La radio e la scuola - Una commedia di V. Alfieri al Teatro delle Arti -- Gli americani non vogliono più jazz

La radio e la scuola - Una commedia di V. Alfieri al Teatro delle Arti -- Gli americani non vogliono più jazz La radio e la scuola - Una commedia di V. Alfieri al Teatro delle Arti -- Gli americani non vogliono più jazz II Ministro Bottai nel suo discorso al Scurito .ini Bilancio dell'Educazione Nazionale, ha parlato dei compili della Radio e del cinepia nei confrónti della, scuola. Compiti altissimi e di facile intuizione per quel che riguarda la Radio, l'Ente Radio-Rurale, voluto dal Duce e posto sotto gli auspici e la sorveglianza, del Segretario del Partito, assolve già con chiara intelligenza delle necessità e delle possibilità, e con viva soddisfazione di tutti. Superando non lievi difficoltà finanziarie, due milioni di alunni, serviti da 9081 apparecchi, sono oggi in condizione di poter ascoltare le trasmissioni radio per essi appositamente preparate e le altre di carattere più generale che avvengono in determinate circostanze, due milioni di voci eh? si ripercuotono in altri milioni di echi in- ogni angolo del nostro paese, e contribuiscono potentemente a suscitare nei ragazzi le più belle virtù della stirpe e n mantenere quell'atmosfera di ardente patriottismo che il Regime ha fatto elima e potenza spirituale della Nazione. S. E. Bottai ha assicurato che. anche in questo s'ttore, in obbedienza agli ordini del Duce, l'opera iniziata- sarà portata a compimento. Ogni villaggio deve avere e avrà la sue radio. Tutti i dirìgenti della Scuola, infatti, sono stati impegnati a promuovere le necessarie iniziative perchè ar/ni scuola elementare sia munita di apparecchi radioriceventi e, dovunque i mezzi finanziari lo consentano, di impianti con dirama- , i u i , e zloni in tutte le aule. La soluzione, integrale del problema sarà graduata nel tempo, nel senso di dar tempo alla didattica di assimilare la nuova tecnica, perchè le trasmissioni radio non debbono essere nè un doppione dell'insegnamento ordinario nè « un'aggiunzione bruta di mezzi eterogenei ai libri alle carte e tabelle illustrative e dimestative; ma creazione di un'attitudine nuova dell'insegnamento e dell'apprendimento ». Concezione giustissima che garantisce la chiarezza e la misura in cui debbono essere contenute le trasmissioni per le scuole. L'apparecchio radio è un mezzo didattico che ha alcune specifiche- qualità positive, e altre irremediabilmente negative. Dobbiamo sfruttare le prime e eludere le seconde. L'apparecchio radio attrae la curiosità e l'attenzione dei ragazzi quando colui che parla stimola, sveglia, disfrewa la loro fantasia; diverrebbe uno strumento di tortura, fastidioso e dannoso, se ad esso venisse affidata, per esempio, la soluzione di un problema di aritmetica o l'analisi grammaticale di un perìodo. Tutto ciò che può interessare il sentimento, produrre l'emozione, colpire la fantasia avrà nella radio il veicolo più immediato e sicuro; ceco perchè tra le materie d'inscgnam'nto la storia è quella che, dal punto di vista didattico, dovrà meglio di ogni altra sfruttare l'altoparlante, adattandosi, s'intende, allo esigenze che il nuovo mezzo impone, al metodo che bisogna concretare e applicare. Se il senso non fosse imperfetto e la parola stessa non fosse screditata dal cattivo uso, vorremmo dire che bisognerà creare un metodo «romanzato » d?lla storia, o meglio « raccontato ». Bisognerà, ceco, raccontare, e saper raccontare, la storia ai ragazzi delle nostre scuole peline' '0 deVi radio, e, se occorre c dove è possibile, ravvivare codesti racconti, con tutti quei mirabili artifici che uno. spettacolo radiofo- nìco deve saper produrre e adoperare. Comunque le trasmissioni radio per le scuole comportano un sistema didattico perfettamente intonato e rispondente al mezzo che si adopera, e la formazione di programmi particolari che tengano in gran conto elementi come la sorpresa, la curiosità, la meraviglia che son poi quelli che provocano l'ansia ai apprendere, la facilità di ricezione, la- stabilità di apprendimento, il profitto cioè, culturale e morale, informativo e formativo, che è, in definitiva, il fine pedagogico. Del