Sintomi di distensione internazionale
Sintomi di distensione internazionale Sintomi di distensione internazionale I migliorati rapporti italo-inglesi ritenuti a Londra propizi per una più cordiale collaborazione - Delbos augura un disarmo politico generale che renda realizzabile il disarmo economico Londra, 19 mattino. Il corrispondente romano del Daily Telegraph dichiara di avere appreso che Mussolini e Hitler hanno raggiunto l'accordo a proposito del ritiro dei volontari italiani e tedeschi dalla Spagna. I dettagli di questo accordo, secondo il giornalista, saranno discussi in occasione dell'arrivo del generale Goering nella Capitale italiana. Ad ogni modo il corrispondente rileva che ne l'Italia nè la Germania ritireranno i loro volontari, a meno che ciò non sia fatto anche dalla Russia, dalla Francia e dall'Inghilterra. « I rapporti anglo-italiani — prosegue il corrispondente — si sono migliorati recentemente, e ciò è interpretato come un buon sintomo di collaborazione nei riguardi della guerra civile spagnuola. La campagna antibritannica dei giornali più importanti d'Italia è terminata e ìa stampa sottolinea il cordiale incontra tra l'ammiraglio Pound, comandante in capo della flotta britannica del Mediterraneo, e l'ammiraglio Ducei, comandante in capo della prima squadra navale italiana » Il giornalista infine rileva che anche l'arrivo della delegazione combattentistica britannica a Roma e l'invito a colazione fatto dal re d'Inghilterra al conte Grandi hanno prodotto soddisfazione a Roma. « Tutto considerato, sem bra che si possa prevedere una più cordiale collaborazione fra l'Italia e l'Inghilterra nel Medi ' terraneo e specialmente nei ri guardi della Spagna ». Una vana manovra La reazione tedesca alle voci di un riavvicinamento ai Soviet Berlino, 19 mattino. Le affenmazioni di una intenzione tedesca, anzi addirittura di trattative esistenti per un riavvicinamento con Mosca, o, più precisamente ancora per una alleanza militare vera e propria con la Russia sovietica, di cui sarebbero a Berlino sostenitrici le alte sfere militari, ed uno dei segni la riconciliazione con Ludendorf russofilo ed anticristiano, mentre i segni corrispettivi sarebbero in Russia il trionfo di Voroscilof su Jagoda, la definitiva preminenza dell'esercito sul Comintern, insieme con l'asserita iniziale liquidazione dell'ebraismo dirigente, continuano a suscitare, su evidente ispirazione ufficiosa, le denegazioni più energiche di questa stampa. Gli scopi della campagna La campagna di voci viene caratterizzata da manovre intese ad un duplice scopo: valorizzare, anzitutto, con l'aiuto della Germania, il sovietismo europeo pericolante in Francia stessa e nel sistema francese ,e rinforzare con lo spauracchio di un blocco Berlino-Mosca il patto sovietico, e nello stesso tempo diffondere nel centro europeo la diffidenza intorno al terzo Reàch. Alla campagna viene opposta l'affermazione recisa, dell'immutata politica tedesca, di fronte al bolscevismo, per l'inconciliabilità fra le due forme e mentalità e sono le parole del Puhrer, del discorso del 30 gennaio che vengono ricordate, e, cioè: « Ogni ulteriore vincolo contrattuale con la Russia bolscevica quale è oggi, sarebbe per noi del tutto privo di valore; non è concepibile nè che i tedeschi nazionalsocialisti adempiano mai doveri di assistenza a difesa del bolscevismo, nè che mai essi stessi accettino assistenze dallo Stato sovietico ». Alcuni giornali spingono la confutazione anche al campo storico, dimostrando che questo astensionismo sarebbe in sostanza nella perfetta linea della tradizione diplomatica della Germania, tradizione, la quale non verrebbe contraddetta ma anzi verrebbe confermata dal progetto di patto di contro assicurazione bismarkiano e dai patti di Rapallo e di Berlino della Germania wetaiariana in quanto che l'uno e l'altro non sarebbero stati che patti di neutralità mentre è appunto la Francia che, dalla alleanza dell'anteguerra al patto attuale di reciproca assistenza, ha, per tradizione, di stringere alleanze con l'oriente russo e di introdurlo in Europa. Queste ultime considerazioni, già fatte ieri dal Berliner Tageblatt svolge oggi press'a poco li Voelkischer Beobachter. In ogni modo l'organo nazionalsocialista osserva che la politica orientale della Germania