L'ANIMA DELLE COSE e lo spirito della gente

L'ANIMA DELLE COSE e lo spirito della gente Attraverso il Sangrlaccato L'ANIMA DELLE COSE e lo spirito della gente cMstttsNpcsdsnlgsdlclpcprfadscdqsm(DAI. NOSTRO INVIATO SPECIALE) ALESSANDRETTA, marzo. La strada fra Antiochia ed Alessandretta sino ai piedi delle montagne costeggia la piana dell'Amili, che è in realtà una grande steppa triangolare sparsa fra i giunchi di pozze d'acqua in cui si riflettono i cieli come in uno specchio frantumato, col lago color del piombo in un angolo e i bordi coltivati ad orzo e i fossi che scendono al lago pieni di oleandri. Le donne vi portano ancora i larghi pantaloni di cotonina a colori vivaci, gialli, rossi, a fiorami, ed hanno il viso scoperto. Sulla bella strada asfaltata incontro qualche beduino in bicicletta, anacronistico, con la doppia corda nera che gli fissa intorno al capo una gran pezzuola bianca ondeggiante sul caffattano marrone gonfio di vento come un'otre. Dove Alessandro vinse Al colle di Beglan dominato dal castello di Bagràs, il Gaston o Gastin dei Crociati che fino a poco tempo fa era ancora in buone condizioni perchè gli ottomani l'avevano trasformato in prigione, ricominciano i turchi, cappelli o berretti. Se è vero che i kemalisti ve li hanno importati, hanno scelto il punto buono. E' qui, intorno a queste pilae Syriae che hanno manovrato Dario ed Alessandro prima di scontrarsi nella pianura di Isso presso Alessandretta. Che cosa sarebbe avvenuto del mondo se Alessandro non avesse vinto e le orde persiane si fossero riversate dall'Anatolia sull'Europa' E' qui che sboccò Ventidio Basso, illuo-\rgotenente di Antonio, per vendica-'«re. sui Persi a Gmdara la sconfi-. cla di Crasso. Cicerone si meritò^' '•I Aondata araba in un primo tempo,. ed e da questo suo colle che pus-, sano tutte le Crociate in un senso \e le invasioni mongole ed egiziane snell'altro. Su, questo valico dove] la pietra è rossa come se fosse an-: cara impregnata di sangue raggru-Umata, Ibrahim Pascià sconfigge, definitivamente nel 1s32 le forze ; turche che gli contendevano la\o- • ,„. 'Porta della Svia, porta dell A-< natoha, non è possibile immagi-.nare che i Turchi si rassegnino a\ti I f'•«• woww..yicwroito 'hvno: Squi il titolo di imperato!- combat-<ptendo contro i vwntanari dtll'A-\smano. E' lAmano che ferma la\Alasciarla in territorio ostile o semplicemente straniero. Alessandretta è ini basso, costretta fra il monte aiwora coperto di neve, ed il mare, che si ritira, di circa un metro ogni anno, cosicché le vecchie banchine del porto, conteste di massi ciclopici, romane o venezia- \ne che sieno, italiane di certo, sono oggi nel giardino del console inglese, due miglia entro terra fra gli olivi ed- i fichi. L'Amano è così a ridosso che per fondare la sua città in riva al mare — l'antica Mir.iando era sulle pendici — Alessandro ha dovuto orientarla a settentrione. La città e la sua regione Per chi giunga dal mare la città turca è ora nascosta da una fronte di alti palazzi moderni venuti su- dopo l'occupazione francese. Non c'è un porto nel senso proprio, e forse sarebbe impossibile costruirne uno nelle condizioni singolari in cui la baia si trova; due banchine sporgono dalla spiaggia bassa, incontro alle maone su cui i vapori scaricano al largo con ogni tempo. In fondo algolfo, sotto il monte, il mure è sempre tranquillo c viene a rivadolee e silenzioso come l'acqua dellago di Amile. Sul boulevard Cayla, la. domenì-ca in cui giunsi ad Alessundretta,le signore passeggiavano fra. lepalme ancora basse, palme di coc-chi, come sulle banchine di unporto greco quando in Grecia c'e-rano ancora dei musulmani e deifez. Vestite all'europea qualcunaaveva ancora il ciarciaf, ma l'adoperava- soltanto — immagino — se ci si permetteva di guardarla con insistenza. Un gesto di fastidio. Festa o no, gli uomini hanno quasi tutti un copricapo alla nostra maniera, e siccome la primavera è mite, i giovani, come da noi, ne fanno a meno volontieri.Il Sangiaccato ha 4700 chilometri quadrati di superficie. Oltre l'orzo produce molto frumento, vino, seta, cotone, liquorizia,ro di canna E, pncsc ricco«ebbene pcì. tre quarti montuoso,cnme j rl7„,/R, di mer8ìna v ,ì;^mirne, e lo diventerà ancora di AHHit. r ra tu siuiisucne aie no trovato mlm lntlo impressione nelln deUe ju)lfc di olivo. sei mìlioni Tlltln n SI(0 commercio shorca ad Aleasandretta. Ho ,„-,.