ECCEZIONALE RIEVOCAZIONE

ECCEZIONALE RIEVOCAZIONE ECCEZIONALE RIEVOCAZIONE Con un mese di precedenza, il 20 dicembre del '35-XIV, a LughFerrandi, Graziani aveva preannunziato al nostro inviato speciale la rotta completa dell'armata di Ras Desta e la vittoria di Neghelli (DA uno deh nostri inviati) GOBA', marzo. Di quei due principali raggruppamenti di ribelli e banditi, nella prima metà di questo Gennaio, di cui il minore nel Baie, capeggiato dal Degiàc Bejenè Merìd '— vedi corrispondenze precedenti; — l'altro, il più ragguardevole per numero di armati e per la massa complessiva della gente, era stabilito o si muoveva nel Sidamo. E lascio — Sidamo, — cosi, genericamente e ampiamente, senza specificare meglio località; il lettore riconoscerà poi perche. Questo, del Sidaimo, era il gruppo campeggiato da Ras Desta Damtu; il quale aveva per luogotente il Degiàc — mi pare gli spettasse questo titolo — Gabré Mariàm. E il gruppo, come già altra volta indicavo, contava all'ingrosso dai nove a diecimila armati; cui s'accompagnavano almeno altrettanti, tra carovanieri, servitori di capi, e donne e famiglie di una parte degli armati: quali volontari, e quali a forza costretti. Un piano napoleonico Ras Desta Damtù: la sua storia è abbastanza- nota. Genero anche lui, come Bejenc Merìd, dell'ex-Negus, ma lui avendone sposata una figlia legittima, e prediletto dell'ex-Imperatrice Menèn; la sua notorietà. gli derivava specialmente dal fatto di essere stato, in guerra, il primo battuto dei grandi ras; e singolarmente dall'essere stato battuto da Graziani, con tale fulmineità e compiutezza, in guisa così assoluta e definitiva, che la sua già formidabile armata non pure n'era andata dispersa, ma piuttosto n'era stata sfrantumata, polverizzata, annientata. Ricordo. Quando, quel Dicembre del '35-XIV, da- Mogadiscio raggiunsi in volo Lugh-Ferrandi, dove Sua Eccellenza Graziani, allora Generale d'Armata e Governatore della Somalia, comandante del fronte meridionale di guerra, fronte sòmalo, aveva trasferito il suo Comando militare e il Quartier Generale: lo trovai d'ottimo umore, sorridente, che passava in rivista un reparto d'automobilisti, distribuendo encomi e gratificazioni, per lo straordinario lavoro richiesto loro, uno sforzo indefesso ed esasperato, di più ingenti e urgenti trasporti di truppe, che si concentravano in quel ■ settore, e materiali in quantità sempre moltiplicate, e gl'interminabili rifornimenti. Dopo la rivista e la distribuzione dei premi, 8ua Eccellenza scherzava, mi diede un par di cameratesche manate sulla collottola, mi prese sottobraccio, con sé; indi disteso su una seggiola a sdrajo, davanti alla casetta dove abitava, chiaccherava d'argomcn ti svariati, leggeramente, allegra mente. Un Graziani così gioviale, e quasi spensierato, come non l'avevo forse veduto mai; oche pareva a una gita in campagna, non a una campagna di guerra: campagna di guerra, la cui- somma opprimente e angosciante di responsabilità, per quel fronte sòmalo, gravava piena, su di lui, terribilmente, su quelle sue poderose spalle di romano e di atleta. Io veniva dal Chenia. E sapevo, per averne letto sui giornali inglesi dì là, e per informazioni attinte a varie fonti, che Ras Desta marciava con quella sua spettacolosa annata — si diceva, centomila uomini; ma facciamo anche buona tara; e ne restavan sempre molti, troppi; -- marciava tra il Daua Parma e il Ganale Doria, diretto verso la. loro confluenza al Giuba: quel Giuba che ora contemplavo scorrere U, a men di cento metri davanti e che tra le ripide rive cespugliose, nella larga e limacciosa corrente, specchiava acceso il tramontar del giorno. E sapevo che il piano di guerra del Ras, come me l'avevan descritto, era strabiliante, ma non affatto assurdo: precipitarsi aitile nostre difese in quel settore, cioè all'estrema sinistra della nostra ordinanza, fare ìmpeto da Dolo a Malca Riè e a Lugh-Ferrandi, sfondare verso Iscia Baidòa, ribaltare sul rovescio del nostro fronte, puntando all'Uebi Scebeli; mentre l'armata detl'Haràr e Ogadèn, del Degiàc Nasibù za Manuel, con il Generale turco Uehìb Pascià capo di Stato Maggiore, operando dalla valle del Tugh-Fafàn, o Faf, terrebbe nostre forze attanagliate