DIETRO LO SCHERMO

DIETRO LO SCHERMO DIETRO LO SCHERMO Un importante accordo - Pericoli e pr programma „ - Cinema ferroviario - e per i o offemci E' stato recentemente raggiunto un accordo tra le Federazioni Nazionali degli Industriali e dei Lavoratori dello Spettacolo, giusta le direttive opportunamente impartite dal Ministero per la Stampa e la Propaganda. Questo accordo è di non lieve importanza per i problemi della nostra produzione cinematografica. La Federazione Industriali aveva predisposto uno schema di norme per la pre- i'''ji;ij ventina regolamentazione di tutte quelle nuove iniziative che mirino all'editorìa del film; la Direzione Generale per la Cinematografia l'ha poi esaminato e in via di massima approvato, suggerendo le necessarie modifiche; è stato così, fra le Associazioni Sindacali di categoria, definito l'accordo che disciplina un vero e proprio nullaosta alla produzione di film. Dal 29 marzo tutte le ditte che intendono iniziare lavorazioni determinate dovranno infatti ottenerne l'autorizzazione dalla F.N.F. degli Industriali dello Spettacolo. Si compie cosi un passo derisivo verso un'effettiva disciplina corporativa anche in questo delicatissimo e importante settore. L'azione svolta fin dal suo inizio dalla Direzione Generale per un ben inteso controllo della nostra produzione è certo presente al let- are. Un controllo vero e proprio, diretto, particolareggiato, si era fino a ieri verificato soltanto nel caso di film che fruissero delle particolari agevolazioni finanziaie predisposte dalla Direzione; ed era logico che una compartecipazione vera e propria, anche se limitata entro determinate aliquote, quel controllo addirittura esigesse. Per le altre iniziative la Direzione Generale non è certo rimasta assente; l'opera sua si è fatta anzi ipiù delicata, intessnta d'osservazione, d'informazione, di consìglio ' amichevole; ma per forza di cose ' in tale àmbito s'è dovuto esplica' re. Ora il controllo è diretto per j tutte le lavorazioni cinematograi fiche. L'azione progressiva compie ; casi il suo ciclo. Si mira a sempre i più disciplinare, tonificare l'anij blente; e con i criteri più netti e perentorii, quelli amministrativi. Ora che si sta per avere, con la Città Cinematografica del Quadraro, il migliore complesso fra gli studi europei, è sacrosanto che chi vi voglia entrare debba avere tutte le carte in regola; quel mirabile strumento di sano, proficuo lavoro non dovrà, neppure per un giorno, servire all'impreparato o all'improvvisatore. Un film, prima ancora di essere creato, già tutto esiste sulla carta. Un occhio esperto può vederselo leggendolo, così come un musico può ascoltare una sin fonia leggendone la partitura. Ma se questa preventiva visione riguarda il tessuto connettivo del film inteso come opera cinematografica, lo stesso film dà vita, contemporaneamente, a un complesso di problemi semplicemente formidabili, quelli finanziarii; i quali più che mai possono essere esaminati e vagliati sulla carta, sulle cifre. Chiedere al produttore la presentazione dei cosidetti piani di finanziamento e di lavorazione, significa rendergli un grosso servigio. Significa anzitutto imporgli che quei piani concretamente esistano, sempre; dargli poi il conforto di approvazioni o di rilievi sempre preziosi; fargli scorgere come quella determinata « voce > sia non poco ottimista, e nasconda quindi in sè un pericolo; come quell'altra indulga a una spesa eccessiva, il margine della quale può invece essere utilmente impiegato in un'altra ancora; e così via. Insomma, per quanto complesso e specifico, il preventivo di un film è uno dei tanti preventivi finanziari che giornalmente si affacciano a quanti operano nel mondo dell'industria. E' un terreno sul quale, oltre alla competenza, sovrano domina il linguaggio delle cifre, del due più due fa quattro; un terreno, quindi, dove un rigoroso controllo può e deve essere tanto benefico quanto calzante. E' assai probabile che questa importante misura abbia poi qualche corollario. L'opera svolta dalla Direzione Generale è ormai cosi vasta e molteplice da autorizzarne l'ipotesi. Il controllo preventivo dei piani di finanziamento e di lavorazione è sacrosanto; ma perchè tutta la nostra produzione sia posta su di un piano sempre più efficiente, è augurabile che tale controllo si esplichi sempre più rigoroso anche per quei due elementi che danno vita a un film almeno quanto le cifre: soggetto e sceneggiatura. Moltissimo s'è già fatto in tal senso, molto ancora si sta facendo; ma restituire al produttore il suo copione con tutte le osservazioni motivate e firmate che parecchi esperti hanno creduto di fare, significherebbe giovargli non poco; darebbe al controllo finanziario un'altra base ancora di riprova e di sicurezza, forse la più delicata; e tacitamente si verrebbe a una collaborazione sempre più effettiva, quella bat i ili ti bl mi che il progetto d'ogni nuovo film inevitabilmente prospetta. Dai pericoli e dalle prepotenze del cosidetto * doppio programma > in Italia siamo quasi immuni (due film per spettacolo, tre ore, tre ore e mezzo di proiezione) ; altrove si desiderano o si subiscono; e soprattutto se ne impensieriscono i produttori. Un loro film deve in tal caso venire a patti, per le percentuali d'incasso, con l'altro film ospitato dal programma, subendo una falcidia che può anche giungere al cinquanta per centoNegli Stati Uniti le sei principalCase editrici si sono unite per tutelare i comuni interessi. Posti in cantiere alcuni film detti « specials », la