UN EROE dell'amore

UN EROE dell'amore UN EROE dell'amore Mangiare... .Sì, Ludina era cresciuta nell'idea che mangiare fosse la cosa più importante del mondo. Fin dove poteva rievocare, nella mente, la sua vita infantile, proprio all'estremo limite del ricordo, si vedeva sul seggiolino, tra la bambinaia che le porgeva la cucchiaiata piena e la mamma che a mani giunte la supplicava d'inghiottirla. Tutte le carezze, i baci, i premi, i balocchi, erano generalmente perchè « Ludina, da brava, aveva mangiato la pappa ». La lacrimevole storia, nel celebre libro infantile, di Gaspàrino che, per non aver mangiato la minestra per quattro giorni, è stato spacciato e « qual pietra sepolcrale ha la zuppiera » era quella che le veniva quotidianamente, e non senza variazioni anche più drammatiche, raccontata. Ludina diventò naturalmente una bimba assai grassa. Rella in viso come un amori; -. del resto; la gente si estasiava davanti ai suoi riccioloni bion'i, ai suoi occhioni neri, alle sue gote di raso che avevan la peluria e il colore delle pesche più vellutate. — Una bambolona!... E sarà anche più bella, quando, crescendo, si assottiglierà un poco. — Assottigliarsi?... Non sia mai !... Così diceva la madre di Ludina, per cui la bellezza non poteva essere che in diretta proporzione dell'ampiezza delle forme. — Bisogna mangiare, diamine !... Quel « bisogna mangiare » la buona signora lo ammanniva come il migliore conforto e il più saggio dei consigli, a tutti e in ogni occasione: al marito, quando aveva dei grattacapi nella sua azienda, ai figli, nelle loro malinconie, perfino alle domestiche, quando stavano gdascattivo umóre e in lite fra di loro. Ma nessuno ne aveva mai approfittato come Ludina, nessuno le aveva mai dato tanta soddisfazione, meravigliosamente florida com'era e precoce, raffinata apprezzatrice della buona tavola. Anche le aristocratiche emaciate suore dell'istituto privato dove la bimba andava a scuola, si divertivano un mondo a vederla mangiare con tanta gravità e tanto gusto le leccornie che traeva fuori dal suo paniere di provviste. — Straordinaria! — dicevano. — Meravigliosa!... E scappavano via con certi gridolini tra festevoli e scandalizzati e un gran fruscio delle loro gonne nere. In quel tempo qualcuno si innamorò della sorella maggiore di Ludina, Flaminia, e la chiese in moglie. Questo qualcuno era un ingegnere stracarico di buone qualità: intelligente, lavoratore, con una bella azienda, in cui guadagnava fior di quattrini. E innamorato, poi !... In salotto si raccontavano le sue prodezze amorose. Figurarsi che la sera, uscendo tardi dall'ufficio veniva direttamente dalla fidanzata, senza andare prima a cena, mai. E non c'era verso di farlo sedere a tavola. Inghiottiva qualche biscotto, una tazza di tè, e basta... — Un eroe, via!... Un vero eroe dell'amore!... Ci scherzavano su quelle brave signore, ma Ludina si ritraeva a pensare piena di stupore e di ammirazione. Sacrificare la cena, che cosa straordinaria!... Che cos'era quest'amore che rendeva la gente insensibile alla tentazione di quei piattini succulenti, di quei profumi inebbrianti, di quelle delizie che si potevano gustare mattina e sera?... Ora, quando il fidanzato veniva, e sedeva a tavola, invitato, Ludina, dall'altra estremità, divorando silenziosamente, non lo perdeva di vista un sol momento, e quando lo vedeva accendere la sigaretta mentre lei ne aveva ancora per mezz'ora prima di finire di masticare, lo ammirava senza riserve. Un eroe dell'amore, che bella cosa!... Poi quando se ne andava a letto, per quel breve momento, prima di dormire, mentre la bambinaia si aggirava ancora lì intorno a riordi nare la roba, ella diceva: — Tata... Ci pensi a quell Al berto... Sacrifica la cena per l'a more, lo sai ?... Quando sarò in namorata non cenerò neppur io? Sollevava il capo dal guan ciale, un po' inquieta. — Eh, l'amore... — faceva la bambinaia vagamente, ma già Ludina dormiva. Flaminia dunque si sposo e Ludina, per l'occasione, ebbe anche lei un bel vestito di velluto azzurro. La sarta disse : — Salute!... — tra sè mentre le prendeva la misura della cir conferenza e la mamma e la bambinaia risero, soddisfatte. Poi gli sposi partirono, ancia rono a fare un lungo viaggio in paesi lontani dove Alberto doveva recarsi per i suoi affari e tornarono solo dopo tre mesi. Quando Flaminia entrò in casa i suoi rimasero a bocca aperta. Oh se pareva un'altra !... Prima di tutto da bruna era diventata bionda e tanto più snella che pareva ^,iù alta. La madre la ta- gmisuCmbvptècrdtvGnntpmmnvacBrrcgvttlcWrfmbalpdtcmpvl«mduhlqftdadmlFlcpvnTc—Dav sto sui fianchi, sembrò pesarla con lo sguardo malcontento. — Ma Flaminia, come hai fatto a assottigliarti cosi? Non mangi? — Altro che!... Ma la. sera, sai, Alberto non ha l'abitudine di cenare. Dice che fa male cenare quando si son passati i quarantanni. E anch'io, mi sono abituata a tenermi più leg gera. Alberto dice... — Figlia mia, devi tornare qui a mangiare! Bisogna mangiare ! — Uh, per carità, voi mangiate troppo! Non è più sopportabile per me. Alberto dice che mangiate in quantità indecente... — Ma. scusa, Alberto non sacrificava la cena per amor tuo?... — Amore? — fece Flaminia distratta e si rigirava davanti allo specchio. — Vi piace questo vestito?... Ludina non sentì altro, ma ndeznepndctglvrnsd scappo in camera sua, si caccio nell'angolo prediletto, dov'eran le più vecchie bambole e pianse tanto che a momenti soffocava. Il mondo le crollava intorno: Alberto aveva più di quaranta anni, non era mai stato un eroe dell'amore e disprezzava le donne che mangiano in quantità indecente... Pianse pianse finché fu buio e in casa si fece un gran silenzio. Poi, secondo il solito, andòl nella sala da pranzo dove già era apparecchiato, e prese un panino dalla cestina per sgranocchiarlo come aperitivo. Lrdivorava mentre ancora qualche singulto le sollevava il petto, e tornata in camera, andò a guardarsi nello specchio.- E allora, per la prima volta, si vide... Qualcosa di amaro le riempì la bocca e la sua manina paffutella depose, tremando, sul cassettone, l'ultimo boccone di pane. Carola Prosperi

Persone citate: Carola Prosperi, Rella