La Francia si accinge a sabotare i negoziati per un patto occidentale di Giuseppe Piazza

La Francia si accinge a sabotare i negoziati per un patto occidentale le risposte cfi Roma e di Berlino La Francia si accinge a sabotare i negoziati per un patto occidentale Parigi, 13 notte. Delbos ha informato il Consiglio dei ministri del contenuto delle risposte italiana e tedesca al questionario del 19 novembre sulla cosidetta « nuova Locamo » e delle conversazioni che il Qua! d'Orsay si accinge a intavolare al riguardo con Londra e Bruxelles. L'i'mba sciatore Corbin è atteso a Parigi per farsi a sua volta interpreto delle impressioni che il duplice documento ha prodotto nelle sfero britanniche. Ma prima ancora che il testo del medesimo sia reso noto nei suoi particolari la stampa francese s'affretta a prendere posizione in senso contrario. Ostilità in sordina L'ostilità non si manifesta ancora troppo rumorosamente'" perchè nell'ignoranza delle definitive reazioni inglesi non si vuol correre il pericolo di dare troppo presto a Londra la sensazione che Parigi respinge deliberatamente ogni opportunità di trattare: gli organi ufficiosi riconoscono quindi fra un'obiezione e l'altra che le risposte di Roma e Berlino pel solo fatto che non sono negative e che ammettono il principio di un nuovo patto occidentale creano migliori prospettive per un negoziato proficuo. Ma fatta questa concessione, essi si affrettano a soggiungere che diplomaticamente la questione non ha fatto un passo avanti e che la tesi italiana è oggi quella di sette mesi or sono. Roma e Berlino si sono decise a rispondere — badano a ripetere questi giornali — unicamente perchè la politica di superarmamento intrapresa dall'Inghilterra ha fatto loro intendere la convenienza di non tendere troppo la corda. Ma nella realtà delle cose il loro stato d'animo non è mutato, anzi, a dar retta al « Temps », sarebbe peggiorato se si tiene presente che « all'epoca della conclusione del patto franco-russo l'Italia ebbe a dichiarare come l'Inghilterra che esso non le sembrava in contrasto con le disposizioni del patto di Locamo mentre oggi anche Roma pensa come Berlino che i due strumenti siano incompatibili ». L'obbiezione che le sfere ufficiose francesi formulano contro la tesi italo-germanica, è una sola: che la stipulazione di un patto su basi analoghe o poco diverse da quelle del patto del 1925, obbligherebbe Parigi a rinunciare all'intesa condotta successivamente in Europa orientale, e ih particolare a quella con la Russia; e che, separata dalla Russia e impedita di portarsi in soccorso di una qualunque delle Potenze dell'Europa centrale, la Francia verrebbe a trovarsi, grazie alla nuova Locamo, in condizioni non dissimili da quelle in cui si sarebbe trovata mercè il Patto a quattro e che per l'appunto la distolsero dal ratificarlo. Contrasto flagrante Nel pensiero dei Governi di Roma .e di Berlino, la nuova Locarno si presenta come un patto essenzialmente occidentale, come una intesa destinata a garantire la pace in occidente in attesa che sia possibile, evehtualmente, fare di più in seguito. Nel pensièro del Governo di Parigi invece, la fisonomia dello strumento da concludere, non ha nulla di preciso e sarebbe anzi difficile dire in che cosa esso si distingua dagli impegni societari tradizionali. Agli occhi della Francia, il patto di Locamo aveva una fisonomia precisa solo in quanto costituiva, per cosi dire, l'atto di notorietà della demilitarizzazione renana. Cessata questa, esso non la interessa più. Esso potrebbe tornare ad interessarla soltanto quando non fosse più un vero patto di Locarmi, cioè un patto occidentale, ma diventasse un patto europeo inglobante l'occidente e l'oriente, ossia quando le garantisse che in nessun Paese d'Europa, sia più lecito smuovere una pietra di confine senza che l'intero continente mobiliti! Il contrasto fra ' le due concezioni è dunque assoluto quanto flagrante. La questione sta nel vedere — ed è qui che risiede l'interesse dell'iniziativa diplomatica italo-germanica —, fino a qual punto l'Inghilterra faccia oggi sua la concezione francese, vale a dire fino a qual punto essa sia disposta ad abbandonale i suoi antichi progetti di « patto occidentale » per prestarsi al negozio di un patto generale che allarghi la sfera delle sue responsabilità politiche e militari fino ai confini d'Europa. L'evoluzione di cui è prova il suo riarmo navale e terrestre, è davvero cosi profonda da determinarla a seguire la Francia in tutti 1 settori pericolosi del mondo? Il quesito è per il momento in sospeso, ma lo stesso Delbos non deve ritenersi ancora del tutto sicuro del fatto suo a giudicare dalla riluttanza e dall'estrema