L'importanza del convegno nella valutazione internazionale

L'importanza del convegno nella valutazione internazionale L'importanza del convegno nella valutazione internazionale Vienna, 22 mattino. Il Cancelliere Schuschnigg è partito ieri sera per Venezia alle ore 22, salutato alla stazione dall'incaricato d'affari italiano comm. Straneo, dal segretario di Legazione conte Delbono e dall'addetto militare col. Mondani, dal ministro d'Ungheria de Rudnay e da alti funzionari della Cancelleria federale. v Insieme al Cancelliere sono partiti il Segretario di Stato agli esteri dott. Guido Schmidt, il capo dell'ufficio stampa col. Adam, il ministro Hornbostel e vari giornalisti, che raggiungono i colleghi i quali li hanno preceduti. La stampa dell'Europa centrale avrà a Venezia, a fianco di quella del resto d'Europa, una rappresentanza veramente larghissima, quale, forse, non ebbe a precedenti convegni. La ragione dell'accresciuto interesse va ricercato nel fatto, negli scorsi giorni da noi più volte sottolineato, che da un certo tempo a questa parte alcuni uomini politici e scrittori hanno creduto di dover sostenere la tesi della necessità per l'Austria di allontanarsi un poco dall'asse Roma-Berlino per assicurarsi nuovi appoggi a Praga e a Parigi. Naturalmente, questo gruppo di scrittori e uomini politici spera che il convegno di Venezia termini con la dimostrazione della fondatezza della sua tesi, mentre noi siamo convinti che il Cancelliere Schuschnigg, dalle conversazioni col Duce e col conte Ciano potrà soltanto ricavare la riprova dell'impossibilità per la politica austriaca di affrontare mutamenti di rotta. La campagna è artificiosa e la necessità di cedere ad essa non esiste. Leggiamo oggi ad esempio nell'ufficioso Weltblatt che quanti si ostinano a parlare dell'asse RomaBerlino e delle sue possibili ripercussioni negative per l'Austria perdono di vista che la posizione dell'Austria e la sua assoluta indipendenza sono state riconosciute anche dalla Germania in epoca posteriore ai Protocolli romani mediante l'accordo dell'll luglio 1936. « Chi esamini questa opera storica — tale la definisce il giornale, proseguendo — freddamente e senza prevenzioni deve riconoscere, fatto inoppugnabile, che la politica del Cancelliere dott. Schuschnigg è stata la giusta e ha non solo fruttato progressi notevoli sulla via del consolidamento esterno e interno del nostro Stato ma anche di tutte le relazioni internazionali. Sarebbe ingenuo e puerile voler negare che, talvolta, in quest'opera si presentino anche delle difficoltà; però noi non viviamo in un'isola di beati bensì dobbiamo fare i conti con le brutalità dell'intera politica mondiale e con le sue ripercussioni non solo sulle grandi Potenze ma an¬ che sulle Potenze medie e sui piccoli Stati ». Il Weltblatt afferma che le parole dette dal Cancelliere Schuschnigg a Roma in occasione della sua ultima visita nella capitale d'Italia, che i Protocolli romani non costituiscono un punto di arrivo, conservano immutato valore. Il fatto che Mussolini è accompagnato dal suo Ministro degli Esteri conte Ciano e che il dott. Schuschnigg fa assistere alle conversazioni il suo Segretario di Stato per gli Esteri, dott. Schmidt, prova, insieme alla presenza dei capi degli uffici stampa dei due Paesi, che si farà lavoro radicale e profondo. « Ma è certo che la sua portata supera quella dei consueti convegni, tradendo molti indizi delle possibilità di pacificazione delle quali si avvantaggerà — conclude il .Weltblatt — non soltanto l'Europa centrale, ma bensì l'intera situazione europea ». Il Neues Wiener Tageblatt scrive che l'incontro di Venezia avviene in epoca di intensa attività politica; quindi osserva essersi negli ultimi tempi sentito spesso avanzare l'ipotesi che l'Italia, essendo i suoi interessi allargati con la fondazione dell'Impero e con l'estensione della sua influenza nei Balcani, si occuperebbe un po' meno degli avvenimenti dell'Europa Centrale e in particolar modo dell'Austria. Viceversa, rientra proprio nell'ordine del logico sviluppo che, consolidandosi i rapporti dell'Italia col sud-est, maggiori sono le garanzie per la pace e per il mantenimento dello stati/ quo nel bacino danubiano, cosa soprattutto utile ai fini dell'indipendenza e dell'autonomia dell'Austria. Quanto alla politica estera, assolutamente chiara, fatta dall'Austria fin dal tempo di Dollfuss, il Neues Wiener Tageblatt dice non occorrerebbe perdere parole, tanto più che il Cancelliere Schuschnigg, pochi giorni addietro, ne ha riaffermato le grandi linee, precisando che l'esistenza dello Stato è più importante della forma dello Stato stesso e che l'alternativa « Anschluss o restaurazione monarchica » per l'Austria non ha ragione di esser posta. Senza dubbio, a Venezia si parlerà anche di questo e alla fine dei colloqui sentiremo ancora una volta constatare che la tradizionale amicizia fra Roma e Vienna non è turbata. I. z.

Persone citate: Ciano, Delbono, Duce, Guido Schmidt, Mondani, Mussolini, Neues Wiener Tageblatt, Schmidt, Straneo