Il piano regolatore di Torino nella relazione dell'Ion. Sartirana

Il piano regolatore di Torino nella relazione dell'Ion. Sartirana IL CONGRESSO DI URBANISTICA Il piano regolatore di Torino nella relazione dell'Ion. Sartirana .. nani Roma, 5 notte. Si è inaugurato stamane nel palazzo della Sapienza il primo Congresso nazionale di urbanistica, promosso dall'Istituto nazionale di urbanistica. L'on. Bottai, salutato al suo ingresso da fervide dimostrazioni, ha preso posto al tavolo della presidenza avendo ai lati il Vice-Segretario del Partito, il Vice-Governatore di Roma, l'ing. Calletti presidente del Consiglio superiore dei Lavori Pubblici e l'on. Calza Bini presidente dell'Istituto nazionale di urbanistica. Dopo il saluto al Duce, ordinato dall'ori. Serena e a cui ha fatto eco il vibrante « A Noli » dei presenti, ha preso la parola l'on. Calza Bini che, a nome dell'Istituto italiano di urbanistica, ha porto un cordiale benvenuto agli intervenuti e particolarmente a S. E. Bottai, esprimendogli il vivo ringraziamento degli urbanisti italiani per aver voluto assumere la presidenza effettiva del Congresso. II discorso di S. E. Bottai Fatto segno ad una nuova calorosa manifestazione di simpatia, ha poi parlato il Ministro della Educazione nazionale. L'on. Bottai ha definito l'urbanistica una scienza in formazione e ha illustrato la necessità che essa si imposti sui criteri squisitamente politici con cui il Fascismo mira ai problemi della citta e della campagna. Quel senso di sfiducia che, sino a non molto tempo fa, l'urbanistica ha ispirato sopratutto concepita, per così dire, come una specie di inflazione cittadina, di ipertrofia dei centri urbani, deve dar luogo ad un apprezzamento del tutto diverso, in conformità dei nuovi fini che l'urbanistica si propone, in stretta aderenza alle esigenze dell'Italia fascista. Affermato quindi che tutto porta a considerare l'urbanistica come un aspetto della scienza della popolazione in quanto deve esserecommisurata e adeguata alle ne-cessità ambientali e alle condizioni politiche sociali economiche in mezzo a cui opera, l'on. Bottài Kà accennato' alle diverse soluzioni che a seconda dei casi e delle circostanze specifiche occorre ai problemi urbanistici notando come per Roma ad esempio gli sforzi degli urbanisti debbano tendere a darle quello sviluppo e quell'aspetto sempre più rispondente alla sua funzione non solo di Capitale d'Italia ma di Capitale morale del mondo mentre per quanto riguarda i centri industriali, commerciali, marittimi bisognerà studiare ciò che meglio conviene alla loro attrezzatura e all'esplicazione del loro compiti attuando cosi in questo campo i princìpi fondamentali dell'autarchia economica. Bisognerà infine promuovere e intensificare la politica rurale provvedendo alla formazione progressiva dei centri rurali. L'oratore ha concluso dicendo che dovere e compito degli urbanisti è oggi più che mai quello di dare la città e la campagna organizzate di cui ha bisogno questa Nazione e che, sotto la guida del Duce ascende a più alti destini. Dopo gli applausi calorosissimi e unanimi, che hanno salutato la fine del discorso, S. E. Bottai ha dichiarato inaugurato il primo Congresso nazionale di urbanistica in nome di Sua Maestà il Re d'Italia Imperatore d' Etiopia, cui il Congresso ha tributato una entusiastica manifestazione di omaggio. Terminata la seduta Inaugurale, l'on. Bottai e le altre autorità, hanno proceduto nello stesso palazzo, all'inaugurazione della mostra dei piani regolatori e delle realizzazioni urbanistiche, e della mostra bibliografica. Le realizzazioni torinesi Nella saletta nella quale è stato raccolto il copioso e importantissimo materiale inviato dal Municipio di Torino, è stato dettagliatamente illustrato al Ministro dell'Educazione nazionale dal Podestà ing. Sartirana. S. E. Bottai si è particolarmente interessato alla illustrazione della planimetria del parco della Pellerina dove sorgerà un vasto e modernissimo campo sportivo, della planimetria e delle fotografie che documentano l'opera dì risanamento della via Roma. Il Ministro ha inoltre ammirato i rilievi stereofotogrammatici della collina e del centro della città, con un grande dettaglio della via Roma, le fotografie e le piante delle nuove sistemazioni collinari, la pianta della successione dei piani regolatori, dalla Torino romana al piano regolatore ampliato del 1920, la pianta delle nuove strade di allacciamento con i centri urbani e le fotografìe dei nuovi impianti di illuminazione. Prima di lasciare la saletta, il Ministro Bottai ha espresso all'ing. Sartirana il suo vivissimo compiacimento per le imponenti realizzazioni urbanistiche di Torino L'ing. Sartirana, Podestà di Torino, ha svolto quindi la sua interessantissima relazione sul tema: di capoluogo e il piano regionale >. Egli ha prospettato la situazione che specialmente