resto gli attuali programmi rispondono benissimo ai fini che si propongono. Ne abbiamo ascollato qualcuno, e abbiamo con vero piacere constatato che la nostra, attenzione non si 6 stancata, che le cose dette, e In maniera come eran dette, suscitavano un reale interesse e si adattavano particolarmente al pubblico al quale erano rivolte. Si tratterà perciò di perfezionare il sistema, arricchirlo, variarlo, evitando soprattutto lo standard che genera monotonia e disamore. Se riusciremo, volta, per volta, a tenere avvinta l'attenzione dei nostri ragazzi, il profitto sarà facile, immenso e saldo. Siamo sulla buona strada. L'Ente Radio Rurale, sotto l'impulso deciso e vigile di S. E. Starace, rende grandi servigi alla Nazione. Quando l'attrezzatura periferica sarà completa, e quando nel più breve termine possibile, come ha promesso S. E. Bottai, lo scuole rurali, tutte le scuole, avranno il loro apparecchio-radio tutti gli italiani, dal meglio dotato al più umilc, t/)i mi capo all'altro della nostra grande Patria, sentiranno ancor meglio e più di essere un sol cuore, una sola coscienza, una sola volontà. s. s. Il Teatro delle Arti, che come è noto sorgo nel palazzo della Con federazione Artisti e Professioni sti di Roma, sarà inaugurato il 21 aprile prossimo con « La finestrina» di Vittorio Alfieri. E' questa una delle sei commedie « ideate ad un. parto », come scrisse lo stesse Alfieri-, negli ultimi anni di sua vita, e precisamene la quinta « fantastica, poetica e di largo confine» in cui agiscono Dei, semidei, e persino là luna. Opera che si presta a una estrosa realizzizionc, e che, per il nome dell'autore, e per essere quasi ignota, susciterà certo un grandissimo interesse. # « Gina Cima, di ritorno da. New York, ha raccontato cose molto interessanti sulla Bt&gione del Metropolitana. Con l'opera italiana le forti del (-rande teatro americano ?i sono rialzate di colpo. Si sono l'atti incassi di 400.000 li re; vaio a diro teatro esaurito con tutti i 4500 posti venduti a una media di cinque dollari. I,'anno prossimo la stagione del Metropolitan sarà di 24 settimane, invece delle sedici di uurst'anno — la stagiono s'inizicr.i, il 29 novembre, invece del 26 dicembre — e lo opere italiane del cartellone saranno quindici: € Aida », «Trovatore», «Rivoletto», «Traviata», «Ballo in maschera», «Forza- del destino», «Otello» ioli gloria del gran padre Verdi), «Norma», «Gioconda», « Harhiere», «Lucia», «Matrimonio segreto», «Cavalleria rusticana--, «Francesca da Kimini » e «Fiamma». Direttori Panizza e Pappi; complesso artistico in prevalenza italiano. La Cigna naturalmente tornerà al Metropolitan ; non solo, ma parteciperà con gli stessi elementi del fumoso teatro, alle stagioni di San Francisco, di Los Angeles e di Obicago, e andrà a Hollywood ivadpdclptdlaccnzdistlmtgatacd 6 e o , . a ù a e l i ù a o n a è 1 a d e a a si c, e à k, ti n ali n eo di di il e e oo », re rentia n ; si aed per girare l'«Aida» che la Metro (ìolrlwin si a-ppresta a realizzare. Trionfo del melodramma italiano in pieno novecento, e trionfo significativo. E non soltnnto perche il fenomeno di questa ripresa, si 6 manifestato cla.morosnmente all'estero — tutti i maggiori teatri stranieri hanno dovuto fare appello quest'anno, e qualcuno anzi on una certa urgenza, all'opera italiana — ma anello perchè si è manifestato chiaramente all'interno, in casa nostra, con una evidenza che, in certi casi, e- addirittura sorprendente. Quando saranno noti i consuntivi dello attuali stagioni della «Scala», lei «Teatro Renio dell'Opera», del ■■farlo Felice», del «San farlo», si apprenderà elio gli incassi di quest'anno sono stati notevolmente superiori e quelli deg'li anni scorsi. Ci risulta itifatti che la «Scala» ha incassato finora un terzo in piti della cifra rag* giunta, nella passata stagione, e la media serale degli incassi 6upera le 50 mila lire. La quol cosa dimostra che illudersi di conquistare il. pubblico con spettacoli sostanzialmente scadenti è sempre un cattivo affare. E' confortante, di questi tempi, vedere un « bordereau » di 80.000 lire. E la direzione della Scala, quest'anno, ne ha vieti parecchi. Altoparlante Gli americani sono stufi di jazz. La