La materna città

La materna città Itinerari demografici La materna città Ma ter a batte Alessandria con 3 a 1 - Storia, preistoria e somari - Gli alberi a Giosafatte - La Madonna del Litro - Se l'etimologia non è vera, è ben trovata n e a i i a a a a a o a e e MATERA, aprile. Dalla città dove apparentemente si nasce meno a quella ove realmente si nasce di più — ossia da Como a Matera — vi sono 1.25S chilometri di ferrovia. Questo nastro di ferro, che è alquanto tortuoso, disteso in rettilineo supererebbe la lunghezza massima d'Italia, che è di 1.200 chilometri, dall'estrema Vetta sul Brennero al Capo delle Correnti in Sicilia. Ma vi sono altre distanze che quelle geografiche, fra nord e sud: e più gravi, perchè demografiche. Como si è ben difesa, con cifre alla mano, dall'accusa ingiustamente infertale. Il negativo primato di scarsa figliolanza spetta dunque ad Alessandria. Su ogni 1000 abitanti, le statistiche danno ad Alessandria meno che 12 nati vivi (11,9) nel 1936; a Matera, sti lo stesso numero di abitanti e per lo stesso anno, ne registrano più del triplo: 35,8. Con linguaggio sportivo, si potrebbe dire che Matera batte Alessandria con 3 a, 1. Chiusa la iniziale parentesi, andiamo a Matera con buona volontà. La buona volontà deve cominciare a Bari, dove bisogno abbandonare il treno dei lunghi e comodi percorsi: e lasciare persino la rete delle FF. SS. Il popoloso e fecondo capoluogo di provincia lucana è collegato ferroviariamente al resto d'Italia con un binario che, per definizione tecnica ed efficace, è «a scartamento ridotto». Perciò i grossi vagoni disdegnano di percorrere rotaie così strette: nè potrebbero farlo. Le « littorine » mettono tutto il loro zelo per accorciar le distanze, affrettandosi quanto possono sulla ferrata via tortuosa, attraverso ì campi fertili e disseminati di trulli. Queste pietrose bianche costruzioni antichissime — parenti dei sardi nuraghi — conservano, come quelli, il mistero del loro sco po. Oramai servono da fienile, da ripostiglio per gli attrezzi agrico li, oppure ospitano — durante la canicola — il somaro, il quale ne sa, sulla storia e preistoria di essi, forse poco meno di quanto ne sappiamo noi. Una stazioncina semplice < quasi coloniale accoglie il neo-ve nulo a Matera: e questi, appena uscito dalla parte opposta, ha agio di ammirare il bel fervere edilizio nella città nuova. Palazzoni già pronti, e cantieri per quelli che stanno nascendo: un mercato ampio e modernoscuole, il Palazzo del Governo, dell'Economia. Quello degli Uffici, pur decoroso com'è, fa sospirare di verde nostalgia. Lì, infatti, furono abbattuti i begli alberi della « Villa »Le ombre di essi (gli alberi non han forse un'anima?) ritorneranno, allineate e severe, sul ciglio della Valle di Giosafatte, ad accusare i responsabili del botanico ì i a a e , a a e i : , , o ». n o o eccidio. Con Toro saranno quegli altri alberi che, nella Capitale, furono abbattuti in Via Veneto e che i Romani piangono ancora. E' l'unico punto weZanoonico, in Matera sempre più lieta. Essa è stata rallegrata dall'acqua benefica, refrigerante per questo popolo che, da millenni, conosceva il tormento della sete. E comincia ora l'opera più grandiosa: quella di dare alle classi piti povere un'abitazione degna di tal nome. Non ne soffrirà il « pittoresco », poi che rimarranno i Sassi, ma soltanto come ricordo del passato. Il panorama, sul frastagliati valloni rocciosi, offrirà ancora al curioso turista lo spettacolo delle case digradanti in scalinata. Queste case — se cosi possono chiamarsi quelle dei Sassi — 7ianno la facciata costruita in pietra: ma il resto è scavato nel masso tufaceo. Sono caverne, sicché, con una maschera di casa: due o tre vani ipogèi, i quali ricoverano, spesso insieme, abitanti umani e quadrupedi domestici. E poi che la rupe è a scaglioni digradanti, non soltanto il cavernoso alveare è densissimo, ma le stradette sovrapassano le case: il pavimento delle contorte viuzze è, al tempo stesso, il tetto delle grotte sottostanti, dalle quali spuntano, come bizzarri paracarri, i comignoli. Tutto