Brivio (Alfa Romeo) e Bjornstad (Era) vincitori del Circuito del Valentino disputato alla presenza di S.A.R. il Principe di Piemonte e di una folla di 50 mila spettatori

Brivio (Alfa Romeo) e Bjornstad (Era) vincitori del Circuito del Valentino disputato alla presenza di S.A.R. il Principe di Piemonte e di una folla di 50 mila spettatori Brivio (Alfa Romeo) e Bjornstad (Era) vincitori del Circuito del Valentino disputato alla presenza di S.A.R. il Principe di Piemonte e di una folla di 50 mila spettatori Le brillami e stornale prove Hi Bianco e Biro Bella categoria IMO e Hi Farina nella categoria massima II secondo Circuito automobilistico del Valentino, che una facile critica, intesa unicamente al vaglio dell'elemento spettacolare ed emotivo nella lotta per il primato assoluto, non mancherà di definire come una corsa senza storia, può essere invece riguardato come una pietra miliare dello sport automobilistico, la soglia di una èra nuova. Esso rappresenta la più vivace, persuasiva, plastica conforma che i tempi sono profondamenti mutati in favore delle minori cilindrate, c che le « corse dei bolidi » sono destinate a vedersi soppiantate ■ dalle prime neW interesse tecnico, sportivo, spettacolare, nell'intima ragion d'essere insomma. Le vetturette: promosse! Già l'attuale — o pienamente lodevole — moda dei circuiti stracittadini, brevi e vorticosi nelle loro capricciose volute, livellando le possibilità pratiche dei mezzi meccanici per la. .'scarsa, sfruttabilità delle potenze elevatissime, aveva intaccata la posizione dei così detti «cannoni*, costretti a dosare con ogni cautela l'acceleratore per non uscir di strada dopo ogni curva r per non sbandare in ogni ripresa. Ma le macchine di 1500, fino all'anno scorso, esistcvano quasi, soltanto sulla carta. Quest'anno le posizioni si sono ca povoltc: Maserati ha cominciato a trascurare le grosse cilindrate., divenute troppo superiori alle sue possibilità organizzative: e le vetture tedesche, Anto Union e Mercedes, per ovvie ragioni commerciali, si sono imposto un programma internazionale molto pareo, limitandosi preferenzialmente ai vecchi circuiti di velocità pura, dove la loro superiorità e quasi inattaccabile. Rimane l'Alfa Romeo, o per meglio dire la Scuderia Ferrari, e qualche isolato di mezzi relativamente modesti: ve ramente troppo poco per appassionare le folle dei circuiti stra- cittadini. E quando, poi, per le ragioni già dette, anche in fatto di velocità medie queste poche superstiti vetture della classe Piassimo non segnano un solco di pro fondissimo distacco dalle consorelle minori, il pubblico comincia a guardare verso queste ultime con improvvisa simpatia. Le quali vetture di 1500, chiamate fino all'anno scorso « vet turette», si possono veramente considerare promosse, dopo il Circuito torinese di ieri, dalla qualifica di cilindrata dell'avvenire a quella, di cilindrata d'attualità. Le •macchine ormai ci sono: Mascrati ed « Era ». La Délage, non an- cora completamente a punto, è tuttavia molto promettente; e pa re che Bugatti stia riesaminando il problema. Córto occorre che l'Italia non affronti l'alca delle future corte nella nuova cilindra ta con una marca soltanto, che complessivamente la gara dì ieri ha dimostrato lievemente inferiore all'inglese « Era »: ma anche questa lacuna, ci quanto ci consta, verrà colmata per la prossima stagione da una firma nuova, per iniziativa di un appassionato industriale torinese. Festosa parata Non rimane più a compiere che l'ultimo passo: la conversione degli «u-s-si» alla nuova, più logica, arma di gara. Quando un Nuvolarì, un Varzi, un Fagioli, un Brivio, un Farina prenderanno la partenza su wia 1500, l'evoluzione sarà conchiusa, e lo sport automobilistico avrà compiuto il passo segnato quindici anni fa dalle motociclette, quando i centauri più in rista abbandonarono le 1000 per le 500. Il Circuito di Torino dunque, come segnacolo di qitesta conversione, e come squilla d'allarme per l'insufficienza italiana nella nuova categoria, ha fedelmente adempiuto una preziosa funzione, tecnicamente e sportivamente. Come festosa parata d'automobilismo, come spettacolo coreografico, come palestra di spilliti emotivi per il pubblico, ò pure riuscito, se non in tutto all'altezza delle aspettative, vivace, interessante e avvincente. L'assenza di Nuvolari, il forzato ritiro del francese Wimìllc- su Bugatti sin dai primi giri, gli inconvenienti meccanici che hanno ritardata ta marcia di Nino Farina, il benia mino dei tifosi locali, lasciando via