I "ROSSI,, DI FRANCIA fanno le prove della rivoluzione di Concetto Pettinato

I "ROSSI,, DI FRANCIA fanno le prove della rivoluzione I "ROSSI,, DI FRANCIA fanno le prove della rivoluzione Diffuso senso di malessere o a e a o l o Parigi, 29 notte, [pSe la stampa estremista conti- fnua a inveire contro lo lentezze.Bdell'applicazione del controllo militare in Spagna e a rinfacciare a Delbos, con parole del Jòur, di essersi fatto « canzonare » da Mus- vlprsolini, gli organi ufficiosi in ge- ^nerale riconoscono che la tensio-. ne internazionale si è allentata e che il pericolo di complicazioni ; diplomatiche si è di bel nuovo al-1 lontanato. DllscI a mino ò Ai CnrUin mculpa e ai... VOrDin cRiassumendo gli episodi della cscorsa settimana, la Republiqur. ^ sdeplora che il Quai d'Orsay abbia i dfatto un passo falso unicamente dper difetto di informazioni sui ve- cri propositi dell'Inghilterra. | d«Gli ambasciatori — scrive il Bfoglio radicale — non hanno sol- tanto un compito di rappresentan- mza, di esecuzione e di trasmissio-1 pne; essi debbono sopra tutto informare i loro governi. Ora non di rado la loro preoccupazione di rendersi graditi agli uomini da cui dipendono rende al paese cattivi servizi, se giova alla carriera dell'interessato. Un diplomatico non è un funzionario come gli altri un ambasciatore non è un prefetto. Se vuol essere davvero un servitore del paese, egli deve saper dire ai suoi capi la verità anche quando non è piacevole. Ecco perchè i buoni ambasciatori sono sempre Uomini di grande indipendenza morale e di un'assoluta libertà di parola ». Queste rampogne traducono ini modo caratteristico il malumore ! degli ambienti del Quai d'Orsay | *contro l'ambasciatore Corbin reso intutIa- e a o ci aoeuaouo ti o in^ ia a o o, oa rmsi al esvi oniace ia ooe o a e e, a neoia ! giRdRptuglresponsabile dell'errore in cui Delbos è caduto circa le intenzioni di Londra compromettendosi in dichiarazioni imprudenti che dovevano di li a poco venire sconfessate per non perdere il contatto di gomiti col governo britannico. In quanto al ricorso di Valenza alla Lega delle Nazioni del quale pochi giorni or sono Parigi sembrava fautrice, il Temps ammette I oggi che solo il comitato di Lon- i Ddra abbia la qualità necessaria j per presiedere alla politica del j non-intervento e che l'appello al l'istituto societario in assenza dell'Italia e della Germania condurrebbe inevitabilmente a un imbroglio e moltiplicherebbe i rischi di conflitto fra l'ideologia autoritaria e quella rivoluzionaria. '< E' solo in seno al comitato di Londra — dice l'organo ufficioso I— che debbono essere discusse e ■ risolte con spirito di conciliazione le questioni sollevate dal non intervento e dal controllo desti- i nato ad attuarlo ». I II giornale si affretta nondime- j no ad aggiungere che « rinunciare alla politica del non-intervento ; equivarrebbe a un abdicazione del. | la coscienza internazionale davan- j ■ ti ai procedimenti intimidatori di ; coloro che non desiderano se non|il disordine, e che a tale abdica- j zione Francia e Inghilterra non | acconsentiranno ». Un certo interesse suscita in- [ tanto a Parigi la nomina dell at-1 tuale ambasciatore sovietico Po! temkine a commissario aggiunto . per gli affari Esteri al posto di Krestinski. Squadrismo rosso | Date le buone relazioni esistenti , fra Potemkine e i dirigenti della politica estera francese se ne de. duce che l'unità di azione fra Mosca a Parigi non potrà che avvantaggiarsi dalla decisione di Stalin. Ma proprio in questo momento il ; dittatore rosso bandisce la sua ' nuova crociata per l'intensificazione della lotta di classe e dell'azioi ne rivoluzionaria e gli ambienti radicali si domandano se da Mosca l'ex ambasciatore non potrà diri■ gere con maggiore efficacia di prima la propaganda sovversiva, alla quale presiedeva già non senza successo da Parigi. ! L'opinione è ancora sotto l'impressione della sfilata delle milizie socialiste svoltasi ieri a Creil con i bandiere rosse, camicie azzurre, cravatte rosse, pugnale al fianco, mostrine dalle tre frecce riunite, staffette motociclistiche, comandi 1 militari, canto dell'Internazionale, | ecc. e di fronte a questo inatteso m passaggio del defunto squadrismo fra le mani dei seguaci di quel B!um ohe sino al 1935 si spaccia- va per avversario implacabile delle leghe di azione, si diffonde sempre più il convincimento che la rivoluzione sia in marcia e che a ^JlfJ10^ Jf""l°„LL™tC5"™°è Doriot, ma lo stesso Fronte popolare, non appena giudicherà che l'ora sia scoccata. Un deputato, l'on. Colomb, ha scritto a Daladier domandandogli che cosa intenda fare contro formazioni che fanno propaganda contro la ferma biennale e minac ciano di scuotere il morale dell'e sercito. Ma che cosa può rispon dere Daladier, quando alla sfilata di Creil presiedevano due dei suoi colleglli di Gabinetto, il ministro di Stato Faure e il sottosegretario Blanchot? Dietro la facciata di un paria mentarismo ridotto alla più sem plice espressione e nel quale delle tradizioni liberali non esiste se non il ricordo, viene formandosi una nuova Francia, anch'essa allineata sullo schema di un regime che un giorno sarà totalitario e governerà in nome delle masse autoritariamente. Concetto Pettinato

Persone citate: Blanchot, Colomb, Daladier, Delbos, Doriot, Stalin