iniziatosi alle 16, il colloquio tra il Duce e Schuschnigg è du vato oltre tre ore; verso le 19 il 'Cancelliere rientrava al «Danieli». A Ca''Rezzonico il Duce offriva poi agli ospiti un sontuoso pranzo di gala. Sul Canal Grande si è conclusa nella notte la feconda giornata. E si è conclusa nello stile di questa gente che tutto pensa e concreta con spirito di poesia, a tutto sa donare la sua impronta di bellezza. I palazzi di Canal Grande ebbero il loro luminoso tesoro: in cielo c'era anche la luna fra milioni di stelle, una luna da oleografia, luna da innamorati. Moltitudini di gondole coi lampioncini multicolori saettavano qua e là sulle acque nere. Di fronte a Ca' Rezzonico, su un galleggiante divampante di migliaia di lampade, un'orchestra intonò ad un tratto l'Inno, austriaco e la «Marcia Reale »; poi « Giovinezza ». Alla loggia centrale del palazzo settecentesco apparvero Mussolini e Schuschnigg, e l'urlo della folla assiepata sulle rive, disseminata sulle gondole, affacciata alle case vicine, parve sommergere le note delle canzoni. Poi bruciarono i fuochi bianchi verdi rossi di tutte le torce: e l'immane incendio gioioso si rinfranse in riflessi infiniti nel cielo e sul mare. Angelo Appiotti r IL DUCE CON SCHUSSCHNIGG, CIANO E SCHMIDT.