I giochi di parole di Blum e la slealtà documentata di Concetto Pettinato

I giochi di parole di Blum e la slealtà documentata Il ggMioxM Intervento 99 I giochi di parole di Blum e la slealtà documentata Appellarsi alla "leale,, esecuzione degli impegni di neutralità significa impugnare la verità conosciuta Parigi, 9 notte. Il Governo di Parigi ha fatto rispondere alle allegazioni della stampa italiana sulle infrazioni alla neutralità da parte francese, mercè un comunicato, che mette conto citare integralmente: « Certi giornali stranieri — dice questo comunicato — e anche alcuni organi francesi che a scopo di opposizione sistematica alimentano le campagne dell'estero calunniando il loro Paese, hanno pubblicato delle informazioni circa pretesi invii di materiale bellico e di volontari dalla Francia in Spagna, In sfregio degli impegni internazionali. Tali informazioni sono smentite dal costante atteggiamento della Francia in presenza degli eventi spagnuoli. D'accordo con la Gran Bretagna fu la Francia a prendere l'iniziativa di proporre ai governi europei un accordo di non-intervento negli affari spagnoli e chiedere l'organizzazione e la pronta messa in opera di un controllo efficace e generale. Essa reclama inoltre con insistenza il richiamo di tutti 1 volontari stranieri. La lealtà con cui applica gli impegni presi è stata d'altronde riconosciuta dagli osservatori imparziali ohe se ne rendono conto sul posto. In queste condizioni è fin troppo facile discernere a quale fine rispondono le accuse in questione 11 cui carata tere tendenzioso e mendace appare manifesto ». Petizioni di principio La smentita francese riposa, come ognuno vede, su due petizioni di principio. La prima è quella della leale applicazione della neutralità da parte della Francia, la seconda, quella del riconoscimento di tale lealtà da parte del controllori internazionali. Che cosa abbiano constatato gli ufficiali nordici giunti l'altro giorno sulla frontiera dei Pirenei nessuno lo sa, o per lo meno fino a questo momento nessuno ce lo ha detto. E' da presumere che quelle brave persone, conformandosi ai propositi inoffensivi manifestati dal colonnello Lunn, prima di partire da Londra, si siano limitate a farsi indicare dai prefetti dei varii dipartimenti di frontiera, le disposizioni prese e a esternare il loro proprio compiacimento in proposito. Che cosa potrebbero fare di più in una regione che non conoscono e che non è certo delle più facili da sorvegliare, degli investigatori costretti a non servirsi se non di organi di esecuzione locali? Il controllo internazionale, cosi come è stato organizzato in Francia, è una commedia, e primi a riderne sono i francesi. Qualunque cosa accada, i controllori, per servirci di una espressione troppo nota per aver bisogno di essere tradotta, n'y verront que du fcu. In ogni caso è fuori dubbio che nessuno di loro vorrà attirarsi delle grane e rimetterci la rituale legion d'onore soltanto per servire una causa che non è certamente quella del blocco di Oslo. Appellarsi alla loro testimonianza, e ciò prima ancora che abbiano aperto bocca, è dunque una giustificazione che non regge. Non meno strano è l'Invocare a propria discolpa la leale esecuzione degli impegni di neutralità, quando è per l'appunto questa lealtà che si tratterebbe di mostrare. Non giuochiamo sulle parole. Nessuno ha mai preteso che la Francia sia intervenuta in Spagna ufficialmente. Ufficialmente 11 Gabinetto Blum è il padrone della neutralità spagnola e di questo merito si può dargli atto tanto più di leggeri quanto più l'ufficio si è rivelato platonico. Ma in pratica, con o senza complicità di Ministeri e di aziende parastatali, l'intervento c'è stato e c'è tuttora. Se il Governo di Parigi fosse stato cosi sicuro della lealtà della propria condotta esso avrebbe smascherato e confuso da molto tempo i numerosi organi di opposizione e i numerosi deputati che lo accusavano del contrario. Le smentite agli accusatori o hanno invece brillato per la loro assenza o sono giunte con incredibile ritardo e in forma tanto equivoca da aggravare il sospetto in luogo di dissiparlo. Lo scandalo aeronautico Le campagne schiaccianti del Jour, delì'Echo de Paris, dell'Action Francasse, di Grinsrotre e di Candide, sono nella memoria di tutti e furono decisive. Una sola volta il Ministero dell'Aria ha osato sporgere querela su un capo d'accusa secondario, contro l'on. De Kcrillis: se fosse stato in buona fede e se avesse detto la