IL DUCE PREMIA SOLENNEMENTE I VALOROSI in una grandiosa adunata all'Aeroporto di Ciampino

IL DUCE PREMIA SOLENNEMENTE I VALOROSI in una grandiosa adunata all'Aeroporto di Ciampino Il QUATTORDICESIMO ANNUALE PELI/ÀERONAUTICA IL DUCE PREMIA SOLENNEMENTE I VALOROSI in una grandiosa adunata all'Aeroporto di Ciampino ' Roma; 5 mattino. / vessilli che, Sabato, sul ripiano dell'Altare- della Patria, alla presenza del Re Imperatore, erano stati solennemente consacrati alle future' vittorie dell'Armata del Cielo, hanno ieri, per la.prima volta, sventolato .sul campo. Nel più .vasto orizzonte dell'aeroporto ili .Ciampino,. nel cuore della, cam.pa.gna rornano,, in vista dei colli. Albani fasciati di nuvole temporalesche, le alate centurie, allineate in un interminabile semicerchio di 'uomini di macchine'., le hanno dispiegate alle brezze primaverili prima di salire sulle carlinghe per tornare ai loro nidi. Fulgido bilancio Se al rito di,sabato, in cospetto del tumulo dei Milite Ignoto, respirammo uh clima di epopea, che dire della cerimònia svoltasi ieri alla presènza iel'Dùcéf Si'cohferivano, con la solennità volata da una consuetudine ornimi tradfeicsnale del Regime; le ricompense ai valorosi dell'Ala; ooi fortunati, la cui audaciaiem stata .assistita dalla sorte, si addensava il gruppo dolente e fiero dei. parenti in gramaglie degli , eroici , caduti; squillavano , alte, riassunto , di splendidi episodi di guerra, le motivazioni; mamme, babbi; giovani spose, teneri figliuoletti si presentavano al Duce per ricévere con virile orgoglio il segno del valore degli intrepidi Scomparsi. Non era che il bilancio fulgido e terrìbile di pochi mesi, un anno appena; e noi misuravamo da quello tutto l'immenso tesoro di giovani energie, di audaci baldanze, di slanci guerrieri, di illimitate abnegazioni che ogni giorno migliaia e migliaia di italiani., fior fiore della razza, prodigano nel volo a servizio della Patria-; e noi sentivamo quale palestra di ardimento, quale scuola di coraggio e di virtù guerriera sia l'Aviazione; e guardavamo a quei diecimila piloti schierati dinotisi ai loro apparecchi, pronti a scattare nella volta celeste e a rinnovare le gesta dei Caduti, con un senso di fierezza, di riconoscenza, di sicurezza per il saldo presidio della Nazione e dell'Impero che rappresentaìio Tutto intorno al vastissimo campo, lo sclàeramento occupava una fronte circolare di qualche chilometro. Gli apparecchi, oltre 350, tutti nuovi e lucenti, testimoniavano lo sforzo di redenzione e di rinnovamento compiuto vittoriosamene dall' industria aeronautica nazionale, in condizioni difficili, sotto la spinta di circostanze spesso dram* matiche. C'erano gli agili caccia CR 32 Fiat, die hanno sostituito nelle squadriglie il glorioso CR 20, c'era il nuovissimo bombardiere del cielo BR 20, altra superba e geniale creazione dell'industria torinese, c'erano i possenti trimotori da bombardamento S 81, gli S 79, gli API d'assalto, i RO 37; e dinanzi a questa inferminobile parata di macchine, possenti strumenti del dominio del cielo, erano raccolti gli equipaggi già in tenuta di volo con le loro bandiere, nobilissima massa entusiasta e vibrante di giovani cuori e di nervi d'acciaio. Il Duce Dinanzi al campo, lungo la linea di volo, proprio sul margine delle aiuole fiorite che cingono di un ridente giardino l'aeroporto, tran* «tote erette alcune tribune per le autorità e gli invitai*;- più avanti una sorta di podio, sostenuto da due basamenti che raffiguravano gli scafi di un idrovolante, era stato destinato al Duce e intorno ad esso si erano schierali