cautela con .cui affronta il negoziato. Il pericolo che di fronte alla prospettiva di assicurare la pace in occidente Londra si mostri accessibile alla tesi, italo-germanica non appare interamente eliminato; ed è questa una delle ragioni per cui Parigi batte tanto sul tasto del Belgio, dato che finché il negoziato rimane incagliato nelle complicazioni militari della neutralità belga il Quai d'Orsay non ha bisogno- di scoprire le proprie ostilità contro il patto occidentale e quest'ultimo può essere tenuto in scacco senza che la Francia abbia l'aria di farlo apposta. Gli avvenimenti di Spagna Delbos ha intrattenuto il Consiglio dei Ministri anche sugli avvenimenti di Spagna e sul controllo militare. I.a frontiera franco-spagnola è stata divisa in tre __à: bassi Pirenei, alti Pirenei e n a e e r a n a n ù e e o a e e Pirenei orientali affidate alla vigilanza di 130 funzionari agli ordini di un amministratore in capo. Alla vigilanza delle coste atlantiche della penisola sono stati destinati i cacciatorpediniere Fantastique e Jaguar e le torpediniere Alcyon, Tornade, Cyclone, Siroco e Mistral. Delbos ha fatto firmare al Presidente della Repubblica il decreto relativo all'attribuzione dei crediti necessari per le spese del controllo in questione. Continua intanto nella stampa di sinistra e soprattutto in quella comunista la gazzarra circa i volontari italiani che parteciperebbero all'offensiva su Guadalajara. Lavorando di fantasia su pretese informazioni strappate a prigonieri si sta inscenando la commedia di una protesta di Valenza davanti alla Lega della Nazioni. Fino a questo momento comunque gli organi seri si astengono dall'accordare a tale grottesca manovra soverchia pubblicità.' Rivedere i conti al prossimo non è mai consigliabile a chi non ha per conto proprio la coscienza troppo tranquilla. Concetto Pettinato Eden inizia con Ribbentrop l'esame della risposta tedesca Londra, 13 notte. Durante un'ora l'ambasciatore di Germania Von Ribbentropp ha discusso col Ministro degli Esteri Eden i punti essenziali della nota tedesca di risposta al memorandum britannico del novembre 1936. La discussione si è svolta stamane al Foreign Office, ma a seconda dei referti di stasera non sembra che 11 terreno sia stato esplorato a fondo poiché il testo della nota di Berlino era giunto a Londra nel corso della mattinata e tanto Eden quanto i suol esperti degli Esteri non avevano avuto ancora tempo di studiarlo a fondo. Si sa che Ribbentrop ne ha tuttavia chiarito oralmente vari importanti aspetti, che lo scambio di vedute cordialissimo si è dimostrato di estrema utilità e importanza e che esso sarà ripreso nel corso della prossima settimana. Schietta volontà di pace Al Foreign Office nessuna informazione viene diramata sul colloquio; circa la nota tedesca si afferma soltanto che essa non contiene elementi di carattere sensazionale limitandosi a chiarire, con molta precisione la posizione ben nota della Germania sia di fronte al Patto di Locamo, sia nel riguardi del Patto franco-sovietico e della neutralità del Belgio. Secondo i collaboratori diplomatici dei giornali della sera, Von Ribbentrop avrebbe posto in particolare rilievo la sincera volontà della Germania di contribuire con tutti i mezzi a sua disposizione al mantenimento della pace nell'Occidente europeo offrendo di concludere un accordo franco-tedesco garantito dall'Inghilterra e dall'Italia alla condizione tuttavia ohe la Francia si impegni a svincolarsi da tutti quegli impegni che risultassero incompatibili con l'accordo. Gli impegni sono naturalmente il patto franco-sovietico e le intese militari intervenute fra Londra, Parigi e Bruxelles subito dopo la denunzia tedesca del vecchio Patto di Locamo. Il collaboratore diplomatico delYEvening /Standard riassume la posizione tedesca dicendo: « La nota di Berlino offre di garentire la neutralità del Belgio qualora la Francia sia disposta a fare altrettanto. Ciò significa che, eliminato il Belgio, Ingliilterra, Francia, Germania e Italia saran no lasciate libere di guidare me diante comuni decisioni le sorti dell'Europa. Nella nota infatti vi è una frase che sembrerebbe indicare come la Germania intenda contemplare con sguardo tollerati te. la Lega delle Nazioni purché essa accetti le decisioni proposte I dal gruppo delle quattro Potenze» iQueste opinioni iappaiono per ora basate altro che su supposizioni, giacché negli ambienti tedeschi si afferma che la nota è un documento estremamente complesso il quale d'altronde non sarà reso pubblico se non altro per il momento. A fianco di queste induzioni e deduzioni giornalistiche va posto un articolo del collaboratore diplomatico del Daily Telegraph nel