libera e indisturbata a Brivio, hanno infimi una notevole dose di monotonia alla lotfa in famiglia della Scuderia Ferrari nella classe massima, se lotta si può dire; ma in compenso ta gara delle 1500 è stata forse la più interessante, movimentata-, varia e appassionante che- questa categoria abbia mai disputata in Italia. La dimostrazione della fondatezza di questo nostro giudizio, alla cronaca della giornata, che può essere così riassunta. Tempo e clima ideali per una corsa. Un pubblico enorme, che si è calcolato di circa cinquan tornila persone. Un'organizzazione degna di un Gran Premio, amo rasamente curata dal R.A.C.I. di no, perfetta in ogni partieo'. Tribune imbandierate con H i vessilli delle Nazioni rap'saltate o da una macchina o un corridore. Cronometraggio . omatico a cellula fotoelettrica nzi d'ordine e logistici inaptabili. u Principe e le autorità Poco dopo le ore quattordici cominciano ad affluire le autorità e le personalità, che prendono posto nella tribuna d'onore: il Federale Gazzotti, che viene dalle <t Molinette », dove Ita visitato il grande assente della giornata, Tazio Nuvolari; i Generali comandanti il Corpo d'Armata e la Divisione; il Prefetto, il Podestà ing. Sarliruna; S. E il conte Calvi di Bergolo; il conte Bonacossa commissario generale del R.A. CI.; il Preside della Provincia avv. Quaglia; i vice-Federali Giay e Meda; i Direttori della Fiat; il gr. uff. Acutis, dell'A.N.F.I.A.; il Questore; il gcn. Vaccaro, segre tarlo dil C.O.N.I. Il gruppo delle autorità, col presidente del R.A.C.I. di Torino, isrnPpzoco ing. gr. uff. Mussino, il vice-prc-i sidenie comm. Di Miceli e il di-I rettore colonnello Coop, ossequia-] no alle 14,30 precise S. A. R. il\ Principe di Piemonte, che com-1 pie sulla 1500 Fiat di Felice Nazzaro un giro sul percorso, tra le ovazioni del pubblico, mentre decine di altoparlanti diffondono in ogni parte del Circuito gli inni della Patria. Subito dopo, l'angusto Mossiere d'onore si appresta a dare il « via » alle sedici 1500 della prima gara. Partono, disposti in file di tre, i concorrenti: Dreyfus (Maserati), Bianco (Maserati), prìncipe Bira (Era), Bjornstad (Era\, Villoresi- (Maserati), Dusio (Maserati), Cortese (Mascrati), Tongue (Era), Filippi (Maserati), Filipinetti (Maserati), Basadonna (Maserati), Lurani (Mas&iati 1100), Gessner (Maserati), Genuardi (Fiat 960), Soffietti (Maserati), Maruzza (Fiat 1100). Lo. partenza, che avviene a ridosso della brusca variante a-, sinistra, è tumultuosa e impressionante, al consueto pittoresco ingorgo delle partenze in linea aggiungendo le difficoltà della curva. Dreyfus e Bianco, in prima fila, scattano in testa, mentre Dusio dalla seconda riesce a sopravvanzare Bira ed a compiere in ter¬ za posiziona quasi tutto il primo giro. 'Ma il piccolo femmineo principe siamese, meraviglioso di stile, non tarda- a incalzare i due « ufficiali » della Mascrati, Dreyfus e Bianco. Dusio, nonostante la sua bella- foga iniziale che lo porta a toccare le balle di paglia della variante, deve cedere ai mezzi meccanici superiori, e gradual- «lento retrocede in quinta posizione, che difenderà- onorevolmente sino alla fine contro gli inseguitori del secondo irruppe Due gruppi, nettamente staccati, si sono infatti formati: del primo fan parte le tre Maserati già nominate, e le tre Era. Le vetture inglesi appaiono sin dall' inizio minacciose: non solo per opera di Bira, che al quinto giro è riuscito a superare Dreyfus lanciandosi all' inseguimento di Bianco, il quale a sua volta dal secondo giro aveva assunto il comando con una marcia travolgente, ma, per la metodica offensiva di tutte e tre le vetture. L'inglese Tongue, confermando le nostre previsioni di ieri e smentendo le volutamente non brillanti prove fornite in allenamento, non si lascia staccare; e il norvegese Bjornstad, smentendo anch'esso, in senso contrario, le sue pazzesche esibizioni delle prove, fa una sag¬ o o i e e o a - e n n o o o al ona e e e e aon e g¬ gia eorsa dattesa; senza- forzare, rimontando gradatamente le posizioni. Quasi a ruota Dall'ottavo al venticinquesimo giro il motivo dominante della corsa, che jtrende ed esalta l'universale passione, è il duello tra la Maserati di Bianco e l'Era dì. Bira, clic insegue quasi a ruota, vorrebbe passare, e fa, davanti alle tribune, segni vivaci dì non riuscirvi. Il percorso è troppo accidentato per cow.cntirc i sorpassi senza una netta differenza di velocità: e l'atletico corridore genovese ha compreso che su di lui grava la difesa italiana e lotta