i moschettieri in servizio d'onore. Bandiere, festoni, grandi recinti per la folla, schieraménti di associazioni d'arnia e di rappresentanze, e, al centro. del quadro animato e festoso, la gloriosa insegna dell'Arma Aeronautica decorata di medaglia d'oro, ■ con la scorta. Più lontano, la grande macchia di un immenso autoparco al quale continuava ad affluire il rivolo interminabile di automobili dilaganti per la via Appia. Il Duce giunse alle 9, accolto dai rituali squilli e dalle note della Marcia Reale e di Giovinezza, e salutato da una vibrante manifestazione popolare. Seguito da un gruppo di ufficiali e di autorità, tra cui vedemmo il Maresciallo Badoglio, il Duca d'Aosta, il Sottosegretario all'Aeronautica, il Maresciallo De Bono, il Ministro Galeazzo Ciano in divisa di maggiore d'aviazione, il Segretario del Partito Ministro di Stato, il Sottosegretario alla Guerra e il Sottosegretario alla Marina, il Duce passò in rivista la bandiera dell'Arma e un battaglione di formazione ' delle truppe del Presidio. Quindi iniziò la rassegna degli stormi, da sinistra a destra. In uniforme di Comandante della Milizia lo vedemmo percorrere a passo bersaglieresco, sotto l'acqua e la grandine che veni/vano giù a tratti, l'immenso fronte dello schieramento e da lontano ci giungeva a folate una eco dei vibranti « A, noi! » lanciatigli dagli equipaggi, al comando del saluto alla voce. La rassegna cominciò dagli S 81 da bombardamento, continuò coi caccia CR 32 (bellissimi gli stormi S e 53, di Mirafiori, i quali erano andati a far corona proprio all'apparecchio del Duce, il trimotore col quale égli compie i suoi lunghi e frequentissimi voli di allenamento e di ispezione), con i BR 20 da bombardamento, con i RO 37, e terminò con gli API d'assalto, occupando complessivamente oltre mezz'ora: Spose e figli di Eroi Il ritorno del Duce in prossimità delle tribune fu salutato da nuove ondate di acclamazioni. Egli rispose col braccio levato romanamente; quindi, mentre i moschettieri sguainavamo i pugnali in segno di saluto (e le lame brandite in alto luccicarono all'apparizione improvvisa del sale, fra uno squarcio di nubi) sali sul podio, dando disposizioni per l'inizio della premiazione. La voce di un ufficiale superiore chiamò i primi nomi, leggendo le motivazioni che gli altoparlanti diffusero ovunque. Una signora e un bimbo in divisa di Balilla salirono la breve scaletta, si presentarono al Duce, levarono il braccio nel saluto romano. Erano la vedova e il figlioletto del generale Magliocco, caduto a Lekemtì, nell'affrontare audacemente i ribelli che pure avrebbe potuto evitare accettando l'ospitalità di gente amica. Jl Duce appuntò sul petto del fiero Balilla la medaglia d'oro, lo abbracciò e lo baciò; poi si intrattenne con la signora, ricordando la bella figura dello Scomparso. Salirono quindi i familiari degli altri intrepidi Caduti nel brigantesco agguato: la signora del colonnello Calderini, con la quale pure il Duce si trattenne brevemente, l'eroica mam ma del compianto maggiore Looa felli, soldato e uomo politico, già medaglia d'oro della grande guerra (ieri, in un'ora estremamente commovente della sua vita di ferrea mamma bergamasca, il Duce le appuntò sul petto costellato ti segni di valore come un medagliere il secondo e il terzo disco d'oro meritato dall'indimenticabile Antonio!; la mamma del capitano Galli, la vedova del capitano Dram-mis, la- mamma del tenente Gabelli, la mamma del maresciallo Bombonati, il babbo del sergente Ciprari, ti babbo del primo aviere Agostini, la mamma dell'aviere scelto Malenza, tutti coluti