da quella parte; e far cadere quindi di netto l'intero nostro schieramento, travolgerci, metterci a pezzi, ributtarci al mare, procedere alla trionfale entrata a Mogadiscio. Chi. avesse, colata nella testa di c quél mercante di pellami e di caffè, nonché negriero e contrabbandiere, ch'era Ras Desta, quel piano pressoché napoleonico, certo geniale e d'immense possibilitàche lui non sarebbe stato assolutamente in grado di concepirenemmeno di sognarselo; chi il cervello e l'istigatore, resta/va un mistero. Io pensava a Uehìb Pasciàla cui megalomane intelligenzama congiunta con una superiore e provata perizia d'arte militareintelligenza e periato si mettevano fuor di dubbio; pensava a complesso degli altri coìisiglieri e tecnici militari stranieri, europei. Minaccia davvero preoccupanteDovevamo ragionevolmente far la tara, come all'entità dell'armata attaccante, così alle possibilità stesse concrete dell'azione; e questa già strombazzata inverosimilmente dal giornalismo internazionale, tendenzioso e fantasmagorico, nei dispacci da Addis Abebà. Corrispondenti da quella capitale, o veri o simulati, avevan già marconizzato, allora, cadute le nostre difese di Dolo e Lugh-Ferrandi, l'occupazione d'iscia Baidòa per parte del Desta, la nostra rotta irreparabile, l'avanzata abissina dal Giuba all'Uebi Scebeli. E proprio a Lugh-Ferrandi, Graziani riposava sdrajato ili poltrona; e io stesso ammiravo il tramonto sfolgorante sulla sterminata pianura e sul serpeggiante fiume, ascoltavo uccelli cantare tra gli eccelsi simmetrici . ventagli delle palme dum, o di fra la tremolante fronda minuta dei tamarischi. E in verità, in quel settore, non si era sparato ancora un sol colpo di fucile, a eccezione che contro i coccodrilli del Giuba e dei fiumi affluenti, o alle scimmie sugli alberi. Si doveva dunque far ragionevole tara, più che ragionevole, di quella troppo agitata e stupefacente minaccia, discernere consistenza e sostanza attraverso il mirabolante alone e il fumo annebbiante delle chiacchere, delle false notizie, delle amplificazioni grottesche. Ma ridotto pur il tutto alle logiche probabilità e ai minimi termini, quel che rimaneva, di reale e sodo, era tuttavia sconcertante: se rimaneva il fatto che un'armata abissina, tanto più numerosa essa sola di tutte insieme le nostre truppe per l'intero fronte sòmalo, era in procinto dì scaraventarsi contro un limitato settore di questo fronte, dove noi, per le necessità della difesa generale, non potremmo contrapporre che una porzione — quanto? — delle nostro moderate forze; e in un punto per noi specialmente delica to e pericoloso. Sicché si giustificavano le apprensioni, diventava legittima ogni inquietudine e preoccupazione. Non mi trattenni; e anche perdio ritenevo d'aver qualche particolare chiarimento da fornire, appunto per quelle mie informazioni raccolte allora nel Chenia, in quella zona chia-mata della Northern Frontier, che avevo in parte percorsa, e contigua, o la più prossima almeno, alla direttrice di marcia e alla linea di tappa della armata di Ras Desta. E così, per avviare il discorso, chiesi a Sua Eccellenza Graziani, come incidentalmente: — Eccellenza, e Ras Desta ì « , , Dico entro un mese. » Graziani mi piantò in faccia que? suoi occhi a fil di spada, che quando vi fissano indagatori e severi, vi fan sull'attimo abbassare i vostri, vi scombussolano dentrovi rendono, per uomo temprato che siate, in tutto simile a un ragazzino sorpreso con la mano nella zuccheriera. Poi con voce pacataanzi d'indifferenza: — Ras Desta? Dicono sia da queste parti. Può sentire dal maggiore Mazzi. Il Maggiore Alberto Mazzi, oggi Tenente-colonnello per merito di guerra, e capo di Gabinetto dSua Eccellenza il Viceré, era capo allora dell' Ufficio Informaziondel Comando del Corpo di spedirione in Somalia, del Comando dGraziani. Ed era, diciamo, il suo braccio sinistro; attesoché il destro spettava essere al capo dStato Maggiore, il Colonnello Alighiero Miele. Ma Graziani, dopo una pausa meditativa, mi tratteneva: — Stia qua. Stia qua... e aspettqualche giorno, forse qualche set-Umana. Assisterà ad avvenimentinteressanti. Ricordo quel giorno, lo rivedopresente, con ogni suo colore e rilievo. E il