L'UNITA DELLA SPAGNA DI FRANCO e la polverizzazione dei rossi di Giovanni Artieri

L'UNITA DELLA SPAGNA DI FRANCO e la polverizzazione dei rossi Uomini e Partiti della Spagna L'UNITA DELLA SPAGNA DI FRANCO e la polverizzazione dei rossi (Da uno dei nostri inviati) SALAMANCA, marzo. In una cappella della Cattedrale di Salamanca fanno vedere un Crocefisso detto il Cristo delle Battaglie. Non è gran che diverso da tanti altri, in questo paese ove il Salvatore è effiggiato esclusivamente sulla Croce. E' un Cristo antico, lungo una quarantina dcentimetri nell'asse maggiore, dun legno greve e nero — credo dquercia —■ che sprofonda nella tempestosa marea di una cornice barocca di quello stile che è il delirio del barocco, detto in castigliano « churrigueresco ». Ma esso ha una. storia assai singolareIl Cristo del Cid Quando il Cid, don Rodrigo Diaz de Vivar andava per le Provincie spagnole campeggiando contro i mori, quel Cristo gli stava fedelmente allato, impugnato da un altr'uomo, il frate benedettino dòn Geronimo di Periguexfrancese, monaco e cavalcatore forte nella fede almeno quanto nei muscoli. Don Geronimo poteva sfondare una botte con un cazzotto e s'immagini l'energia che scendeva al suo braccio quando, impugnandolo come un martellobrandiva il Crocefisso. Sta di fatto che questo Cristo manganello il monaco lo adoperò durante tutta la sua carriera accanto a Rodrigo Diaz, e con esso sfracellò tante teste di mori infedeli da commovere la musa castigliana, che spende nel più vecchio e glorioso poema di Spagna più d'un verso per celebrarlo. Se quel simpatico prelato uscisse oggi dal gelo della sua tomba a guardare le cose della sua Patria non v'ha dubbio che rimarrebbe perplesso. Contro chi menare colpi con il suo Cristo-randello se, per esempio, nella Piazza Maggiore di Salamanca, accanto alla bandiera giallo-rossa della Spagna cattolica e nazionale sventola quella verde bottiglia con la stella davidica del Sultano dMarocco? Quali gli amici, quali nemici della Croce in questa novella guerra di Reconquista, nella quale si mescolano e si affrontano tanti colori e tanti motti politici? Sostanzialmente la Spagna nazionale è tutta sotto la bandiera giallo-rossa, i colori del « Movimiento » di Franco. Non si possono chiamare partiti politici questi che esistono mentre dura ancora la guerra e nelle trincee defronti i falangisti si battono accanto ai soldati, ai « requetes »alle « banderas » dei legionari, a« tabor » dei .marocchini. Insomma durante questa convulsione rivoluzionaria di carattere cosi grandioso dalla quale dovrà uscire la Nuova Spagnal'idea comune, sulla quale tuttsono d'accordo, è di vincere la guerra. Alla organizzazione nazionale sarà caso di pensare dopoPare la Spagna e poi gli spagnoliMa come questa vigilia alla grande nascita di una Nazione moderna, per gli sviluppi presi daconflitto armato, è convinzióne generale che non duri a lungoanche sui fronti politici si preparano programmi, si aggiornano le idee, si corcano le zone di contatto. La guerra procede per suo conto con la sua logica e la sua forza risolutiva, condotta daCapo dello Stato e Capo dell'Esercito, la politica non c'entra. Questa è la più solida ragione di certezza nel finale successo di Franco sui Governi di Madrid, Valencia e Barcellona, plurime autorità di decine di partiti e sottopartiti, federazioni e controfederazioni, sigle e comandi in conflitto armato, che. non fosse altro per curiosità, meritano una breve attenzione. II mosaico rosso Nella Spagna rossa, di minore o maggior conto, le organizzazioni che hanno voce in capitolo sono almeno sedici, distinte quasi tutte da sigle, alla russa, che hanno introdotto nella chiara e sovrabbondante parlata spagnola uno strano laconismo di linguaggio chimico. V'è la F.A.I. (Federacion Anarquista Iberica), organo direttivo della C.N.T. (Confederacion Nazional del Trabajo) di cui una frazione ha costituito il P.S.E(Partido, Sindicalista Espagnol) capeggiato dall'agitatore Pestauà, conosciuto anche all'estero; vè la U.G.T. (pronunzia: UghetéUnion General Trabajadores) centrale sindacale del P.S.O.E. (Partido Socialista