La Francia "liberale" è morta di Concetto Pettinato

La Francia "liberale" è morta La Francia "liberale" è morta Il rinvio a giudizio di De La Rocque riporta in primo piano il malessere interno francese _ , , _ T1 rtpfprilr,PnfnP,?Pi%i™£Ki« a *£,ffi^ ^ a RoC(3ue e del deputato Yber- z^^ VS^STS^Ì^ nmette ali ordine del giorno il e^^j^ fir,er'accu-c ■*"d° >a „difC0"ao fe H Governo j vlncontla nel moderare le impa-1 s^n?! delle masse e Rivelando iljmcarattere precario della famosa va l e o n a à o e a o a o e . i i l o a i o i « pausa » promessa ai sottoscrittori del prestito, detto della difesa nazionale. La decisione del giudice istruttore Beteille, seguita a poche ore dalla consegna della voluminosa requisitoria, del sostituto Deraze, è l'effetto del passo comminatorio compiuto sabato presso il presidente del consiglio dal segretario dell'Unione dei Sindacati, organismo assai più pugnace e intransigente della Confederazione generale del lavoro e sospetto di forti tendenze almeno almeno comuniste. Al delegato Hénaff, Blum aveva risposto, a quanto dicevano gli ufficiosi, che bisognava lasciar fare il suo corso all'inchiesta giudiziaria. Nella realtà delle cose la magistratura è ndcrzsestata invitata ad agire senza in-1 dugio, e nel senso più grave, vale a dire imputando il De La Rocque di ricostituzione illegale delle disciolte Croci di luoco che sino a questo momento nessuna autorità ufficiale aveva osato far propria per la semplice ragione che era impossibile provarla. Hénaff ingiunse a Blum di dargli soddisfazione entro il 13 aprile; non è impossibile che la sentenza giunga effettivamente prima di quella data. A cosa si riduce la « pausa » Il capo del governo fornisce cosi, volere o no, la dimostrazione definitiva che la Francia liberale ha cessato di esistere, dato che quello che si permette alle organizzazioni del Fronte popolare non lo si permette alle organizzazioni dell'opposizione. Il fatto strappa ai giornali della minoranza urla di scandalo; ma costoro ne vedranno di peggio quanto prima. La « pausa » proclamata dal capo del governo è ormai ridotta al lumicino. Lo stesso Jouhaux, incalzato dalle proprie truppe, è costretto a fare la voce grossa e al congresso dei sindacati operai di Nantes proclama che la confederazione generale del lavoro, avendo lealmente collaborato col governo, « intende che il suo programma di azione si compia e che le riforme intraprese non siano interrotte ». Il Ministro degli Interni, nel suo discorso di Lilla, cerca di salvare la capra e i cavoli ammettendo che « nuovi sforzi attendono il Governo e verranno compiuti senza debolezze », ma appellandosi in pari tempo agli operai affinchè dimostrino di essere capaci di rispettare la libertà di tutti i cittadini. Senonchè il sullodato Jouhaux, pigliando ancora una volta la parola, spiega che le riforme compiute sin qui sono state semplici riforme di ripartizione e che bisogna passare adesso alle riforme strutturali « giacché il capitalismo, tal quale lo vediamo, e condannato e il suo sopravvivere determinerebbe l'anarchia ». E quello che dice il segretario generale della Confederazione del lavoro non è nemmeno sufficiente a mantenere intatto il suo credito presso le masse! Il Fronte popolare ha, bene o male, creato una mistica, se è lecito applicare questo appellativo di moda ad aspirazioni che non escono dal campo strettamente economico. Con questa mistica esso deve dunque fare i conti. Il caso dell'Esposizione Ammesso come principio che il gabinetto Blum obbedisce sempre più alle direttive dell'ala sinistra che non a quelle dell'ala destra della maggioranza, ne Consegue che nella sua opera di governo l'interesse di classe andrà sempre più predominando sull'interesse generale. Il caso dell'esposizione è tipico. I lavori vi procedono a rilento semplicemente perchè i di¬ ciottomila'operai occupati nei can-tieri, vedono con preoccupazione avvicinarsi il e-iorno in cui le dit-avvicinarsi il giorno in cui le flit te imprenditrici non avranno pmbisogno di loro. In circostanze di- verse, questo sentimento più che _ .. aman° non avJebbe altro effetto ^^^JT1^ ta' ziamenti e di sostituzioni di mano ^^ Ne,Ue Circ-tanze altUHaU esSo si risolve m un'azione s.nda- cale drtta ad ottere dal go- verno la promessa che, ad espo sizione finita, un nuovo programma di lavori dia agli operai che vi lavorarlo il modo di non ricadere nella disoccupazione. Il <; Journal des Débats ?■ nota sarcasticamente che la Francia conia, con gli operai dell'esposizione, 18 mila funzionari di più di prima. In un certo senso è vero. Per girare lo scoglio e cavar fuori l'impresa dal marasma che minaccia di protrarne il compimento, non di quindici giorni ma di uno o due mesi, il governo ha accettato di impegnarsi a predisporre altri lavori pubblici al principio dell'estate. Gli appelli di Dormoy Senonchè la discussione volge ora sull'importo di tali lavori. Blum ha fatto stanziare dai Ministeri dei Lavori pubblici, dell'Aria e dell'Igiene, due miliardi e 350 1 miUoni °di franchi. T muratori lia o i è trovano insufficienti e vogliono 10 miliardi da chiedersi ad un prestito. Se il governo dovesse lanciare ogni due o tre mesi un prestito di una diecina di miliardi di franchi per mantenere ad un gruppo di operai privilegiati paghe che non corrispondono affatto alle possibilità effettive del mercato, il disordine delle finanze nazionali non tarderebbe a raggiungere proporzioni allarmanti. Le sfere di governo si dimostrano, quindi, preoccupate della situazione, e gli appelli del ministro Dormoy alla discrezione e al buon senso dei lavoratori ne sono il sintomo eloquente. Ma in seno alle masse sindacali francesi si sono introdotti, come provano ancora una volta i violenti incidenti di Lilla, elementi la cui funzione principale sembra consistere nel fomentare dattorno l'irrequietudine e l'Intransigenza; e l'eco riservata a quegli appelli non si annuncia grandiosa. La situazione potrebbe prendere una piega diversa qualora i radicali, che lo stato delle cose inquieta e indispettisce, come è facile controllare attraverso l'umore sempre più nero dell'* Ere Nouvelle », avessero il coraggio di rompere l'alleanza con l'estrema e di avvicinarsi alle destre. Ma ogni decisione in questo senso spaventa i dirigenti del partito, da Campinchi a Chautemps, timorosi del pericolo che le masse, denunciata per altrui Iniziativa la finzione parlamentaristlca alla quale si sono provvisoriamente piegate, rompano gli Indugi e passino all'azione diretta. E cosi la situazione si perpetua con tutte le sue incognite e il suo malessere. Intanto oggi si è avuto, dopo anni di resistenza corrucciata del padronato francese, l'entrata in o ! vigore su larga scala della leggen i l sulle 40 ore di lavoro, che molti dirigenti applicano tenendo chiuse le aziende il lunedì, cosa che dava oggi a buona parte di Parigi il suo aspetto domenicale. Di questa vittoria conviene dare atto al governo che ha saputo imporla. Concetto Pettinato

Persone citate: Blum

Luoghi citati: Ere Nouvelle, Francia, Lilla, Parigi