si riscontra nei più grandi centri italiani in cui il piano regolatoreIdilatandosl per necessità di natu . _ dare rale sviluppo a tutto il territorio, prende aspetti e assume necessità quasi di piano regionale. Quello che capita a Torino si verifica anche negli altri grandi centri ita liani, e cioè che l'influenza della città capoluogo, man mano che questa assume complessità non previste, fino a pochi decenni or sono, si dilata oltre la zona oggetto del piano regolatore di ampliamento e va a toccare e a incl!dere territori che sono all'infuori dello stesso territorio del Comune, creando necessità di intese e di concorde lavoro. Senonchè tutto questo fervore di opere e di iniziative create dallo spirito nuovo che anima la Nazione sotto il Regime fascista, si trova in netto contrasto con la bardatura che al Capoluogo è imposta dalla concezione di un piano regolatore realizzato con visioni arretrate e insufficienti. « Le necessità alle quali abbiamo accennato — ha proseguito il relatore — non sono di oggi, e da qualche decennio sono state avvertite dai più grandi Comuni. Ed è appunto a queste necessità che bisogna risalire per spiegare il movimento che si ebbe anche in Italia alcuni anni or sono e che tendeva alla incorporazione nella città capoluogo, dei piccoli Comuni vicini. Si ebbe cosi «la grande Milano * con la incorporazione di undici Comuni; <r. la grande Genova > con l'incorporazione di 19 Comuni e si ventilò, anche « la grande Torino»'.' Possiamo dire oggi che la soluzione non presentò tutti i vantaggi che si attendevano, anzi che gli inconvenienti che ne sorsero, furono tanto gravi 2* ^rinunciare a qualche grande città di mettersi per quella via e forse a far rimpiangere qualche altra che su quella via si era messa coraggiosamente. II piano regionale L'esperienza sia pure negativa ha posto in chiaro questo princi :-, -_„ (.o(.t„_„ lD1°- non trattarsi cioè di estendere a . un territorio, ma di estendere un concetto: non è necessario, anzi è antieconomico estendere le insegne del comune su di un territorio sconfinato ma è necessario sten der* le previsioni delle sue necessità, lo studio della sua vita, la mentalità dei suoi organi direttivi. Passando a esaminare i concetti da seguire per definire le zone di influenza regionale di un capoluogo l'oratore ha espresso l'avviso che non possa seguirsi sempre un metodo unico e che convenga piuttosto esaminare caso per caso. Soffermandosi particolarmente nel caso di Roma e di Torino l'ing. Sartirana ha detto: « In queste regioni la città può dilatarsi enormemente a macchia d'olio. La fabbricazione si distende chilometricamente senza freni e senza disciplina e mentre i servizi pubblici reclamano un limite e una disciplina interna il territorio richiede da parte sua misure che non lo compromettano a capriccio ma che prevedano la formazione delle borgate satelliti. Le recenti misure adottate provvidamente dal Governatorato di Roma sono la prova più evidente del male e del pericolo che si corre. In altro campo, in quello dei canali e corsi d'acqua per scopo agricolo e industriale sarebbe anche opportuna una esemplificazione, e basterebbe citare il progressivo allontanamento del Lambro e dell'Olona che replicatamente si è imposto alla citta di Milano. Per la città di Torino basterebbe dire che qualche rete di canali che invade il territorio cittadino ha origine a una distanza di oltre trenta chilometri dal concentrico, di modo che Torino deve sentire le conseguenze di una situazione che nasce ben oltre i suoi limiti di piano regolatore, oltre i suoi limiti di comune, in quella più vasta zona che vorremmo definire di piano regionale. Infine una breve considerazione che riguarda l'impianto del nuovo campo d'aviazione. Non vi è certo nessun comune che abbia tale vastità di terreno da assicurare non solo l'impianto dell'aeroporto ma tutte le zone vincolate circostanti. Ed ecco che per Torino si presenta oggi la necessità di incorporare altre parti di territorio di altri comuni, seguendo una via che è la sola che ci rimane ma che eviitntemente non è la più agevole per risolvere un problema che è regionale, che anzi dovrebbe essere nazionale. L'ing. Sartirana ha concluso: .- Ne.-suna sede è più adatta di questo Congresso allo scopo di discutere le direttive che dovranno seguirsi nella formazione dei piani regionali, la procedura per la costituzione degli enti promotoril'iniziativa degli studi e delle opere, l'azione di tutela e di vigilanza. Se come tutti vogliamo augurarci lo Stato terrà conto dei nostri voti n:n sarà stato inutile che ai vostri lavori si sia unita la voce dell'Amministrazione comunale che mi onoro di rappresentare ». La interessantissima relazione svolta dall'ing. Ugo Sartirana con la profonda competenza che gli è propria è stata seguita con la più viva attenzione dall'eletto uditori!-e calorosamente applaudita.