è stata mutata nel dopoguerra da due fatti essenziali: primo, che invece di un solo Stato la Germania ha trovato in Oriente una serie di Stati fra i quali uno grande, la Polonia (della cui fondazione essa stessa aveva preso l'iniziativa) e con cui ora fa politica; secondo, l'avvento in Russia del bolscevismo, inconciliabile col terzo Reich, sede e fonte della rivoluzione mondiale, nemico per natura del consolidamento delle civiltà nazionali di oc- danptt„i,*™*„ n enente, fi giornale respinge que-sta campagna di voci estere che fton ha altro scopo se non di sere- dltare la Germania e diffondere attorno ad essa la diffidenza del centro Europa. La Deutsche Allgemeine Zeitung rafforza le proprie obiezioni con un telegramma del proprio corrispondente da Mosca in cui viene riferito che anche le Isvestia, controbattono come assurde le voci messe in giro di queste trattative di avvicinamento tedesco-sovietico. Ma, secondo il giornale tedesco l'organo sovietico fa l'ingenuo: fatto è che le voci sono state messe in giro per valorizzare e fare reclame al fattore russo in Europa, indebolito dalla reazione dovunque destata in seguito all'opposizione tedesca, dall' alleanza franco-sovietica e dai pericoli che essa trascina con sè. Il giornale cosi conclude: « I rapporti tedeschi con la Russia sovietica sono posti dal fatto che a Mosca ancora domina il bolscevismo ebraico e che esso ha nelle sue mani cosi la direzione dello Stato sovietico come quella dell'Internazionale comunista. Il Fuhrer ha, nel recente congresso del partito chiaramente detto che un mondo ci separa dal comunismo e che fra i due mondi c'è una distanza incolmabile e che essi non possono che allontanarsi sempre più l'uno dall'altro e mai avvicinarsi ». La Germania ricorda anch'essa la tradizione politico-diplomatica della Germania nei riguardi del la Russia, che non è di alleanze ed osserva come nulla valga di più a rendere evidente il ridicolo di questa campagna di insinuazioni, se non il fatto che i suoi sostenitori sono gli stessi cattivi àuguri che ieri appena avevano trovato r altro spauracchio del fronte unico antisovietico che la Germania stava creando insieme con la Polonia e col Giappone ed altri, al fine di aggredire la Russia e di imporre all'Oriente europeo la pax germanica. Ora rivoltano l'argomento dall'altra parte, ma è sempre la stessa vescica rovesciata. Dichiarazioni di Hess Importante è infime quanto scrive la Frankfurter Zeltung in un articolo nel quale confuta una tesi del Times, secondo la quale Hitler, nel suo discorso del 30 gennaio, avrebbe respinto e reso impossibile un piano di riorganizzazione europea, n Fuhrer ha in quel discorso respinto parecchie concezioni errate ed ha espresso le corrispondenti concezioni tedesche, ma in nessun punto egli ha intaccato, o reso impossibile alcun piano di riorganizzazione europea. « Ma se per altro — aggiunge il giornale — qualcuno scrivesse che uno scambio di firme fra Mosca e Berlino, ovvero una rinuncia della Germania alla sua avversione per il bolscevismo, dovesse costituire un punto essenziale della generale sistemazione politico-economica dell'Europa, egli si troverebbe davanti ad un ostacolo insuperabile. « Sarebbe presso a poco dimostrativamente come se il governo del Reich pretendesse, come condizione di ulteriore trattativa, di imporre alla Francia la formale rinuncia alle trattative sovietiche. Cosa che, come si sa — dice il giornale — il governo del Reich non ha fatto ». In questa campagna particolare rilievo prende il discorso che ha pronunciato ieri -a Karlsruhe in una grande manifestazione locale del partito, il ministro senza portafogli e sostituto di Hitler alla direzione del partito Hess. Il sostituto del Capo ha rinnovato ancora una volta la invettiva contro il bolscevismo insistendo sulla l'unzione di baluardo contro questo male, esercitata dalla Germania, nel centro Europa. La Germania si è liberata internamente della peste bolscevica e quanto più le conseguenze della dominazione bolscevica sono visibili presso gli altri, tanto più soddisfatta e contenta essa può essere della sua pace e del suo lavoro; e tanto più grata essa guarda all'uomo che ha liberato la Germania dal bolscevismo e ne ha fatto una nazione sana ed orgogliosa. Accennando alle lotte confessionali