L'irresistibile offensiva di Martano coronata da una trionfale vittoria a Marsiglia

L'irresistibile offensiva di Martano coronata da una trionfale vittoria a Marsiglia UNA GIORNATA RADIOSA PER IL CICLISMO ITALIANO L'irresistibile offensiva di Martano coronata da una trionfale vittoria a Marsiglia V " asso „ italiano, dopo essersi mirabilmente difeso nella prova a squadre, sferra un attacco formidabile nella gara successiva, debella ogni avversario e giunge solo al traguardo - Il successo di Cimatti nella corsa a cronometro (Dal nostro inviato) Marsiglia, 12 notte. Questo arrivo ai Marsiglia mi ha fatto vivere, ve lo assicuro, l'ora di passione sportiva più intensa, più trepidante e, alta fine, più esultante della mia, vita. Il finale di Martano nella tappa che ci ha portati finalmente al mare è stata una impresa che ha sbalordito tutti gli osservatori e che neppure io, che pur tante altre ne ho viste, potrò mai dimenticare. L'altro giorno vi parlavo del contrasto ' fra la posizione che « Beppe » arerà in classifica e la esaltazione che facevo del suo comportamento in questa corsa. Oggi, dopo quanto saprete, nessuno di voi potrà dubitare che io abbia minimamente esagerato qualificando Martano U vero dominatore di questa prova a tappe, il vero vincitore morale, e abbia peccato di ottimismo pensando che egli potesse ancora vincerla materialmente. Solo contro tutti Anche questa giornata ha avuto per noi, come vi dirò, il suo lato non lieto. Ma, in fondo, perchè frenare la gioia e l'orgoglio di italiani se stamane a Cavaillon e stasera a Marsiglia gli atleti che hanno vinto rappresentano qui lo sport dell'Italia fascista? Cimatti prima, Martano poi, e sopratutto, sano gli autori di una delle più belle pagine .del nostro ciclismo, che vorrei sapervi far rivivere come l'ho vissuta io. E' inutile insistere sull'antisportività di una tappa a cronometro a squadre quando la classifica è individuale. Bisogna aggiungere, però, che l'assurdità, che si è mutata in ingiustizia 'verso il nostro campione, è stata aggravata dal fatto che il regolamento prescriveva che ogni squadra dovesse partire con cito uomini; avendone a questo punto alcune ancora più e altre già meno, si dovevano equilibrare le forze, almeno numericamente, e così alcuni corridori sono passati dalla loro squadra a un'altra. Ne sono venute fuori alcune formazioni ibride, senza spirito e, quel che è peggio, con interessi contrastanti. Così a Martano, rimasto solo con Rege, sono stati dati per compagni tre uomini di « Lucif er > (Benoit Paure, Oabard, Granier) e uno di « France-Sport (Louviot) e un isolato (Franzil). Inoltre la sua era una delle due squadre formate di sette invece che di otto uomini. Questo sulla carta, perchè in realtà fu dapprima di sei, poi di cinque e infine di quattro. Mi spiego. Louviot ebbe alla partenza la franchezza o, se più vi piace, la faccia tosta di dichiarare a Martano che non doveva fare alcun affidamento su di lui, pei-chè aveva avuto ordine dal suo direttore di non dargli man forte ai danni del suo compagno Marcailloux, che era nella sua squadra genuina e secondo in classifica. Poi, sulla strada, avvenne la induzione che vi dirò. Le sette squadre sono partite in questa formazione e in quest'ordine a distanza di cinque minuti: «.Mereier I»: Louyet, Cloarec, Cogan, Le Grand, Magnani, Bruttini, Bei-tocco, Berty. <Alcyon U.»: Galàteau, Terzano, Croesi, Bailo, Vergili, Tanneveau, Auville, Speicher. « Helyette »: Fontaney, Buttafuochi, Neuville, Brackweld, Le Grande, Adame, Disseaux, Rinaldi. « Alcyon I»: Mithouard, Danneels, Beckaert, Vervaeke, Deitour, Vlaemick, Rossi, Maes. « Tendil-Lucifer >: Martano, Rege, Paure, Gabard,- Granier, Louviot, Franzil. « France-Sport »: i due Van Schandel, Marcaillou, Bruneuu, Passat, Carini, Debrouyckere, Moretti. « Mereier