Domani la Toscana nel suo Giro vuole confermare il monopolio di vittoria già instaurato con Del Cancia, Bini e Bizzi

Domani la Toscana nel suo Giro vuole confermare il monopolio di vittoria già instaurato con Del Cancia, Bini e Bizzi Domani la Toscana nel suo Giro vuole confermare il monopolio di vittoria già instaurato con Del Cancia, Bini e Bizzi II Giro di Toscana, che sarà disputato domani, è la seconda delle cinque prove del Trofeo dell'Impero. Questo, che è titolo di lustro ben guadagnato dalla gara che ì camerati de La Nazione (indimenticabile, buon Rossi, gran parte dell'opera e del merito fu tua e ce 0 ricorderemo nelle ore che vivremo la corsa che ti fa tanto cara) hanno saputo innalzare alla massima classicità, ad onore e vanto del ciclismo di quella, terra, che ha avuto e ha tanti campioni; non è, però, il suo maggior motivo d'interesse, la base del suo ormai sicuro successo. Il Trofeo dell'Impero lui di bello e di buono l'idea che lo ispirò, che fu quella di ricordare ed esaltare anche in campo ciclistico la storica impresa africana. Non pare, invece, purtroppo, che abbia la sperata forza d'attrazione nel concetto che ne regge la disputa, concetto che, per di più, all'ultimo momento e In pratica fu alterato e confuso. Una classifica che non conterà Infine, l'introduzione di una classifica individuale a fianco di quella per marca non ci voleva per valorizzare il Trofeo come era stato concepito e tanto meno per farci capire alla fine dell'anno chi sarà 11 vero campione d'Italia. E la sorte si è aggiunta per far confusione anche in questa seconda- e, a mio avviso, illogica classifica. Olmo, Bartali e Martano, cioè quelli che possono attualmente essere considerati i nostri migliori uomini, non hanno potuto partecipare alla prima prova e non potranno partecipare neppure alla seconda: essi sono, così, definitivamente eliminati. Si sarà, così, certi che chi alla fine risulterà meglio classificato saràl'uomo migliore dell'annata? Lovorrei domandare ai tenaci parti-giani del campionato in più prove. Ma il Giro di Toscana offre, per fortuna, sufficienti temi d'intcres se per vivere e trionfare di forza propria, all'infuori di ogni ciclo e, di ogni classifica generale. Martano, ripeto, non sarà domani a Firenze perchè il riattivamento dei movimenti della gamba rimasta immobilizzata per circa un mese procede regolarmente, sì, ma lentamente, come avviene sempre ad atleti dalla muscolatura forte e affaticata. Ormai è certo che quegli che sarebbe indubbiamente stato un protagonista di questa prima parte della stagione rientrerà in scena come tale nel Giro di Geimania, in cui sarà a capo della nostra rappresentativa ufficiale. Bartali e Olmo, ancora a corto di lavoro, non pensano che a mettersi a punto per il Giro d'Italia. Percorso severo Avremo, cosi, una specie di rivincita della Milano-Modena e una prova d'appello della « Tre Valli Varesine ». Ma questa volta il percorso sarà ben diverso. Anzitutto la distanza raggiunge i 300 citilometri, cosa da tempo inusitata nelle nostre corse in linea e che avrà indubbiamente la sua influenza sull'andamento e sul risultato della gara. In secondo luogo, le maggiori, anzi, le uniche difficoltà saranno nella seconda parte, cioè verranno quando 1S0 chilometri piani, rotti solo dai leggeri dislivelli di S. Miniato e di Marti, e nei quali ci si sarà sbizzarriti, speriamo, in frequenti scatti e in veloci galoppi. Passare improvvisamente dal lungo piano alla lunga salita, dall'azione d'agilità a quella di forza non sarà certo una delizia per tutti e faciliterà la selezione provocata dagli specialisti della montagna. Si dovrà salire in cima a Monte Oppio, cioè passare dai 135 metri a cui si trova Bagni di Lucca agli 8B1 della vetta, in 29 chilometri in cui si prenderà respiro solo nel breve scalino in discesa verso le Cartiere; poi si scenderà in 10 chilometri a Pontepetri e si farà un ultimo balzo di 70 metri a Le Piastre in altri 5 prima di scendere a Pistoia. Rimarranno, a questo punto, 117 chilometri prima di entrare allo Stadio Berta; e saranno i più tormentati, che, dopo il tratto di piano sin quasi a Signa, verrà lo strappo de Le Sorti, la durissima rampa di B. Giovanni (La Cerbaia) e, infine, la salita di Suga-me, che, coi suoi 360 metri diami-vello in set chilometri, darà xI col-po di grazia e preparerà l ultimafaccia della corsa. ..Il percorso, dalla seconda metadella salita più lunga (la primametà è pedalabile) è indubbwmen-te pesante e a non provocare unanetta graduazione di valori biso-gnerà proprio che ognuno rmunzia qualsiasi iniziativa. Ma, pur es-sene ancora tuttaltro che con-vinto del cambiamento di mentali-tà dei nostri corridori e del prò-gresso del loro sistema di corre-re, questa volta credo non dovreb-he mancare quel minimo di com-battività che, sviluppato su cosvario-e severo percorso, può ba stare a evitare lo scandalo e il pericolo di un numeroso arrivo in gruppo sulla pista... podistica, cioè piatta, dello Stadio fiorentino. Una rosa di nomi Fino a Bagni di Lucca la gara potrebbe, anzi, dovrebbe essere movimentata, se la preoccupazione delle successive difficoltà non la soffocheranno; ina, a meno dassoluta inerzia da parte dello squadre, i migliori saranno a questo punto ancora tutti in nona dprobabilità di vittoria. La lotta non potrà mancare di accendersdopo le Cartiere Lima, cioè nella parte più dura della prima salitache è di dieci chilometri. Scompariranno certo qui parecchie unità di minor conto, ma non penso che si avrà una selezione netta e decisiva. Essa, a mio avviso, si inizierà sólo sulla Cerbaia, che è una delle scalinate più ripide che si incontrino in corse ciclistiche. I vantaggi qui ottenuti possono essere difesi sino all'attacco della salita di Sugarne, dove dovrebbero definitivamente chiarirsi le sorti del la giornata. Non è facile, dato Z'eqitilibrto di valore che l'assenza di Martano e Bartali rende più evidente, che un uomo abbia la tir torio, in tasca a Sugarne, ma non saranno neppure molti quelli che a questo punto si troveranno insieme o riprenderanno prima dell'arrivo. Una volata fra quanti uomini si possono contare sulle dita di una mano mi pare la soluzione più probabile di questa corsa. Fuori questi nomi, direte voiEbbene, ecco i miei: BergamaschiBini, Biszi c Del Cancia, fra « prima serie »; il quinto lo sceglierei fra i « seconda serie » sescegliere fra Canavesi e Cìnelli fra Introzzi e Mollo, fra Mealli e Buvutti, fra Balli e Marabelli non fosse un giocare al lotto. Ne so no da trascurare gli indipendentGuarducci e Barnacchi. Ho giàdetto, in occasione di precedent gare di questa primavera, che può essere legittimo il sospetto che i giovani, anche non di ultimissima leva, non siano ancora temprati per la distanza. Il Giro di Toscana sarà un buon collaudo; ecco perchè esso si presenta non solo sportivamente, ma anche tecnicamente attraente. Ne dovrebbero venir fuori impressioni e giudizi che, alle porte del Giro d'Italia, acquisteranno particolare valore e interesse.