il ministro Hess ha ammonito le confessioni di non abusare della religiosità del popolo tedesco a propri scopi politici ed ha ricordato a tutte e due le Chiese che il nazionalsocialismo le ha sostanzialmente salvate dalla distruzione che loro veniva preparata dal marxismo come dimostrano gli avvenimenti di Russia e di Spagna dove le chiese vengono distrutte e sostituite con cinematografi e locali da ballo. tcgcqSdlicprilumtddsntPvhsèrEs—sdvdac| plenlvgdcdoddlrldscctrznnGiuseppe Piazza La visita di Beck a Bucarest Bucarest, 19 mattino. Un comunicato ufficiale, nel precisare che la visita a Bucarest dal Ministro degli Esteri di Polonia colonnello Beck durerà dal pomeriggio di giovedì! prossimo a domenica, annuncia che l'ospite avrà conversazioni con Re Carol col Presidente del Consiglio e col Ministro degli Esteri, i Nessuna questione particolare sa-| rà trattata nel corso di tali collo- i qui ma sarà fatto un esame det¬ -^ liato della situazione generale europea e dei riflessi che essa ha e sull'alleanza polacco-romena, a Il discorso di Delbos Parigi, 19 mattino. Il primo congresso della Gioventù radicale, riunitosi ieri a Carcassona, è destinato ad avere larga eco per le dichiarazioni esplicite fatte da variì oratori, fra i quali l'ex-Presidente del Consiglio Sarraut, in difesa dell' ordine e della libertà contro l'irresponsabilità delle masse. « Noi continueremo il nostro compito — ha detto fra gli applausi dell'assemblea Alberto'Sarraut — che è quello di preservare il Paese sia dalla dittatura di un uomo sia dalla dittatura delle masse. Il nostro desiderio è di aiutare il Governo ad evitare questo doppio pericolo. Se tradisse il suo dovere, noi riprenderemo la nostra libertà per difendere simultaneamente la Repubblica e la Patria ». Pace interna e Lega delle Nazioni Al banchetto di oltre 3000 convitati, offerto in suo onore, Delbos ha pronunciato l'annunciato discorso, la maggior parte del quale è stata dedicata alla politica estera. Esordendo, il ministro degli Esteri non ha mancato — e gli sarebbe stato difficile esimersene — di rivolgere a Blum l'espressione della sua « amiczia profonda e fedele » e di « attestare i servizi che le sue ammirevoli qualità di intelligenza e di cuore rendono alla causa della Francia e alla pace del mondo ». Poi, dopo aver | proclamato la vitalità del radica lismo, la cui volontà di giustizia e di emancipazioni sociali si manifesta nella sua partecipazione leale alla maggioranza e al Governo di Fronte Popolare, ha aggiunto che « i giovani hanno il dinamismo della speranza e i vecchi il senso della responsabilità e dell'esperienza che si uniscono in ogni caso in un comune rispetto della passione umana e nel culto della libertà che esclude ogni violenza ». Ciò che, sia detto fra parentesi, è perfettamente il contrario di quello che il Fronte popolare, con il consenso del Governo di cui Delbos fa parte, pratica costantemente. Infine, dopo l'immancabile dichiarazione sulla volontà pacifica che anima l'intera Francia, l'oratore ha passato in rassegna i vari aspetti della situazione internazionale. La Società delle Nazioni rimane, per lui, la migliore e la più sicura delle realtà pacifiche. Gli insuccessi che essa ha subito non provengono nè dallo spirito nè dalla lettera della istituzione ginevrina, bensì dalle debolezze dei suoi membri. Ma, pieno di fiducia, egli è persuaso che grazie alle riforme che stanno preparandosi, la Società delle Nazioni finirà per vincere le difficoltà che incontra. La Francia deve però contare su se stessa e sui suoi amici per assicurare la pace e garantire la propria sicurezza, e questo necessario realismo la conduce del resto a cercare di intendersi con tutti. Gli affari di Spagna Passando poi a parlare dell'atteggiamento della Francia negli affari di Spagna, il ministro degli Esteri ha detto che la sua volontà di chiudere tutte le vie per le quali la guerra potrebbe passare, spiega l'atteggiamento della Francia nei riguardi della guerra civile che si combatte al di là dei Pirenei. L'accordo di non intervento, di cui la Francia ha preso la iniziativa, oltreché evitare i conflitti ideologici che avrebbero condotto alla guerra, aveva inoltre per oggetto di lasciare il popolo spagnolo padrone del suo destino. Questo atteggiamento, approvato