L'OFFENSIVA SU BILBAO vittoriosamente ripresa di Sandro Sandri

L'OFFENSIVA SU BILBAO vittoriosamente ripresa L'OFFENSIVA SU BILBAO vittoriosamente ripresa Dopo una formidabile preparazione di artiglieria i nazionali, coadiuvati dall'aviazione, conquistano le vette dei Los Inchortas a oriente di Durangò (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Vergara, 20 notte. Stamane la solita voce che al telefono era usa ripetermi: «iVr.n vola una penna e piove » mi ha comunicato: « Tuona il cannone, e il tempo è buono >. Erano le sei e mezzo. Alle otto vii affacciavo alla balconata montana da cui Vergara appare giù nella vallata e — sui vicini monti — oltre l'abitato di Elgueta, la striscia rossiccia dei tre ordini di trincee comuniste tagliava normalmente i colli di Los Inchortas, poco sotto la cima. Los Inchortas, due quote a forma di pan di zucchero, a sbarramento della valle che adduce a Elorrio, mi apparvero come sempre silenziose e deserte. Non una fucilata rompeva l'alto silenzio della valle. Il cielo era coperto, ma ! non pioveva e le nebbie erano alte; j la valle non appariva più soffo-] cata da basse nebbie, coinè nei giorni precedenti. Si ricomincia TI cannone aveva finito di tuonare da poco, mi dissero: difatti una batterla comunista aveva ancora una volta bombardato l'abitato di Vergara, uccidendo quattro donne, due bimbi e un soldato. La bravata rossa aveva avuto luogo nella notte. All'una del mattino le granate avevano cominciato a cadere sull'abitato e il tiro era continuato fino all'alba. Alle prime luci dalle trincee rosse era esploso un furibondo fuoco di fucileria, durato una mezz'ora. Poi silenzio. Con una marcia di un'ora e mezzo a cavallo mi sono portato sull'osservatorio di prima linea, sul colle di San Marziale. Passando attraverso lo schieramento delle artiglierie ho visto i legionari attorno ai pezzi lustri puliti e, in bell'ordine, vere cataste di granate, unte di grasso e pronte per lo sparo. Si andava a ricominciare. Dopo dodici giorni di pioggia, di vento, di nebbie basse accoccolate sulle cime, il tempo si ristabiliva e la battaglia ricominciava. Il fango era ancora alto, lì attorno. Tuttavia l'atmosfera era diversa. Quella pioggerella insistente, sottile, noiosa che ci aveva, tormentato ininterrottamente, facendo rinascere le sopite speranze del nemico che aveva strombazzato ai quattro venti che l'offensiva di Franco sul fronte basco era fallita, era cessata, e un'aria più leggera emanava dai prati coperti di erba nuovissima. Avevo percorso le trincee nazionali più volte nei giorni scorsi. La battaglia sostava nel fango, si stemperava nella pioggia, era soffocata nelle nebbie. Quando, specie nelle ore pomeridiane, schiariva un poco, i rossi battevano con i loro cannoni di piccolo e medio calibro i villaggi delle retrovie, sui quali non. avevano mai tirato dalVinizio della campagna. Qualche giorno fa una granata cadde sulla piazza principale di Mondragon, uccidendo tre bimbi; altre granate caddero sul pacifico abitato di Zumarraga, senza gravi danni; altre ancora sulle strade. L'attenzione dei comunisti si concentrava con un tiro all'uomo, come eia accaduto a noi giornalisti che, mentre osservavamo lo schieramento rosso da una collina sulle linee verso il litorale Cantabrìco eravamo stati accolti a cannonate la settimana scorsa. Il collega Diarco Franzetti, come è noto, ebbe una gamba forata da una scherj già, due ufficiali legionari che erano con noi erano rimasti pure feriti; io me l'ero cavata con una scossa un poco violenta data dalla vampa dello scoppio, ma con nient'altro. Era evidente che il nemico voleva provocate l'intervento delle artiglierie nazionali per valutarne la forza e scoprirne le posizioni. Calcolo errutissimo. Dalle lince nazionali non partiva un solo colpo di cannone e l'occhio attentissimo degli osserva tori identificò con perfezione ini peccabile le postazioni nemiche. Il concerto dei cannoni Stamane alle 12,12 precise su di esse e sulle linee delle fanterie si rovesciò un vero inferno di colpi Dapprima quattro shrapnells scoppiarono alti su una casetta detta il « rifugio ». situata sul cocuzzo lo di una delle Los Inchortas. Il fumo rossiccio degli scoppi noti si era ancora diradato, che un centinaio di cannoni aprirono contem¬ poraneamente il fuoco. La vallata era percorsa da un rumore infernale di scoppi, di boati, di sibili e i colli di fronte a noi si coronarono del fumo caratteristico deglscoppi. Questo concerto di cannonate (non si udiva il telefono dei collegamenti e i telefonisti degli osservatori dovevano urlare) durò trenta minuti precisi. Alle 12,50 unadecina di trimotori dell'aviazione legionaria apparvero nel cielo della battaglia e la terra tremò, come per un cataclisma. Il fumo degli scoppi velava le linee rosse, che scomparvero alla nostra vistal'artiglieria sconvolse la foresta dpini attorno ad esse, fracassò l'abitato di Elgueta, entro il quale era piazzata una batteria rossa. Passarono dieci minuti precisdi silenzio profondo. Alle 13 ibombardamento riprese con un crescendo pauroso. Le tre lìnee detrinceramenti comunisti venivano « ricamate » dall'artiglieria legionaria. Le batterie di piccolo calibro foravano le trincee metro per metro e le vampate di fumo rossastro degli shrapnells che scoppiavano con una graduazione a fior di terra, coronavano i parapetti delle linee comuniste di un serto di batuffoli rossastri. L'assalto Ecco ancora l'aviazione. Una scric di trimotori, da una quota non superiore ai 600 metri, semina di grosse bombe Los Inchortae, subito dopo, le colline si coprono di immense fumate biancheLo spettacolo è straordinario c inaudito; e, attraverso quel fuoco di bengala candidi, vediamo scattare di corsa i fanti che con un urlo assaltano la trincea nemicaMarciano all'assalto coti la bandiera in testa, come sempre, e non si arrestano. Essi superano la pritna linea di sbalzo, addentano la seconda e la sorpassano, sono ormai sotto la terza. Il terzo sbalzo avviene sotto la protezione detiro delle tnitragliatrici nazionaliche martellano di colpi i parapettdelle linee rosse. I tiratori comunisti sono crivellati di colpi, mentre gli assalitori salgono implacabili. Alle 15 la bandiera giallorossa sventola sul più alto collde Los Inchortas. La fucileria langue, mentre una lunga fila dprigionieri scende verso le retrovie. E' possibile che prima del tramonto il villaggio di Ellorio cada in possesso dei nazionali. Le prime pattuglie falangiste penetravano in Elgueta, mentre lasciavo il campo di battaglia. La battaglia continua. Da un ferito che ho interrogato, mentre attraversavo Vergara, per raggiungere il telegrafo, ho appreso la notizia che le trincee rosse dprima linea erano piene di mortiL'illusione comunista durata dodici giorni, che l'offensiva di Franco fosse stata arrestata sulla strada di Durango, è cosi tramontata oggi. Sandro Sandri Ima Ur/6/àrte ilsabe/ ^ iuaizaoa, ^SififJ9 « Gorbea ì Vòidea

Persone citate: Diarco Franzetti, Mondragon, Vergara

Luoghi citati: Bilbao