L'INSIDIA MASSONICA d'una impossibile mediazione di Concetto Pettinato

L'INSIDIA MASSONICA d'una impossibile mediazione L'INSIDIA MASSONICA d'una impossibile mediazione Fiero e sdegnoso ammonimento del vecchio conte Di Romanones Parigi, 16 notte. La stampa socialcomunista, modellandosi sull'atteggiamento attribuito al generale Miaja e ai capi della difesa di Madrid, fa il viso dell'armi al progetto inglese o per dir meglio ai vari progetti inglesi di mediazione. Miaja avrebbe dichiarato a un giornalista di non avere altro ideale tranne quello di difendere la città sino alla morte. Un membro della Giunta di difesa avrebbe soggiunto che la guerra è stata fatta apposta per evitare l'avvento di una dittatura militare e che un compromesso non avrebbe perciò ragione d'essere. L'« Humanité » ne approfitta per affermare a sua volta che il progetto di Churchill è stravagante e che la mediazione è ventilata solo « per sottrarre Franco alla disfatta ». Secondo l'organo comunista, il quale vede nella proposta la mano di Eden, la Spagna deve essere sola a decidere del proprio regime e sola a reclamare i consigli delle Potenze estere qualora 10 giudichi necessario. Manovre demo-massòniche Il « Temps » non vuole scartare a priori l'idea di una riconciliazione che a più riprese in passato ebbe a sostenere nei propri editoriali, la dichiara attualmente priva di consistenza e destinata a urtarsi a vive resistenze in ambedue i campi. « Il sangue versato da ambo le parti è ormai tanto — scrive — che un riavvicinamento non è possibile se non sotto l'effetto del simultaneo esaurimento degli avversari ». Ma l'ipotesi è ancora lontana e l'organo ufficioso pretende che una evoluzione in tale senso non abbia probabilità di vedersi accelerata se non nel caso che sul terreno puramente spagnolo giunga a costituirsi un potere neutrale abbastanza forte per imporsi con vera autorità a tutti coloro che hanno condotto sin qui la guerra civile. Verosimilmente la prospettiva di una dittatura militare incontra in queste sfere scarso favore come quella che poco o tanto rapprese» terebbe in pratica il trionfo dello sforzo fatto da Franco per strappare il paese all'anarchia. Il tipo di governo die Parigi ha caldeggiato e caldeggia è un governo demo-social-massonico, e non già una forma di regime che sia pure per interposta persona e a titolo provvisorio conduca al potere quegli stessi elementi ai quali Franco si è appoggiato e il cui « ubi consistane » definitivo potrebbe essere una restaurazione monarchica. Nella misura consentitagli dalla necessità di non scontentare il Foreign Office è dunque da prevedere che Delbos farà del suo meglio per non accordare al germe di progetto in questione se non un appoggio assai blando e tutto teorico nella speranza che nel frattempo, grazie al lavoro assiduo della massoneria o magari a vagheggiati interventi vaticani si delinei in Spagna la possibilità di un governo più consono alle preferenze politiche e ai supposti interessi internazionali della Francia. Contro questa speranza urta tuttavia una lettera aperta e radiodiffusa che il conte di Romanones 11 noto ex-presidente del Consiglio e ministro degli Esteri spagnolo, ha indirizzato da San Sebastiano al capo del Qua! d'Orsay. Dopo aver ricordato al destinatario che il popolo spagnolo non ha mai vo tato per un governo nè socialista nè comunista nè tanto meno anarchico, e che i due terzi del territorio nazionale obbediscono all'autorità del gen. Franco, l'importante documento, nel quale non è difficile riconoscere una pubblica risposta a inviti ed esortazioni segreti partiti da Parigi, conclude semplicemente dicendo: « Non esistono ragioni valide per non riconoscere il governo del generalissimo Franco e meno ancora per continuare in modo più o meno palese ad appoggiare 1 sedicenti governativi. Se la Francia ufficiale non si decide a mutar NiundecopaapghsitPelapacenuspmsitpacaalpatrLLstncol'ziptrdninseteluqgesnginscpgdtcracmnfataVvbrttcnZpsacondotta, siate certo signor mini- < essa perderà, non voglio | empre ma certose go tempo stro che «Kgsom, dire per sempre ma certe.per lun go tempo 1 amicizia e 1 affetto dei- la vera Spagna ». d] La lettera, fiera e sdegnosa,aei vecchio liberale ormai disgustato , delle degenerazioni del liberalismo j parlamentare di cui la sua stessa jbuona volontà e il suo stesso pa- :triottismo furono in altri tempi le :vittime setta un raggio di luce lule manovre condotte fra le ■ f m n,,.i rt'nrav ner chia- quinte del Quai d Orsayj?ei■ enia mare a raccolta con promesse o lusinghe gli uomini ancora presen-tabili della vecchia Spagna preri-voluzionaria, all'ombra della quale si vorrebbe varare l'auspicato governo cui il Temps applica, come si è visto, la qualifica di « neutrale ». Questa volta Delbos ha /atto fiasco. Ma si tratta di un ìnfor-mazione grave e sintomatica giacché il conte di Romanones, politico navigato e spagnolo al cento per cento, possiede in fatto dL cose di Spagna una competenza di prim'ordine e U suo responso negativo merita considerazione anche da parte di coloro ai quali rompe le uova nel paniere. Eliminato lui, vorrebbe forse Delbos ripiegarsi su uomini del calibro di Alcalà Zamcra e dell'ineffabile Madariaga? Italia e Centro Europa In quanto all'Europa centroorientale, si prevede, in questi air. bienti, uA'intensificata attività daparte della diplomazia italiana. La conclusione di un patto ltalo-rununo e una visita del conte Ciano a Bucarest sono ritenuti prossimi in relazione con la notizia pubblicata dall'ufficiosa Indipendence Rcumaine, circa il radicale mutamento di indirizzo in corso della politica estera di quel paese. Cadrebbero, co-1 "iò, le poche illusioni suscitate ?. -rni or sono a Parigi dall'alloca.'.ione di Titulescu a izza, mentre la prospettiva di n'azione isolata della Romania e ella Jugoslavia in seno alla Picola Intesa si preciserebbe di pari asso con la preparazione di utili pprocci fra Jugoslavia o Unheria. Relativamente alla prossima vita di Stojadinovic a Ciano, i! etit Parisien osserva che, data a rapidità con cui fu ratificato il atto italo-jugoslavo, il ritmo ac elerato imposto allo sviluppo dei uovi rapporti fra 1 due Paesi riponde evidentemente al loro coune desiderio di stabilizzare una tuazione utile alla causa della ace. Il sottosegretario De Tessan, apo della delegazione francese lla conferenza di Montreux, è artito stasera per Parigi, dove si ratterrà sino a lunedi. Concetto Pettinato uL f di Mt

Persone citate: Churchill, Ciano, De Tessan, Delbos