„,„ rei,ione j„ hnu/0 e jn JarfJo; sono vci vilf„r/r/iUurchi della valle del Kerasù. sul ,„ rhm orientaìe dcl Ul,n di Amik cd a RihanyÉ rhe Aopo Antiochia eA Alessandretta è uno dei centr/'""'• importanti della zona; ho iti- (errogato qente di ogni naziona-uta e' di 0;pti partilo. quì c facileperchè quulli Ultti pi,rhliw H fr„n.rese; da quindici anni il franceseè obbligatorio nelle scuole. Ad Alessandretta dove ci sono nostre ottime scuole maschili e femminili, moltissimi parlano l'italiano. Non sono cos'i « osservato re della S. d. N. » da pretenderefichi, frutta in generale e zucche-Smirne, e lo diventerà ancora di piil;,mando .saranno prosciugati i snmo etlaH dcUa p;„mtra di Amik, Fra le statistiche che hodi essermi fatto un'opinione, mae fuor di dubbio che i Turchi smostrano nella regione molto numerosi, ed è anche prohabile che Arabi ed Armeni i quali formano ora contro il nemico comune fron- insieme, la Gli Arabi, te unico, sieno, presi maggioranza assoluta, che nel 1918 hanno massacrato i Turchi che sì ritiravano, ne temono le rappresaglie. Gli Armeni lo stesso; avevano costituito allora, una legione armena agli ordini della Francia. Diffidano degli Arabi, ma preferiscono essere i sudditi di una Siria indipenden- te anche perchè non credono che i Francesi sieno veramente deci¬ si ad andarsene. Il medico armeno In Siria una delle cose più interessanti da studiare è la confraddizione patente fra gli ordini di Parigi e l'atteggiamento dei funzionari e degli ufficiali france si nel paese. Parigi, ora che c'è il Ministero Blum, se ne lavercb- be volontieri le mani o almeno si accontenterebbe della costa, e vi\ve nell'ansia continua di un inci\dente qualsiasi che impegni Volic.re nazionale. I francesi di 3iria 1 invece sono innamorati della fer-ra piena di ricordi esaltanti an che per loro, e fanno il possibile per complicare le cose e restare almeno quanto più è possibile. Secondo diverse persone, anche meno fanatiche di Zeki Arsouzi \che entra come Hn cmieo fm it ]Sangiaccato ed Alcppo, 0 kcur rescm 'j„ ricerpato \dalla polizia siriana a Rihanyv la sera in cui vi giunsi Fu a Rihamié che ebbi del con-* \ 1m'era stato segnalato ad Alcppo come la prova vivente dell'attra zione, fortissima in questi giorni, eh e l'Italia fascista esercita in sognatore di un regno panarabico—■ qualche cosa potrebbe avvenirene* Sangiaccato se Ginevra glidesse per statuto la costituzioneturca. Che cosa, nessuno mi hasaputo dire nè io saprei, perchèuna decisione del genere non significherebbe per ora l'occupazio ne turca. I Turchi starebbero or ', mando i Curdi del Knrd Dagli \ frusto una impressione umana. Ero andato a notte a trovare nella sua casa il dottor Minossian, un armeno medico municipale che ha studiato a Padova, e che è rimasto così attaccato a noi da portare al nostro Console in A il Zoroleppo, durante le sanzioni, tuttol'oro di casa, cinque chili, di che assicurare in paesi come questi la fuga e la vita. Il dr. Minossian Sìria. Anch'egli teme i Turchi. Cercodi dimostrargli che non sono più qli stessi, che si sforzano di ili- ventare una civiltà europea, egli scuote il capo. — Io li conosco bene. — C7ie farebbe se venissero? — chiedo in anticamera mentre mi congedo ed egli fa luce con una lampada a petrolio alta sul capo. — Me ne andrei. Si è rassegnato a vivere per tanti anni sulle rive del lago pestifero, ma non accetta l'idea di toma-re sotto una nuovei dominazione turca. Terra di contrasto, terra di passione dove riaffiorano odi lontani di generazioni e di razze. Carlo Delfino UN ARTIGIANO DI ALESSANDRETTA AL LAVORO