SUPERATI I VALICHI i nazionali avvistano Durango di Sandro Sandri

SUPERATI I VALICHI i nazionali avvistano Durango SUPERATI I VALICHI i nazionali avvistano Durango Le truppe di Mola a otto chilometri dalla piazzaforte basca - I rossi in ritirata abbandonano un intero deposito di armi - Una batteria completa, mezzo milione di cartucce, 1500 bombe e 8 mortai catturati dai nazionali (DA UNO DEI NOSTRI INVIATI) Ochandiano, 7 notte. La vittoriosa avanzata delle truppe nazionali prosegue verso Durango. Il passo di Urquioìa e stato espugnato stamattina alle undici, dopo un duro combattimento. Superato il valico, la cittadina di Durango è apparsa circonfusa dal sole, dopo tanti giorni di maltempo. I comunisti fuggono con la baionetta alle reni, lasciando nelle mani dei nazionali interi depositi di munizioni, migliaia di fucili, molte mitragliatrici e qualche cannone. Presso il monte Oleata le truppe del generale Mola si sono impadronite di un fortino, entro il quale hanno trovato ima batteria completa da 65 ed un intero deposito di artiglieria comprendente mezzo milione di cartucce, 10 mortai da 81, 1500 granate e grande quantità di bombe a mano. Dopo Messa l'assalto Un battaglione, il « Salsamendi », composto di contadini baschi del litorale è stato completamente distrutto. Quattrocento prigionieri di questo sono sfilati oggi attraverso le vie di Viteria e una ottantina di feriti, sempre dello stesso battaglione, sono ricoverati all'ospedale. Il resto del battaglione è rimasto sul campo di battaglia, tra le boscaglie che popolano il passo di Urquioìa. De truppe nazionali hanno progredito in alcuni punti di quasi dieci chilometri, sempre procedendo per le alture delle vallate che portano a Durango. Sono, così, stati occupati anche i menti di Bajagurc c Urictà e i colli di Sumelzi'i e Sevigan. La battaglia continua. Le quattro brigate nazionali sono spinte in avanti dalla certezza della vittoria, e gareggiano nella dura lotta con un entusiasmo mirabile. Stamane l'azione è cominciata per tempo: alla sinistra la fucileria ha crepitato sulle pendici di monte Alt un, che si eleva impervio e boscoso a ~SS metri sul mare. La prima brigata, composta in prevalenza di navarresi, ha affrontato con estrema decisione l'erta «lontana assalendo i rossi con straordinario impeto. Le boine (osse del Tercio di Navarro, bandiera giallo-rossa in testa, dopo avere ascoltato la Messa da campo officiata all'alba nell'incantevole sanarlo della pineta, si sono scagliati verso il nemico che, appostato nei punti dominanti, sulla montagna, ha aperto un violento fuoco di fucileria. L'assalto dei navarresi non si è arrestato. tès ha continuato a salire, scine-rata come per una parata in li-nea di fronte, con tutti gli nffwia-li in testa e i trombettieri che da-vano flato all'inno di Navarro, leciti note squillavano nitide nel fragore del combattimento. La ritirata dei rossi Col fiato mozzo dall'emozione, abbiamo seguito l'assalto. Quando le prime boine rosse sono apparse sulla vetta di monte Altun, issando la bandiera bicolore, una lunga acclamazione è partita dalle seconde lince di rinforzo. Il monte è stato espugnato in diciotto minuti precisi c una lunga fila di prigionieri ha cominciato ad affluire nelle retrovie. In questo frattempo la seconda e la terza brigata combattevano a passo Urquioìa. Dal monte Sabigan, la cui vetta raggiunge i 0S2 metri d'altitudine, alla valle dell'Urquiola, la battaglia ha esploso con inaudita violenza. I comunisti, aggrappati fortemente al terreno boscoso e insidioso, hanno escogitato tutti i loro possibili mezzi per arginare l'attacco nazionale. Lefanterie di Franco, i reggimentnumero 22 e 23, i requetès di Oriamendi c di Fiandra si sono gettati allo sbaraglio con leggendaria foga espugnando le insizionrosse a una a una, con attacchalla baionetta. All'estrema, destra, verso monte Amboto, la lotta continua e lcenturie della Falange spagnola sono ormai stasera sotto la vetta del monte, a 1200 metri d'altitu dine. In questo settore la lotta sì svolge fra le rocce e i precipizi. L'investimento di Durango si può dire iniziato oggi. Le truppe si sono affacciate vittoriosamente alla balconata montana da cui dominano la cittadina basca, presso la quale i comunisti hanno costruito una potente rete di trinceramenti in cemento armato, definita la « cintura di ferro » e sulla quale contano di resistere a lungo. Nessuna tregua Dai monti ho osservato stasera, sul bianco nastro stradale che adduce a Durango, la ritirata dei dQfshtcrcmrossi. Molta gente a piedi e lun- ™'™ , ' ^ cf.*"C 1 *W<° stase^-a le ^''Z„ ? f,umn-"0/ *™tasette U Bilbao. Un grande entusiasmo r?ana, s"lle l"'eJ' »}alH'('do ta e »? disagio, . L "Viflsnone e stata oggi attwis- sima, dall'alba al tramonto. Mi- i ', Uegliaia di chili di esplosivi so no state rovesciate sulle linee ros-\ se in marcia nella mattinata e in\rotta nel pomeriggio. Decine diapparecchi hanno mitragliato /e'trincee e le postazioni comuniste.' eo» voli radenti a bassissima quo-, ta. Alcuni apparecchi hanno sorvo- ! lato a bassa quota anche Bilbao, , ed tino ha fatto cadere sette boni be sul vicino aerodromo di Lamiaco, che è stato gravemente danneggiato. Ieri sera, un apparecchio da ricognizione cecoslovacco, con a: boi do un pilota spagnolo di Va- lenza, e stato abbattuto nel ciclo della battaglia. Il pilota, un aio- vane diciottenne, salvatosi con il paracadute si trova ricoverato al-' l'ospedale di Vifoiia. Altri due ap- parecchi sovietici sono stati ub- battuti presso Eibar. \Durante la battaglia di oggi so- no apparsi nuovi battaglioni ,/jsocialisti comunisti c anarchici, avviati da Bilbao nella battaglia,rne la loro sorte non è stata vii-gliore di quella dei nazionalistibaschi, che hanno subito il primo urto e la prima sconfitta, Tra jprigionieri ci sono dei giovani diBilbao, appartenenti a famiglie notoriamente patriottiche, che fu-rono costretti con la forza a mar- dare contro i soldati di Franco. Questa sera le truppe stunno afluendo nella piana di Durango, cendendo dai passi montani che anno espugnato. La battaglia al ramonto sostava; non si udiva\cele la fucileria delle pattuglie dei reparti celeri, cui è affidato il compito di non dare tregua al nemico in rotta. Sandro Sandri

Persone citate: Altun, Fiandra, Mola, Navarro

Luoghi citati: Bilbao, Eibar