volto di Graziani, che s'era fatto rigido, innervato, tesolo sguardo appuntato lontanissl- mo, all'orizzonte, e come trapassasse l'orizzonte, scrutasse e vedesse olire, per inaccessibili lontananze: quel volto d'una, virile bellezza, affascinante, che pare sbalzato dal conio d'una medaglia imperiale, che pare già fuso in lira bronzo monumentale, fattezze lineamenti espressione imperituri. Il Sole, che toccava- allora l'orizzonte, lo illuminava in pieno, corruscante: lui guardava nel Sole, con que' suoi occhi magici, come l'aquila. Quel giorno, a. quell'ora, lui aveva già vinto, potcnzinl- mente, aveva già debellato Ras Desta, e sbaragliata la- soverchiale armata abissina. E me lo dichiarò, in un di quegli slanci di confidenza, che s'è degnato concedermi, qualche volta: mi dichiarò, a quattr'occhi: — Questo, se lo tenga per lei, che di lei mi fido. Senta bene. Io aspetto qua che Ras Desta mi attacchi; e allora... — Un gesto vago: come dire, già predisposto tutto; come dire, è il topo che entra da sé nella trappola. Seguitò: — Ma Ras Desta non attaccherà. — Di scatto: — E allora sarò io, che attaccherò lui. A un momento dato, che sentirò, dò il vìa alle mie colonne. Quando ? .Non so quando. So che tra un mese, — ripetè e accentuò le parole, — dico entro un mese, dell'armata di Ras Desto non si parlerà più. E così fu Era esattamente — l'ho qui appuntato ne' miei diari — il venerdì 20 Decembre 19S5-XIV. Ras Desta non attaccò, non arrivò con le sue punte d'avanguardia nemmeno in vista delle nostre posizioni di resistenza; ma si fermò, con- quelle, a oltre una cinquantina di chilometri davanti a Dolo, appena a contatto de? nostri estremi posti d'osservazione; e se ne restò cosi, tergiversando, esitante indeciso timoroso, sema più riuscire a decidersi nè per il si né per il no. Era il momento aspettato da Graziani? La notte sull'il Gennajo, improvvisamente, Graziami dà il via alle sue colonne. Il 12 mattina s'ingaggia la battaglia, che si nominerà dai due fiumi, Ganale Doria e Daua Parma. Il 20, gli squadroni autocarrati di mitraglieri dei Dragoni di Genova e dei Lancieri d'Aosta, in avanguardia alle nostre colonne, hanno occupata Neghelli. La armata di Ras Desta fu. 20 Decembre, a Lugh-Ferrandi: «... So che tra un mese, dico entro un mese, dell'avviata di Ras Desta non si parlerà più ». — 20 Gennaio, a Neghelli: l'armata di Ras Desta non esiste più. Viene spontanea la conclusione rituale delle dimostrazioni dei teoremi: — Come volevasi dimostrare. — Difatto Graziani era stato matematico. E perciò, quando, sui primi di questo Gennajo, alla vigilia di pai-tire da Addis Abebà, per assumere, personalmente la direzio ne delle operazioni contro i ribelli, Sua Eccellenza il Viceré, in una solenne riunione di capi abissini, pronunziò la> frase decisiva,— Ras Desta potete oramai considerarlo un uomo morto; — pur allora che la ribellione pareva condensarsi e rinfocolarsi più at tiva e temibile, dal Sidamo al Baie, qua; che gli armati ribelli parevano moltiplicarsi e rafforzarsi più minacciosi; che Ras Desta pareva pronto a giuocare la riscossa, o almeno avrebbe sempre aperta una possibilità, alla disperato, di sconfinare e riparare nel Chenia o nel Sudan, sfuggendo al meritato gastigo; e pur allora io non esitai a registrare sull'atto e sottolineare la frase, che anticipava categoricamente, impegnava fatti avvenire: — e anche a rischio d'esser tacciato d'inopportunità e avventatezza, pubblicandola a prova, allora: come si dice, vender la pelle dell'orso, prinw d'averlo acchiappato. Ma io era perfettamente tranquillo. Se Graziani aveva parlalo così, Graziani che non s'è mai la -sciata uscir di bocca una parolaimprudente, o semplicemente superflua; quell'altro era già veramente, senz'alternativa, ohibò! un uomo spacciato. Così rileggo adesso, nell'entuslasmante rapporto del Viceré al Duce, del 25 ultimo scorso: «... Ras Desta Damtù... è stato raggiunto ieri, 24 Febbraio, dalla Banda Tigrina del Degiàc Toclù, \comandata dal Capitano Tucci, e catturato e passato immediata-mente per le armili che volevasi dimostrare, Mario Bassi IL LUSSUREGGIANTE PAESAGGIO SUL DAUA PARMA, UNO DEI DUE BATTAGLIA DEL GENNÀIO 1936 - XIV. FIUMI DELLA (Foto Parodi).