Obrero Espagnol) l'organizzazione operaia più antica, fondata nel '78, ma sviluppatasi assai lentamente in regime monarchico; il P.O.U.M. (pronunzia: pum, Partido Obrero de Uniflcacion Marxista, fondato datrotzkisti) è un tentativo di unificazione tra elementi della U.G.Te della C.N.T. Il P. C. E. (Partito Comunista Espanol) non disponendo di sindacati propri ha incrementato organizzazioni sussidiarie come il S R(Socorro Rojo) che gli permettono di mobilitare iscritti di altre organizzazioni per i suoi fini politici. L'elenco dei partiti avanzatma non estremisti comprènde: la I. R. (Izquiei'da, sinistra, Repubblicana) degli intellettuali tipo Azaria, che ne è il presidente; la U. R. (Union Repubblicana) che raccoglie i cosidetti neo-repubblicani, filiati dal partito repubblicano storico, quello del 1869, con programma massonico aggiornato. Presidente Martinez Barilo, exluogotenente di Lerroux; 11 P. RF. (Partido Repubblicano Federai) vanta anch'esso origini che risalgono alla prima repubblica dPI y Margall; il P. S. I. (Partido Social Iberico) deriva del precedente con programma, però, più avanzato. Nelle regioni a sensibilità politica più acuta, come la Catalogna e la Vizcaya, esistono partiti locali come la E. C. (Ezquerza de Cataluna; sinistra catalana) composto di piccoli borghesi ambiziosi di cariche pubblice; è 1partito di Compayns; l'Estat Ca aitala, del separatisti catalani, e 1Ó.0 A. C. (Action Catala) che rac-re coglie gli intellettuali catalani ddasinistra. Un piccolo strano parti-] tto è costituito dalla cosidetta I tU. R. (Union de Rebassaire) me- " rltevole di un cenno speciale. Rebassa, in lingua catalana vuol dire radice. I « radicisti » sono una unione di contadini ' che prima della neo - Repubblica ricevettero dal proprietari di terre una enfiteusi secondo la quale acquistavano il diritto di coltivale contro un canone in natura fino alla estinzione di due terzi delle radici piantate all'inizio del contratto. Tali impegni si stipulavano principalmente per i vigneti; il che permetteva di tramutare pascoli di scarso rendimento in fondi di maggiore reddito. Alla estinzione naturale del contratto i proprietari potevano automaticamente imporre condizioni più vantaggiose ai nuovi coltivatori. La lotta antimonarchica mobilitò 200.000 di questi « radicisti » contro promessa aa parte della Repubblica di abrogare ogni canone, trasferendo la proprietà assoluta della terra. Questo nucleo costituisce la piattaforma più solida del Governo Catalano che ha confermato, anche di fronte ai partiti sovietizzanti, la vecchia promessa di riconoscere la proprietà definitiva delle terre ai « rebassaire ». Per finire citerò una sigla che ricorda quella, per noi gloriosissima, dell'A. O. (Alianza Obrera, unione occasionale di aggregati sindacali) e la U. H. P. (Union Hermanos Proletarios) che fu sigla e grido di guerra del minatori asturiani durante il tentativo rivoluzionario dell'ottobre 1934. hndcslninicsssarèeL'esercito nazionale Questi i partiti che vivono 0 vivacchiano dall'altra parte; cifre tipograficamente confuse, rancori aggrovigliati, programmi che hanno per unico motore la sovvenzione del Comintern; ma quanto a idee nulla. La Spagna nazionale ha avuto ed ha le sue tendenze, alcune nettamente rivoluzionarie come la Falange; ma il lavoro di amalgama che adesso va pronunciandosi rapido annunzia un prodotto ricco e saldo, in cui le idee fondamentali prevedono la rinnovazione del popolo spagnolo e la sua organizzazione su basi politiche e sociali chiaramente ispirate al regimi delle grandi nazioni autoritarie. La guerra che si sta combattendo, iniziata con un gesto cosi audace del Capo dello Stato ha riportato l'esercito sul piano della sua autorità. Si vide, dal 16 febbraio, data della vittoria elettorale del Frente Popular al 18 luglio, inìzio del « Movimtento » di Franco come i repubblicani soviettizzanti del Governo, Azafia, Caballero, Companys tirassero a svilirlo, socialistizzarlo, indebolirlo. Quadri ed alti gradi vennero abilmente rimpastati, i migliori comandanti messi a riposo o allontanati in Marocco e nelle Colonie. 