Diecimila aviatori adunati a Roma celebrano alla presenza del Re e del Duce l'annuale dell'Arma

Diecimila aviatori adunati a Roma celebrano alla presenza del Re e del Duce l'annuale dell'Arma Diecimila aviatori adunati a Roma celebrano alla presenza del Re e del Duce l'annuale dell'Arma Imponenti manifestazioni di Popolo accompagnano ed esaltano il rito guerriero slpmnVènpIflcptdbtdiligdlrdpveddzgfanddblaadprclmslicèdrccdscoli e di intrepidi cuori che pa-jreva esprimere la volontà di gran-\sdezza e di potenza di tutto un po-\ polo. '"Jucsta proiezione spirituale ve)-\Roma, 3 notte. Per la seconda volta, da quando il Fascismo volle rinata l'aviazione tricolore dalle ceneri del dopoguerra, Roma ha chiamato a sè da tutti i campi e gli idroscali della penisola e delle colonie, le azzurre centurie dei suoi cavalieri dell'aria. Vennero la prima volta nella ricorrenza del Decennale e della rinascita e sfilarono per le vie della Capitale, sulle orme di un Principe Sabaudo che vive con semplicità cameratesca Invita dei piloti e perpetua negli ardimenti del volo le tradizioni eroiche della dinastia. L'aviazione aveva conquistato da poco con la crociera' nel nord America un fulgido alloro. In quei quattromila giovani adunati a celebrare le giovani glorie dell'Arma, conoscemmo l'espressione più ulta e più pura dell'animo intrepido delle nuove generazioni lanciate dal Duce — sul suo esempio — alla conquista dell'aria. Eletta adunata Stamane non più quattro ma diecimila. Il Foro dell'Impero, mirabile chiostra di monumenti aperti su prospettive solenni, non aveva mai accolto una più densa e più eletta adunata di azzurre divise. Da tutti gli sbocchi, l'azzurra fiumana aveva traboccato nel vasto rettangolo inondandolo. Di macchie azzurre era costellato il candido marmo dell'altare della Patria. Non c'era più azzurro nel cielo, un ciclo grigio e nuvoloso: pareva che se lo fossero portato giù tutto con loro, per tappezzarne la piazza, quei diecimila piloti. Respiravamo un'atmosfera rarefatta, un'atmosfera d'alta quota: la brezza che mordeva i visi sembrava mossa da un turbinio di eliche e da uno sfrecciare di carlinghe. Ricorderemo sempre l'emozione quasi religiosa con cui assistemmo al rito. Si consegnavano le bandiere agli stormi. Era un premio, era un viatico. Nomi di gloriosi reparti, medaglie d'oro e d'argento, volti popolari alle folle, ecco gli elementi di cui si componeva il vivente poema di sacrifici e di vittorie, che scandiva le sue strofe meravigliose nel nostro cuore commosso. Rivivevano nella nostra memoria episodi non obliabili della guerra d'Africa; rivivevano episodi di più recenti imprese in cui t nostri aviatori hanno prodigato l'impeto di un eroico volontarismo. Ma lo spettacolo dava soprattutto un senso di avvenire. Le bandiere, i gagliardetti che il Sovrano riceveva da fervide mani di adolescenti per rimetterli ai comandanti degli stormi e delle unità autonome (giovani e spesso giovanissimi ufficiali maturati nell'arduo esercizio del comando delle responsabilità, nello sprezzo quotidiano della vita, nella temeraria dimestichezza del rischio) sventolavano come segnacoli di vittorie future. I volti, gli sguardi, gli spiriti, tutto era teso a una mèta di gloria. Adunata di saldi mu so l'avvenire era già sensibile nell'aspetto del Foro dell'Impero di prima mattina quando giungemmo a prendere, impari cronisti, il nostro posto d'osservazione. Sul Vittoriano — quel Vittoriano che è, non per retorica denominazione, l'altare della Patria — nel ripiano dove è la tomba del Milite Ignoto, erano schierati i Giovani fascisti, adorno il collo di fazzoletti dai colori di Roma, che recavano i drappi destinali ai reparti dell'armata aerea. Di fronte a essi erano allineati i comandanti prescelti a- ricevere il simbolico dono e sui loro petti accanto all'aureo segno dell'aquila — distintivo dei piloti — spiccavano i nastrini delle decorazioni al valore. Quadrato di 10.000 piloti Sui tumulo sacco vegliato dalla immobilità statuaria di fanti in grigio verde e elmetto era stata deposta una grande corona di alloro legata da una fascia azzurra con la corona reale e le sigle del sovrano: V. E. Poco oltre, presso i doppieri da cui si elevavano grandi fumate di incenso, erano in servizio d'onore, fulgore di corazze e di elmi, le guardie del Re Imperatore. Giù nella piazza, quadrato dall'impeccabile rigore geometrico, i 10 mila piloti, fior