dall'immensa maggioranza del popolo francese, ha valso al Governo delle critiche. Alcuni, constatando delle violazioni commesse da altri Paesi, hanno tacciato il Governo di debolezze, rimproverandogli di non rispondere denunciando l'accordo di non intervento. Simultaneamente, altri hanno rimproverato al Governo violazioni immaginarie, pur chiudendo ostinatamente gli occhi su quelle che erano constatate altrove. « Ai primi rispondo — ha detto Delbos — che le screpolature del non intervento sono infatti pericolosissime; ma che cosa sarebbe, a più forte ragione, se la porta si spalancasse ad interventi rivali e dei popoli si affrontassero impegnandosi a fondo, senza essere più trattenuti da nulla, nella guerra spagnola? « Sarebbe la probabilità se non la certezza della guerra generale. Ai secondi, e a quelli che al di fuori ci accusano in condizioni che sorpassano di gran lunga la favola della pagliuzza e del trave, rispondo che noi non temiamo nessun confronto e nessuna sorveglianza: ne abbiamo moltipllcate prove, essendo sempre i primi coi nostri amici britannici a proporre il massimo di controllo. Noi l'abbiamo voluto per i combattenti non spagnoli di cui chiediamo inoltre il richiamo come l'abbiamo chiesto per le armi. Senza dubbio ci siamo urtati in Innumerevoli difficoltà e a molti ritardi. Malgrado questo, il controllo entrerà in vigore domani a mezzanotte e l'accordo di tutti i paesi interessati ha potuto infine essere realizzato per accettare il principio e studiare le modalità del richiamo dei volontari ». Gli ostacoli alia pace Il ministro Delbos ha poi rinnovato l'assicurazione che il governo francese, è sempre pronto come per il passato a collaborare a qualsiasi sforzo di mediazione tendente a far cessare il conflitto che strazia la Spagna. Dopo essersi compiaciuto della continuità dell'amicizia francobritannica ed essersi espresso ottimisticamente nel riguardi dei rapporti con la Polonia e con la Piccola Intesa, l'oratore ha esaminato i pericoli che tuttora sussistono per la pace internazionale, primo fra tutti quello costituito dalla minaccia di blocchi antagonisti. . .... Ma egli ha detto di persistere a credere possibile l'intesa fra popoli che vivono sotto i più diversi regimi: «L'Europa del XTX secolo ha conosciuto queste opposizioni che non hanno impedito lunghi periodi di pace. E' vero che oggi delle differenze di regime si aggiungono alle divergenze di metodo nei rapporti internazionali: Società delle Nazioni e accordi generali aperti da una parte, patti bilaterali dall'altra. Ma se il disaccordo non ha per oggetto che i metodi, non deve essere irreducibile. Il giorno in cui si vorrà veramente intendersi con una comune volontà di pace questi ostacoli si appianeranno. « Vi sono altri due ostacoli non meno importanti che si. ergono sulla strada della pace: la corsa agli armamenti e l'autarchia economica. La Francia ha preso l'iniziativa pel maggio prossimo della riunione della presidenza della Conferenza del disarmo e spera che questa iniziativa faciliterà la prossima riunione di una Conferenza generale che farà la prova della buona volontà del popoli ». All'oratore sembra, secondo certi sintomi, che le difficolta stiano appianandosi e che Van Zeeland, pioniere designato per questo grande compito, troverà modo di affermare le sue qualità di tecnico e di uomo di Stato. Ma, come diceva di recente Schacht a Brusselle, una intesa economica presuppone un accordo politico generale al quale si sa da molto tempo che la Francia è pronta e questo accordo non può avvenire che in un'atmosfera favorevole. Nè il disarmò militare né il disarmo economico sono possibili senza il disarmo degli animi e dei cuori. Concludendo, Delbos ha detto che gli obbiettivi della politica francese sono semplici e ciliari: mantenere gli accordi esistenti, rendere più strette le amicizie ed estenderne la cerchia, garentire la pace e contribuire risolutamente alla sua organizzazione in una distensione generale. LA FOLLA DOMENICALE AL LIDO DI ROMA. Una splendida giornata primaverile ha richiamato al mare migliaia e migliaia di persone, tra le quali gran numero di forestieri. (Telefoto). i | REPARTI NAZIONALI Al MARGINI BEUtA fiASA PEL .CAM4P BRESSP. WA iRSRjTA DJ AfiAVAfiA
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