1 militari che sì dichiaravano marxisti di idee, facevano rapidamente carriera. E' storia nota. Allo scoppiar del « movimiento » tuttavia, mentre Franco sbarcava sul continente con il « Tercio » e le truppe marocchine, l'onore dell'Esercito spagnolo si esaltava a Barcellona a Valenza a Siviglia con la sollevazione di intere guarnigioni che si facevano eroicamente massacrare per le strade delle città. Franco procedeva verso il nord, con una serie di colpi di mano; i nazionali si impadronivano di Siviglia, Badajoz, Merida, Talavera, Toledo e arrivavano sotto Madrid. L'esercito andava formandosi per istrada su! nucleo di quei trenta primi legionari del « Tercio » che passarono lo stretto di Gibilterra, da Ceuta ad Algesiras legati alle ali degli aeroplani. I partiti politici coagulavano le loro forze e si gettavano nei ranghi del « movimiento * militare. Il sangue cementa Partiti politici a tipo fascista, tranne la Falange creata sin dal '32 a Madrid da José Antonio Primo de Rivera e unitasi alla J.O.N.S. (Junta Ofenslva Nacional Sindicalista, associazione operaia di tipo tedesco) il 13 febbraio 1934, non esistevano in Spagna. La Falange aveva lottato nelle piazze, come aveva potuto, contro il Governo che permetteva si gridasse « Muera Espana Viva Rusia ». Il moto militare dava ad essa una piattaforma di lancio e la possibilità di esprimere la sua forza rivoluzionarla. Il passo dei battaglioni svegliava le energie conservatrici della vita nazionale spagnola. Il vecchio partito dei carlisti staccava dal muro la « escopeta » delle antiche guerre civili di successione e rientrava nella lotta dopo cinquantanni di silenzio. I « requetes » scesero dalla Navarra incontro a Franco e si arruolarono nell'Esercito conservando la loro boina rossa, la loro Croce di Sant'Andrea il loro grido guerriero: « Dios Patria y Rey » anche se Re non ce n'era più, nemmeno quello ch'essi non accettavano, la Patria veniva negata e sostituita dal nome di una strana nazione boreale e nelle chiese si pugnalavano le statue di Dio. Allo stesso modo il partito di « Renovacion Espagnola » che dava uno dei Capi della Rivoluzoine, Calvo Sotelo, soppresso prima dell'azione; cosi la più conciliativa « Action Popular». Il sangue cementa. Mentre si sviluppava la guerra questi aggregati politici del popolo spagnolo creavano i loro simboli, tentavano sul modello fascista le organizzazioni sussidiarie, giovanili, femminili, assistenziali. La Falange creò i manipoli di « flechas », che il popolo chiama « balillas » all'uso nostro e la sezione femminile; i carlisti inquadrarono i ragazzi nella organizzazione dei Pelayos, nome che viene da Pelago, iniziatore della Riconquista e le squadre dell'assistenza femminile dette «margaritas» (dal dfmvWirdlsd1tESsspWpofcnGsdadSsIdCaRn - où rai nome dell'ultima Regina legittima); quelli di «Renovaclon Espagnola » addestravano « Los Infantes » — insomma mentre la guerra avanza verso la soluzione, il Paese alle .snallo. cerca .iti naap-vivamente richiesti da parte delGermania, Austria, Francia e paLfiiniiiuiitì., ^usuriti, I- rancia e pasi dell'Europa settentrionale. Lclassificazione, stabilita dal Gverno nel dicembre scorso, dei tidi risi destinati all'esportazioncorrisponde assai bene alla nece0 re a ] t'icr,"«E:fclre~qutai/'Qi<'j/)trenza con a I tenuto rivoluzionario. La Falange " sita di mantenere apprezzata aresterò la qualità della nostrha scelto le cinque frecce e il dop pio giogo di Ferdinando d'Arago na e Isabella la Cattolica, unione di Aragona e Castiglia. Una delle cause più sicure e profonde del successo di Franco risiede nel fatto che 11 comunismo, il marxismol'anarchismo sono contrari al genio del Popolo spagnolo, pel quale il passato ha un valore determinante e definitivo. Chi pensi che il dominio dei mori durò otto secoli durante i quali la dura e liscia anima iberica si serbò intatta sotto la trina dei marmi mussulmani, non può dubitare che le masse dell'altra parte, sottoposte alla pressione della propaganda rossa, una volta giunta l'ora rientreranno nella loro vera aria che è quella della religione dell'ordine e dell'autorità. Giovanni Artieri