verità, avrebbe dovuto sporgerne mille! Invocare la propria lealtà non è dunque, da parte del Gabi¬ netto Blum, una cosa seria. Un giornale che non manca di criterio, il Journal des Débats, non tralascia d'altronde di farlo osservare scrivendo: « E' incontestabile che 11 Gabinetto Blum, forse contro le Intenzioni del suo capo, abbia proposto nell'agosto del 1936 una intesa per la non ingerenza negli affari di Spagna, ma è altrettanto incontestabile che alcuni dei suoi membri hanno a parecchie riprese contravvenuto in modo scandaloso all'accordo concluso, ed è addirittura sconveniente invocare contro delle accuse assurde una rettitudine che in passato non è mai esistita ». La tesi che questo e altri organi moderati vorrebbero suggerire al Governo, è che la Francia ha violato la neutralità prima dell'accordo sull'applicazione del controllo militare, ma non la viola più dopo l'entrata In vigore di esso. Senonchè, nemmeno questa è sostenibile. Informazioni assai precise di giornali francesi obbligano a ritenere sicuro per esempio che, almeno sul terreno aeronautico, la cooperazione ufficiosa della Francia con i « rossi » di Barcellona e Valencia continua come per il passato. Un redattore del Demain recatosi a fare apposta un giro di ispezione in provincia ha potuto accertarsi che a Agen la Garon ne, a Orly, Amieux ed altrove gli aerodromi servono da campi di istruzione agli aviatori spagnoli, conformemente ad una delle allegazioni della stampa italiana. Ad Agen il giornalista ne ha visti esercitarsi una ventina; ad Orly trenta e ad Amieux una quarantina. Il centro più importante si troverebbe a Bourget, presso le ditte costruttrici Henrlot. Gli allievi piloti vengono istruiti da aviatori francesi e passano per membri delle cosldette sezioni di aviazione popolare. Il Jour segnala che altri venti piloti dai diciotto ai ventidue anni si esercitano su', l'aerodromo di Coulommiers. Gli aeroplani necessari alle istruzioni vengono acquistati a spese dello ambasciatore Araquistain, 11 quale paga inoltre agli istruttori francesi seimila franchi per ogni brevetto rilasciato. Dopo il brevetto di primo grado, che si concede in capo alle prime venti ore di volo, l'istruzione viene continuata su apparecchi Aiglon e Morane. La scuola di Coulommiers è posta sotto le all del locale club aeronautico. Lo stesso giornale indica inoltre che a Le Havre sono stati sbarcati dal piroscafo President Harding venti apparecchi americani « Vultee » con motore Wrlght Cyclone di 750 cavalli, Dl questi apparecchi 14 sono tuttora all'aerodromo di Le Havre; gli altri sono stati portati in volo a'. Bourget. Il gruppo intero deve concentrarsi a Tolosa e di là puntare su Barcellona. Invece di vantare a vuoto la propria lealtà, non farebbe meglio il governo francese a provare coram populo la falsità di questa accusa? Nuovo eccesso di Delbos? E non vogliamo tener conto della riunione indetta dalla Lega dei Diritti dell'uomo, In onore di Martinez Barrlo, nella quale l'oratore più discreto è stato il presidente delle Cortez di Valencia, mentre il vice-presidente della Camera francese Duclos e il presidente della Camera belga Hymans ai sono scagliati contro l'Italia ed il Fascismo con una violenza inaudita, presentandoli nientemeno che come « un pericolo intemazionale >. Sono forse anche queste manifestazioni di neutralità? Ma quan to la Francia si ritenga poco sicura di essere senza peccato è illustrato dal proposito attribuito questa sera al governo di Pari gi di discolparsi... attaccando a sua volta. « Se l'Italia presenta a Londra un memoriale sulle infrazioni francesi, si minaccia, secondo il Figaro, in questi ambienti ufficiosi, la Francia vi presenterà un memoriale ancor più grave sulle infrazioni italiane posteriori al 10 marzo. E tali rivelazioni saranno cosi gravi da autorizzare giuridicamente il governo della Repubblica a esigere il ritiro immediato dei combattenti italiani che si trovano in Spagna». Siamo forse alla vigilia di un nuovo scatto di nervi del genere di quello succeduto alla protesta di Grandi in seno al Comitato Plymouth? Come quella volta, Delbos, convinto di avere l'Inghilterra dalla sua, assume un tono minaccioso e ispira ai proprli portavoce che sarebbe meglio tacere. Indiscutibilmente i.rapporti franco-italiani vanno di male in peggio. Accontentiamoci di interpretare le parole in questione come una confessione implicita che dopo la rivelazione romana la Francia ufficiale si senta toccata. Concetto Pettinato