Il Trattato di Belgrado e il consolidamento della pace
Il Trattato di Belgrado e il consolidamento della pace Il Trattato di Belgrado e il consolidamento della pace Dichiarazioni del presidente della Scupcina Roma, 29 notte. Fra le varie manifestazioni che testimoniano da parte jugoslava della adesione al recente patto italo-jugoslavo firmato a Belgrado dal conte Ciano e dal signor Stojadinovic, troverà certamente il suo favorevole commento la bre-1 ve intervista che il prof. Ciric, \ Presidente della Scupcina, ha con- ! cesso al nostro giornale. Il prof. Ciric, una delle perso-1 nalità jugoslave più in vista, è! uno storico di rilevante valore ed' ha partecipato più volte al Gover- j no in qualità di Ministro. Ora egli, come abbiamo detto, ricopre la ca- j rica di Presidente della Camera. I Il prof. Ciric si trova a Roma giàl da parecchi giorni per partecipare alle sedute dell'Unione interparlamentare che si inizieranno con il| 1° aprile al Senato. S. E. Ciric ha j voluto anticipare di quasi una set' j Umana il suo arrivo, per trascor-1 rere nell'Urbe le feste pasquali confondendosi alle migliaia di stra- j nieri che affollano Roma. Il viag-1 gio di S. E. Ciano a Belgrado e la firma del patto di amicizia ita-' lo-jugoslavo, non hanno più concesso all'illustre ospite di rimanere nell'ombra come egli avreb-1 be voluto. E infatti, non appena alla sua presenza, la prima cosa' che ci ha detto è stata questa: — Non mi trovo in Italia in forma ufficiale; — ma ha subito aggiunto: sono lieto di essere il primo ospite jugoslavo dopo l'avvenuta conclusione del Patto testé firmato dal signor Stojadinovic e dal vostro Ministro degli. Esteri conte Ciano. — Può V. E. dirci quale è il suo pensiero sull'importante strumento diplomatico? — Questo patto è destinato ad avvicinare ancora di più i due Paesi: sono convinto che esso avrà una influenza per la pace non soltanto in questa parte del continente, ma per la pace di tutta Europa. I rapporti commerciali fra i nostri due Paesi se ne avvantaggeranno e gli scambi si faranno ancora più intensi. Bisogna infatti tenere presente che la massima parte- delle 'esportazioni jugoslave hanno sempre preso la via dell'Italia: l'Italia d'altra parte troverà in questo intensificarsi delle.relazioni commerciali, i suoi adeguati vantaggi. Poiché ci trovavamo In presenza del Presidente della Camera, abbiamo ritenuto interessante chiedere al prof. Ciric quale accoglienza sarebbe riservata al Patto testé firmato. Precisa e netta è stata la risposta del nostro interlocutore: Non credo, anzi escludo che nei nostro Paese si possano nutrire dei dubbi sulla bontà di questo patto perchè esso è comprensibilissimo e naturalissimo. D'altra parte riassumo cosi il mio pensiero: 1) è un patto naturale tra i due Paesi confinanti; 2) esso rappresenta e costituisce un contributo decisivo alla causa della pace; 3) noi jugoslavi intendiamo avvicinare sempre più e sempre meglio la Jugoslavia e l'Italia, forti dei reali ed efficaci vantaggi economici e commerciali dei due Paesi. La conversazione si è chiusa con un accenno all'incontro del 1924 fra Nincic e Mussolini ed abbiamo capito che il nostro interlocutore, in riferimento ai rapporti fra l'Italia e la Jugoslavia, ha voluto dirci che essi ricominciavano: come dire che si era ripresa una conversazione interrotta tredici anni fa. LA REGIONE ETIOPICA DEI LAGHI che è ormai sotto il nostro pieno controllo offre all'avvaloramento economico risorse agricole che non sono inferiori a quelle minerarie. Immense zone fertilissime e ricche di bestia.me consentono lo sviluppo delle più svariate culture. (Foto Bassi).
Persone citate: Ciano, Foto Bassi, Mussolini
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