II » : Lapébie, Christiaens, Lmvie, Le Grevès, Kint, Cimatti, Debenne. La volata di Cimatti Partito con la prima squadra, sono poi passato con la seconda e cosi via, in modo che nella prima parte della tappa ho avuto un'idea di come ognuno marciava. Purtroppo ho subito capito che le cose si mettevano male per Martano, che al 20.o chilometro aveva già perduto lo sfiancato Gabard. Chi lo aiutava . discretamente erano Franzil, Rege, Faure e Granier, meni re Louviot rimaneva... fedele alla sua promessa. Ma, per quanto- i volonterosi ee la mettessero tutta, il loro passo era di almeno cinque chilometri inferiore a quello che teneva Martano quando passava a condurre. Allora il tassimetro segnava dai J/1 ai 42 La conferma di questa differenza di marcia la ebbi con i rilievi ufficiali dei tempi al SO.o chilo metro, cioè a metà corsa. Qui la squadra di Lapébie aveva ./ miglior tempo con 45'i"> eioè alla media di bO; a 1(5" era « FranceSnort »; a l'io" « Alcyon I >; a 1' 25" « Helyette »; a 2'5" « Alcyon II»; « 2'25" Martano; a 6'10" « Mereier H ». Vi assicuro che era una sofferenza vedere Martano di nuovo vittima della situazione, lottare disperatamente per non esserne travolto, solo contro le formidabili coalizioni, impotente di fronte alla stupidità di un regolamento, per non dire di coloro che lo avevano applicato. Alla fine egli compi davvero miracoli. Faure, in un momento in cui Martano strappava via con estrema violènza, non fu capace di tenere la sua ruota. Gli altri a loro turno battevano un passò da sfiatat-. Il risultato di questa lotta impari ve lo dice l'ordine di arrivo. Il quale vi dice anche che nella volata che fecero fra loro gli uomini di « Mereier », al velodromo di Cavaillon ebbe la meglio Cimatti, il quale sul rettìli- neo di arrivo rimontò facilmente Dcbcnne. Questo successo, dovuto al ve-loce nostro ragazzo, non compen- snra certo la perditn di tempo su- biro da Martano; ma era pure unbuon attivo della qiuniata. Il maggiore, però, doveva veni- re in seguito. Dopo un'ora si ri- -«tutti insieme da Cavaillon enon «tarò a perdere tempo a in- i i a è i a . n : , e un u, e, t, trattenervi sulla prima parte della corsa. Accennerò solo ai suoi punti essenziali di cronaca. Dopo Tarascon si ritirò Speicher, che ormai non aveva più nulla da sperare; forò Debenne, secondo in classifica, e allora gli fu portato un attacco da parte specialmente di Marcaillou e compagni; si ritirò Mithouard, poi Cloarec, sfinito. Debenne potè riprendere con energico inseguimento compiuto con Kint, Vervaeke, Detour, Pages, che aveva forato; e passiamo per Aix en Province (chilometri 122) dietro 50 «omini che avevano fin qui una media di 82. « Va troppo forte ! » Uopo che Martano si fu fermato oltre un minuto per noie al cambio ed ebbe ripreso — nessuno in quel frattempo pensò di mettere in difficoltà il nostro uomo, perchè era generale la voglia di rispar miarsi dopo la tirata a spron bat tuto della mattina — lo avvertii che a trenta chilometri dall'arrivo c'era una salita non dura, ma ab bastanza lunga, frammezzata da brevi discese, nella quale avrebbe potuto tentare di giuocare la sua carta. « Beppe » non se lo fece dire due volte. Quando vide che la strada si arrampicava sulle prime groppe delle colline, parti come una saetta, prendendo subito qualche decina di metri. Quel fulmine a del sereno sorprese tutti e solo Debenne reagì con relativa prontezza inseguendo per primo e riuscendo anche a riattacccarsi alla ruota dell'italiano. Ma dopo aver tenuto duro per pochi secondi, egli dovette definitivamente staccarsene dicendo, col fiato mozzato: « H va trops fort ». Gli altri si sparpagliarono subito; poi si formò il gruppo di Lapébie e compagni che, per ordine del lo¬ rotaCfesiloMtrstnpptMdtedtccpsbecfumcssaqsipsvvgtllfntiIl ro direttore, organizzarono