fiore dei cavalieri dell'aria, alato presidio dell'Impero, componevano un quadro di armonia e di potenza. Al centro, circondata dalla scorta d'onore, si ergeva la bandiera dell'arma fregiata dall'oro della suprema decorazione al valore. Facevano cornice gli assembramenti delle associazioni d'arma che prolungavano le loro propaggini fino alle esedre arboree che tingono di verde il bianco del Vittoriano. Dietro dilagava la folla. Nelle linee simmetriche e immote di questo superbo scenario si è venuto incanalando verso le 9 l'afflusso delle autorità e degli invitati. Una duplice fila di ufficiali generali delle varie armi si è disposta, muraglia di uniformi di alti « aspri » bianchi, di azzurre fasce in diagonale sui petti decoratissimi, lungo la scalinata del Vittoriano. Il Duca d'Aosta, ministri, sottosegretari, marescialli d'Italia (fra i quali erano il vincitore della guerra d'Africa, marchese del Sabotino e duca di Addis Abcba e il conquistatore di Adua, Quadrumviro De Bono), hanno preso posto sul primo ripiano. Negli altri si sono raccolte le rappresentanze diplomatiche, gli addetti militari,' le autorità minori. Alle 9,50 gli squilli di attenti subito seguiti dalle note della « Marcia Reale » e di « Gtovinesza » hanno annunziato l'arrivo del Duce. Lo scatto dell' attenti ha percosso seccamente l'atmosfera, mentre da Palazzo Venezia, dal lato di via San Marco, appariva jtf Capo del Governo, che indos\sava la divisa di Comandante \ della Milizia ed era seguito dal 'Sottosegretario per la Acronauti- \ca, generale di Squadra Aerea VdsDpmpIdvziantslvafgsSnlcddaMDrPcmncvssgdMla\\I' Valle, e dal Ministro Segretario del Partito. Passando in rivista le truppe schierate dinanzi al Vittoriano, il Duce si' è diretto con il suo agile passo verso il monumento, fermandosi ai piedi della scalinata per attendere il Sovrano. Il saluto al fondatore dell'Arma La folla che gremiva V Esedra dinanzi alla chiesa gli ha improvvisato un'entusiastica manifestazione al grido di Duce! Duce! Poi iota "voce ha comandato il saluto al Duce e l'A Noi! ha esploso, tonante dal petto dei diecimila piloti, mentre altrettante braccia con scatto simultaneo percuotevano l'aria. Così la più grande massa di cavalieri del ciclo che si sia mai adunata in Roma, ha salutato il fondatore dell'Arma, in questa gloriosa ricorrenza, la prima che si celebrasse: nel clima dell'Impero. Le 10. Giunge il Re Imperatore. Squillano gli «attenti». Erompono dagli ottoni della fanfara dell'Aeronautica le note della Marcia Reale, e di Giovinezza. Scatto del « presentat'arm ». Tempesta di applausi. Una colonna di automobili è apparsa nel Foro dell'Impero da Magnanapoli e si dirige a moderata andatura verso il Vittoriano. Dalla prima scendono il Re Imperatore e subito dopo il Principe di Piemonte. Sul margine del marciapiede che è dinanzi al monumento, il Duce accoglie il Sovrano p si pone alla sua sinistra accompagnandolo, mentre si dirige verso il gruppo delle Autorità schierate sui primi gradini della scalca. Vediamo da destra a sinistra, guardando il monumento, il Duca d'Aosta, il Maresciallo Badoglio, il Maresciallo De Bono, il Maresciallo Balbo, il Ministro degli Esteri, Galeazzo Ciano, in divisa di maggiore aviatore, il Ministro Segretario del Partito, i Sottosegretari all'Aeronautica generale Valle, alla guerra generale Pariani, alla A/orina ammiraglio Cavagnari. Il .Sovrano, avendo sempre a fianco il Duce, passa dinanzi allo schieramento nell'ordine indicato e di ognuno riceve l'omaggio. Ed ecco che il Re Imperatore sale sul monumento, tra la dupli\ce ala di generali e ammiragli, \che salutano in posizione di atIftiifi. La musica intona, lente, in 's'ordina, quasi provenienti da remote voci, le note dell'Inno al Piave. Alla sinistra del Re sale il Duce; il Maresciallo Badoglio subito dietro, dà la destra al Principe Umberto. Sulle loro orme procede il gruppo delle Autorità.' Sul ripiano del Milite Ignoto il Re, il Duce e le altre autorità salutano la tomba sostando in un attimo di raccoglimento; poi volgono la fronte verso il Foro dell'Impero. Il Re consegna i vessilli Siamo al rito. Ad un cenno del Re, il Duce dispone che la cerimonia abbia inizio. Monsignor Bartolomasi, cui fa corona un piccolo gruppo di prelati, avanza lungo tutto il fronte delle bandiere e dei labari sorretti dai Giovani Fasci- IL RE CONSEGNA IL GAGLIARDETTO AL TENENTE BRUNO MUSSOLINI .(Telefoto)