Le colonie tedesche e la missione di Van Zeeland di Giuseppe Piazza

Le colonie tedesche e la missione di Van Zeeland Le colonie tedesche e la missione di Van Zeeland Berlino, 10 notte. E' appena di ieri una nota della ufficiosa Corrispondenza diplomatico-polìtica che tutti i giornali riecheggiano, in cui, prendendosi le mosse dall'annunziata missione del signor Van Zeeland per un tentativo conferenziale internazionale, al fine di eliminare le tensioni economiche che paralizzano gli scambi del mondo, si fa presente come il punto di vista tedesco al riguardo sia che una conferenza economica internazionale non abbia senso e non potrebbe quindi avere l'adesione della Germania se non si ispiri alla soluzione di talune urgenti questioni che alla Germania sono imposte dalla sua situazione: e cioè, insomma, con la questione dei debiti e delle valute, quella principalmente della ripartizione delle materie prime a mezzo di una giusta ridistribuzione dei territori coloniali. Una trattazione della questione coloniale in rapporto obiettivo con il ritorno della Germania alla collaborazione diplomatica internazionale è oggi dovuta, sulla Deutsche Allgemeine Zeitung, alla penna di uno scrittore di molto prestigio, il dottor Walter Simons, già presidente del Tribunale supremo di Lipsia ed ex-ministro del Reich, il cui intervento nella questione dimostra per lo meno come la rivendicazione coloniale guadagni in Germania sempre più ragguardevoli circoli della pubblica opinione all'infuori degli ambienti tecnici specializzati e assuma perciò un carattere politico pertinente di per se stesso all'azione internazionale della Germania. L'assunto centrale in cui culmina lo scritto del Simons è appunto che senza la restituzione delle colonie alla Germania, senza cioè la piena restaurazione della parità politica tedesca, non è possibile parlare di ritorno alla collaborazione politica vera e propria in vista della riorganizzazione dell'Europa « come il Fiihrer — dice l'articolo — ha ripetutamente in forma energica proclamato il desiderio e la volontà della Germania di aderire con fiducia ala politica di pace europea ha per presupposto che alla Germania sia riconosciuta in ogni senso e perciò anche in quello della fiducia politica la piena parità. Fino a che le Potenze continueranno a concepire la loro propria attività coloniale come un servizio all'umanità e al contrario ogni attività della Germania in questo campo come una preparazione facinorosa di aggressioni guerresche non si potrà parlare di parità in tale campo ». Lo scrittore confuta quindi uno per uno i noti argomenti o piuttosto pretesti tutti di lana caprina che sono stati messi in campo dalla cattiva volontà inglese di procedere alla revisione coloniale in favore dei diritti della Germania e conclude ai seguenti punti E cioè: 1) che la Germania non vuole la restituzione dei suoi antichi possessi coloniali per farne dei centri di forza capaci di servire di base ad aggressioni o per danneggiare i suoi vicini bensì come riparazione per il calunnioso pretesto di cattiva amministrazione coloniale con cui le colonie le furono rapite e come base di materie prime a lei necessarie nella amara situazione economica in cui è stata posta dal sistematico boicottaggio altrui; 2) che fino a che le esigenze della Germania nel campo coloniale non siano soddisfatte per via fiduciosa e pacifica non esisterà una vera e propria parità morale nel senso e ai fini voluti dal Fiihrer e fino allora l'atmosfera policica d'Europa sarà turbata; 3) che l'accordo navale anglocedesco del 18 giugno 1935, acjordo che possiede un valore portico indicativo molto al di là del suo valore marinaro, non verrà in ilcun modo intaccato dalla questione coloniale. Lo scrittore accenna con questo punto all'assicurazione già solennemente data dal fiihrer nel suo stesso discorso in jui poneva la questione coloniale, ^he cioè il ritorno delle antiche colonie ir. possesso della Germania non fornirà mai al governo del rteich argomento o motivo o precesto per chiedere a fini dell'esigenza di difesa alcun mutamento .n proprio favore del rapporto navale con l'Inghilterra stabilito nell'accordo suddetto. 4) Le Potenze non hanno aff'atco il monopolio dell'educazione degli indigeni; nei territori ex-tedejchi esse si sono assunto questo compito con la violenza; e questo ;òmpito la Germania deve riprendere ed esercitare cosi come esercitava prima della rapina subita.Giuseppe Piazza sbdcphrfitdtcsparal

Persone citate: Simons, Van Zeeland, Walter Simons