prontamente una furiosa caccia. Come questa si sia svolta vi confesso die non lo so, perchè mi misi alle calcagna di Martano e non lo abbandonai più fino all'arrivo. Ma voltandomi ogni tanto indietro notai che i cento metri di distacco degli inseguitori diventarono prima due, poi tre, poi quattro, poi cinquecento, finché essi scomparvero alla vista. Mancavano trenta chilometri a Marsiglia. Martano ebbe il fegato di iniziare da sólo una fuga che gli era contrastata da una ventina di uomini e da un paio di formidabili squadre coalizzate. Marciava a quaranta all'ora, con rapporto da stroncare le gambe, su per i non pochi dislivelli e sul « pavé » dei passi e poi dei sobborghi di Marsiglia. Che immensa città mi sembrò questa, nel cui cuore non si entrava mai! Che orribile selciato cominciava a quindici chilometri fuori, che mi faceva trepidare per un salto di catena, un guasto di macchina, uno stupido incidente che frantumasse lo spasmodico sforzo dell'uomo che portava co-n sè le nostre speranze, le nostre aspirazioni, la nostra febbre! E quanto debbo aver gridato alle spalle per sferzarlo ogni tanto con incitamenti che mi sembravano perfino crudeli non so! Ma i muscoli e il cuore di questo meraviglioso combattente sentivano la voce amica e ogni volta egli stringeva ancor più il manubrio, contorceva le reni, balvaza sui pedali come in un guizzo. Finalmente l'urlo più pressante della folla ci fece capire che la mèta era vicina, gli avversari battuti, la vittoria conquistata. L'arrivo era al campo di corse, in fondo a un interminabile viaIone. Quando Martano sfondò la linea dei fotografi che ritraeva¬ no l'attimo del suo trionfo, mi trovò ad accoglierlo a braccia a-perte con un nodo in gola die non mi fece dir parola. Poi se lo portarono via gli italiani, che erano fieri di lui. Lo infiorarono, lo acclamarono nel giro d'onore. Giunse poi Vervaeke, il più duro nell'inseguimento. Poi un gruppo di una ventina, nel quale non c'era Lapébie. Quando, due minuti dopo Martano, arrivò U primo in classifica, dissero che era caduto all'ingresso del campo, aveva reso inservibile la macchina e l'aveva cambiata con quella del compagno Le Grevès. Ciò sarebbe stato, a norma di regolamento, vietato, e l'infrazione punibile con la trasposizione all'ultimo posto della classifica. La cosa è stata sottoposta all'esame dei commissari, i quali hanno preso la decisione di non punire affatto Lapébie, essendo il cambio di macchina avvenuto all'entrata del velodromo, dove la corsa si deve considerare finita. Il fatto è, però, che il cronometrista non si trovava all'ingresso della pista, ma sulla linea dell'arrivo. Di questo errore, -uno dei tanti, di organizzazione, non si è voluto far scontare le conseguenze a Lapébie. E' inutile intavolare su questo punto una discussione. C'è però chi dice che egli sia caduto prima dell'ingresso in pista; nel qual caso avrebbe dovuto essere senz'altro passato all'ultimo posto della tappa, con le conseguenze che potete immaginare. Vedremo domani se questa faccenda avrà seguito. Plauso al vincitore Intanto per noi c'è l'immensa soddisfazione che il nostro campione abbia dimostrato anche oggi di essere di gran lunga il migliore in campo. Disceso dal 5° Ial 13° posto nella disgraziata tap \pa a cronometro della mattina, Martano è risalito nel pomeriggio al 7.o. Domani andremo a Cannes in 196 chilometri divìsi in due tappe, di cui la prima sarà Tolone, dopo 71 chilometri. All'arrivo di Marsiglia, Martano ita ricevuto questo telegramma dal generale Antonelli, presidente della Federazione dclistica: « Bravo Martano, a te il mio plauso e il mio affettuoso ìndtamento ». Giuseppe Ambrosini Tappa Orange-Cavailion: 1. Cimatti 5 IdFl.ECSI.MMTNtSTV4d4NGs5bVcLM54Utn84E2ECBsLTmEI9F1GPA354S MARTANO GIUNGE SOLO ALL'ARRIVO DOPO LA SPETTACOLOSA FUGA (Telefoto).