ciò è sommamente pittoresco, ma rivela in quali condizioni antigieniche viva, da secoli, la popolazione meno abbiente, e quale immenso compito spetti al Fascismo risanatore. Quest'anno saranno chiuse le prime case trogloditiche dei Sassi, e su ogni porta sprangata 3arà apposta la scritta: « Chiuso nell'anno XV ». rsvrEpRddtnginpLmvlCosì, col Regime, comincia per Matera l'èra nuova. E la si può chiamare èra od epoca nel più ampio senso storico. Al di là del vallone, la roccia è ancor sforacchiata di caverne preistoriche. Da esse fu tolto il ricco materiale paleolitico che arricchisce l'interessantissimo Museo cittadino. Nelle epoche storiche, gli abitanti passarono da un versante all'altro della scoscesa gravina: ma restarono trogloditi, come in gran parte lo sono tutora. Strano popolo di nidificatoti nella roccia, ed attaccato ad essa con millenaria tenacia. Rovinata dai Goti, distrutta dai Franchi, devastata da Ludovico II, Matera risorse ogni volta, ripopolando le sue grotte e ricostruendone le facciate che danno ad esse l'aspetto di case. Alla fine del X secolo i Saraceni la saccheggiarono, uccisero i maschi, rapirono le donne. Ma alcuni dovettero scampare all'eccidio e al r"*to, poi che Matera ben presto capricciosa dcestgctSpcgvsanpsFètneildpdès risorse, come se la montagna stessa generasse abitanti. Persino alcune chiese sono scavate nel monte. Una rupe isolata a piramide irregolare — il Montirone o Monte Errane — Ita sulla vetta un campaniletto, e nell'interno un tempio Ricavata nella roccia è la chiesa dell'VIII secolo dedicata alla Madonna sotto l'epiteto di Odéghétria o « conduttrice »; il diffìcile nome ellenico — pronunciato Odighltria — si trasformò dapprima n Sancta Maria de Idris e poi, popolarmente, in «Sunta Maria del Litro ». Perciò, da epoca relativamente recente, quella Madonna viene raffigurata con due mezzilitri ai suoi piedi. Matera è « Za citta dell'M ». La sua lettera iniziale — che decora anche lo stemma insieme con un bovino che reca in bocca epiche di grano — ne può rappresentare schematicamente la pianta topografica. Matera rassomiglia infatua una gigantesca M un po' arrotondata come una maiuscola gotica: il vertice centrale si inoltra tra i due Sassi, ossia i duo vallcni nelle cui pareti si addensano le trogloditiche case: il Sasso Barisano che guarda verso Bari, e il Sasso Caveoso che è rivolto verso l'altra sponda del vallone, sforacchiato da antiche caverne. Sollevare dalla rocciosa gravina tanta gente e portarla siill'altipiano, in vere case, all'aria e al sole è il compito grandioso che il Fascismo si è assunto con energia. La pianura che poggia sui Sassi è già segnata da un piatto regolatore, perchè vi si estenda la città nuova, intonto ai grandi palazzi e alle chiese che soli costituivano il quartiere privilegiato. Sorgerà presto un Istituto per la Maternità e l'Infanzia, fecondissimo per questo capoluogo di provincia, dal territorio fertile e. dal nome sonoro. Che cosa significhi Matera non è ancor bene accertato. Vogliono alcuni, un po' fantasiosamente, che la visione notturna dei numerosi lumi costellanti i Sassi evocasse lo spettacolo, più che di una città terrestre, di un gruppo di stelle nel cielo: e che perciò fosse detta Meteora ossia « apparizione aerea », come le « meteore ». Altri affermano, meno poeticamente ina con non minor fantasia, che Matera sia il sintetico risultato di un binomio: gli abitanti di Metaponto e di Hcruclca, fondando la nuova città, avrebbero riunito in una sola voce le prime metà dei patri nomi: e Meta-Hera avrebbe generato Matera. Ma in greco-jònico esiste una parola assai più simile al nome odierno: al classico méter corrisponde, anche in dorico, màter « la madre ». A qual città conviene maggiormente il nome di «Madre» che a quella che dà il massimo numero di figlioli t Se pur tale etimologia non è storicamente e filologicamente uatta, essa può ritenersi legittima per diritto demografico. saa.Toddi SOPRA LE CASE PASSANO LE STRADE E VI AFFIORANO 1 COMIGNOLI.

Persone citate: Giosafatte, Goti, Saraceni, Sasso Barisano