notizia farà emettere un sospiro di sollievo a moltissimi ascoltatori italiani. Sissignori, proprio gli americani non ne vogliono più sapere. Lo ha annunziato, non senza rimpianto, il direttore musicale della N.B.C, il grande trust radiofonico che controlla centinaia di stazioni. Le proteste sono state così numerose durante il 1936 che la direzione dei programmi, per tema di peggio, si è dovuta affrettare a modificare i suoi progetti aumentando del 50 per cento le trasmissioni di musica classica, e diminuendo di altrettanto le trasmissioni di musica- jazzistica. Non solo; ma la famosa orchestra Rc.r Chandier ha subito una radicale trasformazione: diciotto strumenti a corda e due arpe hanno rimpiazzato la massa degli ottoni c dei sassofoni. I nervi degli americani, troppo scossi dalle più audaci combinazioni di note e di timbri, chiedono ora ■ di essere dolcemente vellicati. In Italia invece, da qualche tempo, il jazz trasmoda. Non si allarmino i numerosi radioascoltatori che ci scrivono per protestare: si tratta di un fenomeno transitorio. Non appena l'E.I.A.R. troverà modo di colmare meglio i vuoti, il fenomeno scomparirà. *** Un grande domale parigino ha iniziato la, pubblicazione rie! primo romanzo musicalo dovuto alta collaborazione* dell'accademico Pierre Benoit c di Franz Lehar: « Ives compapnon? d'Ulisse». L'avvoniment-o aveva tali caratteri di originalità che l'intcrcRse ilei pubblico era vivissimo. Anche noi. a lettere la notìzia, eravamo incuriositi. Quand'cero l'altra sera, vagando pel mondo, c'imhattemmo in una etàxicne francese che annunzia imminente al microfono la presenza di Pierre Benoit e di Franz Lehar. Xaturalmcnto ci fermiamo ad ascoltare. Ed ecco, ifcbitaim-nte re?iftrat-e. due interviste con gli autori. Apprendiamo cosi che l'ambiente del romanzo è posto nel Perù, o giù di lì, elio non si tratta del famoso leggendario Ulisse, ma di un Ulisse moderno, il quale sarà punito del suo peccato d'orgoglio, che infine Franz Lehar si i limitato a scrivere per il romanzo di Benoit- sci pezzi adatti a certe particolari situazioni del romanzo stosso, il quale, sarebbe pervaso da un certo romanticismo d'operetta che l'autore crede debba an cora esisterò laggiù. Fin qui la cosa andava bene; ma l'annunziatore ha voluto darci un paggio della musica di Lehar, avvertendo che non si è scritto mai nulla di simile, che fra breve quello me lodie saranno sulla bocca di tutta, e altri elogi preventivi cosi propositati che ci attendevamo chi aa, cho roba celestiale. E invece, dopo l'audizione, noi non daremmo duo soldi per eostenere le previsioni del facondo anmmziatore. E con noi, forse, gran parto degli ascoltatori. TI 7 del prossimo maggio le stazioni inglesi trasmetteranno una cronaca sensazionale: un giornalista, indossato lo scafandro, nel quale è stato collocato un microfono, scenderà a conto metri sott'acqua sui resti del « Lusitani a» eho fu affondato durante la guerra, o da laggiù racconterà agli ascoltatori tutto quello cho gli sarà possibile di vedere. Una bella iniziativa cho farà certamente accorrere agli altoparlant-i milioni di ascoltatori. Idee. E' troppo chiedere cho qualche volta ne salta qualcuna in mente anche alla radiofonia italiana? Lo campane saranno rimpiazzate dai dischi? Paro di si. L'esperimento è stato fatto a Roubalx, nella chiesa di <cXot.ro Dame». Piazzato un potente amplificatore e un altoparlante sul campanile, è stato fatto girare un disco che riproduceva il suono delle campane. L'illusione è riuscita perfettamente, e, por due chilometri in torno, tutti hanno sentito il suono delle campane. Speriamo cho le autorità ecclesiastiche, intervengano a proibire una simile innovazione. A noi non piace nemmeno il «carillon » per quell'aria compassata che si dà; preferiamo che le rampane siano suonate tirando la «•orda, o anelandosi alla fantasia e al caso. Due metodi, il finito e l'infinito, sono in ballo; preferiamo il secondo. dtvaEvvnpsstpclgpmpttsmdaiisqsRszamsddcImDdmgs KIKI PALMER ha riportato un vivo successo In «Sedici anni » di Aimee e Stuart. Eccola nelle graziose vesti di ragazza sedicenne.

Luoghi citati: Hollywood, Italia, Kimini, Los Angeles, New York, Perù, Roma, San Francisco