cui durata è superiore alla media, hanno Interdetto anoleggiatoli di includere gli « specials » nei doppi-programmi. Conseguenza: citazioni da parte dnoleggiatori, che si sono appellatalle leggi confederali contro itrust. Il tribunale di Filadelfiadopo mi dibattito assai laboriosoha finito per dare ragione ai produttori; ma chi dovrà alla fine dire l'ultima parola sarà probabilmente la Corte Suprema di Washington, se nel frattempo un accordo non sarà intervenuto. Intan to, si agitano le acque; e tutta una campagna è inscenata contro il doppio-programma, che potrebbe portare a una vera e propria inflazione dello spettacolo. Centonovantamila aderenti all'Associazione dell'Educazione Nazionale si sono dichiarati nettamente contrari; e inchieste e referendum lo hanno condannato con la proporzione di quattro contro uno. ] produttori non perdono il loro tempo, stanno escogitando i ri- medi più perentori; con ogni probabilità lo « special i- diventerà dal più al meno la regola, e l'ora n mezza di proiezione giungerà alle due ore, se non oltre. Attenti alle indigestioni. Il Ministero delle Comunicazioni della Danimarca ha proposto al Ministero delle Finanze l'impianto di sale cinematografiche nelle principali stagioni ferrovia- rie del Regno. La proposta è sfa'ti suggerita dal vivo successo avuto da una sala che a titolo di esperimento era stata recentemente aperta nella stazione di Copenaghen, con spettacoli ininterrotti dalle quattordici alle ventiquattro. Si comprende come il viaggiatore che debba attendere due o tre ore in una città non sempre abbia voglia di dedicarle una visita; quella con uno schermo gli può quindi apparire come una sala d'aspetto abbastanza allettante. (Si sono già fatti esperimenti di cinema a bordo dei treni stessi; su aeroplani di linea; sui grandi piroscafi, poi, esistono da anni). Avremo, alle stazioni, i cinema di prima, di seconda e di terza classe, con un bel buco supplementare al biglietto di viaggio? E' assai probabile, qualora la tendenza attecchisca e si sviluppi, che il tifoso cinematografico, reduce da un bel viaggio, abbia a riassumerne le sue impressioni così: — Copenaghenl Bellissima. Vi ho visto l'ultima Garbo. Parigi, questa volta, noiosa: c'era un vecchio film poliziesco, nient'altro. Le Alpi, in volo? Sì sì, bellissime: Clark Gable e la Crawford, straordinari. #** Si decide a nascere, il cinema belga? Il Belgio, come possibilità di produzione autonoma, si è sempre trovato in condizioni ancora peggiori della Svizzera: i film francesi vi hanno trovato un altro loro sbocco... naturale. Tentativi, ogni tanto, affiorano anche a Bruxelles, soprattutto da quando, recentemente, vi sono stati costruiti due teatri di posa, di capacità media, e con attrezzature discrete. Vi è stato girato L'officina sotto le bombe per conto del Governo belga che ha recentemente stanziato un milione di franchi per nim turistici; e I cavalieri della campana, una commedia diretta da René Le Hénaff. Sono ora allo studio due film: Le Passeur d'Hommes, dal romanzo del reverendo Le Queux, con regia di René Javet, interpreti Gallaud, Azais, Gabrio, Larquey; esterni alla frontiera olandese e a Rotterdam; il film rievocherà alcuni episodi dell'ultima guerra. Il secondo è Palace Frontière: ma di questo, per ora, non si conosce che il titolo. Non è molto, d'accordo; ma sono primi tentativi. Arrivederci l'anno venturo. Minime. — L'incoronazione di Giorgio VI d'Inghilterra sarà « girata » anche a colori, produttore Truman Talley. — Dopo il Beethoven di Abel Gance la V/arner si appresta a produrre una sua Vita di Beethoven. La preparazione ne sarà assai laboriosa; incaricato del soggetto è Milton Krims. — Il romanzo di Albert Halper Acciaio umano darà vita a un omonimo film con Wallace Beery, Jean Harloxo, Spencer Tracy e James Stewart: ambiente, un formidabile « gruppo » metallurgico. — In Australia il protezionismo contro l'esportazione del denaro proveniente dallo sfruttamento di film stranieri ha stabilito che soltanto il 16% pctrà esserne esportato. Le 1500 sale cinematografiche colà esistenti ospitano una media annua di 180 milioni di spettatori, con un introito di circa 29 milioni di dollari. — / nuovi studi della R.K.O., ad Hollywood, saranno costruiti anche in... profondità. Quattro piani saranno sotterranei, muniti di complessi impianti d'aereazione. — Gli indipendenti si raggruppano per non essere più... indipendenti. Samuel Goldwyn, David Selznick e Walter Wanger quasi certamente riuniranno i loro mezzi e le loro iniziative per la prossima « stagione». — L'ultima novità nell'incessante perfezionamento della ripresa sonora consisterebbe in un procedimento che sfrutta particolari qualità dei raggi ultra-violetti. — Nel 1936 l'Ungheria ha prodotto -i film; le sale cinematografiche ungheresi hanno raggiunto il numero di $87, delle quali 1,10 fornite di apparecchi sonori. — Come prima meglio di prima di Pirandello sarà prodotto da Joseph Pastemak della « Universal »; sceneggiatura di F. Hugh Herbert. — Volete proprio sapere se la vostra voce è fonogenica? Recatevi in un laboratorio fonografico e fate incidere un disco pronunziando, dapprima lentamente, poi sempre più in fretta, « Fifty! Fifty! Mississipi! ». Se all'audizione la vostra voce non darà fischi, esse con lo strascico, e altro ancora, state tranquilli, siete, siete fonogenici. La ricetta è di Douglas Shearer. UNA BELLA INQUADRATURA DI «SCIPIONE L'AFRICANO» LAUREL E HARDY VISTI DA CATTANEO HANSI KNOTECK in < Quando le donne tacciono » di Fritz Kirchoff.