in quell'inobliabile episodio di italico valore, mentre pionieri e soldati portarono per primi la voce dell'Italia e della civiltà in terre barbare, non ancora sottomesse al tricolore! Manipolo eccelso Altri episodi, altri momenti della guerra d'Africa e di più recenti imprese belliche in altri cieli. Sentimmo chiamare nomi di aviatori che, costretti ad atterraggi improvvisi, affrontarono in impari lotta torme soverchianti ' di nemici morendo con le armi in pugno; di piloti che, colpito l'apparecchio in parti vitali, lasciarono l'esistenza nel disperato tentativo dì salvare gli altri compagni dell'equipaggio, o di evitare la perdita totale del materiale; di cacciatori e bombardieri lanciatisi di propria iniziativa a mitragliare nuclei nemici minacciati improvinsamente il fianco di nostre unità combattenti, salvando situazioni pericolose col prezzo della vita; di modesti ausiliari dei piloti, motoristi e radiotelegrafisti, che vollero condividere con eroico slancio la sorte dei compagni e combatterono e morirono con loro, o, noncuranti delle proprie ferite, sull'esempio di Dalmazio Bìrago, sdegnosi di assistenza, dedicarono le estreme energie e l'ultimo sangue all'adempimento del loro compito; osservatori e fotografi dediti alla loro delicata missione fino al supremo olocausto volontariamente cercato. Come ricordare le gesta- di tutj ti t Come riassumere le bellissime motivazioni"! Basterà segnare qui, nude sillabe, i nomi di tanti valorosi, perchè la Nazione ne custodisca la memoria con quella riconoscenza di cui si è reso interprete ieri Benito Mussolini, nell'atto in cui appuntava le medaglie d'oro sul petto della mamma del sottotenente Pisoni, della mamma del maresciallo Bombonati, della mamma del tenente De Luca, della mamma del tenente Francesco De Vito, del babbo del sottotenente Cesari, del babbo dell'aviere scelto motorista Tadini; e le mei doglie d'argento sui petti della vedova del tenente Jacobucci (la .quale recava in braccio una tene! ra bambinai, della mamma del tenente Manico e della mamma del maresciallo Servetto. Sfilarono poi i familiari delle medaglie d'argento al valor militare alla memoria dei capitano Beltramo (un valorosissimo torinese della centuria atlantica), .Mosca, Della Rovere, Massa, Maggio, dei tenenti Ugoletti, Pappalepore, Calarese, dei sottotenenti Pellati, Rebora, Franceschi, Pisani, Degli Esposti, dei sergenti maggiori Branca, Magi- , l e l i a a , i i - strini, Di Marzio, Neglieri, Zito, dei sergenti Giraldi, Folli, De Sena e Condoli, del primo aviere D'Elia, degli avieri scelti Rodinoti e Bruno. Il Duca d'Aosta Dopo le medaglie alla memoria al valor militare fu la volta di quelle tributate al valore aeronautico. La vita dell'aviatore è, ogni giorno, lotta contro un nemico occulto in agguato. La consorte e il figlio del generale Beltrami ebbero dalle mani del Duce la medaglia d'oro che il loro congiunto, alto e nobile figura di comandante, aveva meritato, lasciando la vita in un ardito tentativo di rischioso volo notturno a Lanate Pozzolo. E accanto al nome del Beltrami, udimmo i nomi di altri eroici soldati dell'Aria, immolatisi con stoica semplicità in circostanze simili: il tenente Ugoletti, i sergenti maggiori Invernizzi e Rosolino, il sergente Gambetta. Poi fu letto il lungo elenco di Caduti onorati dalla medaglia di bronzo al valor militare- e conti nuò la commovente sfilata dei congiunti; infine salirono sul po dio, dove la parola del Duce e il segno della Patria riconoscente li attendevano, i più fortunati sopravvissuti alle eroiche gesta com piute. Primo, un Principe la