quale si afferma che l'atteggiamento di Berlino nei confronti del patto franco sovietico è meno rigidamente ostile di quanto sia stato in passato. Berlino — dice l'informatore dell'organo laburista — chiede ora che il patto sia emendato e non abrogato. « Non sarei soipreso — egli aggiunge — se in questo primo stadio la Germania chiedesse soltanto rassicurazione che la sua idea di emendare il patto non sarà respinta in anticipo e che la ratifica del nuovo accordo di Locamo fosse fatta dipendere da una intesa circa la nuova forma da darsi al patto franco-sovietico. Ciò può indicare un genuino cambiamento di posizione o può essere una manovra tattica. Le conversazioni in corso diranno quale delle due sia la vera interpretazione ». Allarmismo sovietico Quantunque a Londra si manifesti un estremo riserbo nei riguardi della situazione creata dalle note di Berlino e di Roma, non si contesta che le prossime settimane potranno determinare una notevole distensione in Europa e condurre a una chiarificazione completa della posizione della Germania. Si assiste incontestabilmente a una rinascita di ottimismo in alcuni ambienti e di allarme in altri. In questi ultimi va inclusa la Russia sovietica. Il suo Ambasciatore a Londra ha anzi ritenuto opportuno precisare la gìomaUsUcheìniente ■' ÓippIIo uno' posizione del suo Paese in termini tutt'altro che ispirati al desiderio di agevolare questa distensione e una franca ed esauriente discussione dei gravi problemi dell'ora. Egli ha preso la parola oggi in una riunione di una società di- amici della Russia e ha naturalmente attaccato con la solita violenza le basi ideologiche del nazionalsocialismo. Parlando della politica estera della Russia, egli ha detto che essa farà tutto il possibile per impedire lo scoppio di una guerra, ma non può chiudere gli occhi dinanzi alla realtà della situazione presente. I pericoli di guerra in genere e quelli contro la Russia in particolare seno notevolmente aumentati, secondo l'Ambasciatore, negli ultimi 15 mesi. « Basta menzionare — egli ha aggiunto — il riavvicinamento tedesco-nipponico il quale in base alle più attendibili informazioni in.! nostro possesso equivale praticamente a un'alleanza militare fra la Germania e il Giappone contro la Russia. Ma mentre riconosciamo che i pericoli di guerra aumentano, abbiamo la soddisfazione di sapere che la nostra preparazione e la nostra capacità di resistenza sono pure in incremento. Abbiamo due sole frontiere da difendere, una in occidente e una in Estremo Oriente e non tradisco segreti militari dicendo che negli ultimi anni queste due frontiere sono state rese inespugnabili mediante potenti fortificazioni, ampi eserciti bene equipaggiati e muniti delle armi più moderne e mediante una fortissima aviazione. Al tempo stesso la nostra preparazione economica è ormai un fatto incontestabile s>. Dopo di che l'Ambasciatore, scandendo le parole, ha soggiunto: « Posso dire oggi con piena responsabilità per ognuna delle mie parole che al momento presente siamo sufficientemente forti per poter respingere qualsiasi attacco al nostro territorio da parte di una Potenza straniera o di un gruppo di Potenze e che possiamo far ciò senza l'aiuto di nessuno. Può darsi che alcuni dubitino di queste mie parole e credano che 10 stia facendo del « bluff »; ma 11 avverto che sarebbe poco saggio provare la loro forza contro di noi poiché può darsi che si accorgano della nostra forza troppo tardi ». Sarà interessante vedere se il « News Chronicle e gli altri giornali che la pensano come lui applicheranno al discorso minaccioso dell'Ambasciatore sovietico quei criteri di buona condotta diplomatica che essi invocano a giustificazione della grossolana campagna contro l'Ambasciatore di Germania, reo soltanto di avere a Lipsia sostenuto il diritto del suo Paese al possesso di territòri co loniali. Renato Paresce I giornali tedeschi rispondono per le rime Berlino, 13 notte. Commentando la consegna delle note tedesca e italiana sulle negoziazioni di un patto occidentale — delle quali per altro si apprende che fino a nuovo ordine il testo non sarà reso di pubblica ragione conformemente a tutta la pratica precedente del negoziato — i giornali controbattono le prime manifestazioni di stampa dalle due capitali occidentali che in mancanza di un testo delle note deve ritenersi siano di autorizzata ispirazione. I giornali rilevano che queste manifestazioni non sono precisamente di entusiasmo; e la prima ragione del disagio che esse denotano non è tanto in quello che le due note dicono, quanto nel fatto più importante ancora che esse lo dicono insieme-. Pa leva che e solta l'es coperta tardiva . a questo riguardo — riatta la stampa tedesca — ?arigi e a Londra si scopra o ora per la prima volta ,iza dell'asse Roma-Bertardi che mai, ad 0&ni modo- E'certamente un gran fatto che madame Tabouis segna li ora, dopo averlo nel primo momento « bagatellizzato », il pericolo dell'asse, piagnucolando a un tratto sulla possibilità, anzi sulla constatazione, che ahimè a poco a poco i piccoli Stati, come il Belgio, cominciano a orientarsi verso questo asse. Piccoli o grandi, il fatto è che la volontà organizzata, consapevole, concordata di due grandi Potenze come Italia i o e . n e e e , e n a e a e n.! a o i e a n o i e i e. te, ge e r o di n o o. di e a go o il rpoei oiarpo o e e no e a rianiie o a e o o a e Germania non può a meno, non diciamo raddoppiare, ma moltiplicare all'infinito l'efficacia della laro forza e il loro peso in Europa; in una Europa in cui il massimo della esperienza diplomatica pare si sia rifugiata nel non sapere quello che si vuole e nel disvolere oggi quello che si voleva ieri. Si rileva come a leggero i giornali parigini e londinesi per poco non si ha l'impressione che sia una colpa oggi di propugnare un ritorno al vecchio spirito di Locamo che ieri Francia e Inghilterra magnificavano come il toccasana europeo. Non si dava fino a ieri addosso alla Germania per avere « distrutto » Locamo ? Non si piangeva in tutti i toni per questo disperso balsamo delle piaghe europee? Ora che Italia e Germania sostengono che se si devricostituire esso deve essere ricostituito secondo il vecchio spiritosi da loro addosso; e vi è persinun Pertinax che commenta, lnota tedesca dicendo che « l'aggressore vuole mani Ubere ». Ciò inaudito. Non si potrebbe fornire una prova maggiore che chi ha ucciso Locamo non è a Berlino ma è appunto a-Parigi e a Londra visto che una volta caduta la vecchia Locamo, tutti gli sforzi della diplomazia occidentale consistono nell'evitare che esso sia ricostituito, contro la volontà dell'Italia e della Germania, secondo il vecchio spirito. Lo spirito di Locamo era precisamente la rinuncia alla guerra fra la Germania e la Francia; persino su questo — scrivono le Hamburger Nachrichtcn — si trova a ridire in Francia. Si potrebbe fornire inconsapevolmente una confessione più eloquente e più signicativa? « La difficoltà essenziale — nota il giornale — della negoziazione del patto occidentale sta in ciò che le due Potenze nientemeno non riescono a decìdersi a concludere un patto di rinuncia alla guerra ma vogliono invece costruire niente altro che un patto di reciproca assistenza, cioè un patto di guerra vero e proprio ». Inversione inaudita Anche il Berlincr Tagcblatt nota come queste prime manifestazioni di stampa estera forni scano la prova della inaudita inversione, del disperato smarrimento di spiriti in cui la mentalità dei patti di assistenza conduce le potenze occidentali. C'era un patto di Locamo che — si affermava — costituiva lo statuto d'Europa; questo patto per una ragione o per un'altra è caduto, La Germania e l'Italia propongono di ricostituirlo nelle sue linee ancora vitali, almeno tolti, gli elementi dimostratisi caduchi e antistorici; e per poco non le si dichiara nemiche della pace! Il fatto è che si vuole cogliere l'occasione per costituire qualche cosa di ben diverso che la Locarno basata sulla rinunzia alla guerra da parte della Germania e della Francia e sulla garanzia dell'Italia e dell'Inghilterra, ma si vuole costituire un patto regionale con funzioni inteme mutate da quelle che erano e con estensioni equivoche e pericolose e ba- i— a a rd n a oin a o il si naa a sate anziché sullo spirito di ri- nunzia alla guerra su quello delle « eccezioni » a questo spirito e sui patti dì assistenza; vale a dire sulle alleanze e perciò sul sistema di alleanze francesi. , Il Berliner Tageblatt nota che se madame Tabouis riieva che il Belgio comincia a rendersi conto dell'asse Berlino-Roma dovrebbe invece riflettere che la ragione per cui. il Belgio ha mutato il suo atteggiamento è proprio la politica di alleanze francese e cioè il rischio a cui il Belgio era esposto dal patto franco-sovietico. E' questo patto sovietico che ha disorganizzato la precedente sistemazione d'Europa ed è ancora esso che ne impedisce la ricostituzione. Bisogna che Londra e Parigi si decidano: vogliono la pace o vogliono la guerra? Il commento del giornale culmina nella constatazione della funzionala dell'asse RomaBerlino di cui Londra e Parigi sembrano sorpresi; esse hanno però dimenticato che'già fin dall'autunno Adolfo Hitler e il conte Ciano avevano stabilito la loro inderogabile linea di condotta circa il patto occidentale. Che meraviglia dunque se ora essa continua a funzionare? Giuseppe Piazza