disperatamente. Bellissimo a vedersi, il generoso campione, atteggiato a duro sforzo là sguardo teso, libero il viso c. ondeggianti i capelli, poiché egli ha via via perduto, dopo la marmitta di scarico della macchina, gli occhiali e il caschetto. Clamorosi consensi gli giungono, ed egli prosegue sotto la diretta sferza del vento; ma al venticinquesimo giro l'inevitabile si compie, e Bira, nella curva delle Belle Arti, passa in testa, guadagnando subito un sensibile vantaggio su tutti. Intanto Bjornstad, ritrovata la sua tattica che da i brividi (egli e campione di corse, auto e moto sui laghi gelati, e si comportava ieri nelle curve del Valentino esattamente come se fosse sul ghiaccio, temerariamente) ha superato Dusio e Tongue. Nelle posizioni retrostanti, ViUoresi e lo svizzero Filipinetti si arrestano per guasti di motore, Gessner per passaggio d'olio nel freni; Lurani ferma a cambiar candele e spruzzatore al carburante, dopo di che riprende brillantemente, conquistando un buon tempo per la sua 1100. Ma al trentesimo giro, la galoppata, che già tutti prevedevano vittoriosa, del principe Bira, viene bruscaìnente interrotta: il cambio a comando elettrico con preselettore automatico, così favorevole in un circuito con tante curve, si è inceppato. Ripara in pochi secondi, e riparte, ma dopo due giri è definitivamente fermo.Il primato di Bianco ha, però, breve durata; ecco infatti Bionistad che, superato agevolmente Dreyfus, si atwicina al genovese. Al trentacinquesimo giro è in tetta, dove ormai rimarrà indisturbato. Bianco compie ancora, rallentando sensibilmente, tre giri: ma alla fine del trentoitesimo ferma al « box » e si accascia, svenuto. I vapori del carburante, senza la difesa degli occhiali, l'hanno quasi acciecato, e il sole l'ha stordito; egli viene caricato in burella- insensibile agli scroscianti applausi che lo accompagnano, e portato al posto di medicazionedove si giudica il suo male transitorio e non grave, e dove a gara ultimala il Principe di Piemonte si recherà ad esprimergli i suoi voti e il suo compa-cime.ito per la nobile lotta combattuta. La Maserati- di Bianco prosegue immediatamente per gli ni-timi due giri sotto la guida aRovere, pilota di riserva; ma or-inei son passati davanti, nellascia' del norvegese vittoriosaDreyfus e Tongue. Ottimo quinto è Dusio; gli altri seguono distanziati. II « piatto forte » Alle 16,30, sempre agli ordini di S. A. R. il Principe di Piemonte, si allineano le cilindrate magijiori: in prima fila Farina, Brivio e Trassi, con l'Alfa 12 ciimdri; in seconda Pintacuda., con ta Alfa già di Nuvolari, Wimillecon la Bugatti 4700 e lo svizzero Mandlrola, con la Maserati 4 litri; in terza l'ungherese Festetieh (Maserati 3000). il palermitano Magistri e il torinene Wiia (-,: Ventiline »), entrambi con l'Alfa 2300. L'attivissima gara, che doveva costituire il piatto forte della giornata, non. ha altra storia, come (iià dicemmo, che il precipitoso ritiro di Wimille — fermo ai box dopo il primo giro e ritirato definitivamente al terzo penoie di valvole e guasto della pompa d'olio — e lo disavventure di Farina e di Trassi, e in parte anche di Pintacuda, i cui motori non si manifestarono a punto. Disturbi di candele e carburazione inadatta (a cui pare nofosse estranea la qualità del carburante) provocarono un surri' scaldo, che sia a ' Farina, com,a Trassi portò ripetutamente radiatore all'ebollizione, con perdita d'acqua. Il campione torme!se, scomparsa la minaccia di Wi|»i«Ze, itnica che potesse tonificar;to gara, fece il suo meglio pemovimentarla coi suoi fui-iosi inI «-««Imaufj w*.; mmuimin ita »/•«seguimenti del compagno (ti scuderia Brivio, il solo immune d'inconvenienti di macchina: mìpur trascinando all'entusiasmo lfalangi di « tifosi ^, e segnandi il giro più veloce, non potè chdifendere a denti stretti il susecondo posto. Gara incolore dunqt'.e, nellquale finirono collacquistar «devo le acrobazie di Magistri di Wild, sulle- loro modeste AlfÌ2300, che rischiando in ogni enr' va riuscirono a non sfigurare d| fronte ai colossi da corsa. L'eccellente Brivio dovette così accon• tentarsi di un applauso di- cortesipario. Aldo Farinelli. POCO DOPO L'INIZIO DELLA GARA DELLA CATEGORIA MASSIMA BRIVIO (60) ATTACCA LA SALITA AL PALAZZO DELLE BELLE ARTI, INCALZATO DA TROSSI E FARINA. S. A. R. Il Principe di Piemonte prima della partenza si intrattiene col Principe Bira della categoria 1500. IL CIRCUITO VISTO DA BORDO DEL NOSTRO AEROPLANO € G. 8 l-STAM > ALL'INIZIO DELLA CARA DELLA CATEGORIA .1500.