cui vita obbedisce alla legge dell'ardimento, il Duca d'Aosta, generale di Divisione aerea, di cui tutti ricordano il gesto compiuto allorché, non curante delle fiamme da cui fu ustionato in più parti della persona, si prodigò nel salvataggio di un compagno rimasto sotto l'apparecchio incendiato. Sulle orme del Principe, e come lui decorati di medaglia d'argento, sfilarono valorosi comandanti di squadriglie come il generale Notari, il tenente colonnello G. Fresia, i maggiori E. Sacerdoti, Ferretti di Castelferretto (che è, oltre tutto, un sagace uomo politico e deputato al Parlamento), i capitani Laguzzi, D'Ippolito, Pellizzari, Falconieri, Anerbi, Masoero, Napolitano, Lighezza, Vedovato, Zanninovico, tenenti Mannucci, Tarasca, Signorelli. La solenne sfilata Con la Croce di cavaliere ufficiale dell'Ordine Militare di Savoia furono riconosciuti gli alti meriti del generale Aimone Cat, già intrepido comandante e fattivo organizzatore dell'Aviazione in A. O. I. e con la Croce di cavaliere ebbero alta consacrazione le qualità, anch'esse insigni, del generale Matricardi, del colonnello Mattei, del colonnello Rigolone, del colonnello Robbiano. La eletta falange occupò, per sfilare dinanzi al Duce, oltre una ora. e mezza, e l'ultimo nome di cui fu fatto l'appello fu il nome di un Mussolini: il tenente Bruno Mussolini sali a piantarsi sull'attenti dinanzi all'illustre Genitore per ricevere dalle sue mani la medaglia d'argento al valore aeronautico. L'abbraccio che Suggellò la consegna suscitò tra il pubblico delle tribune un'alta vibrante acclamazione. Dopo la premiazione doveva avere inizio la sfilata delle truppe. Ma prima che i reparti si muovessero, il Duce volle che tutte le famiglie dei Caduti si raccogliessero sul podio intorno a lui, « Le truppe — disse — sfileranno in vostro onore ». E dinanzi al gruppo di abiti a lutto e di fierissimi volti passò, tra la generale commozione, la rappresentanza dell'Italia in armi. Passarono impeccabili nello spallarm e nel posso di parata gli orfani degli aviatori educati militarmente negli Istituti di Gorizia e di Loreto, eleganti nelle belle divise azzurre, simili a quelle degli accademisti di Caserta; passò la gloriosa bandiera dell'Armata del Cielo, passarono i Carabinieri in alta uniforme, i granatieri di Sardegna, i Fanti, gli Artiglieri, i Marinai, i Militi, i Metropolitani, gli allievi dell'Accademia aeronautica, il battaglione degli AVieri. Tutti salutavano il Duce e, con lui, salutavano i familiari degli aviatori caduti, espressione purissima dell'eroismo italico. La sfilata si compivo sui ritmi mar. ziali e fioriti delle musiche,' ma le note erano, quando a quando, soverchiate da un rombo di motore. Nel cielo eseguivano eleganti evoluzioni squadriglie di apparecchi da caccia e da bombardamento, c sulle tribune passeggiava, velocissimo e radente, il caratteristico apparecchio da. bombardamento con cui l'ino. Niclot l'altro giorno conquistava all'ala italiana un nuovo, ambitissimo primato. Dopo lo sfilamento le truppe si ammassarono innanzi alle tribune, e tutti, a un comando, levarono le armi e le voci e i cori al fondatore dell'Aviazione, Benito Mussolini: colui nel cui nome il fior fiore della giovinezza italiana, lanciata per le vie dell'aria, sulle macchine possenti, presidia, pronta a tutti gli eventi, i cieli della Pàtria. MUSSOLINI APPUNTA AL PETTO DEL FIGLIO BRUNO LA MEDAGLIA AL VALORE. (Telefoto) Il Nunzio Mons. Borgoncini Duca e II suo seguito di personalità vaticane che si recano al Quirinale ' • presentare I « brevi » pontifici per la « Rosa d'oro ». (Telefoto)